Quanti “poliziotti” sconosciuti fanno ogni giorno il proprio dovere, coadiuvando i propri dirigenti con silenziosa modestia, umiltà, coraggio pari a quello dimostrato recentemente dal poliziotto francese Arnaud Beltrame, che ha offerto la sua vita per salvare una donna che non ha mai conosciuto? Ne ho conosciuto diversi e da loro ho sempre appreso in umanità e dedizione al servizio. Ricordo con commozione, gratitudine e affetto a me stesso, con commozione, gratitudine e affetto, anche se hanno combattuto contro i criminali e nessuno ricorda più i loro nomi: come quello dell’appuntato Fiorenza, i marescialli Porfido, Oliva, Pozzuolo, gli agenti Cuccu, Cristella, Pardo… e sarebbe lungo per me enumerarli tutti. Ormai anziano di anni e pieno di lividi dentro, non mi stanco di dire agli altri esponenti delle forze di polizia, prefetti, questori, generali che mi capita di incontrare, che verosimilmente non sarebbero arrivati a quei livelli se non avessero avuto accanto a loro nel lavoro i loro umili e bravi collaboratori. Molti non ci sono più, ma sono certo che ci rincontreremo nel luogo cosmico dove sono i “Poliziotti di luce”.

Calogero-Zucchetto

Calogero Zucchetto (Sutera, 1955 – Palermo, 1982).

Qui voglio ricordare (alla vigilia del Giorno della memoria a Milano, 9 maggio 2018, dedicato alle vittime del terrorismno e delle stragi di tale matrice*)Il Giorno della Memoria a Milano è organizzato dal Comune di Milano, dall’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo e dell’Eversione contro l’ordinamento democratico dello Stato e dall’Associazione Familiari Vittime della Strage di Piazza Fontana. Per ulteriori info su questa iniziativa presa per ricordare le vittime di Milano e della Lombardia eroi della quotidianità: Antonio Iosa, mail: fondazione.perini@fastwebnet.it uno di loro, già forse dimenticato, ma che rimane nel cuore dei veri poliziotti e brilla immortale: l’agente della Polizia di Stato Calogero Zucchetto, per gli amici e colleghi “Lillo”. Nato a Sutera (Caltanissetta), il 3 febbraio 1955, è fiero della sua terra che vuole riscattare, entra in polizia all’età di 19 anni. Inizialmente viene assegnato alle scorte, tra cui quella di Giovanni Falcone. Poi corona il suo sogno: giunge alla sezione investigativa della squadra Mobile, diretta da Ninni Cassarà. Si distingue subito. È uno splendido ragazzo, socievole, pieno di vita che lavora sul terreno per determinazione, coraggio e passione, in mezzo alla gente, stimato da tutti. Gli manca un mese al matrimonio con la fidanzata Maria. Si muove nella Palermo dei misteri col suo “Vespone”, spesso pagando di sua tasca le spese di carburante, anche fuori dal servizio, per cercare, osservare e stanare gli uomini di “cosa nostra”. Coadiuva con passione il suo capo Ninni Cassarà, funzionario coraggioso e determinato. Con lui (altro “poliziotto di luce” assassinato a sua volta il 6 agosto 1985) collabora per la stesura del cosiddetto “rapporto Greco Michele + 161”, che traccia un quadro della guerra di mafia nel 1981 che sta portando al nuovo assetto delle cosche con l’ascesa del clan dei corleonesi di Leggio, Riina e Provenzano. All’inizio di novembre del 1982, dopo una settimana di appostamenti, tra gli agrumeti di Ciaculli “Lillo” individua il latitante Salvatore Montalto, boss di Villabate e partecipa alla successiva cattura il 7 novembre 1982 nel blitz guidato da Cassarà. A quel risultato, sopravvive pochi giorni. Era stato riconosciuto nel suo servizio di perlustrazione in moto da killer al servizio dei corleonesi, Pino Greco detto “scarpuzzedda” e Mario Prestifilippo. La sera di domenica 14 novembre, all’uscita dal bar Collica in via Notarbartolo, nel centro di Palermo, con cinque colpi di pistola alla testa mettono fine alla sua vita, a 27 anni. Come mandanti sarebbero stati poi condannati, Totò Riina, Bernardo Provenzano, Raffaele Ganci e altri. Così rifulge la medaglia d’oro al valore civile di Calogero Zucchetto, dello Lillo, poliziotto di luce:

Mentre conduceva una delicata operazione investigativa al fine della ricerca e della cattura di pericolosi latitanti, nel quadro della lotta alla criminalità organizzata, in un vile e proditorio agguato, veniva fatto segno a numerosi colpi mortali di arma da fuoco, immolando la giovane vita ai più alti ideali al servizio delle Istituzioni. Palermo, 14 novembre 1982.

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2. Continua. Link alla prima puntata.

* Il Giorno della Memoria a Milano è organizzato dal Comune di Milano, dall’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo e dell’Eversione contro l’ordinamento democratico dello Stato e dall’Associazione Familiari Vittime della Strage di Piazza Fontana. Per ulteriori info su questa iniziativa presa per ricordare le vittime di Milano e della Lombardia eroi della quotidianità: Antonio Iosa, mail: fondazione.perini@fastwebnet.it

* Ennio Di Francesco, già ufficiale dei Carabinieri e funzionario della Polizia di Stato. Figlio di un Maresciallo di Carabinieri deceduto per infermità di servizio. Tra i promotori negli anni ’70 della riforma democratica di polizia che condusse alla legge 121/81. Autore di: Un Commissario con prefazioni di Norberto Bobbio, Gino Giugni, Marco Tullio Giordana, Giancarlo De Cataldo, Corrado Stajano e don Andrea Gallo; Radicalmentesbirro con quelle di Don Gallo e Marco Pannella; Frammenti di utopia, con quelle di Mario Calabresi e Marco Alessandrini; Il vate e lo sbirro. L’indagine segreta del commissario Giuseppe Dosi sul «volo dell’arcangelo». È un uomo dello Stato che ha avuto una vita difficile per la sua intransigente fedeltà alle istituzioni della Repubblica. Per approfondimenti: enniodifrancesco.it