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Il Bell X-1 è l’aereo a razzo americano con cui, il 14 ottobre 1947, il capitano Charles Jeager supera per primo la velocità del suono (designata Mach 1 perché varia da 1.150 a 1.250 Km. all’ora, secondo le condizioni ambientali).

Il passaggio dagli aeroplani con il motore a pistoni a quelli dotati del più potente propulsore a getto avviene in un arco di tempo relativamente breve. La tensione politica internazionale accelera questo processo di rinnovamento tecnico, che di per sé procede già a ritmo sostenuto. Nel 1947 l’americano Charles Yeager ha superato per la prima volta la velocità del suono (circa 1.200 chilometri orari), a bordo di un aviorazzo sperimentale Bell X-1. Dal 1950, nei cieli della Corea, caccia a reazione statunitensi si battono contro aviogetti di produzione sovietica. In tutto il mondo le forze aeree sono impegnate a sostituire le macchine di concezione superata con i nuovi, rapidissimi jet.

Maggio 1951: il sibilante aviogetto ha lasciato le vertiginose altezze, dove i vapori del motore hanno tracciato candide scie sull’indaco del cielo, e si è tuffato verso la pista di atterraggio. Eccolo! Un puntolino luminoso, appena sopra la linea dell’orizzonte. S’avvicina rapidamente; ora si può riconoscerlo: è un caccia VAMPIRE di progetto britannico, ma porta le coccarde dell’aeronautica militare francese. Compiuto un atterraggio perfetto, il pilota parcheggia il velivolo su un piazzale di sosta secondario, dove si accalca una piccola folla. Quando l’aviatore abbandona il posto di pilotaggio e si toglie il casco di volo, un’onda di capelli biondi gli avvolge il viso. Quel pilota è una donna!

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Già abilitata al pilotaggio di numerosi tipi di aeroplani, il 12 maggio 1951 l’aviatrice francese Jacqueline Douet Auriol (1917-2000) ottiene il permesso di volare su un aviogetto da caccia VAMPIRE, col quale conquista il primato mondiale di velocità femminile.

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Nel 1952 l’Auriol, ormai idonea al compito di collaudatrice, si mette ai comandi di un più valido caccia MISTRAL e riesce a migliorare il suo record sfrecciando a 856 Km/h.

Jacqueline Douet Auriol scende dal VAMPIRE e subito viene circondata, festeggiata, invitata a brindare. Ha appena battuto il primato mondiale di velocità per la categoria femminile volando a 818 chilometri all’ora. Giovane, attraente, elegantissima, Jacqueline è diventata pilota per una circostanza insolita: il desiderio di sottrarsi in qualche modo ai gravosi (e noiosi) impegni mondani imposti dalla sua condizione di nuora del presidente della Repubblica francese (nel 1938, a 21 anni, ha sposato Paul Auriol, figlio del ministro socialista che nel 1947 diverrà capo dello Stato). Una volta assaporata, la gioia del volo l’avvince: e Jacqueline ha accumulato un brevetto dopo l’altro, perfezionando le sue doti aviatorie con un corso d’acrobazia. Ma una settimana dopo aver effettuato la prima esibizione acrobatica, mentre torna a Parigi su un idrovolante pilotato da un amico, rimane vittima di un gravissimo incidente. Si salva per miracolo, restando però sfigurata dalle ferite.

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Tra i molteplici brevetti acquisiti dall’Auriol ne figurano alcuni che l’autorizzano a pilotare diversi tipi di elicotteri.

Seguono due anni di sofferenze, punteggiati da innumerevoli operazioni di chirurgia plastica per ridare al suo aspetto la grazia di un tempo. Ma c’è una cosa che a Jacqueline sta maggiormente a cuore e che le fa rivolgere ai medici sempre la stessa domanda: “Quando potrò riprendere a volare?”. Finalmente torna al pilotaggio con più passione e accanimento di prima. E il 12 maggio 1951, a coronamento del suo generoso impegno, coglie la soddisfazione del record.

Adesso è una delle aviatrici più note e ha tutti i numeri per realizzare il suo sogno più ambizioso: frequentare il corso per collaudatori. Superati brillantemente tutti gli esami teorici e pratici, viene accolta al Centro di sperimentazione in volo di Brétigny, dove le sue indubbie capacità si manifestano in pieno.

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L’aviatrice americana Jacqueline Cochran (1907-1980) fotografata in posa orgogliosamente disinvolta su uno degli ultimi caccia a elica, col quale ha portato a 755 Km/h, il record di velocità femminile.

È l’unica donna che detenga ufficialmente il titolo di “collaudatore” e che assolve il delicato compito con il coraggio, lo scrupolo e la competenza dei colleghi dell’altro sesso. Oltre a pilotare numerosi tipi di elicotteri, ha la licenza per mettersi ai comandi d’una sessantina di aeroplani diversi, dai lenti e sicuri apparecchietti da turismo ai fulminei aviogetti da combattimento. Nel 1952 viene incaricata di collaudare il caccia MISTRAL, che è una versione potenziata del VAMPIRE costruita in Francia su licenza. Jacqueline si rende conto di trovarsi nelle condizioni ideali per migliorare il proprio record. Il tentativo viene effettuato sulla stessa base di Brétigny e dà esito positivo, essendo la velocità registrata di 856 chilometri orari. Questo doppio exploit è un’autentica provocazione per la detentrice del record precedente, che (guarda caso…) è una nostra vecchia conoscenza: Jacqueline Cochran. L’aviatrice americana aveva fatto suo il primato di velocità femminile nel 1947, pilotando uno degli ultimi caccia a elica alla media di 755 chilometri all’ora. C’era proprio voluto un aviogetto per superarla! Ora l’industria del suo Paese le mette a disposizione il più moderno velivolo a getto per riconquistare la palma.

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Il più avanzato aviogetto da caccia degli Stati Uniti – il North American F-86 SABRE – è affidato alla Cochran, nell’evidente intento di farle riconquistare il primato di velocità.

La mattina del 20 maggio 1953 la Cochran sale a bordo di un lucente F-86 SABRE, primo caccia americano dotato di ali a freccia. Dal momento del decollo a quello dell’atterraggio non passano nemmeno quindici minuti. Il SABRE non ha ancora posato il carrello sulla pista e i cronometristi hanno già dato il responso: la media sui tre passaggi regolamentari è stata di 1.049 chilometri orari. Il record è tornato all’aviatrice statunitense.

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Consapevole del valore della competizione, Jacqueline Cochran sorride soddisfatta da bordo del SABRE, che il 20 maggio 1953 ha fatto volare alla velocità di 1.049 km orari.

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L’omonima Jacqueline francese ritratta ai comandi di un Dassault MYSTERE 20: uno dei primi lussuosi aviogetti destinati a prestigiosi uomini d’affari.

Ma l’appassionante contesa (che i giornali battezzano come “guerra delle due Jacqueline”) non è finita. Qualche mese dopo, la rivale francese può disporre di un aeroplano dalle prestazioni simili a quelle del SABRE: il Dassault MYSTERE. Ai comandi di una macchina di questo tipo Jacqueline Auriol si impadronisce nuovamente del primato, facendo registrare una media di 1.100 chilometri l’ora. Viene anche il momento che, trovandosi a provare gli aerei francesi tecnicamente all’avanguardia, l’Auriol può ancora una volta migliorare il suo record. Il 24 maggio 1955, pilotando un MYSTERE IV, eleva il primato di categoria a 1.151 chilometri orari. È un risultato clamoroso, sia per la Francia (dove costituisce un record assoluto) che sul piano internazionale. Così, passo passo, gli scatenati piloti in gonnella si sono portati a ridosso della velocità del suono (convenzionalmente designata dalla sigla Mach 1).

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L’Auriol risponde prontamente alla sfida della Cochran sfruttando le notevoli prestazioni del nuovo caccia MYSTERE, col quale raggiunge la velocità di 1.100 km. all’ora.

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Appena ha a disposizione un caccia ancora più rapido, il MYSTERE IV, il 24 maggio 1955 Jacqueline Auriol consolida la superiorità francese facendolo sfrecciare a 1.151 km all’ora.

 

Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog che vuole essere una bussola verso nuovi orizzonti per il futuro, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”, “Operazione Salvataggio: gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre”, “Guida ai paesi dipinti di Lombardia”, “In viaggio con i maestri. Come 68 personaggi hanno guidato i grandi del nostro tempo” e, a quattro mani con Maria Rita Parsi, “Manifesto contro il potere distruttivo”, Chiarelettere, 2019), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato docu-film per il programma Rai “La storia siamo noi” (clicca qui per approfondire).
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A cura di Salvatore Giannella e Luigi Butti per Giannella Channel