Negli anni Cinquanta del secolo scorso si assiste a un’imponente espansione dell’aviazione civile. Le risorse tecniche e produttive accumulate nel periodo bellico, una volta travasate in campo commerciale, innescano uno sviluppo delle comunicazioni aeree mai verificatosi prima. La diffusione degli aerei privati va di pari passo con la crescita delle aviolinee, specialmente in Paesi come Stati Uniti, Canada e Australia, dove le immense distanze da coprire fanno di gran lunga preferire l’aeroplano agli altri mezzi di trasporto. La relativa facilità con cui si può disporre di un velivolo e imparare a pilotarlo fa sìche in pochi anni il numero delle aviatrici si moltiplichi. Le donne-pilota non suscitano più lo stupore di un tempo e la cronaca rende noti solo i nomi di quelle che sono state protagoniste di qualche vicenda sensazionale. Ai primi di settembre del 1953, per esempio, non c’è giornale che non si occupi di Marion Hart. Una bella mattina di fine agosto, questa signora americana si è svegliata tutta pimpante. Ha fatto colazione, è andata all’aeroporto, è salita sul suo monomotore da turismo – di cui i cronisti hanno voluto riferire, per i posteri, che era di colore “verde pisello” – e ha preso il volo da New York per Boston.
Qui ha fatto rifornimento di carburante e ha proseguito per San Giovanni di Terranova, dove ha trascorso la notte. Il giorno dopo ha puntato decisamente sull’Atlantico ed è atterrata a Shannon, in Irlanda. Ha poi toccato Tolosa e Marsiglia, giungendo infine a Roma. L’impresa non sarebbe rilevante se la signora Marion non avesse avuto più di sessant’anni. Cosa che, per civetteria, si è ben guardata di ammettere. Questi sembrano essere i tempi d’oro delle “nonnine volanti”. I soci dell’Aeroclub di Reggio Emilia vengono a sapere che in una località vicina risiede un’anziana signora che, malgrado l’età, sente irresistibilmente il richiamo del volo. Se ne interessano, vanno a trovarla, e lei esprime il desiderio di volare almeno una volta nel corso della sua esistenza. L’Aeroclub provvede a esaudirla, mettendole a disposizione pilota e aeroplano.
In un pomeriggio d’estate, Teodolinda Fornari sale a bordo di un biposto per vedere dal cielo il paese natale e festeggiare così il suo centotreesimo compleanno. Adesso le donne praticano con disinvoltura le più diverse discipline aviatorie: paracadutismo, volo a vela, acrobazia. Ai campionati mondiali di paracadutismo, che nel 1954 si svolgono in Russia, molte ragazze ottengono punteggi individuali superiori a quelli degli uomini. Due anni dopo, nel cielo di Rio de Janeiro, l’indossatrice francese Colette Duval (che pratica il paracadutismo per hobby) si lancia da oltre undicimila metri di altezza e apre il paracadute a trecento metri dal suolo. Un tuffo agghiacciante, che stupisce il mondo intero. Nel 1960 la Federazione Aeronautica Internazionale assegna la “medaglia Lilienthal” alla graziosa aviatrice polacca Pelagia Majewska, madre di numerosa prole e detentrice di vari primati di volo a vela. In Inghilterra, due coniugi fanno da qualche tempo rivivere la tradizione dei “circhi aerei”. Il marito, Lewis Benjamin, pilota un romantico biplano sulla cui ala superiore sta appollaiata la giovane moglie Juanita. Quando l’aeroplano passa rasoterra, parallelamente a una fila di bersagli, la donna si esibisce in uno spettacolare tiro a segno sparando con un revolver contro bottiglie e palloncini.
Durante la prestigiosa mostra aeronautica di Farnborough del 1962, il 92° Squadron della Royal Air Force inglese manda in volo una massiccia pattuglia acrobatica formata da ben diciotto caccia HUNTER. La nutrita formazione fa evoluzioni per una ventina di minuti ad alta velocità, sorprendendo gli oltre centomila spettatori con una serie di manovre ardite ed eleganti. La meraviglia del pubblico sarebbe ancora maggiore se si sapesse che sul velivolo del capo-pattuglia, al posto del secondo pilota, c’è la signorina Sue Clouston, una donna assegnata al 92° Squadron come ufficiale addetto alle relazioni pubbliche.
11. Continua. Link agli altri capitoli.
- L’altra metà in cielo. Quando le donne presero il volo
- Elise Deroche, Ruth Law Oliver, Therèse Peltier, Mary Macchi di Cellere, Jeanne Hervieu, Lilian Bland e Rosina Ferrario: le antenate di @AstroSamantha nell’epoca degli aeroplani
- I primi record delle mitiche antenate di @AstroSamantha: Matilde Moisant, Katherine Stinson, Lillian Boyer e Ruth Law Oliver
- Adrienne Bolland, Ruth Elder e Amelia Earhart: un balzo sull’oceano Atlantico delle mitiche antenate di @AstroSamantha
- E il mondo si fece piccolo per Amelia Earhart, Amy Johnson, Jean Batten, Sofia de Mikulska e Beryl Markham, le mitiche antenate di @AstroSamantha
- La sfida all’oceano Pacifico da parte di una mitica antenata americana di @AstroSamantha: Amelia Earhart
- Così la genovese Carina Massone Negrone e le altre antenate di @AstroSamantha Liesel Bach, Marga von Etzdorf, Maude Tait, Florence Klingesmith, Louise Thaden e Jacqueline Cochran, con lo spettacolo di sport e velocità, incantavano folle enormi
- Jacqueline Cochran, Betty Gillies e l’epopea delle aviatrici in divisa
- Marina Raskova, Lidya Litvyak, Marina Smirnova, Hanna Reitsch, Valérie Andrè: ed Eva partì per le missioni di guerra
- La guerra delle due Jacqueline per il primato nei cieli: Jacqueline Douet Auriol e Jacqueline Cochran
- Marion Hart, Teodolinda Fornari, Colette Duval, Pelagia Majewska, Juanita Benjamin e Sue Clouston: arrivarono i tempi d’oro delle “nonnine volanti”
- Cochran e Douet Auriol: si scrive Jacqueline, si legge donne supersoniche
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A cura di Salvatore Giannella e Luigi Butti per Giannella Channel