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Nel secondo dopoguerra si verifica un inarrestabile sviluppo dell’aviazione commerciale. I più rapidi e capaci quadrimotori – come il Douglas DC-6 (da 48 a 52 passeggeri) incrementano quotidianamente il trasporto di persone e merci.

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Il basso costo dei velivoli agevola l’accesso all’attività aviatoria a una crescente quantità di donne, molte delle quali si qualificano anche per il pilotaggio di plurimotori.

Negli anni Cinquanta del secolo scorso si assiste a un’imponente espansione dell’aviazione civile. Le risorse tecniche e produttive accumulate nel periodo bellico, una volta travasate in campo commerciale, innescano uno sviluppo delle comunicazioni aeree mai verificatosi prima. La diffusione degli aerei privati va di pari passo con la crescita delle aviolinee, specialmente in Paesi come Stati Uniti, Canada e Australia, dove le immense distanze da coprire fanno di gran lunga preferire l’aeroplano agli altri mezzi di trasporto. La relativa facilità con cui si può disporre di un velivolo e imparare a pilotarlo fa sìche in pochi anni il numero delle aviatrici si moltiplichi. Le donne-pilota non suscitano più lo stupore di un tempo e la cronaca rende noti solo i nomi di quelle che sono state protagoniste di qualche vicenda sensazionale. Ai primi di settembre del 1953, per esempio, non c’è giornale che non si occupi di Marion Hart. Una bella mattina di fine agosto, questa signora americana si è svegliata tutta pimpante. Ha fatto colazione, è andata all’aeroporto, è salita sul suo monomotore da turismo – di cui i cronisti hanno voluto riferire, per i posteri, che era di colore “verde pisello” – e ha preso il volo da New York per Boston.

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Foto-ricordo di Marion Hart. Nota volovelista fin dal 1946, nel 1953 ha compiuto la trasvolata dell’Atlantico con un co-pilota a bordo di un monomotore da turismo BONANZA; rifacendola da sola nel 1966, a 74 anni d’età.

Qui ha fatto rifornimento di carburante e ha proseguito per San Giovanni di Terranova, dove ha trascorso la notte. Il giorno dopo ha puntato decisamente sull’Atlantico ed è atterrata a Shannon, in Irlanda. Ha poi toccato Tolosa e Marsiglia, giungendo infine a Roma. L’impresa non sarebbe rilevante se la signora Marion non avesse avuto più di sessant’anni. Cosa che, per civetteria, si è ben guardata di ammettere. Questi sembrano essere i tempi d’oro delle “nonnine volanti”. I soci dell’Aeroclub di Reggio Emilia vengono a sapere che in una località vicina risiede un’anziana signora che, malgrado l’età, sente irresistibilmente il richiamo del volo. Se ne interessano, vanno a trovarla, e lei esprime il desiderio di volare almeno una volta nel corso della sua esistenza. L’Aeroclub provvede a esaudirla, mettendole a disposizione pilota e aeroplano.

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Prosegue il coinvolgimento delle donne nelle più disparate discipline aviatorie. Un valido esempio è quello del volo a vela, praticato per l’alto valore formativo e l’economia d’esercizio.

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A confermare lo sprezzo del pericolo dimostrato dalle donne, c’è la loro immancabile presenza sui velivoli adibiti alle più travolgenti esibizioni acrobatiche.

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Colette Duval ha stupito esperti e profani – nel 1954, a Rio de Janeiro – lanciandosi da oltre 11.000 metri d’altezza e aprendo il paracadute solo a 300 metri dal suolo.

In un pomeriggio d’estate, Teodolinda Fornari sale a bordo di un biposto per vedere dal cielo il paese natale e festeggiare così il suo centotreesimo compleanno. Adesso le donne praticano con disinvoltura le più diverse discipline aviatorie: paracadutismo, volo a vela, acrobazia. Ai campionati mondiali di paracadutismo, che nel 1954 si svolgono in Russia, molte ragazze ottengono punteggi individuali superiori a quelli degli uomini. Due anni dopo, nel cielo di Rio de Janeiro, l’indossatrice francese Colette Duval (che pratica il paracadutismo per hobby) si lancia da oltre undicimila metri di altezza e apre il paracadute a trecento metri dal suolo. Un tuffo agghiacciante, che stupisce il mondo intero. Nel 1960 la Federazione Aeronautica Internazionale assegna la “medaglia Lilienthal” alla graziosa aviatrice polacca Pelagia Majewska, madre di numerosa prole e detentrice di vari primati di volo a vela. In Inghilterra, due coniugi fanno da qualche tempo rivivere la tradizione dei “circhi aerei”. Il marito, Lewis Benjamin, pilota un romantico biplano sulla cui ala superiore sta appollaiata la giovane moglie Juanita. Quando l’aeroplano passa rasoterra, parallelamente a una fila di bersagli, la donna si esibisce in uno spettacolare tiro a segno sparando con un revolver contro bottiglie e palloncini.

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Impegnativa, ma entusiasmante, l’acrobazia aerea ha sempre attirato anche le donne: due delle quali sono qui ritratte nel corso di una spettacolare esibizione.

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Il paracadutismo è un’altra disciplina che ha generato una consistente partecipazione femminile. Qui è ripreso, in “caduta libera”, un folto gruppo d’ambo i sessi.

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Nel 1960 la Medaglia Lilienthal – un ambito riconoscimento internazionale – viene assegnata all’aviatrice polacca Pelagia Majewska (a sinistra), per i numerosi primati conquistati nel volo a vela.

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Nel 1962 la Royal Air Force inglese vanta l’iniziativa di presentare una massiccia formazione acrobatica composta da 18 caccia HUNTER: a bordo del velivolo di punta, l’unico biposto, si è accomodata anche una donna.

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Un’anziana signora americana – che durante la seconda guerra mondiale ha fatto parte del Women Airforce Service Pilots – non ha mai rinunciato a fare, occasionalmente, qualche voletto.

Durante la prestigiosa mostra aeronautica di Farnborough del 1962, il 92° Squadron della Royal Air Force inglese manda in volo una massiccia pattuglia acrobatica formata da ben diciotto caccia HUNTER. La nutrita formazione fa evoluzioni per una ventina di minuti ad alta velocità, sorprendendo gli oltre centomila spettatori con una serie di manovre ardite ed eleganti. La meraviglia del pubblico sarebbe ancora maggiore se si sapesse che sul velivolo del capo-pattuglia, al posto del secondo pilota, c’è la signorina Sue Clouston, una donna assegnata al 92° Squadron come ufficiale addetto alle relazioni pubbliche.

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Due coniugi britannici – Lewis Benjamin e sua moglie Juanita – hanno rinnovato i fasti dei tradizionali “circhi aerei”: l’uomo pilota il biplano, la donna si esibisce nel “tiro a segno”.

11. Continua. Link agli altri capitoli.

Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”, “Operazione Salvataggio: gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre”), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato docu-film per il programma Rai “La storia siamo noi” (clicca qui per approfondire).
  1. L’altra metà in cielo. Quando le donne presero il volo
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  8. Jacqueline Cochran, Betty Gillies e l’epopea delle aviatrici in divisa
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  11. Marion Hart, Teodolinda Fornari, Colette Duval, Pelagia Majewska, Juanita Benjamin e Sue Clouston: arrivarono i tempi d’oro delle “nonnine volanti”
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  14. Sulla scia di Valentina Tereshkova, il cielo accoglie tante nuove padrone: Janice Brown, Svetlana Savitskaya, Sally Ride ed Helen Sharman
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A cura di Salvatore Giannella e Luigi Butti per Giannella Channel