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Due caccia britannici SPITFIRE lanciati a intercettare gli innumerevoli incursori tedeschi nel corso della memorabile Battaglia aerea d’Inghilterra, la cui fase più cruenta dura dal 10 luglio al 15 settembre del 1940.

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Una delle compatte squadriglie di bombardieri Heinkel He-111, dirette in soverchiante quantità contro l’Inghilterra meridionale dalla Luftwaffe tedesca.

Nella seconda metà del 1940 è in pieno svolgimento la lunga e accanitissima “Battaglia aerea d’Inghilterra”. Le forze aeree britanniche sono impegnate giorno e notte, fino all’ultimo uomo, per respingere le incursioni dell’aviazione tedesca. Oltre tutto la resistenza inglese dipende strettamente dal continuo flusso di rifornimenti provenienti dagli Stati Uniti: viveri, materie prime e armamenti, compresi gli aeroplani.

Per trasferire dall’America all’Inghilterra migliaia di velivoli (senza distogliere preziosi piloti dai reparti operativi, già duramente provati) viene fatto appello alle aviatrici. A capo dell’apposita organizzazione viene posta l’abile e energica Jacqueline Cochran, che insieme alle altre donne si dedica a questa attività per undici mesi. Non è un compito facile come sembra. La rotta dell’Atlantico settentrionale è lunga e insidiosa, specie nella brutta stagione. Al largo delle coste occidentali britanniche incrociano continuamente pattuglie di ricognitori tedeschi e, molte volte, le aviatrici subiscono i loro attacchi. Anche quando tutto fila liscio, c’è sempre la preoccupazione di consumare troppo carburante: capita spesso che le ragazze arrivino in vista del suolo inglese quando nei serbatoi sono rimasti pochissimi litri di benzina.

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Un gruppo di specialisti britannici affaccendati a rimettere in efficienza un prezioso caccia Hawker HURRICANE, danneggiato in combattimento.

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Il P-51 MUSTANG è uno dei migliori aerei da caccia forniti in larga misura dagli Stati Uniti alla Royal Air Force inglese.

Malgrado qualche inevitabile smacco, le aviatrici statunitensi si fanno talmente apprezzare che a molte di loro viene offerto di restare in Inghilterra per dare un contributo più incisivo ai reparti da combattimento. Le donne che assolvono il nuovo incarico devono trasferire negli aeroporti di prima linea aeroplani appena usciti di fabbrica e, nel viaggio di ritorno, prelevare quelli bisognosi di riparazioni.

Sono una trentina le ragazze che accettano i rischi di questo duro e misconosciuto “lavoro”. Si tratta di pilotare poderose macchine da guerra, indocili e complicate, che non perdonano il minimo errore. E il pericolo di sbagliare è accentuato dal fatto che, in un solo giorno, un’aviatrice può passare su cinque differenti tipi di velivoli. Estremamente arduo si rivela il recupero degli aerei danneggiati in combattimento: apparecchi che i piloti hanno abbandonato in qualche aeroporto secondario, sforacchiati dai proiettili e dei cui danni non si conosce l’entità. Devono essere strappati via da corte piste erbose e fatti scendere su aeroporti altrettanto piccoli, quali sono quelli frettolosamente allestiti vicino alle officine di riparazione. Eppure, il tasso d’incidenti subiti dalle donne è bassissimo.

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La prestigiosa Jacqueline Cochran, qui ai comandi di un caccia, è stata chiamata a organizzare un nucleo di aviatrici per trasferire in Gran Bretagna velivoli di produzione americana. Di Pennacola, Florida, dov’è nata nel 1907, è abbandonata dai genitori e adottata da una famiglia di modeste condizioni. Incontra Floyd Odlum, suo futuro marito, che la spinge a volare per pubblicizzare cosmetici e in sole tre settimane si brevetta a Roosevelt Field, Long Island. Nel 1963, dopo la guerra che l’ha vista protagonista nei cieli, su un TF-104G diventa la donna più veloce del mondo su circuito di 100 km. E’ morta nel 1980.

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Il momento della partenza di alcuni bombardieri americani Boeing B-17, che (pilotati da donne) sorvoleranno l’Atlantico per raggiungere l’Inghilterra.

Nel 1941 gli Stati Uniti entrano in guerra e, agli inizi dell’ anno successivo, Jacqueline Cochran viene richiamata in patria per assumere il comando del WASP (Women Airforce Service Pilots: servizio delle donne-pilota dell’aeronautica militare). L’industria americana produce (per le proprie forze armate e per quelle dei molti Paesi alleati) migliaia di aeroplani al mese. E’ una valanga di macchine di ogni tipo e dimensione: monomotori, bimotori, quadrimotori. Un grave problema è reperire personale sufficiente per trasferirli dalle fabbriche alle basi operative, dai centri di raccolta alle zone di impiego (e viceversa). C’è un movimento continuo di aerei da caccia, gli equipaggi non bastano mai. Questo genere di attività è quello che assorbe il maggior numero di donne. Molte, tuttavia, vengono richieste anche per voli di collegamento e di collaudo (di motori, strumenti e impianti di bordo).

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Un B-17 visibilmente colpito da aerei tedeschi quand’era già arrivato vicino alla costa occidentale britannica.

Una mansione che esige precisione di pilotaggio e saldezza di nervi è il traino dei bersagli. Per addestrare in modo verosimile gli addetti alle batterie contraeree e i piloti da caccia, si offre loro la possibilità di sparare contro un bersaglio volante. Le ragazze devono perciò sorvolare zone stabilite rimorchiando (agganciata a un cavo di 300 metri) una manica a vento, contro la quale convergono i tiri (autentici) dei mitraglieri (principianti). Le aviatrici più esperte, infine, vengono assegnate alle scuole di volo in qualità di istruttrici. Gli allievi dimostrano ben presto di preferirle, poiché le trovano molto più pazienti e comprensive degli istruttori maschi.

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La donna che sta salendo su un caccia SPITFIRE fa parte dell’ ATA (Air Transport Auxiliary): un organismo che coinvolge le donne-pilota britanniche nel supporto alla Royal Air Force.

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Betty H. Gillies (1908-1998), la prima donna incaricata di addestrare gli aviatori militari americani al pilotaggio dei velivoli plurimotori.

Date le circostanze, un’altra abilissima aviatrice in divisa, di ovvidenziale competenza ed energia, si rivela a questo proposito Betty H.Gillies: la prima donna che s’impegna nell’addestramento dei piloti militari statunitensi a volare sui poco graditi velivoli plurimotori (quelli di maggior mole, adibiti a ricognizione, trasporto, bombardamento). Estrema importanza, infine, assume il larghissimo impiego di manodopera femminile nell’industria aeronautica: un rimedio per elevare al massimo l’attività produttiva, a beneficio delle forze aeree nazionali e alleate.

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Quattro orgogliose componenti del WASP (Women Air Service Pilots), voluto dagli Stati Uniti per garantire la sollecita consegna di velivoli ai propri alleati.

Un episodio curioso, che ancora una volta ha per protagonista Jacqueline Cochran, riguarda i nuovi bombardieri leggeri Martin B-26. Sono macchine fondamentalmente sicure ed efficienti, i cui difetti di messa a punto verranno via via eliminati in seguito all’esperienza pratica. Invece i piloti ne diffidano, se ne lamentano, non ne vogliono sapere. Jacqueline apprende per caso, da un alto ufficiale, la gravità della situazione e le viene spontanea l’idea di suggerire: “Proviamo a farci volare le ragazze!”. La maliziosa proposta viene apprezzata in tutto il suo valore. Il generale capisce subito che, quando i piloti vedranno delle donne ai comandi di quegli scorbutici apparecchi, reagiranno con un’impennata di orgoglio. Per qualche tempo centocinquanta aviatrici vengono messe a pilotare i B-26; poi le cose vanno a finire esattamente nel modo previsto dalla Cochran…

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Il contributo delle donne-pilota statunitensi è stato determinante per il consolidamento della superiorità aerea nei confronti della Germania.

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Centocinquanta donne hanno pilotato a lungo i discussi bombardieri americani Martin B-26, inducendo gli uomini che ne diffidavano a riconoscere la validità di questi velivoli.

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Queste donne, al lavoro in uno stabilimento aeronautico, testimoniano la partecipazione femminile all’impegno bellico degli Stati Uniti.

Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog che vuole essere una bussola verso nuovi orizzonti per il futuro, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”, “Operazione Salvataggio: gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre”, “Guida ai paesi dipinti di Lombardia”, “In viaggio con i maestri. Come 68 personaggi hanno guidato i grandi del nostro tempo” e, a quattro mani con Maria Rita Parsi, “Manifesto contro il potere distruttivo”, Chiarelettere, 2019), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato docu-film per il programma Rai “La storia siamo noi” (clicca qui per approfondire).
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A cura di Salvatore Giannella e Luigi Butti per Giannella Channel