La storia della costruzione europea ha una sua tappa decisiva nel Trattato di Maastricht, firmato nel 1992 dagli allora dodici membri della futura Unione Europea. Nel giorno della festa dell’Europa, 9 maggio, vi presentiamo “l’ombelico del nostro continente” con le storie affidate a Giannella Channel da un cronista d’eccezione

Maastricht. Dal 1995 qui svetta la sagoma argentea del Museo Bonnefanten, d’arte antica e contemporanea, la cui forma a missile panciuto è stata una delle ultime opere del compianto architetto milanese Aldo Rossi.

Maastricht. Dal 1995 qui svetta la sagoma argentea del Museo Bonnefanten, d’arte antica e contemporanea, la cui forma a missile panciuto è stata una delle ultime opere del compianto architetto milanese Aldo Rossi.

È già maggio ma pioviggina da ore e il cielo dei Paesi Bassi è sempre più basso e accigliato e così m’aggiro arruffato tra le bancarelle del venerdì nella seicentesca piazza del municipio di Maastricht mentre la mia amica Elsa Fossati, da anni colonna italiana dell’ufficio stampa all’Europarlamento di Bruxelles, fa incetta di bulbi di tulipano e di stoffe per i suoi incredibili patchwork.

Siamo venuti in gita con i rispettivi coniugi e le figlie nel leggendario “ombelico d’Europa”, il capoluogo della provincia del Lindburgo, all’estremo sud olandese, che s’incunea impudente tra il Belgio (Liegi è a soli 26 chilometri) e la Germania (Aquisgrana, l’antica capitale di Carlo Magno, ne dista 31).

Maastricht. Nel parco di Aldenhof la statua del conte Charles de Batz de Castelmore d'Artagnan, alla cui figura s’ispirò Alexandre Dumas per il suo romanzesco paladino di cappa e spada. Proprio nell'assedio di Maastricht, il vero d’Artagnan (che comandava la Compagnia dei Moschettieri Grigi di Luigi XIV durante la guerra del 1673 contro l’Olanda) morì, con la gola squarciata da un proiettile nemico, a 61 anni.

Maastricht. Nel parco di Aldenhof la statua del conte Charles de Batz de Castelmore d’Artagnan, alla cui figura s’ispirò Alexandre Dumas per il suo romanzesco paladino di cappa e spada. Proprio nell’assedio di Maastricht, il vero d’Artagnan (che comandava la Compagnia dei Moschettieri Grigi di Luigi XIV durante la guerra del 1673 contro l’Olanda) morì, con la gola squarciata da un proiettile nemico, a 61 anni.

Qui a Maastricht il 7 febbraio del 1992 gli allora dodici membri della futura Unione Europea siglarono lo storico accordo che avviava l’introduzione dell’euro, la moneta comune. All’evento, che rese nota questa città fuori dai confini nazionali, è dedicata una piazza sull’altra sponda della Mosa, il fiume che spacca in due Maastricht, in una zona ricca di boutique e negozietti tipici, dove dal ’95 svetta la sagoma argentea del Museo Bonnefanten, d’arte antica e contemporanea, la cui forma a missile panciuto è stata una delle ultime opere del compianto architetto milanese Aldo Rossi.

Tredicimila studenti e un profumiere piemontese

Oggi, nonostante la plumbea cappa color ruggine che incombe su Maastricht, in ogni angolo del centro scintilla l’arancione della casata Orange-Nassau in segno di festa per l’incoronazione del nuovo sovrano d’Olanda, Guglielmo Alessandro, 46, a cui la madre, la settantacinquenne regina Beatrice Wilhelmina, ha ceduto il 1° maggio trono, onori e oneri.

Dei 121 mila abitanti oltre 13 mila sono studenti della locale università, considerata tra le migliori d’Europa per le scienze economiche, e le romantiche stradine medioevali sono affollate a ogni ora da gioventù in bicicletta o con i libri sottobraccio. Specie in questa stagione, uno dei ritrovi preferiti è il parco di Aldenhof, a un tiro di schioppo dall’ateneo, dove spicca la statua del conte Charles de Batz de Castelmore d’Artagnan, alla cui figura s’ispirò Alexandre Dumas per il suo romanzesco paladino di cappa e spada.

Nato a Lupiac, in Guascogna, il vero d’Artagnan comandava la Compagnia dei Moschettieri Grigi di Luigi XIV durante la guerra del 1673 contro l’Olanda e proprio nell’assedio di Maastricht morì, con la gola squarciata da un proiettile nemico, a 61 anni.

Di anni ne aveva invece 75, nel 1732, un’altra “celebrità” passata a miglior vita da queste parti: il mercante piemontese Giovanni Maria Farina, emigrato nel Lindburgo dalla natia Val Vigezzo e universalmente conosciuto come fondatore della stirpe di profumieri che agli inizi del Settecento creò la celebre Acqua di Colonia.

Maastricht. Un’altra “celebrità” passata a miglior vita in questa città olandese: il mercante piemontese Giovanni Maria Farina, emigrato nel Lindburgo dalla natia Val Vigezzo e universalmente conosciuto come fondatore della stirpe di profumieri che agli inizi del Settecento creò la celebre Acqua di Colonia. Morì nel 1732, a 75 anni.

Maastricht. Un’altra “celebrità” passata a miglior vita in questa città olandese: il mercante piemontese Giovanni Maria Farina, emigrato nel Lindburgo dalla natia Val Vigezzo e universalmente conosciuto come fondatore della stirpe di profumieri che agli inizi del Settecento creò la celebre Acqua di Colonia. Morì nel 1732, a 75 anni.

La libreria più bella del mondo

Mentre rimugino su questi “eroi” del passato, m’imbatto in qualcos’altro che ha il sapore di buono e l’ammaliante fragranza del sapere. È l’inatteso fiore all’occhiello della mia gita a Maastricht: quella che il quotidiano britannico The Guardian ha proclamato nel 2008, pochi mesi dopo l’inaugurazione, “la libreria più bella del mondo”. Fa bella mostra di sé all’interno della Dominikaner, l’ex chiesa gotica, consacrata nel 1294 dall’ordine dei Frati Predicatori fondato da San Domenico di Guzman.

Una riconversione “laica” che non ha suscitato indignazioni né proteste nei protestanti Paesi Bassi, poiché riti e funzioni religiose erano in realtà cessati da più di due secoli, dal 1794, quando quel luogo di culto venne confiscato dalle truppe napoleoniche che fino al 1814 vi ricoverarono i loro cavalli. Proprio l’identica sorte che in quello stesso periodo riservarono a una ben più celebre basilica domenicana, il santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano, nel cui refettorio Leonardo aveva dipinto il Cenacolo e dove la cavalleria di Napoleone sistemò invece le scuderie.

Finita la dominazione francese la chiesa sconsacrata di Maastricht non è mai ritornata un luogo di culto, sprofondando nell’oblio, sprangata e polverosa. Poi, dopo il 1910, ha conosciuto una serie infinita di nuovi utilizzi, mai di carattere religioso. Ha accolto dapprima la ghigliottina della città e, durante l’ultima guerra, addirittura l’obitorio; poi ha ospitato di tutto, dagli incontri di boxe all’Archivio comunale, dal Carnevale dei bambini alle esposizioni floreali o di auto americane.

Nel 2005, finalmente, ai dirigenti del colosso editoriale olandese Boekhandels è venuta l’idea di acquistarla e trasformarla in una libreria di qualità, il Selexyz DominiKaner Bookstore (tel. dall’Italia 0031-43-32.10.825), vero e proprio tempio della cultura del terzo millennio (e per questo, ovviamente, aperto anche la domenica). Con 700 mila visitatori ogni anno che possono scegliere fra 25 mila titoli, compresi un centinaio nella nostra lingua.

Per un milanese come me, abituato da decenni ai negozi di libri costretti a cedere il passo a sale bingo o jeanserie, un simile inatteso dialogo tra cultura e contemporaneità è davvero una gran bella storia. Specie oggi che i nuovi signori dell’e-book come Amazon o Kobo mettono in crisi i librai di mezzo mondo (perché acquistare on line è più facile e, soprattutto, più economico), forse la nuova via da seguire è proprio questa: non più teorie di “banconi di libri” stile supermarket, bensì fiabeschi e faraonici scrigni d’arte da ammirare a bocca aperta, bazar della cultura che valgano magari un viaggio all’estero e poi una visita attenta e rigenerante come in un museo. Un’area dove rendere migliore il proprio tempo e, perché no?, gustarsi un caffè o persino cenare. Come succede anche nella chiesa domenicana di Maastricht oggi riciclata in tempio della letteratura con annesso coffee point.

Maastricht. Nella Dominikaner, ex chiesa gotica consacratya nel 1294, dal 2008 è ospitata quella che The Guardian ha definito “la libreria più bella del mondo”. Fa bella mostra di sé all’interno della Dominikaner, l’ex chiesa gotica, consacrata nel 1294 dall’ordine dei Frati Predicatori fondato da San Domenico di Guzman.

Maastricht. Nella Dominikaner, ex chiesa gotica consacrata nel 1294 dall’ordine dei Frati Predicatori fondato da san Domenico di Guzman, dal 2008 è ospitata quella che The Guardian ha definito “la libreria più bella del mondo”.

La parola libro in 27 lingue

Il Selexyz si trova a pochi metri dall’Entre Deux, la via dello shopping tutta al coperto con 23 negozi (tra cui l’immancabile Zara), designata nel 2008 (annata d’oro da queste parti) come migliore centro commerciale d’Europa. All’ex chiesa si accede attraverso un portone che pesa quasi 6 tonnellate e ha scolpita la parola “libro” in 27 lingue. Le volte dell’edificio raggiungono i 23 metri d’altezza e l’affresco della navata laterale sinistra risale al 1337 ed è il più antico dipinto murale al mondo raffigurante San Tommaso d’Aquino. Nel punto in cui un tempo c’era l’altare maggiore oggi troneggia un tavolo lungo sei metri a forma di croce.

Il geniale progetto di riconversione, dello studio Merks & Girod di Amsterdam, si è aggiudicato il Lensvelt de Architect 2007, cioè il più importante riconoscimento olandese per il design di interni. La ristrutturazione ha rispettato le funzioni originarie dell’edificio, proponendo una fruizione “trasversale” degli spazi. In pratica, per raggiungere i 1.200 metri quadri di superficie di vendita richiesti dai committenti, gli architetti hanno ideato una monumentale libreria di due piani sistemata in modo asimmetrico.

Una soluzione che lascia libera la navata sinistra, mentre quella destra è attraversata da una serie di scale in acciaio nero che accompagnano i clienti lungo un percorso, fino al terzo piano e al mozzafiato faccia a faccia finale con gli affreschi del Trecento.

Mentre esco, alla cassa ci spiegano che a due minuti a piedi c’è un hotel di charme e design, il Kruisheren Klooster (chiostro dei crociati), realizzato all’interno di una chiesa sconsacrata del Cinquecento. Ma questa, come direbbe l’eccentrico barista del bistrot di Irma la dolce, è un’altra storia…

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* Roberto Angelino, giornalista milanese, ha lavorato per 25 anni al settimanale Oggi; dal 2004 al 2007 è stato vicedirettore di Gente, poi è tornato a Oggi per curare gli Speciali e il bimestrale Oggi Foto. Nel 2015 ha pubblicato con Salvatore Giannella presso l’editore BookTime il volume Milano 50, con le schede dei 350 locali imperdibili della città sede dell’Expo, anticipate e poi sviluppate con successo su Giannella Channel. Sempre per i tipi di BookTime, la casa editrice di Gerardo Mastrullo, ha pubblicato altri due volumi: nel maggio 2016 Milano, mettiamoci una pietra sopra e, due mesi dopo, Milano al verde – Guida agli agriturismi di Milano e Provincia.