L'INFANZIA DEI GRANDI: WALT DISNEY E LA CITTA' FANTASTICA DI TOPOLINO & CO. CHE HA SPARSO OTTIMISMO E IMMAGINAZIONE
L'INFANZIA DEI GRANDI
Testo di Luca Novelli* per Giannella Channel
Chi non ha capito Topolino non capirà mai questo secolo. L’autore di questa perla di popolare saggezza si riferiva all’opera di Disney e al Novecento, secolo “breve” secondo alcuni, “fine della storia” secondo altri. (A proposito di date, segnatevi in agenda: il 16 ottobre 2023 la #Disney festeggia il suo 100esimo anniversario della sua fondazione). La citazione dà l’idea, più di tanti trattati di sociologia e di scienze della comunicazione, di quanto sia stato importante per la cultura mondiale la creazione di questo curioso e improbabile topo, inconfondibile per le sue orecchie tonde e nere. Sappiamo quando Walt ha cominciato a disegnarlo e animarlo: a Hollywood, nel 1928, un anno prima dell’inizio della Grande Depressione. Pochi però possono immaginare come sia nata in lui la fantastica idea di Disneyland, ovvero di un’intera città dei divertimenti, per adulti e bambini, popolata da personaggi fantastici. Oggi nel mondo le Disneyland sono sei. Solo la prima è stata inaugurata dal suo ideatore, ad Anaheim, a quaranta chilometri dal centro di Los Angeles, 17 luglio 1955. Le altre sono in Florida, a Tokyo, a Parigi, a Hong Kong e a Shanghai. La Walt Disney Company (alla quale oggi fanno capo anche PIXAR, Marvel, Star Wars e National Geographic) è la più grande industria del divertimento e dell’intrattenimento del mondo.
Il seme di Disneyland.Tutto è cominciato con i disegnini di Walt bambino. Forse disegnava con più rabbia che passione, come spesso accade ai bambini che vivono in famiglie difficili, assillate da frequenti traslochi, problemi economici o affettivi.
Walt è nato a Chicago il 5 dicembre 1901, quarto di cinque figli. Il padre, Elias Disney, gli dà come secondo nome il suo: Elias. Il primo nome è di un amico di famiglia, il reverendo Walker Parr che ha anche battezzato il bambino. Walker diventerà Walt, per tutti. Dopo Walt sua mamma, Flora Call, darà alla luce una sorellina, Ruth.
Chicago non è più solo il mattatoio degli Stati Uniti, dove un tempo arrivavano le mandrie del West e partivano i vagoni refrigerati per mezza America. Chicago è la città che ha ospitato la Fiera Colombiana, una vera e propria EXPO del 1893, innovativa e futurista, pensata per celebrare i 400 anni della scoperta dell’America. Era illuminata grazie alle lampade e alla corrente di Nikola Testa, completata da un padiglione di design “femminile” e ospitata in straordinari edifici in stile neoclassico che hanno poi ispirato l’architettura monumentale americana. Il padre di Walt ha lavorato alla sua costruzione, l’ha vista crescere dal niente e popolarsi di milioni di persone. È rimasta nei suoi occhi e nei suoi sogni. Ne parla spesso con i bambini. Anzi li porta a vedere le strutture ancora in piedi, che prendendo vita nei suoi racconti, diventando ancora più fantastiche. Nel piccolo Walt il seme di Disneyland è piantato.
Quando Walt ha 5 anni la famiglia si trasferisce nel Missouri, a Marceline, vicino allo zio Robert, dove papà Disney, indebitandosi, ha acquistato una fattoria di duecento ettari per tremila dollari. Conta di coltivarla con l’aiuto dei figli. Con questo trasloco il piccolo Walt perde due anni di scuola. Viene iscritto alla scuola elementare solo a otto anni, insieme alla sorella più piccola. La pausa rurale dura poco. Diventerà solo un ricordo felice, dal quale nascerà molti anni dopo il personaggio di Nonna Papera. I fratelli maggiori, Herbert e Raymond, lasciano la fattoria, la fatica dei campi non per loro. Papà Disney si ammala febbre tifoide e decide di venderla. Conseguenza: nuovo trasloco, questa volta, a Kansas City, dove si ricongiunge con i figli maggiori. Qui anche Walt, per aiutare la famiglia, comincia a lavorare.
Venditore di giornali. A Kansas City papà Disney prende l’appalto della distribuzione di giornali. Walt e suo fratello Roy lavorano nell’impresa paterna. Così a soli 10 anni Walt si trova a vendere giornali nelle strade e persino sui treni della Missouri Pacific Railroad. Sui treni, come aveva fatto Thomas Alva Edison, vende anche dolciumi, frutta e bibite gassate. Gli piace viaggiare. Comunque va scuola e a 16 anni prenderà un diploma di scuola secondaria.
Quando può disegna e gli piacerebbe lavorare per un giornale. Si propone persino come cartoonist al Kansas City Star ma non viene preso sul serio. Torna a Chicago. Sempre lavorando frequenta alcuni corsi dell’Art Institute of Chicago e si iscrive al liceo McKinley dove pubblica i suoi disegni sul giornale scolastico.
Intanto in Europa è scoppiata la Prima Guerra Mondiale. Quando nel 1917 anche gli Stati Uniti intervengono, suo fratello Roy si arruola in marina. Walt non vuole essere da meno. Falsifica la data di nascita sul passaporto e parte per la Francia come autista volontario della Croce Rossa. È una esperienza terribile per un ragazzino, tra montagne di morti e feriti di una guerra assurda. Walt reagisce ancora una volta disegnando. Quando i suoi compagni escono in libera uscita, racconta il suo commilitone Ray Kroc, fondatore della Catena McDonald- Walt. rimane in caserma a disegnare. Ritorna in patria nel 1919. Ha poco più di 18 anni, disegna ancora ma è certamente cambiato.
Il seme è germogliato. Il disegno sta diventando la sua professione. Cerca lavoro. Si offre come collaboratore di Charlie Chaplin, del quale è un grande ammiratore. Niente da fare. Pubblica qualche disegno satirico. Lavora per una agenzia pubblicitaria di Kansas City e qui conosce Ub Iwerks. Ub è bravissimo a inventare e animare personaggi, ma a differenza di Walt ha scarse capacità imprenditoriali. Ub Iwerks diventa suo amico e collaboratore, con lui a 21 anni autoproduce piccole divertenti animazioni e fiabe animate. Si tratta ancora di piccole cose dalle quali ricava pochi soldi. La svolta della sua vita avverrà a Hollywood dove si trasferirà con l’amico Iwerks. La fortuna arriverà qualche anno dopo, nel 1928, fondando la Walt Disney Production e dando vita al personaggio che ha cambiato la storia del cinema d’animazione: Mickey Mouse, Topolino.
Qualche anno dopo lo troviamo felicemente sposato al Griffith Park di Los Angeles. È seduto su una panchina e sta guardando le sue due figlie, Diane e Sharon, che ridono felici sulla giostra dei cavalli. Si domanda perché non fare un parco per tutti, dove gli adulti si divertono insieme ai figli. Decide che sarà lui a farlo e che questo parco di divertimenti porterà il nome della sua famiglia. La panchina dove è seduto ora si trova a Disneyland. L’ha acquistata e l’ha fatta installare nella Opera House sulla Main Street del “suo” parco tematico, visitato ogni anno da milioni di grandi e piccoli. È un sogno realizzato che sarebbe piaciuto anche a suo padre.
Quando i grandi erano piccoli. Qui i link ai principali testi precedenti:
L’INFANZIA DEI GRANDI. DANTE RAGAZZINO A FIRENZE ERA GIÀ A SUO AGIO TRA DIAVOLI, CANTORI E POTENTI
STEVE JOBS, BIMBO ADOTTATO E FELICE CHE HA CAMBIATO LA VITA A TUTTI NOI
L’INFANZIA DEI GRANDI. QUANDO NAPOLEONE GIOCAVA (E MENAVA LE MANI) CON I SOLDATINI
IL GIOVANE HAWKING TUTTO UNIVERSO, CASA E FAMIGLIA
ISACCO NEWTON, BAMBINO ATTACCABRIGHE UNIVERSALE
NIKOLA TESLA, OVVERO NIENTE DI MEGLIO DI UNA MAMMA MAGA
GUGLIELMO MARCONI, GENIETTO A PONTECCHIO NATO CON LE ANTENNE
ENZO FERRARI, IL RAGAZZINO RAMPANTE