Ritorno da Hong Kong, porta d’Oriente da dove mia figlia Valentina ha ripreso a raccontare storie per i giornali italiani, con una buona notizia che mi ha dato la nuova e brava console italiana di là, la salentina Alessandra Schiavo, un pezzo dell’Italia che funziona (link): nel 2013 l’Italia è diventata la prima esportatrice verso Hong Kong grazie a tre “locomotive”: moda e fashion, alimentari, alta tecnologia.

Fulvia Sisti

Fulvia Sisti

Tre parole astratte che mi si concretizzano su un palco a Cervia, dove assisto alla presentazione di un nuovo volume dal titolo “Il valore dell’impresa. Uomini e donne che fanno scuola nel mondo” (Minerva edizioni) ed è firmato da Fulvia Sisti, giornalista dal 1980 della redazione Rai di Bologna, due grandi passioni (la semiotica e i cani Lou e Bull) e un curriculum pluripremiato: un riconoscimento per tutti, il Guidarello d’oro a Ravenna per il giornalismo d’autore.

Girando per cinque anni in tutta l’Emilia-Romagna, terra dai primati millenari e dalla robusta tradizione contadina che ha saputo trasformare il suo diffuso tessuto artigianale in una ricca realtà imprenditoriale, Fulvia ha raccolto 40 storie di capitani d’impresa che hanno trasformato l’intelligenza, la determinazione e la passione della persona in valore aggiunto dell’impresa. Sfilano così sotto i nostri occhi, pagina dopo pagina, storie che vanno a concretizzare efficacemente quel tridente eccellente che mi aveva indicato la console di Hong Kong. Eccovi qualche esempio.

Moda e fashion

Cesare Casadei

Cesare Casadei

Arrivano da San Mauro Pascoli, piccola capitale delle calzature, le scarpe che calzano le regine d’Olanda e d’Inghilterra o le attrici Penelope Cruz, Demi Moore, Cameron Diaz o quelle che portano ai piedi nelle strade di New York, simbolo di sex appeal, le protagoniste del famoso serial televisivo Sex and the City. Sono firmate da Cesare Casadei, titolare dell’azienda fondata dal padre. Terra di ciabattini negli anni ’50, il distretto calzaturiero tra Rimini e Cesena oggi detta legge nel mondo grazie a modelli realizzati a mano, 24 ore necessarie per ogni scarpa, 200 le fasi della lavorazione. Il tutto rigorosamente all’insegna del Made in Italy: sono italiani i pellami, il cuoio, le suole, le tomaie, le fodere, i tacchi (per quest’ultima specialità, leggere il mio racconto su un’azienda vicina di casa, la Tgp di Massimo Venturi, per il magazine del Corriere della Sera, Sette, link). Il segreto del successo? Come confessa Casadei alla cronista Sisti

Nessun segreto. C’è tanta passione, tanto amore per il proprio lavoro. Soprattutto una ricerca costante. Con noi la calzatura incontra l’architettura e l’ingegneria. Abbiamo cercato di far fronte ai nuovi concorrenti come le multinazionali dell’abbigliamento, colossi che un tempo non c’erano. Ci difendiamo aprendo uffici a Milano, a New York, per arrivare direttamente ai nostri distributori. Le aperture più recenti sono state a Capri, Cannes e Casablanca, con pezzi esclusivi realizzati in materiali personalizzati e con colori fatti al campione.

Alimentari

CIV - logoSi chiama Modì ed è l’ultima nata in casa Civ, il Centro Innovazione Varietale, sorto una trentina d’anni fa dalla volontà di alcuni vivaisti del Ferrarese per riunire, sviluppare, sperimentare (imitando le api) nuove varietà di frutta da immettere sul mercato. Sono ben 300 i genotipi trattati in laboratorio da questo consorzio: sei/settemila i semenzali di mele messi a disposizione ogni anno. Cinque i ricercatori attivi nel laboratorio. Come spiega Michelangelo Leis, responsabile del miglioramento genetico,

Facciamo ricerche genetiche, ma totalmente naturali usando il vecchio metodo dell’incrocio: preleviamo da una pianta, da un genitore, il polline e andiamo a impollinare il fiore di un’altra pianta. Il processo di selezione avviene nei nostri campi dove imitiamo praticamente quello che fanno le api. L’unica differenza sta nel fatto che prima scegliamo i genitori poi andiamo a valutare sul luogo quale è la progenie migliore per ottenere le caratteristiche del frutto che cerchiamo. La mela Modì è la seconda che introduciamo sul mercato. La prima è la mela Rubens, una qualità che viene coltivata soprattutto nel Nord Europa perché si adatta bene ai climi freddi. La varietà Modì, invece, è un prodotto ideale per le zone di pianura: ha una grandissima resistenza alle malattie (qualità che le deriva da uno dei genitori) che permette di ridurre considerevolmente l’uso di trattamenti chimici e di ottenere una produzione a basso impatto ambientale.

Il capitolo dedicato all’agricoltura è arricchito dalle valli di Mezzano, nel Ferrarese, dove producono frutta 500 mila piante di mele e di pere esenti da virus rigorosamente testate e selezionate attraverso un processo di certificazione di tutte le fasi della crescita. O nei pescheti di Lugo, dove la strategia della confusione sessuale contro gli insetti permette di ridurre del 50% l’uso di anticrittogamici. Fino alla storia della banca del grana, della Barilla (il Mulino più grande del mondo) e dei pescatori di vongole di Goro (incontrati, altro punto di connessione con l’Oriente, alla Fiera del pesce tenuta a Hong Kong). Successi dell’agroindustria favoriti anche da uno snellimento della burocrazia grazie, tra l’altro, allo sportello unico per l’agricoltura nato in provincia di Parma.

Alta tecnologia

Guidalberto Guidi

Guidalberto Guidi

Nel suo libro Fulvia racconta anche l’incontro con il presidente della Confindustria che sognava la fiera della ricerca; la visita alla cattedrale dell’elettronica bolognese, la Marposs, premiata dai giapponesi; la grande cooperativa dove nascono le piastrelle giganti, il naso elettronico e la macchina che fotografa la frutta; e con la Ducati Energia di Bologna, di Guidalberto Guidi, che ha messo a punto biciclette intelligenti che rilevano l’inquinamento dell’ambiente attraversato sensori installati sulla due ruote, o mini auto elettriche che sono sfrecciate per le strade di Cervia durante il mese di iniziative della storica “La spiaggia ama il libro”. Storie di coop dove nascono piastrelle giganti, nasi elettronici e macchine che fotografano la frutta. Storie di centri di ricerca dove sono stati inventati l’osso di ceramica e l’osso magnetico. Di aziende in rosa (il 50% sono donne) come la Valpharma di Ponte Messa a Pennabilli, leader nella ricerca e nella produzione di farmaci per le più grandi case farmaceutiche mondiali: unica azienda italiana che produce farmaci a rilascio lento, vede a capo una donna, Alessia Valducci, figlia d’arte (suo padre, il fondatore Roberto, è anche il presidente del Centro di ricerche Pio Manzù, organismo delle Nazioni Unite nel riminese fondato nel 1969 dall’infaticabile Gerardo Filiberto Dasi, al quale il libro dedica un giusto capitolo per il suo ruolo informativo e formativo, grazie ai contributi annuali dei Grandi della Terra, sui temi di interesse cruciale per il futuro del pianeta).

Il tridente vincente in Oriente, le 40 storie delle aziende emiliano romagnole che hanno scavato nella miniera sempre più decisiva dell’intelligenza, della ricerca, dell’innovazione… I fari accesi dell’attenzione di Fulvia Sisti hanno prodotto un libro-bussola che può orientare imprese, amministratori e cittadini (confusi) dell’Emilia Romagna e dell’Italia tutta.

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Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”, “Operazione Salvataggio: gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre”), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato docu-film per il programma Rai “La storia siamo noi” (clicca qui per approfondire).

A PROPOSITO

In un libro “500 anni di italiani a Hong Kong e Macao”

Hong Kong: la console Alessandra Schiavo con tre collaboratori durante la presentazione del libro

Hong Kong: la console Alessandra Schiavo con tre collaboratori durante la presentazione del libro

Nel suo ufficio nel cuore di Hong Kong (Suite 3201, 18 Harbour Road, 32/F, Central Plaza Bldg.), Alessandra Schiavo, la console italiana in quella metropoli sul Mare Cinese Meridionale, sfoglia davanti a me e a Valentina le pagine del libro, in inglese nella prima edizione e presto anche in italiano, che ha voluto e ha curato con legittimo orgoglio. Sono circa 140 i connazionali di ogni età e occupazione professionale, laici e religiosi, residenti di vecchia data e nuovi immigrati che hanno contribuito a scrivere il libro sui 500 anni di storia della comunità italiana a Hong Kong e Macao. L’opera, intitolata “500 years of Italians in Hong Kong and Macau” e realizzata per iniziativa del consolato, è stata presentata questa estate alla presenza di duecento ospiti. Ne è emerso un ritratto niente affatto stereotipato della comunità italiana locale e del più recente fenomeno degli espatriati, di cui sono protagonisti sia manager della finanza e della moda che neolaureati in cerca di prima occupazione. Una ‘fotografia’ a tutto tondo, rafforzata dalle immagini scattate da una professionista italiana residente, che ha aderito con entusiasmo al progetto.

500 anni di italiani a Hong Kong e Macao: la copertina dell'edizione inglese.

500 anni di italiani a Hong Kong e Macao: la copertina dell’edizione inglese.

Il volume, stampato in 2.800 copie, è in distribuzione non solo tra gli italiani, le personalità politiche e gli uomini d’affari locali, ma anche a università, biblioteche e archivi pubblici, centri di ricerca e think tank di Hong Kong e Macao. L’obiettivo è di promuovere maggiore consapevolezza, anche tra i connazionali, del contributo importante ma poco conosciuto dato dagli italiani al progresso civile di queste due grandi città. Il libro è corredato da prefazioni del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del presidente del Consiglio Legislativo di Hong Kong, Jasper Tsang, della Chief Secretary for Justice and Administration di Macao, Florinda Chan, e dell’ambasciatore italiano a Pechino, Alberto Bradanini. A questo si aggiunge, in appendice, l’elenco dei capi e reggenti del consolato generale a Hong Kong dalla sua apertura ai giorni nostri, insieme alla documentazione storico-diplomatica e a un paio di fotografie storiche delle sedi precedenti dell’ufficio. Alla console, per ringraziarla del dono, mostro una copia autografa dell’ingegnere ferroviario Attilio Pratesi, ligure di Sarzana, nonno dell’attuale presidente onorario del WWF Italia Fulco, che nel 1899 partì dall’Italia per Hong Kong e l’interno della Cina per gli studi preliminari necessari a varare le prime ferrovie cinesi. Un diario su cui, fossi un editore curioso, ci metterei le mani.

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