crisi_grecia-01Conosco una famiglia, due giovani genitori, meno di trenta anni, e tre figli. Madre greca, padre nigeriano (insieme nella foto a destra), buon livello culturale. Vivono ad Atene, ma sull’isola che frequento lei ha i genitori. Perfettamente bilingui tra inglese e greco stanno progettando l’emigrazione in Australia, ma la ragione principale non è che le varie attività di lavoro seguite in questi anni sono ora tranciate dalla crisi, la ragione principale è il razzismo. Si sentono spaventati e inquieti.

Già, perché la Grecia, con la crisi, si è scoperta razzista, e lo si vede nella quotidianità. A scuola, ad esempio. O nei quartieri, dove gli ‘attivisti’ di Alba Dorata, il partito neo-nazista, fanno scorribande in motocicletta: alla guida nerboruti palestrati, dietro ragazzine con la svastica dipinta in faccia, a minacciare gli ambulanti immigrati, a proporsi come quelli che ‘aiutano i poveri’, pur che siano rigorosamente greci. Come è avvenuto recentemente nel centro di Atene, in piazza Syntagma, dove hanno organizzato una distribuzione di generi alimentari, e poi hanno pestato i ragazzi che contestavano il loro razzismo.
Vanno negli ospedali, fanno incursioni, minacciano il personale medico e paramedico che presta le cure ai non greci. Di fronte alle denunce, ci dice un’amica “la polizia tarda a intervenire”. Aggiunge: è un terrorismo quotidiano. I sondaggi li accreditano al 10%.

In parlamento sono avvenuti episodi gravi. Insulti sistematici ai parlamentari, risse. Recentemente uno di Alba Dorata è entrato armato. Ora, tra incertezze e ambiguità in particolare da parte di Nea Democratìa, i partiti al governo stanno discutendo un disegno di legge contro il razzismo.

Nei Persiani di Eschilo l’ombra di Dario viene a consolare il suo popolo dopo che l’ambizione di Serse aveva condotto alla catastrofe di Salamina, e dice: “Anche avvolti di angoscia offritevi quel poco di gioia, ogni giorno che passa”. Spirito e filosofia greca messa in bocca al nemico, combattuto fino alla morte, e pur rispettato nel suo dolore.

crisi_grecia-03In Grecia c’è ancora un modo di dire: Η Φτόχια θέλει καλοπέραση, la povertà richiede la capacità di saper vivere bene. I greci lo sanno ancora fare. Così nelle feste interminabili, in questa isola citata nell’Iliade, citata nei Persiani, la gente continua a perdersi nella danza. A farsi compagnia intorno a tavolate con sopra sempre, rigorosamente, gli stessi cibi. La cosa importante più di tutte infatti non è la varietà o raffinatezza del mangiare, ma la παρέα, la compagnia, e la musica.
Speriamo che ce la facciano, che non si perdano, che la disperazione non prevalga gettandoli definitivamente nelle braccia di Alba Dorata, degli speculatori e degli opportunisti di casa propria, del rigore miope di un’Europa che non sa riconoscere se stessa.

* Fonte: www.olinews.info, storica newsletter di Genova. Testo e foto di Paola Pierantoni