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Tutti hanno chiara l’immagine di Dante Alighieri, poeta adulto e affermato. Anche Walt Disney lo avrebbe disegnato così, come lo ha dipinto il Botticelli (che non lo aveva mai visto): sdegnoso, geniale, con un naso ingombrante. Con una lunga tonaca rossa e cinto d’alloro. Più difficile è immaginare Dante da bambino, perché nella Firenze del ‘300 si diventava adulti molto presto, ammesso di avere la fortuna di superare le morie infantili. Dante conosce Beatrice a 9 anni, e già s’innamora. A 12 anni, volente o nolente, si fidanza ufficialmente con Gemma Donati. Non c’era molto spazio per l’infanzia nel secolo XIII. A 13 anni ti davano un pugnale in mano e t’insegnavano a usarlo. Leggere e scrivere era per pochi: una persona su mille, se andava bene.
Comunque grazie al Boccaccio, primo biografo di Dante, e ai tanti autori che sono seguiti, possiamo farci un’idea di Dante bambino, fin dal concepimento, avvenuto fuori Firenze, mentre le notti toscane sono illuminate dal passaggio di una inquietante cometa.   
Il padre Alighiero, che vanta un antenato alle Crociate, e mamma Bella, sono una famiglia guelfa. Sono sfollati in campagna e possono tornare in pace a Firenze solo l’anno dopo. Qui, nella primavera del 1265, viene alla luce il piccolo Durante, che per tutti diventerà Dante. Mamma Bella lo sogna mentre lo ha in pancia: lo vede brucare sterpaglia sotto un alloro, bere a una fonte di acqua purissima e infine diventare un magnifico pavone. Così ha scritto il Boccaccio. È già poema.

Firenze

La città dove nasce Dante non è ancora la meraviglia che diventerà. Ma è un libero comune. Da un decennio i suoi mercanti battono una loro moneta, il fiorino d’oro. Al nostro naso e ai nostri occhi del XXI secolo forse questa Firenze non garberebbe. Ci sono macerie e torri mozzate dappertutto, perché a ogni cambio di governo, si chiami guelfo o ghibellino, la tradizione vuole che chi vince butta giù quelle degli avversari. Di impianti igienici non se ne parla ancora. Le fognature costruite dai Romani sono interrate da secoli. Le preziose deiezioni, comprese quelle dei tanti animali, sono raccolte giorno dopo giorno da solerti garzoni. Non le portano al fiume. Le più solide finiscono a fertilizzare gli orti attorno alle mura, le più liquide a lavorare pelli e tessuti. La famiglia di Dante è nobile ma modesta. Vive in centro città, tra una torre mozzata e il Battistero. Come guelfi sono stati cacciati da Firenze per ben due volte. Papà Alighiero è un piccolo possidente, qualcuno insinua un po’ usuraio. Il più ricco della famiglia è nonno Bellincione, rispettato da tutti. Sarà un grande protettore del piccolo Dante.

Battezzato

Dante nasce a fine maggio, sotto la costellazione dei Gemelli. Il giorno esatto non si sa. Si sa che è stato battezzato e registrato l’anno dopo, insieme ad altri cinquemila bambini, il 26 marzo dell’anno 1266. Sono tutti tuffati, otto alla volta, nella stessa acqua della vasca ottagonale del Battistero di San Giovanni. La cattedrale di Santa Maria del Fiore come la conosciamo doveva ancora essere immaginata.
La sua prima educazione è in famiglia. Se ne occupa la nonna paterna, moglie di ser Bellincione. Mentre lavora all’arcolaio gli racconta storie e miti della sua città: sui leggendari Troiani che hanno fondato la vicina Fiesole, sui Romani che l’hanno costruita più a valle, su barbari che l’hanno rasa al suolo e di Carlo Magno che l’ha ricostruita. In casa si racconta delle risse continue tra le famiglie di guelfi e ghibellini, delle case incendiate e dei dispetti tra le due fazioni. Di una cosa possiamo essere sicuri: gli Alighieri sono fieri d’essere fiorentini.

La vita e l'infanzia di Dante Alighieri a Firenze

Dante Alighieri, battezzato Durante di Alighiero degli Aligheri (Firenze, 1265 – Ravenna 1321). Il poeta della Divina Commedia è diventato uno dei simboli dell’Italia nel mondo, grazie al nome del principale ente per la diffusione della lingua italiana, la Società Dante Alighieri, mentre gli studi critici e filologici sono mantenuti vivi dalla Società dantesca.

Il piccolo Dante

Cresce in una città effervescente e attrattiva dove prendono forma palazzi e nuove chiese. Si allarga la cerchia delle mura. Vengono inglobati i borghi vicini. Il libero comune attrae signori e contadini in cerca di fortuna e libertà, cose ben rare altrove. I contadini, che sono gran parte della popolazione, sono ancora “servi della gleba”, veri e propri schiavi comprati e venduti come bestiame insieme alla terra che coltivano. Firenze abolirà ufficialmente la “servitù della gleba” nei suoi territori solo il 6 agosto 1288, quando Dante avrà 23 anni.
Dante è fortunato. La sua famiglia è abbiente e vive al centro di una città dove sta accadendo di tutto. Da quello che vede e ascolta assorbe molto. Può sperare belle cose dalla vita e mirare in alto.
Come quando da Parigi arriva Tommaso d’Aquino, “dottore angelico”. Il futuro santo s’intende di cose celesti e d’oltretomba, di angeli e diavoli. Tra l’altro compone musiche celestiali, cantate in latino dai cori nelle chiese di mezza Europa. È accolto da ser Brunetto Latini. L’aria intorno profuma d’incenso e di candele. Il piccolo Dante la respira. Gli piace. Vorrebbe diventare un “doctor angelicus” anche lui.

Un papa crociato

L’anno dopo a Firenze arriva addirittura il Papa, è Gregorio X con un seguito di centinaia di prelati. Aveva un appuntamento con il Re di Sicilia Carlo I d’Angiò. Tutti in pompa magna.
A loro si è aggiunto l’Imperatore Baldovino di Costantinopoli. S’è installato al palazzo del vescovo, a quattro passi dalla casa degli Alighieri. Il fine dell’incontro – oggi diremmo “al vertice” – sarebbe mettere d’accordo Guelfi e Ghibellini.
Una fragile pace è celebrata in riva al fiume Arno. Tra squilli di trombe e campane a festa, tra prelati e dignitari, il piccolo Dante vede e sente tutto.
Quello che non sa è che Gregorio X è lo stesso papa che il suo contemporaneo Marco Polo ha incontrato ad Acri, in Palestina, quando è stato eletto.
Già, perché Marco Polo, autore del libro di viaggio più straordinario del Medioevo, è quasi coetaneo (ha nove anni in più) di Dante, autore del viaggio più soprannaturale della storia.

Gironzolando in città

Il piccolo Dante non è spettatore solo di grandi eventi. Le botteghe dei mercanti e degli artigiani sono aperte sulla strada. Nelle logge e sui sagrati delle chiese s’incontrano i notabili, si fanno affari e si decidono le sorti della città. Il piccolo Dante ascolta e impara ma si ferma anche ad ascoltare i versi e i racconti dei poeti di strada. Quelli che gli piacciono di più raccontano di cavalieri, di re e di fanciulle innamorate, come la saga di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda
Suo padre lo porta spesso con sé, anche fuori le mura dove la famiglia possiede una fattoria. Lo segue volentieri, gli piace la natura, la campagna e gli animali.
Lo segue volentieri anche quando il primo giorno di maggio lo porta a una festa in casa di un amico di famiglia, Folco Portinari.
È un ricco banchiere fiorentino, originario di Portico di Romagna nell’Appennino forlivese, con il quale papà Alighiero fa modesti affari.

Dante e le infernali scienze - Luca Novelli

Festa di maggio

Il giardino è popolato da ragazzini e ragazzine della sua età. Giocano, si prendono in giro, tra giocolieri, musici e cantori. Poi, tra dolcetti al miele e all’uva sultanina, appare lei, splendente come un angelo: Beatrice. Ha solo nove anni ma l’incontro segnerà tutta la vita del piccolo Alighieri. Dante studierà grammatica, latino e testi antichi. Ma quando nei libri incontrerà la parola “amore” penserà a lei, a Beatrice.
Il suo primo insegnante è un “doctor puerorum” scelto da suo nonno Bellincione. Poi è ammesso alla scuola dei frati domenicani di Santa Maria Novella, ben frequentata dai rampolli delle grandi famiglie.
Ma fa molto di più, diventa amico dei migliori musicisti fiorentini e comincia ad abbozzare versi e strofe per liuto, arpa o viola, come un giovane rapper dei giorni nostri.

Dante multitasking

Come la maggior parte dei giovani del Duecento Dante sa suonare uno o più strumenti musicali. È anche cliente del più celebre liutaio di Firenze, Belacqua, famoso nel suo tempo per essere straordinariamente lento e indolente. Dante si vendicherà della sua lentezza mettendolo tra i pigri nel bel mezzo della Montagna del Purgatorio.
Non disdegna il disegno. Lo confesserà in Vita Nova, dove racconta che due amici lo hanno sorpreso a disegnare su una tavoletta di legno spalmata di gesso, grande come un tablet dei giorni nostri.
Gli piace la pittura, che si sta diffondendo in tutta Firenze.
Pittori e artisti affrescano i muri delle case, delle chiese e anche delle vie. È affascinato dal mosaico di Coppo di Marcovaldo, nel battistero di San Giovanni. Satana è raffigurato come un mostro che mangia dannati anche con le orecchie. Lo ritroveremo così anche nel suo Inferno.   
La bottega di maestro Cimabue è a due passi da casa sua.
Il piccolo Dante è affascinato, dai colori e dagli ori del Cimabue.   
Nella sua bottega lavorerà anche un apprendista poco più giovane di Dante. Si chiama Giotto.

Promesso sposo

A 12 anni Dante è ufficialmente fidanzato. Gemma Donati porterà una bella dote. La futura consorte ha poco meno della sua età e, come Dante, non ha potuto obiettare. Papà Alighiero, che ha organizzato il fidanzamento muore qualche mese dopo. Dante si trova così a essere l’uomo più anziano di casa, che condivide con una sorellina, con la seconda moglie di suo padre, e i figli avuti da lei.       
Degli affari di casa non si occupa, continua invece a studiare e ha trovato un ottimo maestro. È ser Brunetto Latini. Quando è stato esule in Francia ser Brunetto ha scritto una vera e propria enciclopedia nella lingua di questa terra: Li Livre dou Tresor, Contiene una storia del mondo dal Diluvio Universale ai giorni nostri, completata da un fantastico bestiario, una raccolta di mostri di oggi e di ieri…Dante ne ha letto una copia. È illustrata con magnifiche miniature. Racconta di sirene, draghi e di pesci con le ali.
Ser Brunetto sostiene che la scienza più importante è quella del buon governo. Dante lo metterà all’inferno tra sodomiti, ma con molta delicatezza e rispetto.

Sandro Botticelli, Dante Alighieri, tempera su tela, 1495, Ginevra, collezione privata

Sandro Botticelli, Dante Alighieri, tempera su tela, 1495, Ginevra, collezione privata.

A diciotto anni

Dante sposa Gemma. È un adulto a tutti gli effetti. Può riscuotere un credito di suo padre e deve occuparsi degli affari di famiglia. Ma solo la poesia lo intriga. Vuole poetare. Vuole scrivere ballate e sonetti e diventare famoso tra i suoi pari. Vuole farlo nella lingua parlata di tutti, non in latino come fanno gli eruditi.
Scriverà in “volgare” per arrivare al cuore di tutti e Beatrice Portinari sarà la sua musa. Il fatto che vada in sposa a un brillante giovanotto di nome Simone de’ Bardi, per il giovane Dante è del tutto irrilevante.

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Luca Novelli (Milano, 1947) è un popolare scrittore, disegnatore e giornalista, autore di una lunga serie di libri di scienze per ragazzi tradotti in 22 lingue. Tra i più popolari della serie Lampi di Genio anche Newton e la formula dell’antigravità e Ippocrate medico in prima linea dedicato agli amici medici. Questi titoli sono anche trasmissioni televisive fruibili sul portale di RaiScuola. Web: lucanovelli.info. In occasione delle celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante ha pubblicato una divertente biografia illustrata di Dante: Dante e le infernali scienze (Editoriale Scienza).

 

Dante e le infernali scienze - Luca Novelli

 

A PROPOSITO

Dante per bambini: curiosità, storia e altri libri per avvicinarsi al grande poeta

Da quale età si può iniziare a studiare e a conoscere la figura di Dante Alighieri? I bambini, si sa, sono molto curiosi e qualsiasi storia, se spiegata bene e con qualche curiosità adatta ai più piccoli, può diventare il racconto più bello del mondo. Penelope Greco suggerisce sul blog Pianetamamma.it questi ulteriori titoli:

  • La felina Commedia, di Elisa Binda e Mattia Perego (Einaudi Ragazzi). Nel mezzo del cammin di sette vite, il gatto Dante si ritrova in una selva oscura. Per sua fortuna incontra il mitico poeta Virgilio…
  • L’inferno spiegato male, di Francesco Muzzopappa (DeAgostini). Dante avrebbe voluto andarsene in vacanza a Lanzarote, nelle isole Canarie, ma Virgilio fa carte false per trascinarlo…all’inferno.
  • I mostri di Dante. Divina Commedia activity book, di Laura Vanoli, Giacomo Guccinelli e Mario Volpi (Salani). Che vita sarebbe una vita senza mostri?
  • La Divina Commedia raccontata ai bambini, di Annamaria Piccione (Mondadori). Attraverso un’originale riscrittura la Commedia si trasforma in un romanzo d’avventura.