Rodano (Milano) –
Dal 12 al 22 settembre, nell’antico palazzo di Casa Gola, nel centro storico di questo Comune della Martesana alle porte di Milano, sarà allestita “Arte e Natura nel regno dei fontanili”, una mostra personale dedicata al pittore Franco Testa. Gli acquerelli naturalistici di Testa sono conosciuti in tutto il mondo grazie a L’Erbolario, la famosa azienda lodigiana che produce cosmesi di derivazione vegetale. L’azienda dai primi anni ’90 li ha utilizzati per realizzare i bellissimi Calendari, diventati oggetto di collezionismo.
Giovedì 12 settembre, alle ore 20.45, presso Casa Gola, si svolgerà la presentazione della mostra alla presenza di Roberta Maietti, sindaco di Rodano, e di Salvatore Giannella, scrittore e giornalista, ideatore del progetto “Viaggio intorno a un filo d’erba”, di cui fa parte anche la mostra “Arte e Natura nel regno dei fontanili”.
La mostra di Franco Testa comprende 133 opere, tra cui 45 tavole originali dei Calendari, 48 immagini di uccelli, tra i soggetti preferiti dell’artista, e 20 acquerelli inediti che ritraggono paesaggi naturalistici, alcuni dei quali realizzati in Valsesia, dove l’artista amava trascorrere periodi di vacanza. Alcune immagini, infatti, rappresentano gli ambienti del Monte Rosa. Le tavole esposte sono lo specchio di un artista che al mondo della natura ha dedicato il suo amore e il suo talento. Ogni acquerello rappresenta un’occasione di quiete, un momento di riflessione sui legami tra gli esseri viventi e il loro ambiente; un invito a osservare, fino a sentire l’emozione sottile che ogni opera comunica. La selezione delle opere è stata realizzata grazie alla collaborazione di Irvana e Rocco Testa, moglie e figlio dell’artista.
Il territorio di Rodano, con i suoi piccoli ecosistemi lungo le rogge e nei boschi dei fontanili ancora vivi, ci richiama l’ambiente delle immagini ispiratrici di Franco. L’associazione “Il Fontanile”, con la condivisione del Comune di Rodano e del Parco Agricolo Sud Milano, organizza e promuove questa mostra di eccellenza anche con l’obiettivo di valorizzare Casa Gola, uno degli edifici pubblici di maggior prestigio esistenti sul territorio della Martesana.
Casa Gola, infatti, costituisce un tipico esempio di architettura rurale lombarda, risalente al periodo tardo medievale, intorno al 1400, che faceva parte di un complesso rurale articolato a corte chiusa. Il palazzo presenta pregevoli tratti architettonici e decorativi: nella sala più grande resistono alcuni disegni a pittura e tracce di decorazioni geometriche e naturalistiche. Il piano terra è stato utilizzato per laboratori artigianali, stalla e attività commerciali, il piano superiore fu destinato anche a granaio e fienile.
Il territorio di Rodano comprende un’eccellenza naturalistica di tutto rilievo:le Sorgenti della Muzzetta, gestite dal Parco Agricolo Sud Milano, sito protetto a livello comunitario (SIC), che ha un grande valore naturalistico dove, grazie alla presenza di diverse tipologie di ambiente (stagno, bosco, siepi, prato) e alle scarsissime interferenze umane, moltissime specie botaniche e animali hanno trovato il loro habitat ideale. Il loro valore storico è legato alla fortuna dell’agricoltura lombarda dal primo medioevo alla metà del secolo scorso, derivante proprio dalla presenza dei fontanili. Le Sorgenti della Muzzetta si trovano in un’area che si estende nei Comuni di Pantigliate, Rodano e Settala.
La mostra è patrocinata dai Comuni di Rodano, Pantigliate e Settala, dalla Città Metropolitana di Milano, dal Parco Agricolo Sud Milano. È organizzata dall’Associazione “Il Fontanile”, in collaborazione con L’Erbolario, Pro Loco di Rodano e Punto Parco Cascina Castello.
- Orari di apertura della mostra: venerdì ore 17-19.30, sabato e domenica ore 10-12 e 15-19.30
- Contatti: Associazione “Il Fontanile” , www.ilfontanile-rodano.org
Questo noi mortali abbiamo di immortale: il ricordo che lasciamo, il ricordo che rinnoviamo
(Plutarco)
Qualche giorno prima che la caligine velenosa si espandesse sulle case di Milano scopertasi nuova “terra di fuochi” ho vissuto una giornata speciale nella splendida sede de L’Erbolario, in Viale Milano a Lodi: ho visitato i reparti aziendali, ho scoperto come nascono i cosmetici di quell’azienda che fa del rigore scientifico il proprio credo e ho goduto dell’incantevole giardino all’interno del Parco Adda Sud. Ma, soprattutto, ho “ritrovato” un grande collaboratore di Airone che mi ha onorato della sua poetica e rigorosa professionalità per tutto il decennio della mia direzione: Franco Testa, disegnatore naturalistico (Novara 1937 – Milano 2017), che per l’impresa lodigiana ha firmato, a partire dal 1995, i bellissimi Calendari che, grazie alle storie acquerellate con impareggiabile maestria arricchite dalle descrizioni firmate da Sandro Fusina e “impaginate” dall’art director Angelo Sganzerla, sono diventati amati oggetto di collezione da parte di appassionati de L’Erbolario, anche all’estero.
La mostra (approntata con la collaborazione della sposa di Franco Irvana Malabarba, esperta di iconografia botanica) ti fa incontrare negli ampi corridoi dell’azienda i piccoli protagonisti della natura che si stagliano dignitosi tra i giganteschi contenitori in acciaio dell’azienda dove vengono lavorate le centinaia di piante alla base dei prodotti aziendali (come la Iris fiorentina e la Rosa centifolia su tutte). Sfilano così, una dopo l’altra, le principali tavole originali dei Calendari e i visitatori possono scoprire in anteprima quelle dell’edizione 2019. In più, un video divulgativo racconta i segreti del mestiere di acquarellista che, combinando bene spirito di osservazione con sensibilità poetica, ha permesso la nascita di quei capolavori pittorici.
Al ritorno a casa, ho guardato con occhi nuovi i disegni degli uccelli (Coracias garruslus, Oriolus oriolus, Tichodroma muraria, Upupa epops) che accolgono i visitatori del nostro nido domestico, frutto di un prezioso dono proprio di Franco. E, favorito dalla lettura di un dettagliato libro sulle “Imbarcazioni in legno: il restauro consapevole” (Il Frangente Editore, Verona) dell’italiano Leonardo Bortolami, attuale responsabile delle attività cantieristiche della Scottish Fisheries Museum nel Regno Unito, ho ripreso in mano un numero arretrato di Airone, quello del maggio 1989: in quell’occasione avevo chiesto a un noto naturalista, Giuseppe Notarbartolo di Sciara, di mettersi in viaggio tra le barche di Venezia, dentro cantieri e squeri. Dietro le meravigliose forme e gli stravaganti accorgimenti nautici delle tradizionali imbarcazioni della laguna veneta, l’occhio attento dello scienziato aveva scorto l’azione plasmante dell’evoluzione. Una evoluzione culturale, frutto dell’ingegno dell’uomo. A quelle decine di barche, distogliendo per un attimo l’attenzione dalla bellezza del suo amato mondo degli esseri viventi (come faceva ogni tanto: ricordo su tutte le spettacolari tavole su “L’Uomo di Isernia” e “Il Vallo di Adriano”), proprio Franco Testa aveva dato concretezza visiva, libera di ogni incrostazione sentimentale, con i suoi disegni. Quell’articolo era intitolato “In gondola con Darwin”. E, proprio a Darwin, Franco aveva legato una sua riflessione sul mestiere di disegnatore naturalistico. Leggo in un testo di Guido Re (Airone, febbraio 1983):
Grazie, Franco, è stato bello percorrere con te un tratto di strada professionale e di vita. (s.g.)
Fotogallery (credit: erbolario.com)
I colori e le sorprese ispirate dalla natura
A PROPOSITO/ Il ricordo di Sandro Fusina
Una storia felice: Franco Testa e L’Erbolario, dove approdò dopo Umberto Eco e la collaborazione con Panorama e Airone
Molti anni fa, nei primi anni Settanta, una casa editrice effimera pubblicò l’unico dei suoi libri che andò esaurito. Era uno scherzo, un gioco venato di satira.
Quando all’inizio dell’Ottocento, anche grazie alle illustrazioni del grande pittore Fuseli, La fisiognomica di Kaspar Lavater, ovvero l’arte di leggere nei tratti del volto i caratteri morali degli individui, divenne un articolo di fede e una moda, presero a circolare dei vademecum popolari, i cosiddetti Lavater portatili. L’idea fu di aggiornare uno al 1974, mantenendo il testo originale e sostituendo ai ritrattini goffi e sommari dell’epoca personaggi dell’attualità: politici e industriali, per lo più, da Agnelli a Cefis, da Fanfani a Berlinguer, senza dimenticare gli intellettuali e poeti più in vista, tipo Moravia e Pasolini (naturalmente in costume d’epoca).
L’impresa piacque a Umberto Eco che s’impegnò a fornire al minimo sindacale una prefazione. Il trattatello, dotto e ironico, come era suo costume, divenne un po’ più lungo del previsto e i minimi divennero i massimi sindacali. Ma tutto il lavoro, di abbinare le descrizioni originali a ritratti leggermente ironici di personaggi dell’attualità, toccò a un giovane disegnatore, comasco d’adozione, che gestiva un’agenzia pubblicitaria con sede in via Lanzone, una delle più tradizionali strade di Milano. Allora non lo avevo mai visto disegnare, non conoscevo la minuzia e i tempi del suo lavoro. Tuttavia mi sorprese che un professionista dotato potesse offrire a una casa editrice anonima decine di tavole straordinarie gratis et amore operae. Ma fu così. Franco Testa non chiese un soldo; non solo: lasciò persino che un personaggio, di cui non ricordo il volto ma solo il lezzo sulfureo, si dileguasse con tutti gli originali. Ma a confusione della massima che sostiene che nessuna buona azione sarà perdonata, il Lavater ebbe un successo imprevedibile per la piccola casa editrice nata moribonda.
A confermare il talento di Testa si affrettò una rivista alternativa come Re Nudo, che sfruttò, senza pensare ai diritti, alcuni ritratti per i suoi manifesti; mentre il settimanale Panorama lo ingaggiò per una lunga serie di deliziosi ritratti di personaggi della cultura internazionale.
Ma il ritratto satirico non era l’unico dei talenti di Franco, e non lo era neppure la pubblicità. Le sue passioni erano la natura e il disegno, la lettura dei classici, la navigazione a vela e le scalate in montagna. Ai tempi dell’Accademia di Brera si era espresso in forme astratte di una bellezza solenne e solare. Di quella stagione sono rimasti forse solo i cinque grandi fogli che una sera volle regalarmi.
Ma l’arte delle conventicole, dei vaniloqui eccitati nei locali di Brera, del corteggiamento delle gallerie e del pubblico, non si addiceva al carattere operoso e ai modi sommessi e cortesi di Franco. Il suo vero talento non sfuggì a un giovane signore che aveva i mezzi per trasformare la propria passione in un’impresa editoriale. Dell’Airone di Egidio Gavazzi, benvenuto in un’Italia anestetizzata contro la natura e la bellezza dai miasmi di un miracolo economico tanto improvviso quanto tardivo, e da una rivolta tanto focosa quanto sommaria, Franco Testa fu uno dei collaboratori più assidui e più felici. L’artista che non alzava mai la voce, che sussurrava ai suoi amici, che fra tutte le tecniche pittoriche aveva scelto la leggerezza e l’incisione dell’acquerello a pennello asciutto, mise la sua profonda cultura e il suo vasto amore al servizio degli esseri viventi e dell’ambiente. La collaborazione con Airone durò a lungo. Durò almeno tutto il tempo in cui la rivista, nel marasma editoriale degli anni Novanta, riuscì a rimanere fedele all’impostazione originale. E intanto Franco aveva trovato una casa. Angelo Sganzerla, che orchestrava l’immagine visuale de L’Erbolario, lo aveva invitato a entrare in orchestra.
A L’Erbolario Testa trovò un ambiente che corrispondeva alla sua idea di etica del lavoro. Nella tradizione dei maestri comacini, si dedicò al lavoro con tutto se stesso, legato solo dal dovere di fare bene, per se stesso e per un’azienda di cui condivideva onestà di gestione e di prodotto. Un po’ lo sgomentò la diffusione della sua opera in milioni di copie. Lo stupì la notizia di un’edizione coreana del calendario. Lo confuse l’idea che molti lo collezionavano. Lo confortava il sentimento di essere finalmente a casa. Nella casa della vita.
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Grazie per questo bellissimo contributo per Franco Testa che ha risvegliato ricordi antichi, di una soffitta un po’ bohemienne, tra profumo di tetti, di libri, macchie di inchiostro, disegni abbozzati, quasi finiti e terminati e tanti sogni che venivano bene forse perché vicino al cielo. Una delle foto mi ha causato un tuffo al cuore: Franco con una trota fario scattata (forse) quando iniziammo insieme un Atlante dei pesci d’acqua dolce, iniziativa finita prima che finissero i pesci, ma a quell’epoca ero già abbastanza scafato per sapere che il mondo dell’editoria non è mai per sempre.
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Come possiamo non leggere commossi questo articolo? Ti ringraziamo dal cuore, caro Giannella, per aver espresso in parole moltissimi sentimenti nei quali ci siamo riconosciuti nella nostra collaborazione con l’indimenticabile Franco Testa.
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Bellissimo articolo. Grazie a te, Giannella, e al grande Franco Testa.
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Caro Giannella,
moltissime grazie per il bell’articolo.
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Grazie per questo bellissimo contributo per Franco che ha risvegliato ricordi antichi, di una soffitta un po’ bohemienne, tra profumo di tetti, di libri, macchie di inchiostro, disegni abbozzati, quasi finiti e terminati e tanti sogni che venivano bene forse perché vicino al cielo. Una delle foto mi ha causato un tuffo al cuore: Franco con una trota fario scattata (forse) quando iniziammo insieme un Atlante dei pesci d’acqua dolce finita prima che finissero i pesci, ma a quell’epoca ero già abbastanza scafato per sapere che il mondo dell’editoria non è mai per sempre. Un caro saluto.
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Caro Giannella,
il covid ha separato le persone più di quanto ciascuno di noi potesse immaginare. Ma ora sembra che il corso della vita stia ritornando a una quasi normalità. E riprendono le iniziative, come quella mia di creare, insieme ad alcuni amici e dopo tanti ripensamenti, un sito dedicato al mio sposo Franco Testa.
Nel tuo blog hai scritto delle pagine bellissime su di lui: I protagonisti della natura ringraziano Franco Testa, il loro poetico illustratore.
Posso chiederti se vuoi inserire in questo tuo blog il link del sito di Franco? francotestaartist.com