Neos, sigla che identifica la Giornalisti di viaggio Associati (libera associazione a livello nazionale formata da una settantina di giornalisti e fotografi specializzati in turismo e in reportage di viaggio, cioè il meglio del settore) festeggia i primi vent’anni di vita con un ponderoso ed elegante volume dal titolo “Neos, un viaggio lungo 20 anni”, 211 pag., stampatore Alfa Grafica, da un’idea di Luisa Espanet e di Pietro Tarallo (presidente e anche nostro apprezzato collaboratore) e a cura di Luisa Espanet e Mimmo Torrese, realizzato per testi e foto con il contributo di tutti (o quasi) i soci, cioè le migliori firme del giornalismo turistico. Sarebbe bastato ciò per farne un libro estremamente qualificato e imperdibile, anche solo riportando per ogni autore un reportage realizzato in giro per il mondo in questi due ultimi decenni.
Ma i colleghi di Neos hanno voluto fare di più e meglio, cercando un filo conduttore per la propria opera negli avvenimenti grandi o piccoli più importanti o significativi in tutti gli ambiti avvenuti in giro per il mondo, capaci al tempo stesso di offrire lo spunto a giornalisti e fotografi per parlare di quel luogo, nazione o città, con propri scritti e proprie immagini. E per dare leggerezza al tutto, si è deciso scientemente di selezionare come filo conduttore soltanto fatti e avvenimenti positivi, cose in grado di aver avuto una certa risonanza nel cuore e negli animi delle persone, e al tempo stesso di essere diventati lo spunto per realizzare un reportage su quella località o quell’argomento.
Si parte allora dal 1998 con il viaggio apostolico di Papa Giovanni Paolo II a Cuba, per allegare un raffronto dell’isola caraibica di ieri e di oggi, passando nel 2001 all’azione politica e militare del subcomandante Marcos per rivendicare i diritti calpestati degli Indios messicani, occasione per descrivere lo Yucatan oltre i luoghi comuni, poi al 2007 quando a Lisbona vengono elette le sette meraviglie del mondo dell’era moderna, offrendo il destro per descrivere Lisbona, Petra, il Colosseo, il Taj Mahal, Chichen Itza, Machu Picchu, il Cristo Redentore di Rio e la Muraglia cinese. Quindi il 2008 con Barack Obama primo afroamericano eletto presidente degli Stati Uniti, e reportage sul Massachusetts, l’anno successivo l’inserimento delle Dolomiti nel patrimonio dell’umanità dell’Unesco, con servizio sulle montagne trentine, l’Expo di Milano del 2015 incentrata sul tema del nutrire il Pianeta, parlando quindi di gastronomia, per concludere (tra tantissimi altri avvenimenti e relativi reportage) con la futuribile esplorazione dello spazio del 2100 e oltre, simboleggiato dallo straordinario viaggio della sonda Pioneer 10, la più prestigiosa dell’era spaziale, iniziato il 2 marzo 1972 e che toccherà tra 862.075 anni una stella dal nome complicato: D+251+496: un viaggio, raccontato come se fosse una favola, da Salvatore Giannella con una lettera al figlio, per un futuro di speranza.
Come spiega nella presentazione Pietro Tarallo,
Manca l’indice, per pura dimenticanza (cattiva consigliera la fretta), a riprova della genuinità casalinga del prodotto, mentre in compenso compaiono sul fondo brevi biografie di tutti gli autori, giornalisti e fotografi. Il volume, non in vendita nelle librerie, può essere richiesto alla Segreteria del Neos (segreterianeos2@gmail.com) che provvederà a spedirlo, dietro pagamento di un contributo di 25,00 euro più le spese di spedizione.
Fotogallery
Per orizzonte il mondo
A PROPOSITO/ di Enrica Simonetti*
La fiamma buona del Petruzzelli
Una pagina tratta dal libro della NEOS dedicata alla rinascita del teatro di Bari orgoglio della Puglia
La grande cupola del teatro Petruzzelli di Bari s’infiamma: siamo tutti seduti con il naso all’insù sotto i lampi rossi di questo fuoco e non fuggiamo, anzi, siamo felici, felicissimi e a tratti ci sale in gola la commozione. Questo fuoco è una festa, un’emozione perché incendia il risorgere del teatro bruciato, dopo 18 anni di lavoro e di polemiche. È il 6 dicembre del 2009 e lo spettacolo ricomincia con un video proiettato prima della pucciniana Turandot, lassù, sulla cupola che quelle fiamme fecero crollare su se stessa. Come se il grande Politeama del 1903, l’orgoglio della Puglia, fosse stato bombardato dall’alto.
La buona notizia è che l’emozione della musica ritorna e che la sua magia fa dimenticare i tempi bui, l’odore di bruciato e di sconfitta che per anni, dal terribile rogo del 1991, ha rabbuiato la città. Sentiamo sulla pelle i brividi del sogno che si avvera e d’un tratto sembra piombare negli animi quel piacere che Neruda definiva la rinascita, molto più forte della semplice nascita.
Il teatro non poteva non rivivere. Con tutta la sua storia fatta dei passi di danza di Maurice Béjart, dei colpi di bacchetta di Riccardo Muti o di quella voce eterna di Eduardo. Del resto, il fantasma dell’opera c’era: era una maschera rimasta misteriosamente bianca all’interno del foyer del teatro ridotto in cenere, l’unica cosa visibile nel deserto di fuliggine che diventò il teatro Petruzzelli la notte della sua fine. Quella maschera, quel volto di sirena alata, intatto nella distruzione totale, sembrava guardare chi entrasse e annunciare che la vita del Politeama non sarebbe finita. Ed è ancora lì, a ricordarci che contro l’arte e la cultura non c’è fuoco che tenga.
Leggi anche:
- Da 14 anni la cicogna Klepetan torna da Malena, la sua compagna disabile che non vola
- Fulco Pratesi (WWF): “Continuate ad “adottarci” come 50 anni fa. E grazie a nome delle specie in pericolo”
- Ciao Danilo Mainardi. La Terra, anche se più povera, ti ringrazia
- Il “National Geographic” fa 130 anni: il fascino discreto della geografia
- Stefano Unterthiner, il fotografo che sussurra ai cigni
- Professione fotoreporter: Daniele Pellegrini, figlio d’arte in cerca dell’armonia del mondo
- E Primo Levi mi scrisse: “Ho intervistato il gabbiano di Chivasso”
- E Primo Levi s’affiancò a Isabella Lattes Coifmann per narrarci le favole naturali su Airone
- Eco-Museo dell’Adriatico: le più grandi (e piccole) creature del mare ci svelano i segreti della vita
- I protagonisti della natura ringraziano Franco Testa, il loro poetico illustratore
- Wikipedia e il selfie del macaco: niente copyright per la creativa scimmia. Dopo la celebre enciclopedia online, anche il tribunale di San Francisco ha stabilito che i diritti del famoso selfie del macaco non possano essere accordati all’animale, bensì al fotografo
- La storia del biacco (Hierophis viridiflavus) profugo, a sua insaputa, dalla Puglia a Milano