Non si è trattato di un pesce d’aprile la notizia pubblicata in data 1° aprile 2021 sui quotidiani nazionali, del ritrovamento, ancora una volta per merito del Nucleo Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale con sede nella Villa Reale di Monza, di un dipinto del noto artista francese Nicolas Poussin (Les Andelys 1594 – Roma 1665) trafugato durante la seconda guerra mondiale. A coordinare le indagini degli 007 brianzoli sempre il maggiore Francesco Provenza, che pochi mesi fa, senza potersi sbilanciare troppo, condivideva con noi di Giannella Channel la speranza di poter annunciare un ritrovamento legato a opere depredate dai nazisti.
Il quadro dal titolo Loth avec ses deux filles lui servant à boire, raffigurante l’episodio della Genesi in cui Loth, il nipote di Abramo e patriarca della Bibbia, riceve da bere da parte delle due figlie che così concepirono con lui i due pargoli capostipiti della dinastia dei Moabiti e degli Ammoniti, era parte del database delle opere trafugate in seguito alla denuncia dei legittimi proprietari, una 98enne svizzera e un 65enne americano i cui familiari ebrei erano stati depredati dell’opera a Poitiers (Francia), tra il febbraio e l’agosto del 1944. Più probabilmente a giugno, quando prima dello sbarco in Normandia degli alleati, le truppe tedesche bombardarono la città a più riprese saccheggiando le ville ricche come quella degli eredi di quest’olio su tela seicentesco di grandi dimensioni (120×150 cm).

I Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale presentano l’opera recentemente recuperata e restituita agli eredi, un olio su tela di Nicolas Poussin di 120×150 cm dal titolo Loth avec ses deux filles lui servant à boire. Nell’opera trafugata dai nazisti nel 1944 da una villa ebrea di Poitiers (Francia) è raffigurato l’episodio della Genesi in cui Loth, il nipote di Abramo e patriarca della Bibbia, riceve da bere da parte delle due figlie che così concepirono con lui i due pargoli che diedero inizio alla dinastia dei Moabiti e degli Ammoniti (immagine fornita dal Nucleo Carabinieri TPC di Monza).
In realtà la sparizione dell’opera fu denunciata già più di settant’anni fa, quando il 22 febbraio 1946 le vittime del furto avevano dato il via alle ricerche delle opere trasferite in Germania dai nazisti, interessando la Commission de Récupération Artistique e producendo un inventario in cui figurava anche questo dipinto. Nel 1947 il bene fu poi inserito nella pubblicazione Répertoire des biens spoliés en France durant la guerre 1939-1945, pubblicato tra il 1947 e il 1949 dal Bureau Central des Restitutions (Gruppo francese del Consiglio di controllo del Comando francese in Germania – Direzione generale dell’economia e delle finanze – Divisione riparazioni e restituzione). Le notizie successive relative all’opera si hanno nel 2017, ricostruiranno poi i cacciatori d’arte capitanati da Provenza, quando risulta essere stata importata in Italia dalla Francia da un antiquario emiliano che la avrebbe poi portata in Belgio per una mostra mercato a Bruxelles. Solo due anni dopo, il neoproprietario, un antiquario milanese che custodiva il dipinto seicentesco in una villa nel padovano, lo avrebbe trasportato a un’altra fiera mercato internazionale a Maastricht, in Olanda, dove è avvenuto il riconoscimento dell’opera da parte di un esperto d’arte olandese residente in Italia che ha avvisato immediatamente gli eredi. La loro denuncia tramite il legale italiano, il 25 maggio 2020, ha attivato subito i segugi dell’arte brianzoli, noti per il loro fiuto nelle indagini di rilievo internazionale: ricostruita la vicenda, i Carabinieri del TPC hanno individuato l’abitazione veneta dove il quadro era stato definitivamente trasferito, lo hanno recuperato e, su disposizione dalla procura della Repubblica di Milano, restituito ai legittimi proprietari, che mai si sono dati per vinti nel ricercare un’opera di valore economico (Poussin è uno degli artisti francesi più noti nella tradizione classicista seicentesca, e vanta opere al Louvre come nella Pinacoteca Vaticana) e personale, poiché parte della storia di famiglia. Rimane al vaglio della procura del capoluogo lombardo la posizione dei due antiquari che hanno posseduto il dipinto, entrambi a rischio di denuncia perché è da accertare quanto consapevoli della sua provenienza.

Frontespizio del Répertoire des biens spoliés en France durant la guerre 1939-1945, pubblicato tra il 1947 e il 1949 dal Bureau Central des Restitutions. Nel 1947, in seguito alla denuncia delle vittime dell’opera trafugata, il bene fu inserito nella pubblicazione (immagine tratta da La Stampa.it).
Mentre ci accingiamo a pubblicare l’aggiornamento legato al recupero dell’opera di Poussin ci raggiunge la notizia, in data 14 aprile 2021, del ritrovamento e della restituzione, sempre grazie alle operazioni del Nucleo Carabinieri TPC monzese, di due porticine di un tabernacolo del Settecento raffiguranti San Adriano di Nicomedia con la Sacra Famiglia in Gloria e Santi in convegno che contemplano la Madonna in Gloria e la Trinità, dipinte a olio su rame e applicate su una tavola di 69 x 31 centimetri.
Ad allertare il titolare di una nota casa d’aste bresciana che ha deciso di consegnare le piccole ante ai segugi dell’arte basati nella Villa Reale di Monza, a febbraio del 2020, le segnalazioni lette sull’account Twitter della trasmissione “Chi l’ha visto” di Rai 3, che indicava le due porticine come prelevate illecitamente dalla Chiesa dell’Annunziata a Lodrone di Storo, in provincia di Trento (il conosciuto format televisivo segue anche il tema delle opere d’arte rubate infatti, e proprio qualche anno fa aveva girato parte di un servizio curato dalla redattrice Antonella Venditti tra le storiche mura del Museo delle Opere d’Arte in Ostaggio di Cassina de’ Pecchi, alle porte di Milano). I militari del Nucleo hanno subito verificato la presenza dei beni nel loro prezioso database, la “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, scoprendo che il furto era avvenuto il 27 dicembre 2008. Le indagini degli 007 brianzoli capitanati dal maggiore Provenza hanno poi anche confermato che i dipinti erano stati venduti da un cinquantenne della provincia di Brescia che è stato quindi denunciato per ricettazione alla Procura lombarda. Anche questa volta la vicenda si è conclusa con il lieto fine, e le due porte del tabernacolo dipinte sono state restituite alla chiesa tridentina.

I Carabinieri del Nucleo TPC di Monza presentano l’opera recentemente recuperata e restituita alla Chiesa dell’Annunziata a Lodrone di Storo, in provincia di Trento, dove era stata rubata nel 2008. Si tratta delle due porticine di un tabernacolo del Settecento raffiguranti San Adriano di Nicomedia con la Sacra Famiglia in Gloria e Santi in convegno che contemplano la Madonna in Gloria e la Trinità, dipinte a olio su rame e applicate su una tavola di 69 x 31 cm (immagine fornita dal Nucleo Carabinieri TPC di Monza).
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