Era il 19 luglio 1937 quando a Monaco inaugurò la mostra Entartete Kunst (Arte degenerata), voluta dal regime nazista per mettere alla berlina l’arte contemporanea d’avanguardia, considerata un esempio di decadimento estetico e culturale. L’esposizione, che comprendeva 650 opere di 120 artisti accompagnate da didascalie dal tono canzonatorio, era costellata di nomi eccellenti, perlopiù legati alla corrente espressionista: Max Beckmann, Otto Dix, Wassily Kandinsky, Paul Klee, Käthe Kollowitz, Ernst Ludwig Kirchner, Emil Nolde, Edward Munch e molti altri. Senza dimenticare, naturalmente, l’artista “degenerato” per eccellenza: lo spagnolo Pablo Picasso.
La grande mostra, che vediamo in questo eccezionale documento storico girato dal regista e fotografo statunitense Julien Bryan, ebbe molto più successo di quella dedicata all’arte ufficiale, la “grande arte tedesca”, inaugurata appena il giorno prima nelle immediate vicinanze. L’arte degenerata venne visitata da oltre un milione di persone, che si misero in coda pur di vedere le opere d’arte tanto vituperate dal regime, e la mostra si spostò in tante città della Germania e dell’Austria. Alla fine, alcune opere vennero messe all’asta e acquistate da musei e collezionisti privati, altre furono rubate e molte altre distrutte. •
A PROPOSITO / DAL MIO LIBRO «OPERAZIONE SALVATAGGIO»
Adolf Hitler, artista mancato,
divenne nemico degli artisti
“ Il feroce sterminatore degli artisti dell’Olocausto era un artista mancato. Hitler avrebbe desiderato diventare una firma dell’arte ma ebbe cocenti delusioni. Gli bruciò in particolare il rifiuto dell’Accademia di belle arti di Vienna, che nel 1907 emise un verdetto senza appello: “Sprovvisto di talento e di cultura generale. Prova di disegno insufficiente. Non ammesso”.
Negli anni seguenti, nella sua vita raminga tra Vienna (città che lo respinse e che poi detesterà come simbolo dell’odiato ebraismo) e Monaco, dove si trasferì nel 1913, si guadagnò da vivere ricopiando cartoline, creando schienali campestri per i divani, immortalando neosposini che uscivano dall’ufficio di Stato civile, dipingendo acquerelli per i corniciai. Quattro di questi li ho visti con i miei occhi in un deposito dell’esercito statunitense al pianterreno di un anonimo palazzo di dieci piani ad Alexandria, in Virginia, a meno di venti chilometri da Washington. Rappresentano vie e piazze cittadine, rigorosamente prive di ogni traccia di vita. (I dipinti sono stati riprodotti nel mio articolo sull’Europeo “Metti Hitler nel salotto”, 13 luglio 1981)…
Gli insuccessi accademici facevano sentire il dittatore nazista un artista incompreso da un mondo che, a suo dire, aveva abbandonato i canoni classici e si era fatto contaminare da modelli irrazionali e degenerati, derivati soprattutto dalla cultura e dalle tradizioni giudaiche, che il suo odio antisemita identificava quali germi di decadenza. Espresse chiaramente il suo pensiero a tale proposito nel Discorso per il congresso della cultura del 1935:
Hitler provava disgusto di fronte alle opere di Marc Chagall e dei pittori yiddish. Suscitavano in lui sentimenti iconoclasti le novità formali di Otto Muller, Otto Dix, George Grosz, Max Beckmann. Era convinto che il lavoro di Kandinskij, Paul Klee, Kathe Kollowitz, Edward Munch corrompesse i giovani artisti del Reich, distogliendoli dalla ricerca della perfezione. Nel suo mondo ideale, sterilizzato da ogni diversità e imperfezione, Pablo Picasso rappresentava il serpente di Eva, il male assoluto. ”
- A Cassina, alle porte di Milano, ha aperto il MAIO, il Museo dell’Arte in Ostaggio (testo di Tina Lepri per il Giornale dell’Arte online, fotocronaca inaugurazione di Vittorio Giannella
- Quei 1.653 tesori rubati da Hitler e ancora prigionieri di guerra (testo di Salvatore Giannella)
- Pur sfigurata dalla guerra, ai soldati “aggiustaveneri” l’Italia sembrò bellissima (testo di Ilaria Dagnini Brey per Giannella Channel)
- “La Tempesta” nella tempesta della guerra e altre storie di eroici salvatori dell’arte (testo di Mirella Serri per Sette – Corriere della Sera)
- Fu trafugata dai nazisti nel 1943, la “Carica dei bersaglieri” torna alla Garibaldi
- L’italiano che ha salvato l’arte dell’Olocausto. La storia straordinaria di un italiano, Roberto Malini, che viaggiando in mezzo mondo e con l’aiuto della rete, ha recuperato e donato al Museo della Shoah oltre 170 opere di artisti vittime dell’Olocausto (testo di Salvatore Giannella per Conoscere la storia)
- La Venere di San Giovanni in Perareto torna a Rimini dopo mezzo secolo (testo di Sabrina Urbinati per Giannella Channel)
- Sergio Romano elogia Giuseppe Bottai, paladino della cultura: “Era convinto che il nostro patrimonio fosse la prova dell’esistenza di una nazione italiana” (testo di Salvatore Giannella per Sette – Corriere della Sera, elaborazioni artistiche di Giacomo Giannella)
- Chi li ha visti? I tesori di Piemonte e Lombardia, della Toscana e di Firenze ancora prigionieri di guerra
- Quei tesori d’Italia che intrigano gli Indiana Jones. Armati di metal detector, i predatori di antiche ricchezze scandagliano terreni ed esplorano fortezze dal Piemonte alla Sardegna. Per vivere il brivido del ritrovamento (testo di Salvatore Giannella per Sette – Corriere della Sera)
- Gli 007 dei Carabinieri riportano in Italia da Ginevra 45 casse di reperti romani ed etruschi trafugati. Erano in depositi di proprietà dell’antiquario inglese Robin Symes, arrestato
- I monumenti di Arquata del Tronto, nelle Marche, prima delle scosse, nel censimento fatto dal futuro “salvatore dell’arte”, Pasquale Rotondi (testo di Pasquale Rotondi, introduzione di Salvatore Giannella)
- Monza, recuperate dai carabinieri tre importanti opere trafugate dai nazisti. I dipinti sono di Cima da Conegliano, Alessio Baldovinetti, Girolamo dai Libri (testo di Tina Lepri, il Giornale dell’arte online)
- L’uomo che ha combattuto nella ex Jugoslavia per salvare i suoi tesori d’arte. Un nuovo libro illumina la figura e le azioni di Francesco Papafava, una figura a metà tra Sindbad, l’Ulisse d’Oriente e Gino Strada, il medico fondatore di Emergency. Ha fatto fino all’ultimo il pendolare tra la sua casa sulle rive dell’Arno e il Kosovo, per invocare un aiuto (concesso) affinché possano rinascere 1.800 monasteri e affreschi stupendi (testo di Salvatore Giannella)
- E Sgarbi annotò: onore a Pasquale Rotondi, salvò l’arte dalla furia nazista. Il Montefeltro in festa per la settimana ad arte dedicata al premio nato vent’anni fa per illuminare chi pratica l’arte di salvare l’arte (testo di Vittorio Sgarbi per QN, foto di Filippo Biagianti)
- La dichiariamo dottoressa in legge grazie alla sua tesi su guardie e ladri d’arte. Una studentessa in giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano assiste a una serata condotta da uno 007 dei Carabinieri (il capitano Francesco Provenza) impegnato nel recupero delle opere d’arte. S’innamora dell’argomento e s’impegna per un anno in una documentata tesi di laurea che Giannella Channel, dato il grande interesse, presenta condensata in più puntate (testo di Camilla Angelino dalla tesi “Crimini contro il patrimonio culturale”)