Caro direttore Calabresi, noi italiani abbiamo la tendenza a buttarci giù e a deprezzarci più del dovuto, e spesso a non apprezzare le nostre qualità. In questi giorni su Facebook gira la foto di un fantomatico tornello della metropolitana di una città d’oltralpe coperta di monetine: era guasto e i civilissimi abitanti di quella città avevano lasciato onestamente, comunque, il dovuto. Sotto la foto il commento: “Poi è passato l’italiano e ha portato via! Ahahah!”. Immaginiamo che il suo giornale pubblicasse un articolo di come a Londra (o a Parigi, o a Stoccolma, o a Copenaghen…), in una piazza centrale e prima zona di degrado, l’Associazione dei coltivatori avrebbe realizzato un orto pubblico, magari con il patrocinio degli enti locali, dove contadini e abitanti del quartiere contribuissero a coltivare piante, erbette, ortaggi, frutta che poi ogni cittadino può andare a raccogliere, rispettando però i vegetali affinché possano continuare a dare frutto… Ebbene, sono sicuro che lei il giorno dopo riceverebbe lettere che direbbero: “Ah, quanto sono civili questi Inglesi (o Francesi, o Svedesi, o Danesi). Da noi non si riuscirebbe a fare!”. E un altro: “Figurati se facessero una cosa simile qui a Torino… Mettiamo in piazza Emanuele Filiberto, dove c’è la movida… Due giorni e sarebbe tutto sparito”. Ebbene, se lei, caro direttore, va proprio in piazza Emanuele Filiberto, vedrà uno splendido orto urbano pubblico, curato dalla Coldiretti con il sostegno della Circoscrizione 1 e del Comune, tirato su da un contadino-agronomo professionista e “custodito” dagli abitanti delle case attorno (in primis un vecchietto baffuto, che controlla costantemente dalla sua finestra e scende agguerrito quando vede qualche pericolo), senza che si sia mai svolto il minimo episodio di vandalismo. Contro ogni più rosea previsione. Qui, nel cuore della movida e di quel quadrilatero oggetto solo di articoli sui disagi e sui problemi delle nostre città, cresce e si sviluppa una bella esperienza di cittadinanza, che io trovo commovente. Perché, in fondo, la civiltà e il senso civico, al resto dell’Europa, l’abbiamo insegnata noi Italiani un bel po’ di anni fa…
Andrea Tomasetto, vice presidente circoscrizione 1, Torino (da La Stampa)