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roseguendo nella rubrica dedicata alle lettere più significative colte nelle pagine della posta nei giornali italiani, una sorta di ideale piccolo premio Pulitzer per chi scrive dall’altra parte della barricata, questa volta abbiamo scelto e diamo spazio alle parole di dignitosa denuncia di un ufficiale della Guardia di Finanza (la Repubblica, 31 luglio 2012) e di un insegnante 62enne di Poggio Sannita, in provincia di Isernia (La Stampa, 3 agosto 2012).

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Io, finanziere umiliato per colpa dei politici. Che dovrebbero fare un passo indietro.

“Sono un appartenente alla Guardia di Finanza, orgoglioso di servire il mio Paese e questa grande istituzione alla quale devo, oltre che un lavoro, tanti insegnamenti di vita. Voglio, però, anche rappresentare la mia insofferenza di fronte a tante, troppe situazioni che la nostra classe dirigente non comprende. Vorrei far capire ai nostri politici in primis che la gente è insofferente di fronte alla bella vita che conducono. In piena crisi questi parlamentari, consiglieri regionali, consiglieri provinciali non si sono tagliati che qualche centesimo e noi, quando andiamo in giro a fare i controlli, veniamo umiliati dalla gente per colpa loro.
Ancora più gravi, poi, sono le condizioni lavorative in cui siamo costretti a vivere: strutture vecchie e sporche (oggi abbiamo comprato la vernice per imbiancare le porte della caserma e prossimamente, sempre di tasca nostra, acquisteremo la vernice per ripulire i muri), tagli sul carburante, sulla carta, sulle pulizie.
Eppure orgogliosi come sempre guardiamo avanti fiduciosi, chiedendo però alla politica di fare veramente un passo avanti. Che per loro vuol dire un passo indietro, mettendosi tra la gente”. (Alessandro Palomba, aleale69@hotmail.com)

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Perché la tassa dell’IMU è una grave minaccia per la Piccola Italia dell’Appennino.

“Scrivo per segnalarvi lo scoramento che colpisce, nel silenzio generale, le popolazioni di quella miriade di paesini della dorsale appenninica (vivo a Poggio Sannita, nell’Alto Molise) in continuo spopolamento, dove gli interventi fiscali del Governo inerenti la casa, se non corretti, finiranno per dare il colpo di grazia alla sopravvivenza di questi mosaici di civiltà. E’ noto che molti dei proprietari dei fabbricati dei borghi sono emigranti o figli di emigranti che hanno ereditato (a volte più fabbricati) dai genitori e che per puro legame affettivo continuano con sacrifici a “mantenere”, per utilizzarli solo per brevi periodi dell’anno, assicurando, tra l’altro, quei flussi economici (turismo di ritorno) necessari alla sopravvivenza delle residue attività artigianali e commerciali che sono alla base della “vivibilità” di questi piccoli centri.
E’ incomprensibile! Mentre, causa lo spopolamento, i valori commerciali di detti immobili tendono allo zero, lo Stato rivaluta in modo omogeneo le rendite catastali. Di fatto, in molti casi, il valore alla base del calcolo IMU è di gran lunga superiore al valore reale dell’immobile. Al danno si aggiunge la beffa.
La rivalutazione dei valori catastali spingerà i proprietari a vendere (impossibile per assenza di mercato) o a mettere in essere quegli accorgimenti tecnico-legali (inagibilità, ecc.) che permettono una tassazione ridotta con conseguenze nefaste per queste piccole comuntà.
Com’è possibile che nella cosiddetta società della conoscenza possa avvenire uno scempio del buon senso senza che nessuno se ne accorga?
Il disinteresse verso i problemi della Piccola Italia è un lusso che la Nazione non può permettersi”. (Giovanni Amicone, Poggio Sannita, Isernia, amicone.giovanni@virgilio.it)