Immaginiamo una grande scatola piena di figurine attraverso la quale migliaia di collezionisti e curatori si incontrino per effettuare degli scambi. Ogni proprietario si sceglierà le figurine che meglio si addicono al proprio album e sentirà il bisogno di creare più scambi e quindi più connessioni possibili.

Pensiamo adesso ai più importanti protagonisti del settore culturale, musei, produttori di mostre e collezionisti e al loro continuo bisogno di prestare e prendere in prestito opere d’arte ed esibire mostre. La parola chiave rimane sempre connettività.

Ecco che entra in gioco Vastari, la prima piattaforma online che mette in contatto professionisti del settore artistico di tutto il mondo per lo scambio di contenuti culturali (la scelta del nome è stata un tributo a Giorgio Vasari (1511-1574), l’illustre toscano pittore, architetto e storico dell’arte autore de Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori).

L’istituzione Vastari (vastari.com) è nata a Londra sette anni fa con lo scopo di venire incontro alle esigenze di tutti quelli che sono i professionisti del settore artistico. Attualmente sono più di 8.000 le istituzioni culturali che fanno parte del network della piattaforma Vastari. Questo costante approccio a musei, associazioni e aziende culturali ha permesso la raccolta di migliaia di dati e contatti. Motivo per cui nel 2018 Vastari ha deciso di dedicarsi alla realizzazione di un importante progetto culturale: la creazione di un Report sull’industria museale a livello internazionale. Il progetto ha previsto la creazione di un questionario standard che fosse accessibile a più istituzioni possibili per poter reperire una grande quantità di informazioni. Più di 500 musei (di cui 311 d’arte e 189 di scienze) provenienti da paesi europei, americani e asiatici hanno preso parte alla ricerca, fornendo i loro numeri. La raccolta di tutti questi dati preziosi ha portato all’individuazione di quelli che sono i trend museali odierni: budget, statistiche sulla programmazione e sulla circuitazione delle mostre, costi e aspettative.

La seconda parola chiave è allora trasparenza, ovvero la messa in mostra di dati che finora erano poco accessibili nel settore artistico-culturale. Le istituzioni culturali sono spesso troppo indaffarate nella ricerca persistente di materiale, per poter effettuare un’analisi a più ampio raggio, sebbene sia nel loro interesse rimanere costantemente aggiornate. Uno dei benefici che se ne trae è la possibilità di muoversi con un determinato anticipo sulla scena, investendo nella risorsa più preziosa: il tempo. I musei vogliono viaggiare sicuro per evitare flop; spesso non hanno le risorse per indagare se strade meno battute siano solide, finendo per creare progetti e collaborare con istituzioni che appartengono al loro proprio network di conoscenze.

Un altro vantaggio a favore delle istituzioni è la possibilità di confrontarsi continuamente con il panorama internazionale e capire se si è in linea con gli standard museali dell’America o dell’Inghilterra per esempio. Capire i bisogni degli altri musei può essere uno step importante per incominciare a seguire un nuovo percorso oppure persistere in determinate dinamiche di gioco. Ma non sono solo le istituzioni a trarre vantaggio da tali dati: se pensiamo a tutti quelli che sono gli interlocutori dei musei, quali produttori di mostre o aziende di trasporti e assicurazioni, allora la terza parola chiave diventa buona comunicazione.

A questo proposito il Vastari Report sottolinea lo squilibrio tra domanda e offerta di mostre itineranti e quindi il mancato dialogo tra chi ospita e chi produce. Il motivo è da ricercare nell’alto costo dei prestiti di mostre e nella bassa disponibilità economica dei musei: i budget museali non superano in media i 50 mila dollari e il costo di una mostra spesso è quasi il doppio.

Nonostante ciò si è constatato che i musei, soprattutto quelli di più piccole dimensioni, sanno essere sorprendentemente flessibili nell’aumentare il proprio budget quando si tratta di ospitare mostre ad alto potenziale. In questo caso sono da fare due considerazioni: le mostre itineranti a livello internazionale portano maggiore visibilità e quindi un maggiore introito ai musei ospitanti; i musei di dimensioni minori possono essere “targettizzati” dai produttori di mostre per strutturare esposizioni più piccole ma ben curate.

Un’altra curiosità interessante che si evince dal Report è che più della metà delle istituzioni culturali si attiva per ospitare mostre, con una prevalenza delle istituzioni americane su quelle europee e che sia l’Italia uno dei paesi ad aver dimostrato il più alto livello di partecipazione nella ricerca. Diverse possono essere le conclusioni che si possono trarre da questi dati: le istituzioni culturali americane hanno un sistema burocratico che le agevola nello scambio di opere d’arte e mostre; i musei europei preferiscono valorizzare la propria collezione permanente o non possono permettersi di ospitare mostre per questioni di spazio e di costi. Certo è che le istituzioni culturali italiane hanno dimostrato un forte interesse a questo progetto e che hanno voluto portare il loro contributo per creare un’indagine che avrebbe fruttato anche a loro, al fine di potersi interfacciare con il panorama artistico mondiale.

Ne conviene quindi che, se l’intero sistema fosse aggiornato costantemente, potrebbe funzionare con più efficacia e dinamismo, in quanto la comunicazione è agevolata da una migliore informazione. Con il Vastari Report si potrebbe iniziare a parlare di un vero “assestamento” e dialogo interno all’industria museale.

vastari-piattaforma-musei

Francesca Polo, nella foto al centro con gli occhiali, con parte del team Vastari.

“Lo studio sarà regolarmente aggiornato con nuovi dati e nuove sezioni. Il nostro obiettivo è dare consapevolezza del legame tra i fattori curatoriali, finanziari e operativi a tutti quelli che sono i protagonisti del mondo dell’arte e in particolare alle istituzioni, per essere più strategiche nella pianificazione di una mostra”, assicura Francesca Polo, milanese, direttore operativo di Vastari e una delle co-fondatrici della piattaforma.

Il Report è accessibile sulla piattaforma di Vastari a pagamento per i privati, oppure per i musei in cambio della partecipazione al questionario. “Vogliamo pubblicare un focus su Italia, Stati Uniti e Gran Bretagna perché sono stati i paesi più attivi nel rispondere”, aggiunge Francesca Polo “e poi prevediamo anche un supplemento sull’uso dei social media, sugli aspetti economici legati alla produzione delle mostre e uno speciale sulla Cina, per cui siamo già in fase di raccolta dati”.

bussola-punto-fine-articolo

* Marta Colangelo (Genova, 1993) è laureata in Conservazione dei Beni Culturali e diplomata al Master in Economia e Management dell’Arte e dei Beni Culturali presso la Business School de Il Sole 24 Ore di Milano. Dopo aver svolto uno stage in Streamcolors, studio d’arte digitale di Milano, ha vinto una borsa di studio presso l’Università degli Studi di Genova per intraprendere un percorso formativo come ricercatrice in Vastari. Oggi è rappresentante per l’Italia di questa istituzione.
Francesca Polo (Milano,1988) ha conseguito il diploma al Master in Storia dell’Arte, Critica e Conservazione presso il Courtauld Institute of Art di Londra, specializzandosi in stampa moderna. In seguito ha acquisito competenze in economia e gestione museale in Italia e in Inghilterra presso istituzioni quali Christie’s e il British Museum. Oggi è cofondatrice e direttore operativo di Vastari e fornisce servizi di consulenza per il Sotheby’s Institute of Art di Londra, dando lezioni in “Risorse on-line per musei e collezionisti” (Foto Vastari)

A PROPOSITO

I numeri del Vastari Report

vastari-piattaforma-musei

  • 8.000 le istituzioni culturali che fanno parte del network della piattaforma Vastari
  • 500 i musei provenienti da paesi europei, americani e asiatici che hanno preso parte alla ricerca. Di questi:
    • 311 sono musei d’arte
    • 189 i musei di scienze
  • 65% dei musei ospita mostre itineranti, ma la domanda di esposizioni continua a superare l’offerta in varie aree tematiche
  • 100.000 dollari e più il costo della maggior parte delle mostre in circolazione
  • 50.000 dollari (e anche meno) il budget medio per ciascuna mostra da parte della maggior parte delle istituzioni