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Caro Giannella,
mancano due mesi alla Prima Giornata Nazionale dei Piccoli Musei d’Italia, e sono già 110 i piccoli musei (incluso il MAIO, Museo dell’arte in ostaggio, di Cassina de’ Pecchi, Ndr) che hanno deciso di aderire a questa nuova iniziativa dell’Associazione Nazionale (www.piccolimusei.com).
Gli obiettivi della giornata sono quelli di fare conoscere il vero volto dei piccoli musei, la loro importanza, il loro ruolo, e le loro specificità. Contemporaneamente gli obiettivi sono anche quelli di attirare l’attenzione delle istituzioni, dei residenti, e anche di avere nuovi visitatori. I piccoli musei sono il tessuto identitario del nostro Paese, sono luoghi vivi nei quali si conserva, tutela e promuove la storia e la cultura dei luoghi. Sempre più spesso i piccoli musei sono anche luoghi di incontro e accoglienza, oltre che di divulgazione e di ricerca. Gran parte dei piccoli musei oggi ha raccolto la sfida dell’innovazione e della creatività (nella gestione, nella didattica, nella comunicazione, nelle modalità espositive…).
La giornata nazionale si caratterizzerà non solo per le “porte aperte” e l’ingresso gratuito, ma soprattutto per un gesto di accoglienza, un dono che sia in grado di esprimere la cultura del museo e la sua identità. Un dono, non un gadget, un dono come può essere una piccola busta con qualche seme di fiori o di piante antiche del territorio, un evento particolare, una pubblicazione…, un racconto, un gesto che materializzi e spieghi la passione che ha dato vita a al museo, e che ne permette l’apertura nonostante le difficoltà.
Il dono vuole indicare che nei piccoli musei la prima risorsa sono le persone, chi ci lavora, chi cura le collezioni, chi ha aperto il museo, chi lo visita, i residenti che si identificano con il museo o che collaborano…
In queste settimane si stanno svolgendo in diverse Regioni le conferenze di preparazione alla Giornata Nazionale, un modo per ritrovarsi tra gestori di Piccoli Musei e confrontarsi anche sulle tesi dell’Associazione Nazionale che da tempo chiede norme specifiche per i piccoli musei. Dopo la Toscana e l’Emilia Romagna, che hanno già preparato la Conferenza regionale, sono in programma incontri in Veneto, Piemonte, Friuli e Marche.
Partner dell’iniziativa è Invasioni Digitali (www.invasionidigitali.it), un progetto che musei e visitatori conoscono, che promuove e “invade” centinaia di siti culturali dal 2013, e che ci aiuterà a far conoscere l’importanza dei Piccoli Musei, ai quali tu stesso (con Giannella Channel) dedichi giusta e affettuosa attenzione (link).
In occasione della conferenza tenuta a Montelupo Fiorentino, il Sindaco, nel salutare i partecipanti, ha detto che i piccoli musei permettono a chi visita il nostro Paese di poter camminare nella bellezza. Queste parole racchiudono l’orgoglio dei piccoli musei e al tempo stesso un invito a visitarli.
*A PROPOSITO/ UN GIOIELLO DI S.AGATA FELTRIA
Il nido creativo di Dall’Ara
è a due passi dal museo
teatro più antico d’Italia
La cabina di regia dell’Associazione dei Piccoli Musei si trova a due passi dal teatro più antico d’Italia, ristrutturato di recente e scelto da Vittorio Gassman per la sua particolare espansione del suono, definito “La Scala della Romagna”: il Museo teatro “Angelo Mariani” in piazza Garibaldi, 47866 Sant’Agata Feltria (Rimini).
La sua caratteristica è quella di essere completamente in legno, dalla cavea alle colonne portanti al palcoscenico. Visitarlo è un obbligo per la bellezza e la grazia di questo antico e piccolo spazio nato all’inizio del XVII secolo.
Nell’anno 1605 Orazio Fregoso, signore di Sant’Agata, fece costruire sulla piazza il Palazzone o Palazzo della Ragione, nei cui piani superiori si sta allestendo il Museo archeologico. Il Teatro fu ricavato pochi anni più tardi, composto solo da platea e palcoscenico. Fu nel 1743 che ebbe inizio l’edificazione dei primi due ordini di palchi a opera della Società Condomini (famiglie nobili e benestanti del paese) che fu completata nel 1753 da mastro Giovanni Vannucci con la realizzazione del terzo ordine.
L’ingresso fu ricavato eliminando il quarto palco del primo ordine, per cui l’accesso al teatro avviene lateralmente al palcoscenico, cosa che lo differenzia dalla maggior parte dei teatri. Le balconate del secondo e terzo ordine sono decorate con tempera e raffigurano drappi e trine.
Sul proscenio vi sono invece medaglioni dipinti ad olio raffiguranti artisti illustri: Mariani, Monti, Goldoni, Alfieri e Metastasio. Agli angoli del bellissimo soffitto anch’esso magnificamente decorato, altri quattro medaglioni, con personaggi della storia locale: Uguccione della Faggiola, Ottaviano Fregoso, Ranieri e Agatone De Maschi. Degno di nota il sipario che rappresenta Sant’Agata Feltria, dipinto da un grande paesaggiste-scenografo ottocentesco, il faentino Romolo Liverani.
Di alto livello l’attività musicale e teatrale del Mariani, grazie alla guida dell’Accademia Filarmonica, una società musicale nata nel 1838. Nel 1841 chiamò l’appena ventenne maestro Angelo Mariani di Ravenna, che divenne poi uno dei più importanti direttori d’orchestra e a cui il teatro è intitolato.
Furono gli anni venti del ‘900 a rappresentare il maggior fulgore con la rappresentazione del Rigoletto di Giuseppe Verdi; protagonista l’orchestra del Teatro La Scala di Milano.
Nel 1986, la Società Condomini ha ceduto la proprietà del teatro al Comune che tuttora lo gestisce, in collaborazione con il Comitato Beni Storici e Culturali di Sant’Agata Feltria.
Da ricordare le registrazioni per la RAI della Divina Commedia, lette dal grande Vittorio Gassman (Gassman legge Dante) che nel ’92 rimase in paese per un lungo periodo e che favorì l’avvio dei restauri, finiti nel 2002, che hanno restituito al Mariani la bellezza di un tempo.
Sito del museo: www.teatromariani.it. Il museo Teatro Mariani fa parte del Tour dei piccoli musei sorridenti, la cui mappa (insieme a quella dei piccoli musei golosi) si trova qui.
FOTO GALLERY
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