Illustri signori giurati del Premio Nobel per la pace,

avrete certamente sentito parlare di Riace, questo comune costiero di 1.820 abitanti in Calabria, nell’Italia del Sud, che salì agli onori della cronaca per il ritrovamento, nel 1972, di due statue bronzee di epoca greca, oggi noti come i Bronzi di Riace e successivamente per il tentativo di questa comunità felice di realizzare un modello di ospitalità dei migranti conosciuto e studiato in tutt’Europa. Su questo modello e sul suo motore principale, il sindaco Domenico Lucano (ieri, 2 ottobre 2018, costretto agli arresti domiciliari per la disobbedienza civile con cui ha portato avanti questo progetto di inclusione dei migranti: alla fine di questo testo tre commenti di autorevoli opinionisti apparsi oggi su tre principali quotidiani italiani), vi mando questo articolo pubblicato sul quotidiano della Confindustria italiana, Il Sole 24 Ore, ricordandovi quanto ha dichiarato il regista tedesco Wim Wenders presentando un suo film (Il volo) girato proprio a Riace: “In Calabria cadono muri ancora più importanti di quello abbattuto nel 1989 a Berlino”.

Per questo oggi 3 ottobre 2018 (che è la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione: un modo per ricordare i 365 profughi morti in mare il 3 ottobre del 2013) vi chiedo di prendere in considerazione la proposta, che certamente sarà appoggiata da autorevoli istituzioni e personalità italiane, di assegnare alla comunità di Riace, composta dai locali e da rappresentanti di venti etnie diverse, il prossimo premio Nobel per la pace.

Una stretta di mano con stima, Salvatore Giannella

Testo di Donata Marrazzo / Il Sole 24h

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Riace, comune di 1.820 abitanti della provincia di Reggio Calabria, è assurto agli onori della cronaca per il ritrovamento, nel 1972, di due statue bronzee di epoca greca, oggi noti come i Bronzi di Riace.

A Riace tutto arriva nel mare. I pirati turchi nell’antichità, i due guerrieri nudi modellati da Fidia o da maestri della sua bottega – quei sensazionali Bronzi rinvenuti sui fondali da un sub a otto metri di profondità – e un veliero carico di curdi, che nel 1998 ha trasformato uno sbarco di profughi in un’opportunità. Era estate, le quattro del mattino, e la costa ionica calabrese non sarebbe stata più la stessa: l’immigrazione di quegli 800 uomini (e donne e bambini), provenienti da Afghanistan e Iraq, ha risvegliato un borgo fantasma. Che oggi, anno 2016, è un esempio di accoglienza. Domenico Lucano allora era a capo dell’associazione Città Futura, dedicata a don Giuseppe Puglisi, ma già elaborava nuove forme di convivenza. Oggi, che è sindaco di Riace da tre mandati, è per il Fortune Magazine uno dei 50 leader più influenti del mondo. Prima di Melinda Gates (moglie di Bill), dopo Angela Merkel, Aung San Suu Kyu, Papa Francesco e Christine Lagarde.

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Domenico Lucano, sindaco di Riace.

Mimmo Lucano, il sindaco visionario

A lui interessa poco. Non è snobismo o falsa modestia, ma il suo modo per restare visionario: “Non ne sapevo nulla e mi chiedo come abbiano fatto i giornalisti della rivista americana a scoprire questa estrema periferia del mondo”, afferma concitato (come sempre), mentre scende alla marina dal centro storico. Domenico Lucano, 59 anni, ex maestro di scuola, “ha realizzato un modello di ospitalità studiato in tutta Europa”, si legge nel profilo dei World’s 50 Greatest Leaders. Un programma di integrazione sostenibile che ha rivitalizzato l’economia e il tessuto sociale di un borgo destinato a svuotarsi.

“Riace, una comunità felice”

Non ci sono ricette, misure, programmi definiti. Non so nemmeno se quello che ho fatto è replicabile altrove. Forse è tutto una casualità, un’avventura umana di cui all’inizio non conoscevo i rischi e nemmeno i limiti. È stata l’occasione che mi ha guidato

Mimmo, detto “u curdu”, però va fiero dei risultati:

La mia è una comunità felice, perché l’inclusione conviene a tutti. Ne godono i residenti, qui riaprono scuole e ristoranti. La natalità supera la mortalità. Ne gioiscono i rifugiati che trovano case e botteghe. Tessono, ricamano, lavorano il vetro, il legno, il cioccolato. Così è rinato il centro storico. E io sono felice di sentirmi utile: non voglio poltrone, ma solo fare il bene della mia gente.
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Dal 2004 ad oggi, Riace è stato al centro di politiche di accoglienza degli immigrati. Sono circa 150 gli immigrati accolti dalla popolazione locale, che supportati da politiche sociali sono stati inseriti nel mondo del lavoro, contribuendo allo sviluppo dell’economia del borgo.

Il volo di Wenders, da Scilla a Riace

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Il regista e produttore Wim Wenders (Düsseldorf, 1945).

Che Mimmo Lucano avesse stoffa, se ne era accorto anche Wim Wenders. Il regista tedesco avrebbe dovuto girare le riprese del suo cortometraggio in 3D “Il volo” a Scilla. Storie di rifugiati, di una Locride ospitale, di un altro Sud. Voleva simulare uno sbarco sulle coste e aveva bisogno di reclutare naufraghi. Il sindaco di Riace si mette a sua disposizione, lo porta nel suo borgo, a otto chilometri dal mare. Gli presenta Ramadullah, il bambino afghano di otto anni che durante la fuga dal suo paese ha perso tutta la famiglia. Ha tanto da raccontare, però non è disposto a spostarsi ogni giorno a Scilla per fare il cinema. Così Wenders si trasferisce con la troupe a Riace. Ben Gazzara nella prima parte del docufilm è Mimmo Lucano. Nella seconda, il regista tedesco intervista il sindaco in persona. Presentando il suo lavoro a Berlino, Wenders ha dichiarato che “in Calabria cadono muri ancora più importanti di quello abbattuto 27 anni fa in Germania”.

La nuova Locride, tra accoglienza e turismo solidale

L’esperienza di Riace è contagiosa: Caulonia e Stignano aprono ai profughi le case disabitate. Offrono assistenza sanitaria e legale. Tutt’intorno si allarga la Rete dei comuni solidali. Diverse associazioni lavorano per l’integrazione: a sud di Lampedusa, Il Girasole, Real Riace e Riace Accoglie. Più di 6.000 i rifugiati accolti negli anni nel paesino dell’alta Locride, 400 quelli presenti in pianta stabile nel centro storico. Sono il 50% della popolazione locale. Il flusso è continuo: i progetti di solidarietà di Riace sono legati al Sistema di protezione dei richiedenti asilo del ministero degli Interni. Sempre connessi alla rinascita del paese. Ed è boom di turismo solidale: i visitatori della costa ionica possono soggiornare nelle case recuperate del borgo, condividendo parte della proprie giornate con gli abitanti del luogo, compresi quelli di 20 etnie diverse.

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* Fonte: Il Sole 24 Ore è il quotidiano voce ufficiale della Confindustria italiana. Il suo sito on line è qui: ilsole24ore.com – Un aggiornamento positivo su questo borgo simbolo dell’accoglienza viene raccontato dalla stessa cronista del “Sole”, Donata Marrazzo, a questo link: Integrazione dei migranti: il modello Riace funziona. Lo dice la Prefettura

LE REAZIONI

Commenti di oggi, 3 ottobre 2018, sugli arresti domiciliari al sindaco di Riace Domenico Lucano:

Mimmo Lucano non è un falso buono. Non è Buzzi o Carminati, e neanche una onlus opaca. Sui migranti non ha guadagnato un centesimo e ad affermarlo è lo stesso giudice che lo ha costretto ai domiciliari. Il sindaco di Riace ci è finito per avere violato le leggi sull’immigrazione clandestina. Il suo modello di convivenza, studiato nel mondo, consiste nell’usare i soldi pubblici per dare lavoro ai migranti e ai locali, riattivando le botteghe cadute in disuso. L’esatto contrario dell’assistenzialismo piagnone e arraffone che giustamente infastidisce chi oggi esulta per il suo arresto…

Massimo Gramellini sul “Corriere della Sera”


Che dire di un ministro degli Interni che esulta per l’arresto di un suo avversario politico (Mimmo Lucano, per altro reo confesso di disobbedienza civile)? Non bisogna essere dei giganti del diritto, basta essere dei pesi medi del buon gusto per capire che quel ministro è ampiamente al di sotto della decenza. La folla plaudente che esulta a ogni sua scorrettezza, a ogni sua gomitata, a ogni sua minaccia, può anche diventare schiacciante maggioranza (è già accaduto, potrebbe accadere ancora). Ma a noi tocca, per quanto pochi, per quanto soccombenti, ripetere pari pari che la prepotenza, il dileggio, l’intimidazione costante, soprattutto quando si è al potere, tanto più se si è ministro di Polizia, sono una colpa gravissima…

Michele Serra su “la Repubblica”


L’accusa che ha portato all’arresto di Mimmo Lucano (favoreggiamento dell’immigrazione clandestina) è così pretestuosa che il gip ha smontato nella sua ordinanza circa mille pagine della richiesta di arresto, osservando «errori grossolani e inesattezze delle indagini…». La Camera tace, la piazza insorge. Sono con la piazza.

Vittorio Sgarbi su “Il Giornale”