Buone Notizie, amato inserto del Corriere della Sera, ha festeggiato una settimana fa il suo primo anno di vita con una serata di festa a Milano presso Unicredit Pavilion e le parole affiorate (“un’iniziativa editoriale originale e preziosa, per una sfida giornalistica controcorrente”, messaggio del capo dello Stato Sergio Mattarella; “le buone notizie sono contagiose”, Urbano Cairo, presidente di Rcs e di Cairo Communication; “Facciamo parte di una comunità di cui essere orgogliosi”, Luciano Fontana, direttore del Corriere) mi hanno fatto riprendere in mano un libro edito da Sperling & Kupfer che campeggia tenacemente sul mio comodino dall’estate scorsa, da quando è uscito: “Meno male”, 190 preziose pagine in cui l’autore, il pluripremiato editorialista del Corriere Giangiacomo Schiavi, ha voluto raccogliere tante e coinvolgenti storie di piccoli eroi che trasformano il mondo, di esempi imitabili, di uomini e donne straordinari nella loro normalità, civismo e umanità. Sono temi che, come ben sanno i lettori di Giannella Channel, mi stanno particolarmente a cuore e che mi videro, proprio con Giangiacomo, percorrere i primi passi dell’avventura editoriale avviata nel 2012 nell’elegante Sala Albertini tradizionalmente dedicata alle riunioni di redazione.
Schiavi lo ricorda nel capitolo “Ribaltare l’informazione tradizionale”: “Il primo blog dedicato alle buone notizie è apparso sul sito del Corriere della Sera nell’autunno del 2012. Il blog è in formato multi-autore, aperto ai contributi di tutti. L’unico compenso è la gratitudine: ogni testo scritto è un atto di volontariato. Luca Mattiucci e Marco Gasperetti si attivano per alimentarlo ogni giorno. Salvatore Giannella, ex direttore dell’Europeo e di Airone, reinterpreta il fatto della settimana con un’illustrazione che ricorda le copertine della Domenica del Corriere”. Le illustrazioni erano firmate da mio figlio Giacomo, artista digitale creatore dell’impresa culturale Streamcolors.
Un segnale che innesca un effetto contagio nella stampa e nella Tv, che scopre il lato positivo dell’informazione e che sfocia nel supplemento settimanale del Corriere “Buone Notizie”, uscito il 18 settembre 2017, un giornale nel giornale progettato e diretto dalla cronista Elisabetta Soglio, voluto dal direttore Fontana (dal giorno del suo insediamento tiene sulla sua scrivania la foto dei milanesi che hanno ripulito i muri della città dopo i vandalismi anti Expo del maggio 2015) e dal nuovo editore Urbano Cairo convinto che “al di là del tornaconto e al netto dell’investimento, il valore più alto è quello della reputazione”.
Le diverse sezioni del libro di Schiavi sono scandite da commenti d’autore. Merita lettura e rilettura la chiarificatrice prefazione di Susanna Tamaro:
Il capitolo della generosità è introdotto dalle parole di Ermanno Olmi, tra le ultime scritte prima che il suo cuore si fermasse per sempre:
La psicologa Lella Ravasi apre le pagine della medicina: “Non si rimuove il dolore, ma si trovano le parole empatiche, i gesti empatici, il sorriso, la grazia, quando niente più è grazia”. La poetessa Vivian Lamarque quelle dei sognatori: “Ovunque io sia, se incontro un formicaio, non mi lascio sfuggire lo spettacolo…nelle spallucce lievi delle formiche vedo riflesse quelle di migliaia di piccole donne trasportatrici del mondo intero”. Il sondaggista Nando Pagnoncelli, il coraggio: “Oggi solo la scuola è ritenuta dagli italiani, 58%, un soggetto che si prodiga per stimolare il senso civico dei cittadini. Non lo sono i mass media, la politica e la classe dirigente”. L’architetto Renzo Piano, rinascite: “I giovani sono bravi e, se non lo sono, lo diventano per una semplice ragione: siamo tutti nani sulle spalle di un gigante. Il gigante è la nostra cultura umanistica, la nostra capacità di inventare, di cogliere i chiaroscuri, di affrontare i problemi in maniera inedita. Servono esempi. Basta una goccia lasciata cadere con amore e passione per dare fiducia e speranza”. Lo psicoterapeuta e scrittore Fulvio Scaparro introduce le storie che evocano responsabilità e manutenzione con due citazioni di giganti: “Sant’Ambrogio disse: «Voi pensate: i tempi sono cattivi, i tempi sono pesanti, i tempi sono difficili. Vivete bene e muterete i tempi». Molti secoli dopo gli ha fatto eco dall’Oriente il Mahatma Gandhi: «Dobbiamo essere noi stessi il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo»”. La giornalista e scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti rievoca l’esperienza del Camper del Corriere in giro nelle periferie milanesi nel 2006:
Chiude il mosaico dei commenti d’autore un brano del sottoscritto che riproduco per intero nel testo a seguire.
Fotogallery
Ogni sezione, un commento d’autore
A PROPOSITO
Inventare il futuro: quei “lampadieri” che indicano la strada
testo di Salvatore Giannella nel libro Meno male
I lampadieri sono qualcuno di noi. “Camminando innanzi tengono la pertica rivolta all’indietro, appoggiata sulla spalla, con il lume in cima”. Nel buio del presente quelle parole di Tom Benetollo, storico direttore dell’Arci, sono più attuali che mai.
Il lampadiere vede poco davanti a sé, ma consente ai viaggiatori di camminare più sicuri. Qualcuno ci prova. Non per eroismo o narcisismo, ma per sentirsi dalla parte buona della vita.
È un’immagine che ritrovo nelle parole di Enzo Biagi dedicate a Giovanni Paolo II: “Questo pontefice ha sempre affrontato il pericolo con la serenità di chi sa che, anche quando il fango sale, bisogna essere pietra, per segnare la strada giusta”. Da antenna sensibile puntata sull’Italia che cambiava, e non sempre in meglio, Biagi aveva intuito che stava cambiando qualcosa anche per noi giornalisti. Con il suo “parlato serie e semplice” lui voleva aiutare a individuare la strada di uscita da una crisi crescente: una crisi che non era, e non è, solo di natura economica, e che non risparmiava e non risparmia l’editoria.
Mi disse, quando lo intervistavo per la rubrica settimanale su Oggi, interviste poi confluite nel libro da me curato Consigli per un Paese normale, Rizzoli, 2010):
Nasceva da qui un filone narrativo che combinava l’attualità con la ricerca di storie e valori guida: valori come l’onestà, la coerenza, la libertà, il coraggio, la solidarietà.
Nasceva da qui l’ostinata ricerca di “eroi comuni” e di storie di un Paese normale, di uomini e donne esemplari che non si arrendono, di quell’Italia lontana dal potere, di quei piccoli grandi uomini che agli osservatori superficiali possono sembrare uomini qualsiasi e che sono invece la base della società, le colonne portanti della cattedrale della civiltà.
In questo periodo storico più che a Georges Bernanos (“Nel bene non c’è romanzo”) bisogna tendere l’orecchio al messaggio di Italo Calvino, alla sua elevata etica laica, come affiora nelle Città invisibili:
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