Ancora altri morti sul lavoro. Si muore nelle campagne, nell’edilizia, nell’industria. Con Silvio Bizzanelli, operaio rimasto folgorato a Domaso (Como) venerdì 13 agosto 2021, sono 539, da inizio anno, le persone che hanno perso la vita per infortuni sul lavoro. Tre vittime al giorno nei primi 6 mesi del 2021 per Inail, oltre 4 per l’Osservatorio indipendente di Bologna. Partiamo dall’istituto pubblico che assicura i lavoratori: dal 1° gennaio al 30 giugno ha registrato 539 denunce di infortunio con esito mortale. Nella mappa a seguire ho ricostruito, regione per regione, la parziale Spoon River dei caduti da non dimenticare ricavata da un’indagine sui casi affiorati nei giornali dalle Alpi alla Sardegna. L’Osservatorio indipendente di Bologna, che conta le vittime basandosi su fonti aperte come la stampa, ha contato 864 morti complessivi per infortuni sul lavoro: 439 sui luoghi di lavoro, i rimanenti sulle strade e in itinere e quelli morti per Covid e in particolare 88 medici e 80 gli infermieri (il contagio dei sanitari è automaticamente considerato infortunio sul lavoro). La classifica per settori vede al primo posto l’agricoltura con oltre il 30% dei morti sul lavoro, seguita da edilizia, autotrasporto e industria.

S’indigna il capo dello Stato, Sergio Mattarella, nel 65mo della strage di Marcinelle: “Serve più sicurezza sul lavoro” (a lui avevo indirizzato una lettera aperta: Caro presidente Mattarella, di lavoro in Italia si continua a morire. La Svezia ci insegna come rendere il lavoro più sicuro). S’indigna il premier Mario Draghi: “Inaccettabile morire sul lavoro come Luana e Laila. Fare di più per la sicurezza”, nel saluto pre-feriale ai giornalisti a Palazzo Chigi. S’indigna il ministro del Lavoro Andrea Orlando, che con il ministro della Salute Roberto Speranza annuncia ai sindacati le prossime assunzioni di duemila ispettori del lavoro grazie alle risorse del Recovery. Lancia l’allarme il segretario della Cgil, Maurizio Landini: “Serve un piano nazionale di salute e sicurezza sul lavoro. Abbiamo chiesto al governo di attivare subito un tavolo di confronto e (ri)proposto la patente a punti per le imprese: chi non rispetta le norme, non può partecipare alle gare. E resta ferma in Senato. mi aggiorna il senatore Primo Di Nicola (firmò come direttore responsabile il numero speciale dell’Unità uscito a maggio 2020 con un mio appello al capo del governo che ripropongo nei suoi passi centrali e attuali) la proposta del M5S di istituire la Procura nazionale per i reati su igiene e sicurezza sul lavoro.

Salvatore Grimaldi

L’imprenditore italo-svedese Salvatore Grimaldi (bici, è titolare dei marchi storici Bianchi e Legnano; ed Eatatly Stoccolma, in società con Oscar Farinetti.

L’emergenza intollerabile delle morti sul lavoro mi ha sempre colpito portandomi addirittura a contattare anni fa (2007) l’Organizzazione mondiale del lavoro a Ginevra per chiedere quale fosse il Paese con il lavoro più sicuro e, avuta l’indicazione della Svezia, sono stato a lungo a Stoccolma per studiare quel metodo di sicurezza (raggiunto, per ironia della sorte, con l’aiuto dell’allora presidente della Confindustria giovani, il tarantino d’origine Salvatore Grimaldi, imprenditore italo-svedese della bicicletta, titolare dei marchi storici Bianchi e Legnano e contitolare con Oscar Farinetti di Eataly a Stoccolma). Il risultato di quel viaggio-inchiesta lo pubblicai nel libro Voglia di cambiare, sottotitolo: “Seguiamo l’esempio degli altri Paesi europei” (Ed. Chiarelettere, 2008) e da allora molte delle soluzioni indicate in quel libro sono state felicemente adottate nei vari settori della società italiana. Sul lavoro sicuro in Italia, invece, purtroppo poco o niente a oggi è stato fatto. Come impietosamente denunciano le statistiche e questo elenco parziale ricavato dalle cronache quotidiane.

La Spoon River 2021, regione per regione

  • PIEMONTE: Claudio Lupano, 63 anni, Castelletto Merli (Al); Claudio Giovannino, 51 anni, Quassolo (To); Luigi Bonino, 72 anni, Serravalle Langhe (Cn); Piero Dubois, 41 anni, Ormea (Cn): Giuseppe Cerminara, 44 anni, Predoss (Al); Stefano Marola, 51 anni, Borgosesia (Biella); ; Adl Belakhdim, 37 anni, Biandrate (No); Gerardo Lovisi, 45 anni, Cossano Belbo (Cn); Gianni Messa, 58 anni, Cossano Belbo (Cn); Fiorenzo Canonico, 60 anni, Caluso (To); Flamur Alsela, 50 anni, Alessandria; Pierluigi Saporiti, 55 anni, Vinovo (To); Sergio Bellezza Oddon, 52 anni, Bibiana (To); Carmelo Sanfilippo, 69 anni, Spineto Scrivia (Al); Roberto Laudani, 39 anni, Castelletto Cervo (Bi); Guglielmo Trucco, 61 anni, Fossano (Cn); Fredy Pluas, 58 anni, Terzo (Al); ; Massimiliano Ferrero, 56 anni, Pinerolo (To); Rino Riceli, 45 anni, Pinerolo (To); Thiaw Chelikh, 36 anni, Moiola (Cn); Diego Marengo, 66 anni, Monforte d’Alba (Cn); Silvano Risso, 50 anni, Castagnole Monferrato (At).
  • VALLE D’AOSTA Giuseppe D’Agostino, 44 anni, Pré-Saint-Didier (Ao)
  • LIGURIA Maurizio Superchi, 66 anni, Tovo San Giacomo (Sv)
  • LOMBARDIA Simone Valli, 18 anni, Teglio (So); Enrico Pantoni, 65 anni, Milano; Gian Pietro Rota, 68 anni, Peschiera Borromeo (Mi); Roberto Bigini, 60 anni, Sarezzo (Bs); Alzza Dungca, 35 anni, Milano; Goumin Zhou, 57 anni, Olevano (Pv); Angelo Razzitti, 64 anni, Bessimo di Darfo (Bs); Mehdi Bagri, 49 anni, Nave (Bs); Bruno Bardi, 59 anni, Leffe (Bg); Vasile Necoara, 55 anni, Torbole Casaglia (Bs)¸ Alessandei Brigo, 50 anni, Villanterio (Pv)¸ Andrea Lusini, 51 anni, Villanetrio (Pv)¸ Sergio Persico, 53 anni, Spirano (Bg)¸ Marco Oldrati, 52 anni, Tradate (Va)¸ Maurizio Gritti, 46 anni, Pagazzano (Bg)¸ Cristian Martinelli, 49 anni, Busto Arsizio (Va)¸ Alberto Turra, 38 anni, Torbole Casaglia (Bs); Luigi Colleoni, 63 anni, Manerba (Bs); Luigi Vallati, 46 anni, Rivolta d’Adda (Cr); Paolo Gianello, 49 anni, Rho (Mi); Pancrazio Morrone, 70 anni, Malgrate (Lc); Vittorio Franzoni, 52 anni, Villanuova sul Clisi (Bs); Innocente Ferrazzoli, 65 anni, Cigole (Bs); Diego Vono, 44 anni, Rezzano (Bs); Ivano Cozzaglio, 42 anni, Cornate d’Adda (Mb); Silvio Bizzanelli, 68 anni, folgorato mentre lavorava la vigna, Domaso (Como).
  • VENETO Davide Deboli, 47 anni, Nogarole Rocca (Vr); Simone Pacchiega, 28 anni, Caorle (Ve); Mirco Merotto, 45 anni, Farra di Soligo (Tv); Diop Aziz, 23 anni, Susegana (Tv); Stefano Marola, 51 anni, Borgosesia (Vc); Mattia Battistetti, 23 anni, Montebelluna (Tv); Dubrivoce Bosic, 58 anni, Vicenza; Davide Doradiotto, 45 anni, Concordia Sagittaria (Ve); Rosario Fidone, 63 anni, Vigonza (Pd); Issam Brina, 29 anni, Mezzaselva (Vi); Maurizio Erle, 47 anni, Lozzo (Pd); Loris Nadali, 61 anni, Buttapietra (Vr).
  • TRENTINO ALTO ADIGE Agron Sula, 60 anni, San Gemini (Tr); Sandro Casarotto, 64 anni, Brunico (Bz); Peter Schotzer, 43 anni, Meltina (Bz); Dietmar Unterhauser, 58 anni, Egna (Bz).
  • FRIULI VENEZIA GIULIA Luca Toniolo, 41 anni, Codroipo (Ud); Marco Celant, 38 anni, San Vito al Tagliamento (Pn); Nikolai Prekpalaj, 34 anni, Udine; Mohamed Hussein, 32 anni, Aquileia (Ud); Valter Diamante, 62 anni, Basiliano (Ud); Paolo Gaetani, 44 anni, Trieste; Roberto Sain, 59 anni, Fossalon di Grado (Go).
Laila El Harim, operaia Modena morta sul lavoro

Laila El Harim, 40 anni, morta sul lavoro a Camposanto (Modena). “Era stata addestrata su un impianto diverso”.

  • EMILIA-ROMAGNA Giuseppe Rallo, 47 anni, Bertinoro (FC); Salvatore Rabbito, 53 anni, Parma; Laila El Harim, 40 anni, Camposanto (Mo); Renato Fratti, 66 anni, Fiorano Modenese (Mo); Gianluca Fanchini, 49 anni, Sorbolo Mezzani (Pr); Hysa Bujar, 63 anni, Ravenna; Roberto Romiti, 57 anni, Reggiolo (Re); Donato Belli, 51 anni, Fiorenzuola d’Arda (Pc); Sergio Ceciliani, 60 anni, Fiorenzuola d’Arda (Pc); Maurizio Signoroni, 55 anni, Fiorenzuola d’Arda (Pc); Az Eddine Errahali, 40 anni, Fiorenzuola d’Arda (Pc); Bruno Bracchi, 67 anni, Fiorenzuola d’Arda (Pc); Simone Abeni, 39 anni, Fiorenzuola d’Arda (Pc); Hassan Seddiki, 51 anni, Fiorenzuola d’Arda (Pc); Stepan Mikaylu, 51 anni, Croara (Pc); Andrea Recchia, 37 anni, Sorbolo-Mezzani (Pr); Maurizio Massa, 50 anni, Camugnano (Bo); Giuseppe Fiore, 59 anni, Ferrara; Massimo Magnani, 61 anni, Carpi (Mo); Antonio Lamberti, 60 anni, Poiago di Carpineti (Re); Christian Vernocchi, 26 anni, Cervia (Ra); Demetrio P. Zanella, 50 anni, San Giacomo di Guastalla (Re).
  • TOSCANA Daniele Rebecchi, 54 anni, Carrara; Lorenzo Fino, 24 anni, Greve in Chianti (Fi); Federico Regoli, 43 ann, Castiglione della Pescaia (Gr); Amedeo Stefani, 51 anni, Lamporecchio (Pt); Marcello Baldini, 50 anni, Monsummano (Pt); Stefano Scatizzi, 55 anni, Montepiano (Prato); Pier Luigi Maffei, 66 anni, Stagno (Li); Jaballah Sabri, 23 anni, Montale (Pt) ; Salvatore Vetere, 51 anni, Montopoli in Val d’Arno (Pi); Romulo Sta Ana, 47 anni, Montecatini Terme (Pt); Luigi Viviani, 48 anni, Campomorgiano (Lu); Luana D’Orazio, 22 anni, Montemurlo (Po).
Luana D'Orazio, operaia Prato morta sul lavoro

Luana D’Orazio, morta a 22 anni perché risucchiata in una pressa mentre lavorava in un’azienda tessile di Montemurlo (Prato).

  • MARCHE Stefano Fioretti, 44 anni, Ancona; Carlo Bartolomei, 55 anni, Grottammare (Ap); Mario Miani, 56 anni, Grottammare (Ap); Ortenzio Bruni, 59 anni, Ascoli Piceno; Pasquale Barra, 55 anni, Jesi (An).
  • UMBRIA Antonio Palenga, 59 anni, Narni Scalo (Te); Elisabetta Innocenti, 52 anni, Gubbio (Pg); Samuel Cuffaro, 19 anni, Gubbio (Pg)
  • ABRUZZO Paolo Di Egidio, 46 anni, Poggio Morello Sant’Omero (Te); Antonio Cicchetti, 59 anni, Ortona dei Marsi (Aq); Giusepper Di Vittorio, 56 anni, Castiglione Messer Raimondo (Te); Mario Tracinà, 55 anni, Campomarino (Cb); Domenico Ciprietti, 60 anni, Campli (Te); Cristian Susanu, 42 anni, San Pio delle Camere (Aq); Dzevdet Uzeiri, 62 anni, San Pio delle Camere (Aq); Ovidiu Marius Florean Marginean, 57 anni, Paglieta (Ch).
  • LAZIO Biagio Iaria, 58 anni, Ostia (Roma); Roberto Grossi, 49 anni, Pomezia (Roima); Mario Prosperi, 545 anni, Pomezia (Roma); Piero Antonelli, 45 anni, Velletri (Roma); Carmine Calce, 32 anni, Sant’Elia Fiumerapido (Fr): Matteo Baldassarra, 25 anni, San Martino di Broccostella (Fr)
  • CAMPANIA Luigi Pomposelli, 28 anni, Lacedonia (Av); Emanuele Melillo, 33 anni, Capri; Ciro Cammarota, 50 anni, Napoli; Rocco Scalesi, 64 anni, Montecorvino Pugliano (Sa); Alfredo Petrina, 60 anni, Contursi (Sa); Roberto Campo, 50 anni, Contursi (Sa); Antonio Mogavero, 47 anni, Tufo (Av); Matteo Leone, 34 anni, Salerno; Salvatore Brancaccio, 41 anni, Napoli; Vincenzo Mirabella, 66 anni, San Valentino Torio (Sa); Enrico De Waure, 63 anni, Napoli; Biagio Mormile, 56 anni, Carinaro (Ca); Gerardo Gramaglia, 54 anni, Napoli; Carlo D’Angelo, 64 anni, Marcianise (Ce); Salvatore Di Ruggiero, 47 anni, Frattamaggiore (Na); Salvatore Sasso, 36 anni, Bellizzi (Sa); Cosma Luongo, 62 anni, Marina di Casal Velino (Sa); Giovanni Ferrante, 51 anni, Secondigliano (Na); Rocco Palmieri, 55 anni, Mondragone (Ce); ; Antonio Ceres, 65 anni, Siano (Sa) ; Abdel Ghani El Honaddà, 43 anni, Eboli (Sa); Alfonso Cassese, 4 anni, Pietramelara (Ce).
  • PUGLIA Alessandro Rosciano, 47 anni, San Giovanni Rotondo (FG); Stefano Mele, 62 anni, Bitonto (Ba); Matteo Candidi, 31 anni, Taranto; Camara Fantamadi, 27 anni, Tuturano (Br); Antonio Valente, 35 anni, Galatina (Le); Cotrino Rizzo, 59 anni, Latiano (Br); Stefano Zanni, 60 anni, Ortanova (Fg); Vito Di Lena, 50 anni, Laterza (Ta); Natalino Albano, 49 anni, Taranto; Luca Sedile, 30 anni, Collepasso (Le); Giuseppe D’Erasmo, 55 anni, Gravina di Puglia (Ba); Domenico Squicciarini, 60 anni, Castellaneta Marina (Ta); Franco Mastrovito, 48 anni, San Michele Salentino (Br); Ciro Meo, 61 anni, Grottaglie (Ta); Giorgio Sergio, 27 anni, Calimera (Le).
  • BASILICATA Michele Salvato, 56 anni, Potenza; Antonio Laterza, 46 anni, Francavilla in Sinni (Pz); Armando Rocco Mita, 49 anni, San Mauro Forte (Mt); Antonio Leone, 55 anni, Lame di Irsina (Mt); Antonio Cavallucci, 58 anni, Brienza (Pz).
  • CALABRIA Carmelo Visconti, 58 anni, Buonvicino (Cs); Maurizio Gaudio, 44 anni, Altomonte (Cs); Giuseppe Alcaro, 34 anni, Borgia (Cz); Gioacchino F. Gallo, 65 anni, Falerna (Cz); Domenico Careri, 59 anni, Francavilla Angitola (Vv); Stefano Godino, 39 anni, Tarsia (Cs); Michele Porcelli, 55 anni, Buonvicino (Cs); Antonio Mendicino, 35 anni, Crotone; Francesco D’Alessandro, 72 anni, Limbadi (Vv); Giuseppe Laganà, 42 anni, Placanica (Rc); Antonio Mellea, 70 anni, Catanzaro; Emiliano Chianello, 33 anni, Paola (Cs); Francesco Stranges, 53 anni, Lamezia Terme (Cz); Antonio Bellissimo, 51 anni, Malicucco (Rc).
  • SICILIA Gaetano Rabbeni, 58 anni, Petralia Soprana (Pa); Vincenzo Ribaudo, 42 anni, Palermo; Antonio Varia, 49 anni, Palermo; Fabio Vaccarella, 52 anni, Siracusa; Sebastiano Presti, 45 anni, Avola (Sr); Agostino Ciaccio, 62 anni, Cianciana (Ag); Gaetano Puleo, 61 anni, Messina; Vito Gravina, 63 anni, Santa Croce Camerina (Rg); Antonino Pascale, 60 anni, Patti (Me).
  • SARDEGNA Marino Terrezza, 38 anni, Posada (Nu); Ignazio Sessini, 56 anni, Villacidro (Sud Sardegna); Franco Montisci, 55 anni, Orgosolo (Nu); Pier Giuseppe Sannia, 33 anni, Macomer (Nu); Umberto Collu, 61 anni, Gonnosfanadiga (Sud Sardegna); Lidio Piras, 51 anni, Alghero (Ss); Mario Sini, 66 anni, Funtana Buddia (Nu).

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REPRINT/1 MORTI SUL LAVORO, BRANI DEL MIO APPELLO DEL MAGGIO 2020

Signor premier, la politica

faccia il Suo dovere

Ogni otto ore in Italia una persona perde la vita lavorando. In 12 anni oltre 17 mila caduti. Da l’Unità un mio appello al capo del governo per fermare la strage silenziosa. Che vede inerte la politica

lettera aperta di Salvatore Giannella

Presidente Conte, Le rivolgo un appello a nome di 1.089 eredi di lavoratori rimasti uccisi in Italia non per il coronavirus ma in incidenti sul lavoro nel solo anno 2019. Ben 1.089 persone, stando ai dati ufficiali delle denunce presentate dall’Inail, l’istituto pubblico che assicura i lavoratori, che sono usciti di casa per andare a guadagnarsi da vivere e mai tornati in famiglia: troverà in questa pagina una dolorosa Spoon River di quei caduti, ricavata da un’indagine sui casi affiorati nei giornali dalle

Alpi alla Sardegna… In fabbrica, nei cantieri e nei campi da troppi anni si registra una strage silenziosa: in Italia oltre 17 mila caduti in 12 anni, ogni otto ore una persona perde la vita sul lavoro, ed è una strage che vede ferma la politica.

Quando succede ce la caviamo solo con l’ipocrita indignazione di facciata, dicendo che non sono numeri da Paese civile. Poi tutto torna nel dimenticatoio, mentre i lavoratori continuano a morire.

(Tommaso Nannicini, senatore del Pd e docente universitario di economia, che ha depositato a Palazzo Madama la richiesta, ferma nel limbo, di una commissione parlamentare d’inchiesta sulla sicurezza sul lavoro).

"Pane e libertà" - Pierfrancesco Favino nel ruolo del sindacalista Giuseppe Di Vittorio

Pierfrancesco Favino nel ruolo del sindacalista Giuseppe Di Vittorio nel film “Pane e libertà” del regista Alberto Negrin.

Lei, presidente Conte, viene dal Tavoliere foggiano e conosce la storia di Peppino Di Vittorio, rievocata magistralmente dal regista Alberto Negrini e dall’attore Pierfrancesco Favino in un film (Pane e libertà) ri-trasmesso il 1° maggio 2020 dalla Rai, in coincidenza con il concerto della Festa del lavoro. Ricordale prime immagini? Peppino ha sette anni quando scrive nel tema in classe che suo papà Michele lavora nei campi, “lontano dai pericoli, non come quelli che lavorano sulle impalcature in alto o vicino alle macchine”. E invece, nel giro di poco, egli diventa testimone straziato della morte violenta di due lavoratori nei campi: prima il padre Michele, poi il coetaneo Ambrogio, e trova in quel dolore la molla a diventare da grande il primo segretario della Cgil nel dopoguerra, membro dell’Assemblea Costituente e leader del sindacato mondiale a difesa dei diritti dei lavoratori: “Ambrogio, non ti dimenticherò mai! Nessuno dovrà più morire per un pezzo di pane”, grida Peppino all’indirizzo del carrettino che, trainato dai genitori, trasporta il corpicino martoriato del piccolo Ambrogio. Ecco, lì una morte funziona da miccia per una straordinaria vita a difesa dei diritti e della dignità dei lavoratori: la sequenza infinita di morti sul lavoro, ipocritamente definite “morti bianche”, invece non smuove la politica, incapace di trovare soluzioni per un lavoro più sicuro.

Anche la ministra del Lavoro e delle politiche sociali nel Suo governo, la siciliana Nunzia Catalfo, ha iniziato la sua carriera da ministro partendo dall’emergenza delle morti sul lavoro, con l’apertura di un tavolo di confronto tra governo, parti sociali e istituzioni competenti, per arrivare in tempi brevi a un intervento normativo articolato che, oltre a fare la manutenzione del testo unico sulla sicurezza, introduca nuovi strumenti e nuove regole, ma del tavolo si sono perse le tracce sicchè la politica è tornata ferma, anzi arretra come è avvenuto con i precedenti governi: mezzo miliardo in meno nell’ultimo triennio delle risorse per la prevenzione, tagli a tariffe Inail e ai risarcimenti, e soprattutto la “chimera” dell’unificazione dei servizi ispettivi da sempre distribuiti tra ministero, Inps, Inail e Asl: una riforma immaginata dal Jobs Act con la nascita a costo zero dell’Ispettorato nazionale del lavoro. Idea ineccepibile, miseramente naufragata, visto che mentre nel 2017 l’Inail poteva contare su 5.700 ispettori (numero comunque insufficiente), oggi si parla di meno di 5.000 addetti.

Anni fa avevo incontrato Enzo Biagi in un giorno in cui il tributo consueto di vite umane fu dovuto a una frana che seppellì vivi alle porte di Milano due carpentieri che lavoravano per costruire la fogna. Oggi che Biagi non c’è più, rileggo con emozione gli appunti presi durante quell’incontro in cui il grande vecchio del giornalismo si domandava sconcertato se erano concepibili più di un migliaio di funerali di Stato all’anno per i martiri del lavoro. “Ormai si va in molti cantieri italiani come si va in guerra”, sottolineava Biagi. Che fare? gli chiesi. Mi rispose:

Io mi limito a lanciare un appello al prossimo ministro del Lavoro: introduca la patente a punti per le imprese, sulla scia di quella introdotta per gli automobilisti e che ha favorito la riduzione degli incidenti stradali. Una patente a punti in questo settore a rischio dovrebbe penalizzare le aziende che non rispettano le regole e la sicurezza dei lavoratori, escludendole dagli appalti e addirittura arrivando a ritirare il permesso di lavoro in caso di ripetute irregolarità nel rispetto delle norme infortunistiche e previdenziali. E, ministro del Lavoro prossimo venturo, aumenti e faccia funzionare bene i controlli. Perché quando funziona il controllo finiscono il lavoro nero e gli infortuni…

Ho visto su Repubblica del 4 gennaio scorso che una bozza elaborata da Cgil-Cisl e Uil, allo studio del Suo governo per una possibile trasformazione in decreto, va proprio in questa direzione della designazione di un responsabile del servizio di prevenzione e della patente a punti: prevede decurtazioni e, a seguito della reiterazione di una o più violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, sospensioni e revoche nell’edilizia. Ma siamo ancora agli annunci. Invece vuole una prova degli effetti benefici dei controlli? Eccola: qualche tempo fa un sindacato, la Filca Cisl, ha avuto l’idea di un documento unico per facilitare il dialogo tra gli enti pubblici e quelli sociali. Un documento comprendente le certificazioni dell’Inps, dell’Inail e delle Casse Edili per attestare i versamenti effettuati da parte delle imprese sia in campo previdenziale sia fiscale. Un esperimento fatto in Umbria, per la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del 1997, ha dato risultati straordinari ed è la prova evidente dell’efficacia dei maggiori controlli. Il bilancio: le imprese del settore sono raddoppiate e non si è verificato nemmeno un incidente mortale nei circa 12 mila cantieri.

Caro presidente, ognuno per la sua professione, deve fare la sua parte per mitigare sino a eliminare la piaga odiosa dei morti sul e per il lavoro. Spero di aver contribuito, nel mio piccolo, con libri (Voglia di cambiare, Chiarelettere, 2007) e articoli da divulgatore. E continuerò a contribuire, segnalando quelle azioni virtuose che (specie nei paesi dell’Europa del Nord, Svezia su tutti con l’istituzione dell’ombudsman, mediatore tra imprenditore e lavoratori, riforma favorita dall’allora presidente della Confindustria giovani, il tarantino d’origine Salvatore Grimaldi) vanno nella direzione giusta. Quella che ogni infortunio mortale è evitabile. Bisogna lavorare su diversi aspetti affinché ciò avvenga: aspetti tecnici, ingegneristici, di manutenzione, ma anche aspetti umani, di formazione, di sensibilizzazione e, da parte dei colleghi giornalisti, di voglia di sconfiggere la pandemia mediatica che relega quelle morti a poche righe isolate, qua e là, invisibili.

La saluto ricorrendo ancora a Di Vittorio: nella parte finale del film, Favino-Di Vittorio, commosso, ricorda che

la vita di tanti lavoratori è fatta di sofferenza, ma so anche che la causa per dare loro dignità è talmente giusta che merita di essere servita, anche a costo di enormi sacrifici. E quando si ha questa consapevolezza, ognuno di noi può dire a sé stesso: «ho fatto il mio dovere, fino in fondo».

Ecco, caro presidente, migliaia di italiani rimasti dall’oggi al domani senza una colonna portante in famiglia si aspettano che Lei, dopo il grande impegno nell’emergenza Covid, faccia il suo dovere fino in fondo, insieme agli altri componenti del governo interessati alla materia, anche su questo fronte emergenziale. Perché non ci siano più piantate, in un anno, 1.089 croci nei cimiteri italiani.

Con stima

Salvatore Giannella

Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog che vuole essere una bussola verso nuovi orizzonti per il futuro, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”, “Operazione Salvataggio: gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre”, “Guida ai paesi dipinti di Lombardia”, “In viaggio con i maestri. Come 68 personaggi hanno guidato i grandi del nostro tempo” e, a quattro mani con Maria Rita Parsi, “Manifesto contro il potere distruttivo”, Chiarelettere, 2019), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato docu-film per il programma Rai “La storia siamo noi” (clicca qui per approfondire).

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