Si chiama “The Fashion Duel” la sfida internazionale al mondo dell’Alta moda che Greenpeace lancia insieme a una testimonial d’eccezione, Valeria Golino. Nel video diretto da Anna Negri, l’attrice che sfida le più grandi case di moda a prendere un impegno per proteggere le ultime foreste e non intossicare il Pianeta con sostanze tossiche.
Greenpeace, insieme a Valeria Golino, sfida il mondo della moda a ripulirsi. Obiettivo? Assicurare a ogni consumatore prodotti non contaminati da fenomeni come la deforestazione e l’inquinamento delle risorse idriche del nostro Pianeta.
La casa più virtuosa? Valentino
L’organizzazione non governativa ambientalista e pacifista fondata a Vancouver nel 1971, ha stilata anche una classifica dell’Alta moda più pulita, che vede in testa Valentino, e una petizione, che i cittadini possono firmare sul sito dell’iniziativa, con cui Greenpeace chiede alle case d’Alta moda un impegno ambientale. In 15 case della moda, italiane e francesi, si sono viste recapitare il “guanto” della sfida, simbolo della campagna di Greenpeace, e rigorosamente verde, insieme con un questionario di 25 domande su tre temi ambientali legati alla trasparenza delle filiere produttive e delle politiche ambientali.
In testa, Valentino Fashion Group, «l’unico brand a impegnarsi per raggiungere gli ambiziosi obiettivi deforestazione zero e scarichi zero nella propria produzione». Mentre, afferma Chiara Campione, responsabile del progetto The Fashion Duel di Greenpeace Italia,
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- Prada, un secolo portato bene. Storie di donne e di uomini che hanno disegnato il nostro stile nel mondo
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- Così io vedo il mondo nuovo. Firmato: Brunello Cucinelli. Internet e digitale stanno cambiando tutto: “Dobbiamo ridisegnare la mappa mondiale del lavoro. E l’Italia ha tantissime occasioni da giocarsi”.
- Nel segno di Ottavio Missoni riparte il cenacolo dei grandi vecchi senza padroni. Sapori, saperi e ricordi: al tavolo di un antico ristorante di Milano si sono ritrovati parte degli amici del grande stilista per fare rotolare parole riaffiorate dal pozzo della memoria anche dell’indimenticabile Tai. Il suo ricordo è pure rinnovato da una Rosa dei venti inaugurata all’Idroscalo di Milano nel giardino dei giochi dimenticati, Aulì Ulè
- Tiberi, il “Made in Italy” gioca la carta di Fabriano. Alla stazione bolognese per “viaggiatori di idee” approda il Maestro Cartaio di Fabriano che coniuga sapientemente tradizione e innovazione, artigianato e arte, creatività e sostenibilità. Un faro per l’Italia
- A Como il primo liceo dell’artigianato, dove i ragazzi imparano anche i mestieri. Oltre alla formazione liceale, la scuola “Oliver Twist” nella città lariana offre l’insegnamento delle arti della cucina e dell’accoglienza, dell’arredo ligneo e del tessile (con un articolo ritrovato su “Inventiamo la nuova scuola” che mi mandò Umberto Eco, NdR)
- Favini, la carta antica che profuma di economia circolare. A volte bisogna cambiare l’immaginario collettivo per orientare la produzione industriale in senso sostenibile. La storia della cartiera Favini di Rossano Veneto (280 anni di attività, oltre 150 milioni di euro di fatturato e 500 dipendenti) ne è un esempio concreto
- Il caffé etico nel mondo? Per il terzo anno parla in italiano e viene da Trieste. Porta la firma di Illy, tra le World’s Most Ethical Companies elencate dall’Istituto Ethisphere che ha premiato l’azienda per la sua attenzione nei confronti dei coltivatori
- In Sardegna le mani sapienti degli artigiani battono l’industria. Nell’isola dove soffrono il tessile, la petrolchimica e altri settori industriali, resistono i telai della tradizione e “il sapere della mano”
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- Hong Kong, Macao e Cina hanno aperto il ponte dell’unificazione e dei record. Che grazie a Gruppo Trevi parla anche italiano, anzi romagnolo
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