Un piccolo centro di 70 abitanti nel nord-ovest della Sardegna, ex borgo minerario, che da poche ore si è rianimato grazie all’arte e alle nuove tecnologie. Il 27 luglio è stato inaugurato, all’Argentiera, MAR – Miniera Argentiera, a 40 chilometri da Sassari, il primo museo minerario a cielo aperto in realtà aumentata: un progetto che rigenera e valorizza una ex area produttiva abbandonata e immersa nella natura, trasformandola in polo di attrazione per giovani e turisti e di sperimentazione per ricercatori, studenti e artisti.

MAR – Miniera Argentiera nasce da un’idea di LandWorks, associazione culturale che ha sviluppato l’intero progetto in collaborazione con l’organizzazione non profit Bepart, con il sostegno del Comune di Sassari e il contributo del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, del bando “culturability” promosso da Fondazione Unipolis e della Fondazione di Sardegna.

MAR Miniera Argentiera

Argentiera, a 40 chilometri da Sassari. (credit Alessandro Virdis / Artribune)

Una squadra vincente di architetti

LandWorks nasce nel 2011, siamo un’associazione culturale formata per la maggior parte di architetti che organizza workshop operativi in siti abbandonati della Sardegna, con l’obiettivo di generare progetti di valorizzazione permanente”, racconta ad Artribune Paola Serrittu, Project Manager di MAR – Miniera Argentiera. “Dopo diverse esperienze in altri siti minerari, nel 2015 arriviamo all’Argentiera, e ce ne innamoriamo. Ai nostri workshop – ai quali solitamente partecipano docenti e studenti di tutto il mondo – l’amministrazione e gli abitanti dell’Argentiera hanno risposto con grande entusiasmo, spingendoci così a sviluppare un progetto più strutturato e a lungo termine che rimanga alla comunità”, continua Serrittu. “Decidiamo di chiamare il progetto LandWorks Plus, con l’idea di utilizzare il paesaggio come un campo sperimentale, mantenendo così la vocazione produttiva del sito e di trasformarlo allo stesso tempo in luogo di produzione culturale”.

MAR Miniera Argentiera

Argentiera. (credit Alessia Canneddu / Artribune)

Hanno vinto un bando

La realizzazione del progetto è stata possibile grazie alla vittoria del bando “culturability” promosso da Fondazione Unipolis. Del programma di LandWorks Plus rientrava inoltre l’apertura di MAR – Miniera Argentiera, museo a cielo aperto esperibile grazie alla realtà aumentata realizzato con la collaborazione di Bepart, start up che promuove progetti artistici e creativi nelle città grazie alla realtà aumentata. “Il nostro obiettivo è trasformare l’Argentiera in un sito in cui artisti, studenti e ricercatori possano sperimentare l’arte, l’architettura e il paesaggio”, sottolinea Serrittu.

In occasione dell’inaugurazione del museo, sono stati sono stati coinvolti, attraverso una call nazionale, gli artisti e professionisti della creatività digitale Francesco Clerici, Adolfo Di Molfetta, Milena Tipaldo e Andrea Zucchetti. Lo scorso maggio, durante due settimane di residenza artistica all’Argentiera, gli artisti hanno avuto la possibilità di conoscere la storia del luogo di realizzare, grazie al coinvolgimento della comunità locale, quattro opere fisiche in paste up art e quattro opere di animazione digitale, che sono diventate parte integrante del percorso del MAR – Miniera Argentiera.

Milena Tipaldo, Mondi divisi, Strada per il mare

Milena Tipaldo, Mondi divisi, Strada per il mare. (credit Alessandro Virdis, Artribune)

Per visitare il museo e fruire le opere in realtà aumentata, è necessario con un tablet o uno smartphone consultare la mappa delle quattro installazioni posizionate lungo l’Argentiera e poi inquadrare su ciascun edificio il poster con l’app Bepart per vederlo animarsi e dare vita all’opera digitale. L’app Bepart è scaricabile gratuitamente da Apple Store e Google Play.

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MAR Miniera Argentiera

Argentiera, a 40 chilometri da Sassari. (credit Alessandro Virdis / Artribune)

MAR Miniera Argentiera

Argentiera. (credit Alessia Canneddu / Artribune)

Milena Tipaldo, Mondi divisi, Strada per il mare. (credit Alessandro Virdis, Artribune)

Francesco Clerici, Casa d’altri, Casa della Finanza. (credit Alessandro Virdis)

Andrea Zu, La mano, Pozzo Alda. (credit Alessandro Virdis)

Adolfo di Molfetta, Il cinema dei minatori, Cinema. (credit Alessandro Virdis)

Argentiera. (credit Andrea Maspero)

* Desirée Maida (Palermo, 1985) ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte nell’Università di Palermo. Appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi sulla pittura del Tardo Manierismo meridionale e sull’architettura medievale siciliana. Ha scritto per testate siciliane e di settore, collaborato con gallerie d’arte e curato mostre di artisti emergenti presso lo Spazio Cannatella di Palermo. Oggi fa parte dello staff di direzione di Artribune e cura per realtà private la comunicazione di progetti artistici e culturali. ** Artribune è una piattaforma di contenuti e servizi dedicata all’arte e alla cultura contemporanea, nata nel 2011 grazie all’esperienza decennale nel campo dell’editoria, del giornalismo e delle nuove tecnologie del suo staff diretto da Massimiliano Tonelli. Edita da Artribune srl, è la più ampia e diffusa redazione culturale del Paese (conta 250 collaboratori nel mondo) e il più seguito strumento d’informazione, aggiornamento e approfondimento in Italia sui temi dell’arte e della cultura.