Con queste frasi il sindaco Beppe Sala invita, con un video pubblicato sulla propria pagina Facebook, i milanesi e non solo a scoprire e vivere Milano anche durante l’estate, stagione dell’anno in cui solitamente, complice anche e soprattutto il caldo, la città si svuota. Per abbattere questo luogo comune, ecco che il sindaco Sala scende in campo in prima persona e consiglia ai suoi concittadini tre luoghi da visitare durante le prossime settimane. Quali sono? La Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, la Sala delle Asse al Castello Sforzesco e la Torre Branca progettata da Gio Ponti.
Qui di seguito propongo il primo capitolo dell’interessante libro che avevamo segnalato in un precedente post (“Le storie di Milano? Leggiamole sui muri”): il libro, come ricorderete, riguarda il rapporto con la città di 50 personaggi celebri di arte, scienza, sport, cultura, politica e storia (da Ho Chi Minh a Manzoni, da Verdi alla Callas, da Hemingway a Napoleone, a Petrarca e Einstein). Di quest’ultimo diamo il testo integrale, che apre il volume, sul soggiorno in Lombardia. Seguiranno Ho Chi Minh ed Hemingway.
Sempre di fretta e quindi restii ad alzare lo sguardo, i milanesi ignorano quasi del tutto queste storie ricordate dai muri.
Alla fine del capitolo eisteiniano i link che, al fine di vivere meglio la Milano d’Agosto, rimandano alla serie Milano 50, anch’essa curata da Angelino per Giannella Channel e sfociata in un libro, che indicava le 50 eccellenze da vivere, settore per settore, a Milano d’estate (gelaterie, ristoranti con giardini, pizzerie, ecc.). Eventuali aggiornamenti sono benvenuti.
Einstein scrisse: “A Milano
la gente più incivilita
che io abbia conosciuto”
Una lapide in marmo certifica che il premio Nobel 1921 per la Fisica Albert Einstein ha vissuto (a intermittenza) tra il 1894 e il 1900, cioè dai 15 ai 21 anni, nella centrale via Bigli 21 angolo via Manzoni, nello stesso palazzo Olivazzi Trivulzio dove (dal 1850 al 1884) abitava la contessa Clara Maffei, patriota e mecenate il cui celeberrimo salotto era frequentato da Manzoni, Verdi, Hayez, Balzac, Liszt e D’Azeglio.
Il padre del fisico tedesco, Hermann Einstein (le cui ceneri sono dal 1902 al Monumentale), è un pioniere dell’industria elettrica e comproprietario con il fratello Jacob della società che nel 1885 ha elettrificato il quartiere dell’Oktoberfest a Monaco di Baviera. Ma poi falliscono e si lasciano convincere dall’ingegnere italiano Lorenzo Garrone ad aprire insieme una ditta di dinamo e impianti idraulici a Milano, inaugurata il 23 febbraio 1889 in via Antonio Lecchi 16, nella zona del Naviglio Pavese.
In città Hermann arriva con la moglie Pauline Koch e la figlia tredicenne Maja. Albert rimane invece a Monaco, a casa di un parente, e studia al Luitpold Gymnasium: gli mancano tre anni per la maturità, però la vita scolastica l’opprime come se fosse in caserma e dopo qualche mese, all’insaputa dei genitori, si fa rilasciare un falso certificato medico che attesta un “esaurimento nervoso” e li raggiunge a Milano.
Bocciato per insufficienza nelle materie letterarie all’esame d’ingresso al Politecnico di Zurigo, il sedicenne Albert viene mandato dal padre ad Arau, sempre in Svizzera, per concludere gli studi superiori (più tardi s’impiegherà all’Ufficio brevetti di Berna). Ma, appena può, torna nella casa di via Bigli, dove vive stabilmente dal 1894 al marzo 1895.
Il mese successivo le Officine Einstein & Garrone ricevono la commessa per costruire una centrale elettrica a Pavia e per due anni i fratelli cambiano città con le rispettive famiglie: vanno ad abitare a Casa Cornazzani, la villa del Quattrocento che fino al 1810 aveva ospitato Ugo Foscolo, in esilio da Venezia per volere di Napoleone.
A Pavia il futuro fisico è un sedicenne con poca voglia di studiare e tanta voglia di divertirsi: non va al liceo come suo cugino Robert ma fa qualche lavoretto per il padre, nel cui laboratorio inizia le ricerche sull’etere nei campi magnetici. E nella bella stagione va sempre a nuotare nel Ticino. Un giorno, mentre fa il morto nelle placide acque del fiume, l’amico Otto Neustätter gli presenta la diciannovenne Ernestina Pelizza Marangoni (1876-1972), di buona famiglia borghese, nella cui Villa Ca’ D’Oro a Casteggio nei mesi successivi Ernest ama intrattenere padroni di casa e ospiti suonando il violino, accompagnato al piano da Ernestina. Una decina di anni più tardi la ragazza diventerà l’anima di un celebre salotto letterario frequentato anche dai poeti Diego Valeri ed Eugenio Montale e dallo scrittore Salvator Gotta.
Nei due anni a Pavia Einstein jr non si separa mai dall’amato violino (iniziato a suonare a sei anni), con cui improvvisa concerti estemporanei persino tra i filari di vite dell’Oltrepò, dove in settembre va a vendemmiare con la sorella ed Ernestina, alla cascina Fontanone o nella tenuta Marangoni al Pozzo Bianco oppure alla Camarà, la campagna dell’ingegner Pasquale Pelizza, futuro suocero di Ernestina.
Altro suo diletto estivo sono le lunghe passeggiate, come quella da Casteggio alla Ca’ Nova Ghiringhelli di Montebello della Battaglia, poco fuori Voghera, su una strada fiancheggiata da doppi filari di pioppi. Una volta, zaino (con l’immancabile violino) in spalla, raggiunge Voghera in tram con l’amico Otto Neustätter, poi con lui percorre a piedi la Valle Staffura, supera Varzi, il Penice, Bobbio, Ottone e Torriglia e arriva a Genova dove lo zio possiede un ufficio di commercio di grano in piazza delle Oche. Albert è un gran camminatore, ma nel 1901 sarà esentato dal servizio militare a causa dei piedi piatti e delle vene varicose.
Su Milano il padre della teoria della relatività (del 1915) e di quella sulle onde gravitazionali (del 1916) ha le idee chiare: in una lettera del 1946 confesserà che «i mesi felici del soggiorno in Italia sono le più belle ricordanze della mia vita». E poi: “A Milano la gente è la più incivilita che abbia mai incontrato”. (Roberto Angelino)
Leggi anche
- Le storie di Milano? Leggiamole sui muri. Quante sorprese affiorano dalla lettura delle 50 più interessanti targhe sui palazzi della capitale lombarda. Un modo inedito e pieno di aneddoti per raccontare il rapporto con la città di 50 personaggi (da Ho Chi Minh a Manzoni, da Verdi alla Callas, da Hemingway a Napoleone, da Einstein a Petrarca) che all’ombra del Duomo hanno abitato, per pochi mesi o tutta la vita
- Hemingway Ho Chi Minh a Milano: le loro grandi storie su muri e targhe. Dopo via Bigli, domicilio di Einstein, ricaviamo due nuove, sorprendenti storie dal libro di Roberto Angelino “Milano, mettiamoci una pietra sopra” (Booktime) che racconta di 50 vip che hanno dimorato all’ombra della Madonnina
- Un appello a Milano: regala una statua a Caravaggio, il tuo figlio più irrequieto. A Palazzo Reale la grande mostra con venti capolavori di Michelangelo Merisi, vera rockstar dell’arte del Seicento
- Ernest Hemingway in Italia e a Milano: gli amori (Agnes von Kurowsky) e le armi del premio Nobel. Appassionante pagina di storia di un premio Nobel, Hemingway, a Milano e non solo. La figura di Agnes von Kurowsky Stanfield, americana d’origine tedesca cui si ispirerà per il personaggio di Catherine Barkley in Addio alle armi e in Amare per sempre di Richard Attenborough
- Azelio senza la G: cogliamo questa ultima gaffe per dire basta alla grande tradizione italiana dell’approssimazione. Non solo Roma, per la targa dedicata a Ciampi con il nome sbagliato. Di refusi, strafalcioni e cantonate storiche sono pieni altri cartelli e lapidi, dalle Alpi fin nel Vaticano
Le guide ai locali imperdibili di Milano nelle 8 classifiche dei “50 migliori”:
- I migliori ristoranti etnici di Milano
- I migliori ristoranti di pesce di Milano
- I migliori ristoranti con giardino all’aperto di Milano
- I migliori agriturismi di Milano e provincia
- Le migliori gelaterie artigianali di Milano
- Le migliori pasticcerie di Milano
- Le migliori pizzerie di Milano
- I migliori aperitivi & happy hour di Milano
A cura di Roberto Angelino per Giannella Channel