L'INFANZIA DEI GRANDI: JULES VERNE, IL RAGAZZINO CHE INVENTERA' LA FANTASCIENZA
testo di Luca Novelli*
per Giannella Channel
“Senza Verne, molto probabilmente non avremmo mai concepito l’idea di andare sulla Luna”
(Ray Bradbury)
La leggenda ci consegna Jules a 11 anni mentre sta per imbarcarsi come “cabin boy” (mozzo) su una nave diretta alle Indie. Il padre, l’avvocato Pierre, riesce a riacciuffarlo al porto atlantico di Paimbœuf. Se la fuga fosse riuscita forse non sarebbero mai stati scritti Viaggio al centro della Terra e Giro del mondo in 80 giorni. Motivo dell’avventura del piccolo Jules (italianizzato in Giulio) é il desiderio di regalare a sua cugina Caroline Tronson, di cui è follemente innamorato, una collana di corallo. È un incipit perfetto – sembra quasi inventato – per la biografia dell’uomo che ha fatto sbarcare per la prima volta l’uomo sulla Luna (nell’immagine di copertina il celebre fotogramma di “Viaggio nella Luna“, 1902, generalmente citato come il primo film di fantascienza e un ritratto di Jules Verne, 1828-1905, firmato dall’amico fotografo Nadar, Ndr) e raccontato viaggi fantastici con macchine e congegni che sarebbero stati realizzati solo il secolo dopo.
Jules Gabriel Verne è nato l’8 febbraio 1828 a Nantes, porto fluviale sulla Loira, a una cinquantina di chilometri dall’estuario, da Paimbœuf, appunto. Nelle Indie ci andrà solo scrivendo. Di viaggi veri e propri l’autore di Centomila leghe sotto i mari non ne farà tantissimi, anche se è nato tra barche e navi che sicuramente gli facevano venir voglia di prendere il largo. La casa dove è nato è sull’isola di Feydeau (che oggi è unita alla terraferma), nella parte residenziale della città. La sua prima infanzia è lungo un fiume dove passa di tutto. È primo di cinque fratelli. Gli seguiranno Pierre Paul, nato nel 1829, Anne nata nel 1836, Mathilde, nata nel 1839 e Marie, nata nel 1842.
Madame Sophie Allotte de la Fuye, madre di Jules Verne. Discendeva da una ricca famiglia di armatori.
Sua mamma, Sophie Allotte de La Fuÿe, discende da una ricca stirpe di armatori. Il padre, Pierre Verne, avvocato, fornisce un buon reddito alla sua famiglia, stabile e benestante. Tutto bene quindi, meno la salute (disturbi intestinali) e l’amore, che non saranno mai del tutto dalla sua parte.
Il piccolo Jules cresce molto legato al ramo materno che vanta tra i suoi membri non solo ricchi proprietari di navi, ma anche navigatori, ufficiali e scienziati. Uno di loro, il prozio Prudent Allotte de La Fuÿe, diventerà un personaggio di uno dei suoi romanzi di fantascienza, Robur il conquistatore. Con lui spesso gioca al Gioco dell’Oca. Zio Prudent è in pensione, ma ha fatto il giro del mondo e racconta aneddoti affascinanti. A Jules piacciono anche le storia della sua prima maestra, la vedova Sambin, che ha perso suo marito in un naufragio. Spera sempre che suo marito ritorni a casa, anche dopo trent’anni, come il Robinson Crusoe di Daniel Defoe. Così naufraghi e naufragi abbonderanno nei romanzi di Verne.
All’età di otto anni, troviamo Jules iscritto all’École Saint-Stanislas, scuola cattolica, perfetta secondo suo padre, piuttosto pio, come tutta la famiglia. Qui Jules studia geografia, greco, latino e canto. Ha buona memoria e sa suonare il piano grazie alle lezioni di sua madre. Legge, come tutte le buone famiglie di Nantes, Musée des familles, periodico illustrato popolarissimo nato nel 1833. Tra i suoi motti: natura, morale, patria. Ha collaboratori di tutto rispetto come Alexandre Dumas, Théophile Gautier e Honoré de Balzac. Anni dopo anche Jules farà parte delle grandi firme che hanno contribuito a questa testata. Dal Musée des familles, ricco di illustrazioni e curiosità tecnologiche, riceve le prime suggestioni scientifiche e letterarie. Studia poco – dicono i suoi compagni – e corre instancabile dietro il cerchio, come tutti ragazzini della sua età. Le scienze non l’intrigano più di tanto. Ma è nato quando è stata inventata la prima macchina da scrivere e la prima locomotiva a vapore, quella di George e Robert Stephenson. Così cresce insieme alle conquiste scientifiche del suo secolo, che è quello delle prime macchine volanti, di Michael Faraday, di Charles Darwin e di Louis Pasteur.
Con gli studi ha un percorso a zig zag. Frequenta il Lycée Royal di Nantes, poi, come studente laico, una scuola religiosa, il Petit Séminaire de Saint-Donatien. Non ne è proprio entusiasta. Mentre la frequenta Jules scrive la sua prima opera di narrativa: Un Prêtre en 1839 (Un prete nel 1839). È un romanzo che rimarrà incompiuto: vi descrive il seminario in termini piuttosto comici. Comunque qui termina gli studi di retorica e filosofia. Consegue il diploma di maturità a Rennes con il voto “abbastanza buono” il 29 luglio 1846. I disturbi intestinali di cui soffre si intensificano e la cugina Carolina è sempre più irraggiungibile.
Così scrive. Scrive a diciannove anni, ispirandosi a Victor Hugo, ben due tragedie in versi: Alexandre VI e La Conspiration des poudres (Il complotto della polvere da sparo). Rimarranno nel cassetto. Su di lui infatti incombe il destino che vuole suo padre: quello di ereditare lo studio legale di famiglia.
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Nel 1847 Jules si trasferisce a Parigi per iniziare gli studi in giurisprudenza. Ma nella Parigi del ’48, aggirando tumulti e barricate, scrive commedie, spettacoli teatrali e mediocri tragedie. Frequenta giornalisti e artisti. Sbaglia e impara. Scrive poesie scollacciate. Frequenta assiduamente la Biblioteca nazionale, informandosi e documetandosi sui casi scientifici e storici, tanto da trascrivere un’infinità di appunti. Diventa amico di Dumas padre e Dumas figlio. Si occupa del loro teatro. Sua cugina intanto sposa un uomo molto più vecchio di lei e gli imbarazzanti disturbi intestinali peggiorano a dismisura, anzi si aggiungono ricorrenti paralisi facciali. Diventa avvocato ma insiste, vuole vivere scrivendo, cosa dura senza l’aiuto della famiglia, anche perché non tutte le sue opere sono pubblicabili o messe in scena.
Cercherà una via per poter continuare a scrivere conducendo una vita borghese. Cercherà moglie e dopo non pochi tentativi sposerà una bella vedova con due figlie e un fratello che lo farà diventare agente di Borsa. Ottima cosa per lui perché il quartiere della Borsa è lo stesso dei teatri. Così non smetterà mai di scrivere.
Non è ancora il Verne fenomeno che conquisterà l’immaginario di generazioni, ma i semi sono stati sparsi e stanno per germogliare. Il primo è un racconto a puntate su Musée des familles: Un inverno tra i ghiacci (1855). È la vena giusta che incontra il suo pubblico. Poi un nuovo amico, il fotografo Nadar, il primo a fotografare Parigi da un pallone aerostatico, lo introdurrà nel mondo degli “apparecchi più pesanti dell’aria” (illustrazione qui in basso).
Trova anche l’editore giusto: Pierre-Jules Hetzel, che non se lo lascerà scappare. Con Cinque settimane in pallone (1863) prende il volo. Con Viaggio al centro della Terra (1864) e Dalla Terra alla Luna (1865), Jules Verne, il mancato “cabin boy”, conquisterà i lettori di tutto il mondo.[]
VITAMINE PER LA MENTE
Parole memorabili di Jules Verne
❞ Era un uomo che doveva aver viaggiato dappertutto, per lo meno con la mente” (Fonte 1)
❞ La forza creatrice della natura vince l’istinto distruttore dell’uomo” (Fonte 2)
❞ La scienza non esclude gli errori; anzi, talora sono proprio questi a portare alla verità” (Fonte 3)
❞ Credo che i gatti siano spiriti venuti sulla terra. Un gatto, ne sono convinto, può camminare su una nuvola senza cadere” (Fonte 4)
❞ Non sono i nuovi continenti che occorrono alla terra, ma gli uomini nuovi!” (Fonte 2)
❞ Sapeva che nella vita bisogna spesso tenere conto degli attriti, ma siccome gli attriti fanno perdere tempo, non frequentava mai nessuno” (Fonte 1)
❞ Il mare è tutto: non per nulla copre i sette decimi del globo. Ha un’aria pura e sana, è il deserto immenso dove l’uomo non è mai solo, perché sente la vita fremergli accanto. Il mare è il veicolo di un’esistenza soprannaturale e prodigiosa, è movimento ed amore, è l’infinito vivente” (Fonte 2)
Citazioni dai libri: 1) Il giro del mondo in ottanta giorni; 2) Ventimila leghe sotto i mari; 3) Scienza; 4) Animali.
CONTINUA LA SERIE DEDICATA ALL’INFANZIA DEI GRANDI: “QUANDO I GRANDI ERANO PICCOLI”. DELLA VENTINA DI BIOGRAFIE FINORA PUBBLICATE, DIAMO I LINK ALLE PIÙ RECENTI.
° L’INFANZIA DEI GRANDI. DANTE RAGAZZINO A FIRENZE ERA GIÀ A SUO AGIO TRA DIAVOLI, CANTORI E POTENTI
° L’INFANZIA DEI GRANDI. QUANDO NAPOLEONE GIOCAVA (E MENAVA LE MANI) CON I SOLDATINI