Dopo Federico Fellini, Tonino Guerra ed Enzo Biagi, un altro italiano da esportazione vede il centenario della nascita oscurato dall’emergenza sanitaria: Alberto Sordi (1920-2020). Per celebrare questo importante anniversario, nella villa del celebre attore in piazzale Numa Pompilio, nascosta nel verde di Caracalla, era pronta la grande mostra che, invece, è stata spostata al 16 settembre (sarà aperta fin o al 31 gennaio 2021). E a me, anche dopo aver visto in Tv domenica 3 maggio l’intrigante film Incontri proibiti di Alberto con Valeria Marini, è affiorato il ricordo di un incontro con l’Albertone nazionale avvenuto a Roma nel 1998. con un’intervista (pubblicata su Oggi) in cui feci luce su due aspetti poco conosciuti dell’attore: 1) la generosità (lui che godeva di una cattiva fama di tirchio aveva dato uno schiaffo a tutti i suoi detrattori adottando generosamente Icaro e gli altri i cavalli anziani dell’esercito destinati all’asta per i macellai: alcuni vissero una serena vecchiaia nella cascina Ravanelli del mio borgo di residenza, Cassina de’ Pecchi, alle porte di Milano) e 2) l’invito ai giovani di rispettare la dignità degli anziani.
Generosità e rivalutazione di chi ha i capelli grigi: due molecole giuste per un nuovo mondo da ricostruire dopo la pandemia che ha visto proprio gli anziani maggiormente colpiti dal dardo della morte nelle tristemente evocate RSA (e anche i cavalli non se la vedono bene: maneggi e circoli ippici hanno interrotto la loro attività mettendo in pericolo la sopravvivenza dei cavalli: link). Ecco quel testo ancora attuale che dedico alla mia nipotina Agata, leggiadra e testarda cavallerizza nonostante due fratture da caduta. (s.g.)
Volete far andare in bestia l’Albertone nazionale? Definitelo un “animalista”, come hanno fatto molti in questi primi giorni torridi di giugno alla notizia che si è nuovamente offerto quest’anno di adottare i cavalli-soldato che a Milano rischiavano di finire al macello. A Cinecittà, dove ha appena girato l’ultimo metro di pellicola di Incontri proibiti, il film che lo vede protagonista con Valeria Marini, l’uomo che sullo schermo ha espresso più di ogni altro la figura dell’italiano medio si scalda:
Trauma al mattatoio
C’è di più del Sordi ammirato nel bellissimo film Nestore, l’ultima corsa, storia del vetturino Gaetano e del suo cavallo bianco, Nestore appunto, sopraffatto dalla vecchiaia e destinato al macello. Sordi, il regista e il Gaetano di quella storia, ricorda che il film gli aveva messo in moto un grande turbamento:
Riconoscere la voce? Un cavallo sa fare molto di più, Sordi. Kluge Hans, Hans l’astuto, il cavallo sapiente dei primi di questo secolo, sbalordì il mondo perché estraeva radici quadrate dai numeri. Si capì poi che ci riusciva perché avvertiva, arrivato al momento giusto, l’impalpabile differenza nel ritmo del respiro dei suoi esaminatori, che conoscevano la soluzione. L’intelligenza di un uomo supera quella del cavallo: ma quella “impalpabile differenza”, invece, noi non sappiamo riconoscerla. Qui l’animale cavallo batte l’animale Homo sapiens…
Sia che si chiami Nestore, diretto al mattatoio, sia che si tratti del vetturino Gaetano, a sua volta in procinto di entrare in un ospizio… “L’attenzione per la vecchiaia di entrambi deve essere la stessa. Un cavallo, dopo aver reso un servizio all’uomo, deve aver diritto al giusto riposo, magari passando dal servizio militare a quello civile e aiutando al recupero dei ragazzi difficili, come fanno a Roma a Villa Ada con l’ippoterapia”.
“Io mi auguro che presto sia pronto nella capitale quello che abbiamo prefigurato come il Progetto Nestore: il Casale dei cavalli. Sono 100 ettari di terra e di pascoli attorno a una grande stalla in località Casteldiguido, per accogliere i Nestore, gli Icaro e tutti gli altri cavalli sfortunati d’Italia.
È prevista anche una struttura per ospitare bambini, un ristorante e una stalla che i dirigenti dell’Unire stanno completando: se fosse stata già attrezzata, non ci sarebbe difficoltà ad accogliere i 16 cavalli della caserma Santa Barbara di Milano. È un progetto partito dopo il film su Nestore e il sindaco di Roma, Francesco Rutelli, col quale abbiamo trovato in passato un accordo per proiettare il film nelle scuole di Roma e al teatro dell’Opera, ha promesso di portare a conclusione entro l’autunno”.
Vecchi e bambini, fuori dalla mischia
Lo stesso discorso vale anche per il cavaliere, cioè l’uomo… “È l’invito che io faccio ai giovani: rivalutiamoli, i nostri vecchi! Rimettiamoli in attività invece di lasciarli nella loro inattività. Io da giovane ero attratto dagli anziani. Quante volte è stato detto che vecchi e bambini hanno lo stesso codice espressivo, che sono fuori dalla mischia, più disposti ad accogliere miserie e ricchezze della vita: le piccole gioie, le piccole soddisfazioni. Io non ho potuto conoscere i miei nonni. Però ho imparato tanto da due grandi vecchi, il regista Mario Bonnard e Vladimiro Apolloni, l’antiquario che gestiva il salotto frequentato da Roberto Rossellini e Vittorio De Sica”.
Uno scienziato da poco scomparso, il neurobiologo Renato Boeri, prima di morire aveva lanciato l’allarme per il fatto che la fin troppo esaltata società del profitto sta costruendo uomini terminali, cioè uomini non produttivi per i quali è già stata emessa sentenza di morte biologica o civile, quasi sempre senza appello.
Zadig, progetto per gli anziani
Sordi, lei mi parla del Progetto Nestore; Boeri mi consegnò il Progetto Zadig, che in dieci punti (dai nonni di quartiere alle nonne-sitter; ai corsi di avviamento professionale tenuti da vecchi artigiani e vecchi operai specializzati, ai laboratori dove esercitare la memoria) si propone di attivare i vecchi con il duplice proposito di ricavare da loro tutte quelle potenzialità che potrebbero essere utili alla società e di evitare quella fatale tendenza all’evoluzione depressiva e cognitiva che porta, tra l’altro, a oneri economici sempre più gravosi per la società.
Vogliamo cogliere un insegnamento comune da questi due momenti progettuali?
A PROPOSITO
Vitamine per la mente firmate Alberto Sordi
(Nella lite con i turisti americani nel film Il Tassinaro, 1983)
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