CAMERA CON STORIA: A SORRENTO NEI GIORNI DI FESTA
PER L’ANNIVERSARIO DI CARUSO,
NELLA STANZA DOVE RISUONANO LA VOCE DEL TENORISSIMO
E LA MUSICA DI LUCIO DALLA
di Salvatore Giannella e Manuela Cuoghi
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Napoli e la Campania celebrano Enrico Caruso nei giorni del 150mo anniversario della nascita, avvenuta il 25 febbraio 1873, attraverso concerti, dibattiti e film, ma soprattutto con l’ascolto della sua incredibile voce dai vecchi dischi. Noi invece vi portiamo dentro una stanza di uno storico albergo di Sorrento, il Grand Hotel Excelsior Vittoria, dove risuona ancora la voce del tenorissimo e quella di Lucio Dalla. Qui dove il mare luccica, la musica prende vita. Dal lontano 1921…
Eugenio Montale, poeta vincitore del premio Nobel nel 1975, definisce il cantante come «colui che insegue la sua voce che fugge»: la voce del grande tenore Enrico Caruso si è rifugiata nella suite Caruso del Grand Hotel Excelsior Vittoria di Sorrento. Le note di Caruso, che qui trascorse gli ultimi giorni di vita nel 1921 in compagnia della moglie Dorothy e della figlioletta Gloria nella vana speranza di riprendersi dopo un delicato intervento chirurgico (morirà all’Hotel Vesuvio di Napoli nell’inutile viaggio verso un nuovo consulto a Roma), sono rimaste nella penombra di questa stanza, visitata nel 2017 per Touring Magazine, dove il pizzo della tenda filtra la luce del golfo. Non cantava per i soldi, quell’italiano che conquistò il mondo. La sua voce era per le donne, tutte le donne che amano e che sono amate. La sua voce rendeva sonore anime senza nazionalità. Una voce che ha preso navi, che ha aperto strade verso nuovi continenti. Voce che della nostalgia si è nutrita. Voce di nonni e di padri, di chi vive un nuovo amore e di chi è stato lasciato. Voce che rammenda, che ripara tradimenti, che accende luci nei teatri, che risuona nei vicoli.
La Suite Caruso porta il viaggiatore al 1921 quando il famoso tenore visse in questa suite. Questa suite unica comprende anche il pianoforte di Caruso (che ci mostrò lo storico portiere del Vittoria, Antonino Galano: nella foto in apertura), la lavagna, alcune delle sue lettere, fotografie in bianco e nero e alcune delle sue caricature e oggetti d’antiquariato raccolti dalla famiglia Fiorentino (che gestisce l’albergo dal lontano 1834).
«Qui dove il mare luccica e tira forte il vento su una vecchia terrazza davanti al golfo di Sorrento»… Quando Lucio Dalla, trentasei anni fa, si fermò a Sorrento, chiese al suo amico Luca Fiorentino (della famiglia che gestisce l’albergo dal lontano 1834) di dormire nella suite Caruso e fu accontentato. I particolari di quella sosta erano vivi nella memoria di Bibi Ballandi, storico produttore dei grandi show per la Rai (scomparso a 71 anni nel 2018. Avrebbe meritato l’intitolazione del Teatro delle Vittorie, come proposero gli allora presidente e direttore generale della Rai Monica Maggioni e Mario Orfeo):
«Eravamo lì con Lucio per un concerto. Gli si era rotta la barca. Sceso a terra si infilò nell’Hotel Excelsior e chiese ai proprietari di visitare la stanza/museo dove aveva alloggiato Caruso. Una volta entrato cominciò a spostare i mobili: voleva mettere il pianoforte di fronte alla finestra. Io cercavo di dissuaderlo. C’erano cimeli custoditi dai Beni culturali. Poi si piazzò davanti alla tastiera e guardando il mare… Te voglio bene assaaaai…».
Nei muri la storia si nasconde ma bastano pochi segnali, le foto storiche, qualche racconto e il filo di seta della creazione, complice il pianoforte donato dalla famiglia Fiorentino, tesse nuove note e nuove parole.
«Un uomo abbraccia una ragazza dopo che aveva pianto, poi si schiarisce la voce e ricomincia il canto».
Dalla, nella sua canzone Caruso che compose qui nel 1986, chiuso nella stanza per tre giorni e tre notti, scrive del turbamento generato dall’ultimo regalo che la vita donò al tenore: innamorarsi ancora una volta, a 48 anni, di una ragazza che in questa stanza veniva a studiare da soprano. E lui, al tramonto, faceva trasferire il pianoforte fuori dalla suite, sul terrazzo, e da lì cantava le sue più famose arie d’opera e canzoni del repertorio classico napoletano: da Maria Marì che, ragazzino, lo aveva rivelato in un cafè chantant di Napoli, a Torna a Surriento, alle pucciniane La Bohème e Tosca. I pescatori del porto, investiti dal suo canto che scendeva verso Marina Piccola, lo accompagnavano come in un grande coro.
L’ampia terrazza privata dell’Hotel Vittoria di Sorrento offre una vista mozzafiato sul Golfo di Napoli.
Lo storico produttore di show televisivi Bibi Ballandi (1946-2018, a destra) con uno dei geniali cantautori da lui lanciato: Lucio Dalla (1943-2012).