Sveliamo chi è l’autore di quell’elogio dell’Emilia Romagna (terra che saprà rinascere anche dopo queste devastanti ferite)
Introduzione di Salvatore Giannella
testo di Davide Daniele
Ho apprezzato molto l’intervento di Massimo Gramellini di ieri sabato 20 maggio 2023, nel suo programma “Le parole”, su Rai Tre. Il bravo editorialista del Corriere della Sera ha riportato a galla un elogio della regione Emilia Romagna, terra amata e vicina più che mai al mio cuore, terra dove non si placa l’emergenza per la disastrosa alluvione, si scava ancora nel fango, mancano acqua e cibo, salgono le vittime e gli sfollati, salgono anche i volontari (giovani e non) e i loro positivi risultati. Quell’elogio sta facendo meritatamente il giro dei social. Rileggiamo quelle parole e sveliamo un piccolo mistero:
“ L’Emilia è quel pezzo di terra voluto da Dio per permettere agli uomini di costruire la Ferrari. Gli emiliani sono così. Devono fare una macchina? Loro ti tirano fuori una Ferrari.
Devono fare una moto? Loro costruiscono una Ducati.
Devono fare un formaggio? Loro si inventano il Parmigiano Reggiano.
Devono fare due spaghetti? Loro mettono in piedi la Barilla.
Devono farti una caffè? Loro ti fanno la Saeco.
Devono trovare qualcuno che scriva canzonette? Loro ti fanno nascere gente come Lucio Dalla, Gianni Morandi, Vasco Rossi, Ligabue e Samuele Bersani.
Devono farti una siringa o una provetta? Loro ti tirano su un’azienda biomedicale.
Devono fare quattro piastrelle? Loro se ne escono con delle maioliche.
Sono come i giapponesi, gli emiliani romagnoli, non si fermano, non si stancano, e se devono fare una cosa, a loro piace farla bene e bella e utile e tutti insieme. Ed è proprio in questo modo che io cerco di essere emiliano ogni giorno.
Ci sono delle pietre da raccogliere dopo un terremoto? Noi ne faremo cattedrali. “
Gramellini ha chiuso il suo intervento con un riferimento all’autore di questo elogio, precisando: che “purtroppo rimasto ignoto”. Posso dare un nome all’autore di quelle parole: è un lettore che viveva dieci anni fa in Lombardia, nella zona di Como. Davide Daniele, professione educatore in un istituto svizzero, abitava sul crinale della montagna, sospeso tra il lago di Como e quello di Lugano, ma la sua ispirazione affondava le radici nell’Emilia, dove ha trascorso le estati da bambino tra le coccole dei nonni e i giochi con i cugini. Aveva mandato le sue parole di conforto agli emiliani al quotidiano Il Resto del Carlino dopo il terremoto del 2012, quel sisma evocato nei giorni scorsi dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini (“Oggi nella nostra regione siamo di fronte a un altro terremoto, ma ricostruiremo tutto”). E io quell’anno le avevo riprese su Giannella Channel nella serie dedicata agli “Italiani brave penne”. Diamo a Davide quel che è di Davide. E rinnoviamo i sentimenti di vicinanza solidale alla comunità che mi accoglie generosamente da tanti anni.