Una domenica mattina d’autunno. Il tempo è ancora clemente per godere di una giornata di mare. Improvvisamente il clima si fa incerto e il cielo si scurisce. Ma ormai siamo a metà strada e decidiamo di andare. Destinazione Santa Severa, cinquanta chilometri a nord di Roma. Approfittiamo, al nostro arrivo, per visitare il castello e il Museo della navigazione. Nel silenzio dell’attesa ci colpisce un sorriso e una targhetta: Messer Giulio. Chi è costui?

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Giulio Rinaldi, “Messer Giulio”, un personaggio di altri tempi che ci fa capire con semplicità che la scienza è una cosa talmente seria da trasformarla in un divertente gioco.

Il Messere dal sapore medievale ci propone una visita nel suo museo laboratorio promettendo di farci passare un’ora tra alchimia, chimica, storia e geologia. Entriamo e Giulio Rinaldi ci porta in un tempo lontano tra esperimenti e racconti di vita. Dopo una breve premessa generale ci informa che senza di lui certe tradizioni sono destinate a scomparire. E le vuole difendere a tutti i costi. E i suoi occhi si fanno lucidi. Allora lo ascoltiamo per non perdere nemmeno una parola mentre ci conduce nell’affascinante mondo dei minerali e della paleontologia. Ci parla dei suoi studi, del suo lavoro e della sua carriera. Accenna alla vita in miniera per estrarre il caolino per fare la porcellana. E così apprendiamo che è nato proprio nel castello e che sua madre, a causa della silicosi, ha lasciato presto questo mondo.

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La Bottega e i suoi colori.

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Marianna alle prese con l’alchimia: prove per un esperimento.

Poi si lascia andare a dei ricordi personali. Il pranzo portato al padre o le sue discese nel carrello destinato alle pietre appena estratte! La sua capacità divulgativa è davvero straordinaria perché vorrebbe raccontare tutto con la capacità di capire chi ha di fronte. E allora “taglia” la sua lezione su misura. Mentre parla immaginiamo la faccia stupita dei bambini che mirano sbalorditi quelle pozioni miracolose che cambiano colore tra fumi e sorprese. Ci informa anche dei colori nell’arte, quei colori che ci stupiscono ogni volta guardando opere meravigliose. Colori di una volta di un tempo irripetibile. Il tutto con l’elogio della manualità che si è vista superare dall’affollamento della tecnologia che priva però di cogliere il momento delle cose. Quello della trasformazione. Del passaggio da uno stato e l’altro. Questo passaggio è di fatto l’essenza del racconto. Le cose hanno un senso perché c’è un lavoro dietro e quel lavoro è il frutto umano di studio e applicazione. Questo ci ha trasmesso Giulio Rinaldi con le sue alchimie esistenziali. Ci ha insegnato che bisogna raccogliere il dettaglio, il particolare per capirne il senso generale. Solo così il futuro ha le sue radici nel passato. Ecco perché consigliamo a tutti questo viaggio nella semplicità della scienza a portata di mano per tornare indietro nel tempo, immaginando la vecchia bottega con la scritta: “Messer Giulio, dove si impara a capire il senso delle cose”. Nel frattempo è uscito il sole…

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antonio-capitano-marianna-scibettaAntonio Capitano è un funzionario comunale che cura un blog sul Fatto quotidiano.it e scrive per alcune riviste di cultura e società. E se la vita è un viaggio, cerca di viaggiare anche solo con la fantasia per scoprire mappe e mondi sommersi anche nella quotidianità. Marianna Scibetta è insegnante nella scuola primaria statale. Scrive per Bookavenue e Libreriamo; I bambini sono la sua risorsa per attingere energie nuove per una vita sempre a colori.