Sono di Cala Gonone, frazione di Dorgali (Nuoro), che molti voi conoscete per il dialogo incessante tra mare e terra che genera meraviglie naturali. Già da piccolo seppi che il mio destino sarebbe stato di fare l’artista, anche se la mia famiglia di formazione agricola non vedeva di buon occhio il mio lavoro. Cominciai con la ceramica, osservando la natura aspra che mi fu maestra. Giovanissimo fui scoperto da un franco-olandese, Guy Harloff (1933-1991), e subito dopo fui incoraggiato da Gianni Dova (1925-1991). Mi spinsero a trasferirmi a Milano. Era il 1966. Frequentai Brera e il bar Jamaica, storico ritrovo di intellettuali e artisti, lì conobbi gli spazialisti (con il termine di Spazialismo si identifica un movimento fondato a Milano nel 1947 da Lucio Fontana). Erano anni di grande fermento e ricerca artistica e io ebbi la fortuna di incrociare le vite di Fontana, Baj, Dova, Crippa e di ascoltare le poesie di Montale e Ungaretti.
Andai a bottega da Roberto Crippa, lavorammo anche insieme ad alcune opere e la sintonia artistica fu tale che Crippa mi inviò a rappresentarlo in una sua mostra a New York nel 1971, accogliendo, fra le sue opere, anche due lavori realizzati a quattro mani. Crippa mi aiutò molto nella mia carriera, gli devo molto.
Ebbi subito fortuna, un certo grado di riconoscimento professionale e con i proventi dei miei primi lavori acquistai un terreno, vicino al mare e accanto a quello appartenuto a mio nonno. Non avrei potuto rimanere senza quelle radici. Fu un periodo molto intenso e prolifico, che durò dal 1966 alla fine degli anni Settanta, quando alcune vicende personali crearono squarci nella mia vita. Feci ritorno in Sardegna, dove mi ritirai a coltivare un mio orto biologico e a riflettere. Con mia moglie Angela si sopravviveva grazie a quel terreno che avevo acquistato in un tempo felice. Riprovai il sentire perduto che aveva nutrito la mia infanzia: gli odori forti e aspri, il profumo del latte appena munto, i colori accesi, il vento, quella natura a cui tanto devo.
Mi mancava però qualcosa. Credo che l’uomo abbia bisogno della natura ma non possa fare a meno di persone, di rapporti umani e di comunicazione.
Un nuovo evento importante della mia vita artistica mi accadde alla fine degli anni Novanta. Una giovane ragazza, Cristiana Collu, vince il concorso per la direzione di uno spazio espositivo il MAN (Museo d’Arte di Nuoro) e lo trasforma in un Museo internazionale d’avanguardia, portando avanti, contro tutti, il suo progetto straordinario. Mi chiama e realizziamo una grande mostra retrospettiva, che richiama moltissimi visitatori collezionisti, critici che non mi avevano dimenticato. Inizia per me una nuova primavera che mi ha fatto tornare (Livorno, Berlino, Vienna, Basilea) e che mi ha portato anche qui, a Bologna in questo spazio Seven che avete fatto bene a definire “stazione per viaggiatori di idee”. Questo è proprio quello che occorre: l’incontro, lo scambio e il confronto.
Fotogallery / con gli occhi di Antonello Fancello
Squarci per guardare oltre
Guardi le opere di Secci e ti affiorano alla mente le parole del poeta portoghese Fernando Pessoa:
Info e approfondimenti utili
- La mostra di Antonio Secci “Squarci per uno spazio possibile” è visibile, in occasione di Art City 2018, a Bologna presso Seven’s – via Galliera, 62/d. Tel. 051.246430, mail: info@sevensbo.net. La mostra rimarrà aperta fino al 9 febbraio. Dal 20 febbraio fino al 3 marzo si sposterà a Milano, nello Spazio Raw, in Corso di Porta Ticinese.
- Per saperne di più sulla vita di Secci: antoniosecci.it/biografia
- L’arte della riservatezza. Al Man una retrospettiva di Antonio Secci
- Antonio Secci, il figliol prodigo tornato all’arte
- Le opere di Antonio Secci in mostra a Vienna
- Dorgali, il pittore Antonio Secci in mostra a Berlino
A PROPOSITO/ I PREFERITI DI ANTONIO SECCI
Nella mia capsula del tempo metto…
Una bottiglia di mirto
Un ciuffo di rosmarino
Un’insegna: quella del Bar Jamaica di Milano
Un libro: Foglie d’erba, di Walt Whitman
Un disco: Satisfaction dei Rolling Stones
Felice di aver conosciuto Tonino Secci
Onorato di aver ospitato una sua mostra ( curato da Anna Oggiano) allo spazio (in)visibile a Cagliari nel 2015
Tonino Secci ,artista sensibile e uomo di grande ospitalità e generosità