Il soprintendente di Pompei, protagonista di un riscatto che rende orgogliosi gli italiani, è stato scelto dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini alla guida del patrimonio museale italiano dal 1* settembre. Nella lettera ai giurati del Montefeltro un anno fa aveva indicato le linee guida della futura sfida. A SEGUIRE: l’eroe che abita nella mente di Osanna

Massimo Osanna e il ministro Franceschini agli scavi di Pompei

Scavi di Pompei, 20 marzo 2015. (Da sinistra) Massimo Osanna e il Ministro dei Beni Culturali
Dario Franceschini alla villa dei misteri. (credit: Stefano Renna)

Ogni anno, a gennaio, direttori di prestigiosi musei di mezza Italia arrivano senza clamore nel Montefeltro per un rito che si ripete ormai da 23 anni: scegliere, tra i protagonisti delle storie dell’arte d’Italia, dell’Europa e del mondo, i salvatori dell’arte meritevoli del Premio Rotondi, il soprintendente che nel corso della Seconda guerra mondiale diede ricovero e salvezza a 9.821 opere d’arte italiane, molte di valore internazionale (vedi La Tempesta e il Tesoro di San Marco). Lo scorso anno la scelta finale per la sezione Italia cadde su Massimo Osanna, direttore del Parco archeologico di Pompei, e professore ordinario di archeologia all’Università Federico II di Napoli, per aver cambiato, con il suo lavoro, il volto di Pompei facendolo diventare un modello gestionale e un punto di riferimento internazionale: con Osanna, la giuria (presieduta da Giovanna Rotondi Terminiello e coordinata da chi vi scrive) volle illuminare nel 2019 una storia di riscatto che rende orgogliosi gli italiani.

Quelle motivazioni sono state alla base del nuovo, prestigioso incarico conferito al professor Osanna dal ministro per i Beni e le Attività culturali e il Turismo, Dario Franceschini. Dal prossimo 1° settembre 2020 Osanna sarà il nuovo direttore dei musei statali italiani: “L’esperienza e la professionalità di Osanna serviranno adesso a rinnovare l’intero sistema museale nazionale e a traghettarlo nel futuro”, così il ministro Franceschini ha motivato la sua scelta.

Ieri Pompei, domani l’Italia tutta: questo l’augurio che la società civile italiana fa a Osanna e a tutti noi, una sfida che lui stesso aveva prefigurato in una lettera-documento che aveva fatto avere alla vigilia della cerimonia di premiazione a Sassocorvaro. Questo è l’inedito testo che oggi, alla vigilia del suo insediamento in via del Collegio Romano a Roma, assume un valore di grande attualità:

Egregio sindaco di Sassocorvaro, illustre giuria del Premio Rotondi,

desidero esprimere i miei più vivi ringraziamenti per avermi voluto onorare con il conferimento del Premio Rotondi ai salvatori dell’arte nella sezione Italia. Tale riconoscimento mi onora per più motivi: innanzitutto per la sua intitolazione a Pasquale Rotondi, il soprintendente che, durante la Seconda Guerra Mondiale, assicurò, con ammirevole dedizione, la salvezza di tante opere del nostro patrimonio culturale. L’esempio di Rotondi ci ricorda il ruolo indispensabile che l’Amministrazione dello Stato riveste nella tutela dell’immenso patrimonio artistico del nostro Paese, e l’impegno, spesso gravoso, che richiede un affiatato lavoro di squadra per essere coronato di successo.

Quando, nel 2014, ho assunto la direzione della Soprintendenza, poi Parco Archeologico, di Pompei, la città antica aveva appena iniziato faticosamente il lento cammino di riscatto della sua immagine che aveva subìto un gravissimo colpo a causa del drammatico crollo della Schola Armaturarum nel 2010, quasi simbolo tangibile e coronamento di una lunga crisi che sembrava aver irrimediabilmente compromesso l’immagine di Pompei, e dell’Italia, nel mondo.

Tale crollo, invece, ha innescato uno straordinario percorso di rinascita della città antica che, iniziato con qualche difficoltà, è poi entrato a pieno regime, permettendo l’avvio e il completamento di tanti progetti finalizzati, soprattutto, alla messa in sicurezza e al restauro di intere regiones di Pompei e di domus talvolta chiuse al pubblico da molti anni.

Il complesso, talvolta duro lavoro condotto in questi anni ha impegnato decine di persone, funzionari tecnico-scientifici, restauratori, operai, specialisti e professionisti delle più diverse discipline; è stato un lavoro corale, condotto con dedizione e competenza; non sono certo mancati i momenti di difficoltà, ma i risultati positivi credo siano sotto gli occhi di tutti.

Non più luogo indicato in tutto il mondo come metafora del fallimento della tutela, Pompei è diventato un sito vitale, interamente in sicurezza, frequentato ogni anno da milioni di visitatori e con personale qualificato che, sotto la mia direzione, si sforza di assicurare una fruizione pubblica nella quale tutela e valorizzazione siano adeguatamente contemperate. La buia stagione del crollo della Schola è ormai definitivamente archiviata, e non casualmente, alla fine del mio primo mandato nel gennaio 2019, ho scelto di concludere presentando al pubblico i lavori di restauro dell’edificio crollato nel 2010. Il mio secondo mandato, iniziato da qualche mese, avrà tra i suoi principali obiettivi quello di rendere Pompei un luogo in cui (superata la fase di emergenza) tutela e valorizzazione possano procedere serenamente, assicurando che la conservazione e la fruizione siano sempre a livelli degni di uno dei più straordinari siti archeologici del mondo.

Con questo auspicio rinnovo i miei ringraziamenti per il premio conferitomi, che considero un generoso riconoscimento del lavoro già svolto e un impegno a proseguire con dedizione nei prossimi anni”.

  Massimo Osanna - firma  

Massimo Osanna

La notizia dell’incarico ricevuto dal ministro ha rallegrato i giurati del Premio Rotondi che così gli hanno scritto:

Caro professor Osanna, come giurati del Premio Rotondi condividiamo la soddisfazione Sua e della Sua squadra per il prestigioso incarico di direttore dei musei statali italiani che Le è stato assegnato dal ministro Franceschini. Siamo certi che Lei, grazie a una equa e cospicua distribuzione di risorse umane e materiali, saprà riportare alla rinascita anche lo straordinario patrimonio museale italiano.

Le auguriamo che gli storici del futuro potranno titolare, riguardo alla Sua virtuosa azione: ieri Pompei, e poi l’Italia. Una stretta di mano augurale

Giovanna Rotondi Terminiello

con Salvatore Giannella

Un augurio che Osanna, pur alle prese con i gravi problemi suscitati dall’emergenza sanitaria anche nel settore del turismo culturale, ha voluto corredare con una telegrafica risposta:

Cari giurati, ringrazio con emozione per il cortese messaggio di augurio rivoltomi. Sono certo che nel mio prossimo incarico si realizzeranno quelle iniziative di valorizzazione del Patrimonio culturale italiano, anche con la collaborazione di tutti i portatori d’interesse, che rappresentano l’universo delle persone e delle entità che ruotano intorno a esso.

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A PROPOSITO/ Nella mia intervista evocò il suo predecessore

Fiorelli, l’eroe che abita nella mente di Osanna

Nell’aprile 2007 il soprintendente di Pompei mi indicò per Sette (lo storico magazine del Corriere della Sera) un operoso soprintendente che gli italiani hanno dimenticato

Massimo Osanna - ritratto digitale Streamcolors

Massimo Osanna (Venosa, 1963) è stato soprintendente di Pompei dal gennaio 2014 e da martedì 1° settembre 2020 assumerà l’incarico di direttore generale dei musei statali italiani.

(CREDIT Giacomo Giannella / Streamcolors)

Caro Osanna, dopo il risveglio dei colossi di Mitoraj tra le rovine di Pompei, è la volta di una nuova mostra elettrizzante dal 12 aprile: Pompei e i Greci, 600 reperti che narrano gli antichi contatti dell’Italia con il Mediterraneo. Un tema attuale, nell’era dell’emergenza migranti.

“Il tema dei contatti tra genti delle antiche civiltà vide pioniere un mio predecessore e studioso di riferimento sin da quando compivo le prime ricerche scolastiche, nella mia originaria Venosa: Giuseppe Fiorelli, l’uomo che con sistematicità e rigore scientifico ricamò la prima rete internazionale intorno a Pompei. A Fiorelli l’archeologia deve molto. La rivista Notizie degli scavi, ancora attiva oggi e lettura di rigore per noi esploratori del passato, che fin dal tardo ‘800 dà notizia delle scoperte delle Soprintendenze nelle varie aree archeologiche, deriva da una pubblicazione da lui inventata che illuminava Pompei non solo come luogo efficiente di tutela e di valorizzazione, ma anche per la formazione e la ricerca. Nasce da questa intuizione, nel 1866, anche la Scuola archeologica di Pompei, dove gli allievi erano tenuti a pubblicare quello che si scopriva nel sito”.

Giuseppe Fiorelli - ritratto digitale Streamcolors

Giuseppe Fiorelli (Napoli, 1823-1896) è stato, oltre che grande archeologo, anche un valente numismatico.

(CREDIT Giacomo Giannella / Streamcolors)

Sono appena tornato da una visita a Pompei che lei sta lodevolmente rilanciando. Lì ho scoperto che la divisione in regiones (quartieri) e insulae (isolati) è dovuta proprio a Fiorelli.

“Esatto. Un altro suo merito è quello di aver messo ordine nella città dando a ogni casa un numero civico, creando il primo catasto e permettendo di localizzare con precisione ogni reperto. Impose le divise ai custodi, fu il primo a mettere il biglietto per entrare nel sito, fino ad allora riservato solo agli ospiti dei Borbone. Insomma, innova alla grande. Dice di lui lo svizzero Marc Monnier: ‘Fiorelli è intelligenza e operosità fatta persona, con lui tutto è stato riformato e moralizzato nella città morta’. In più, intuì per primo la possibilità di ottenere dei calchi delle vittime dell’eruzione colando gesso liquido nel vuoto lasciato dai loro corpi nella cenere. Correva l’anno 1863, Fiorelli era ispettore e solo due mesi dopo sarebbe stato promosso a soprintendente. Dell’uso del gesso liquido per mostrare i pompeiani nell’attimo estremo in cui vengono ‘rapiti alla morte’, dà notizia sui giornali suscitando emozione e una lettera di elogio da parte del ministro che però gli tira anche le orecchie: ‘Duole che il governo abbia appreso questa scoperta dai giornali e non da lei stesso’.

La seduzione del quarto potere: anche in questo l’esperienza comunicativa di Fiorelli è molto attuale.

“Come è attuale il suo invito a combinare bene tradizione e innovazione”.

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