È un libro prelibato che consigliamo a quanti sono a secco di mostre, perché dopo aver chiuso l’ultima delle 240 pagine ti senti come essere stato a un’esposizione particolare: le opere esposte sono diverse, gli artisti sono diversi, da Tiziano a Botticelli, da Bernini a Matisse, dal Ghirlandaio a Kokoschka, eppure le ispiratrici delle opere sono le stesse: le donne, donne sconosciute o quasi, ma tutte con intensi mondi interiori, tutte narranti storie che sembrano romanzi (a proposito: per la campagna di Giannella Channel a favore di una toponomastica più al femminile, qui ci sono nomi a bizzeffe specie per i nostri borghi dai muri dipinti). Una piacevole caratteristica narrativa che non sorprende chi conosce l’autrice, Lauretta Colonnelli (nella foto TusciaUp d’apertura), toscana, laureata in filosofia, giornalista di razza (mia antica collega all’Europeo, poi è passata alle pagine culturali del Corriere della Sera) e già docente di Storia del teatro alla Sapienza di Roma e collaboratrice Rai.

Il libro (Le Muse nascoste. Protagoniste dimenticate di grandi opere d’arte, Giunti, 29 euro) è il sesto di una serie di originali saggi sull’arte di Lauretta e la piacevolissima lettura promette fin dalle prime righe, nella prima delle sedici storie (il giornalismo è storie, e questo libro si configura anche come un grande reportage giornalistico) narrate da Lauretta, Il segreto del collare:

Ritratto di Marguerite - Matisse

Ritratto di Marguerite (1907), di Henri Matisse, Parigi, Musée Picasso. Lauretta Colonnelli svela il segreto di quel collare nero.

Questo libro nasce da un collare nero. Lo indossa una bambina di tredici anni, Marguerite, nel ritratto che nel 1907 le fece il padre Henri Matisse.

Sapevo che alcuni storici dell’arte avevano interpretato questo collare nero come un omaggio all’Olympia di Manet. Ma qui, a spezzare il bianco immacolato della carne, non è un malizioso nastrino di velluto, bensì una fascia severa, alta e spessa, più volte ripiegata su se stessa e annodata dietro la nuca, come un fazzoletto avvolto a proteggere da un mal di gola. Nei numerosi ritratti di Marguerite, che Matisse dipinse nei sette anni successivi fino a quando la figlia non si sposò e andò a vivere da un’altra parte, la fascia nera è sempre presente. A meno che il collo non sia nascosto dai vestiti. La fascia si assottiglia un po’ man mano che passa il tempo, e quando l’adolescente sboccia nell’età adulta si arricchisce di un piccolo giallo.

Che cosa significava per Marguerite quella striscia di tessuto nero intorno al collo? Perché la portava ancora, come si vede dalle fotografie, quando era ormai una signora anziana?

Copriva una profonda cicatrice e il ricordo di un episodio drammatico, avvenuto sette anni prima…

La figlia maggiore di Matisse nascondeva dietro il collare nero la tracheotomia subita quando a sette anni stava morendo a causa della difterite. Modella e assistente del padre, Marguerite tornò alla vita grazie ai ritratti che le dedicò suo padre, dopo che era stata arrestata e torturata dalla Gestapo, e dopo che era riuscita a fuggire per miracolo dal vagone piombato diretto a Ravnesbrück.

Con Marguerite, altre quindici mogli e amanti, madri e figlie, bambine conturbanti si affacciano dalle pagine del libro, “muse nascoste” ma realmente esistite che ci guardano da quadri segnati da grandi firme. E che donne!

È straordinario infatti come l’autrice, portando alla luce le vite e le storie di queste “muse nascoste”, riesca a stimolare la nostra curiosità e renderci impazienti di andare a vedere quel capolavoro dell’arte, analizzare l’opera e gettare una nuova luce su di essa, in altre parole cambiare prospettiva. Su tutte, lei, Simonetta Vespucci nata Cattaneo, la più bella di Firenze e donna che incarnava il concetto di bellezza nel Rinascimento, immortalata a ventuno anni da Sandro Botticelli e amata da Giuliano de’ Medici (fratello minore di Lorenzo il Magnifico) sulla cui prematura morte scopriamo esserci delle ombre: fu tisi o veleno?

Botticelli - Nascita di Venere

Simonetta Vespucci in Nascita di Venere (1485-1486), di Sandro Botticelli, Firenze, Galleria degli Uffizi.

Botticelli - Nascita di Venere - Simonetta Vespucci

E poi: si rimane incantati dalla bellezza enigmatica della “négresse” di Marie-Guillermine Benoist esposta al Louvre, di cui non si conosceva l’identità fino al 2008 e che adesso sappiamo essere Madeleine, schiava della Guadalupa, giunta in Francia a seguito di una coppia di aristocratici francesi;

Si guarda con compassione la Medusa di Gian Lorenzo Bernini raffigurata con il volto della bellissima Costanza Bonarelli. La faccia inorridita, le labbra socchiuse quasi a strozzare il dolore. È la punizione che Bernini infligge a Costanza colpevole di averlo tradito con il fratello Luigi. Bernini fa sfregiare lei e fa in modo di far esiliare il fratello ma non gli basta. Non si accontenta. Il risultato della sua gelosia è immortalato dal volto di una Medusa triste e disperata, sgomenta e agli occhi colpevole della propria colpa.

E come possiamo rimanere indifferenti davanti alle opere di Kokoschka e alla sua folle ossessione per Alma Mahler che lo tormenterà al punto di commissionare una bambola di pezza ad altezza naturale, con fattezze della donna? La bambola sarà “uccisa” dall’artista al termine di una notte a tutto alcol.

Lauretta Colonnelli e Giorgio Dell'Arti

Lauretta Colonnelli, nata a Pitigliano (Grosseto), con il marito, il noto giornalista, scrittore e storico Giorgio Dell’Arti, fondatore del magazine di Repubblica, Il Venerdì, e ideatore dell’attuale newsletter quotidiana Anteprima, l’utile spremuta dei giornali.
Foto: dagospia.com

Questo libro ci spinge a comprendere che è proprio giunto il momento di cambiare prospettiva per riconoscere e dare voce alle donne che la storia ha voluto nascondere. Un primo passo, come accennavamo in apertura, sarebbe battersi per intitolare le vie cittadine a quelle donne protagoniste della storia del mondo. Raccontare le loro storie. Solo l’8% dell’intera topomastica nazionale, dato Istat, è al femminile. Solo l’8%!

È giunto il momento di fare qualcosa, come da bambini, nel gioco del nascondino, essere capaci di fare uno sforzo, per poter correre e gridare: “Libere tutte!” e rendere merito finalmente, come ha fatto con seducente divulgazione Lauretta, alle troppe muse nascoste. Un libro da godere, fino all’ultima pagina.

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Lauretta Colonnelli - Le muse nascoste

La copertina del libro di Lauretta Colonnelli, edito da Giunti. Oltre alle donne e ai pittori citati nel testo, il sommario prevede: Michelina Terreri e Balthus; Lucia e Mantegna; Hortensie Fiquet e Cézanne; Lucrezia Tornabuoni e Ghirlandaio; la pittrice Gabriele Munter e Kandinskij; Josephine Nivison e Hopper; Nan e Grant Wood; La Bella e Tiziano; Sophie Gray e Millais; la monaca (a forza) Lucrezia Buti e Filippo Lippi; la “donna barbuta” Maddalena Ventura dipinta da Jusepe de Ribera.

A PROPOSITO/ Due innovazioni nella Galleria fiorentina

Una giornata particolare tra le donne “parlanti” negli Uffizi, primo museo a misura di bambino

Il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, non sbaglia un colpo: l’avevamo ammirato per l’originale idea di fare del museo fiorentino il primo a misura di bambino: dall’autunno scorso, tornato dalla Spagna per un prestito, “La Tebaide” del Beato Angelico, ritornata dalla Spagna per un prestito, è stata posta a soli 65 centimetri dal suolo per poter essere meglio ammirata dai bambini.

Firenze - Bambini davanti alla Tebaide del Beato Angelico

Firenze: bambini davanti alla Tebaide del Beato Angelico. L’opera racconta le vite dei Santi Padri nel deserto vicino a Tebe.

E proprio una bambina è protagonista del video degli Uffizi, con il suo stupore davanti a opere d’arte “parlanti”. Le figure ritratte nei dipinti si rivolgono alla bambina in un dialogo al femminile di grandi donne del passato vissute in un mondo governato dai “maschi”. C’è la splendida Eleonora di Toledo, duchessa di Firenze, ritratta dal Bronzino, seguita da Anna Maria Luisa, ultima discendente della famiglia de’ Medici. Alla Galleria d’arte moderna la bimba conosce Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella minore di Napoleone, ritratta dal fiorentino Giuseppe Bezzuoli.

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