INVITO ALLA LETTURA: “ALLEANZE”, STORIE DI UOMINI E DONNE CHE HANNO SPARSO
SEMI DI LUCE


testo di Alessandra Tarabochia*

Sul comodino, ad affiancare il mio, con Gaetano Gramaglia,  “Le vie delle donne” (storie di grandi italiane che dalle Alpi ai nuraghi meritano di essere ricordate, anche per dedicare loro strade e piazze: Antiga edizioni) da qualche giorno è arrivato un accattivante libro che racconta in modo piacevole storie di uomini e donne che hanno sparso semi di luce: “Alleanze” è il titolo, Prometheus l’editore milanese, Alessandra Tarabochia la curatrice: nella foto in alto, con il marito, lo storico dell’Università degli Studi di Milano Alfredo Canavero.

 È un libro che invito a leggere per vari motivi. Mi aiutano le chiarificatrici parole dell’introduzione della Tarabochia, che illuminano le scelte fatte per queste quattordici storie, dalla fine del XVI secolo ai giorni nostri: storie che raccontano, ciascuna, di un uomo e una donna “alleati” per realizzare insieme qualcosa di bello. Storie nate spesso in momenti difficili, talvolta drammatici, dalla condivisione di passioni e ideali, che ci fanno conoscere da vicino, e guardare con occhi diversi, alcuni personaggi più o meno famosi: letterati, politici, scienziati e musicisti, mecenati e artisti, medici e santi. Capaci tutti di compiere scelte spregiudicate, anticonformiste, e di affrontare difficoltà, sacrifici e pericoli, di cogliere le luci e le ombre del loro tempo., di guardare avanti, lontano, e di non aspettare che i tempi siano maturi, per fare e ottenere quello che è giusto. Unificati dalle frasi  di Pierre Curie: “L’importante è fare della vita un sogno e di un sogno la realtà “ e di Anna Kuliscioff a Filippo Turati: “Filippo, quando una cosa è giusta… è giusta”. Buona lettura. (S. Gian)
Tutto è cominciato, in tempo di covid, con una conferenza on-line sui possibili orizzonti della “questione femminile” e sui termini usati per definire il rapporto tra uomo e donna: uguaglianza, parità, differenza, reciprocità, complementarità e, infine, alleanza.
Alleanza, si sa, è un termine del linguaggio politico-militare – si alleano gli Stati, i partiti…- e che troviamo anche nella Bibbia: l’antica alleanza tra Dio e l’uomo è sancita dall’arcobaleno che congiunse cielo e terra alla fine del diluvio, quella nuova colorò le ali dell’angelo annunciante di Van Eyck.
Ma alleanza si può riferire anche al rapporto tra uomo e donna, per sottolineare il fatto che si tratta di una relazione in cui le due parti in gioco uniscono i loro talenti, diversi, che di per sé potrebbero anche da soli dare buoni frutti, per realizzare insieme un progetto più bello e più grande.
La relatrice concluse con alcuni esempi della storia religiosa: Chiara e Francesco, Benedetto e Scolastica.
Non ci fu dibattito, ma nei giorni seguenti in una serie di telefonate tra amiche che avevano seguito la tavola rotonda ci siamo “esercitate” a trovare altri esempi di felici “alleanze”, più o meno famose, questa volta nella storia civile: Pierre Curie e Marie Skłodowska, Anna Kuliscioff e Filippo Turati, Eva Mameli e Mario Calvino, Antonio Boschi e Marieda di Stefano
Alcune letture, alcune e-mail ed ecco delinearsi l’indice di questo libro: quattordici storie, dalla fine del XVI secolo alle soglie dei nostri giorni, in cui gli autori raccontano di alleanze che hanno “incontrato” nel corso dei loro studi e, in qualche caso, della loro vita.
Brevi saggi, storie ricostruite sulla base di testimonianze, lettere, diari, autobiografie, ricordi personali. Storie ricche, feconde, nate spesso in momenti difficili, e talvolta drammatici, dalla condivisione di passioni e ideali, che ci fanno conoscere da vicino, e guardare con occhi diversi, alcuni personaggi famosi, di fama mondiale, altri noti in ambienti più ristretti, o conosciuti solo agli specialisti: letterati e politici, scienziati e musicisti, mecenati e artisti, medici e santi.
Sophia Loren e Carlo Ponti si sono incontrati per caso, in un ristorante romano, dove si stava tenendo un concorso di bellezza; altri, i più, hanno incrociato i loro destini sul campo, là dove li avevano portati, anche da lontano, i loro interessi, le loro passioni: a Parigi, dove Marie Skłodowska era andata dalla natia Polonia interessata, come Pierre Curie, ai fenomeni del magnetismo; a Monaco di Baviera, dove Alexandre Sakharoff e Clotilde von der Planitz si trovano a danzare, alternativamente, sullo stesso palcoscenico; a Boston dove Martin Luther King, dalla Georgia, stava preparando il dottorato in filosofia e Coretta Scott, dall’Alabama, studiava musica per diventare cantante.
E scopriamo quanto può essere importante, nella vita di una, anzi di due persone, trovarsi a vivere insieme, anche con ruoli diversi, una stessa esperienza: il saggio finale di quartetto a un corso estivo di musica dell’Accademia Chigiana, un coro nella St. Jakobs Kirche di Köthen, gli esercizi quaresimali nella cattedrale di Dijon, un corso di specializzazione all’ospedale per bambini di Montreal, l’acquisto di un quadro sulle rive della Senna, il trasloco di una biblioteca all’Università Cattolica di Brescia, la quiete di un antico borgo nel Chianti…
Ci furono decisioni repentine e altre maturate nel tempo, colpi di fulmine e lente scoperte. Da un lato uomini che hanno intuito il valore delle donne che avevano conosciuto e non hanno esitato a chiedere di essere al loro fianco nella realizzazione di un progetto che avrebbe visto entrambi, in ruoli e con compiti diversi, protagonisti. Dall’altro donne che hanno capito che potevano dire di sì, valeva la pena accettare quelle proposte strane, inaspettate, da parte di uomini che avevano fiducia in loro, che le invitavano a cambiare, certo, un po’ i loro piani, ad avviarsi per una strada non facile, impegnativa, in cui, ne erano certe, non da sole, ma senza rinunciare a se stesse, avrebbero costruito qualcosa di bello.
E così Eva Mameli lascia il suo posto di assistente di botanica a Pavia e va con Mario Calvino a Cuba per riorganizzare il laboratorio della Estación Central Agronómica; Coretta Scott abbandona l’idea di una carriera concertistica, ma non la musica, e canta, insegna canto, organizza concerti seguendo il suo Martin da Boston a Montgomery e in giro per il mondo; Lucille Teasdale va con Piero Corti a organizzare la sala operatoria in un ospedale in Uganda; Fioretta Mazzei si candida e viene eletta nel consiglio comunale di Firenze mentre Giorgio La Pira ne diventa sindaco.
Molti divenuti anche compagni di vita, altri vivendo in piena libertà una profonda comunione di anime ci portano a vivere con loro difficoltà, fermenti e sogni, mostrando quanto, insieme, si può fare per vincere la miseria, le malattie, l’ignoranza, i pregiudizi, per il progresso della scienza, per la giustizia e la pace.
Dalla Borgogna e dall’Alta Savoia alla Sassonia e al Ponente ligure, da Parigi a New York, da Milano a Firenze e Roma, a Cuba e in Uganda, questi “alleati” si sono impegnati a denunciare, lottare, conquistare, difendere, ma anche studiare, scoprire, innovare, costruire, fondare, insegnare… E ci hanno lasciato eredità spirituali, morali, intellettuali, artistiche destinate a durare: una biblioteca scientifica, un ordine religioso e monasteri, un ospedale, una casa-museo, importanti scoperte scientifiche, e altrettanto importanti innovazioni nella musica e nella danza, e scuole, tante scuole diverse: di danza, di ceramica, per i campesinos e per i ragazzi di San Frediano, per formare infermieri, musicisti, cantanti…
«È importante fare della vita un sogno e di un sogno realtà».
La frase di Pierre Curie ci aiuta a comprendere la vita di tutti i protagonisti di queste alleanze, così diverse: in tutti ritroviamo passione, dedizione, pazienza, determinazione, la capacità di scelte spregiudicate, anticonformiste, e di affrontare difficoltà, sacrifici, pericoli… la capacità di cogliere le luci e le ombre del presente, e il coraggio di guardare avanti, lontano, e di non aspettare che i tempi siano maturi per fare o cercare di ottenere quello è giusto. Perché, come spiega Anna Kuliscioff: «Filippo, quando una cosa è giusta… è giusta!»
Per questo Johann Sebastian Bach pensò di far vivere di vita propria il violoncello, e molto probabilmente senza la complicità di Anna Magdalena le sei Suites per violoncello solo non sarebbero come sono; Antonio Boschi e Marieda Di Stefano non esitarono a riprendere, dopo la pausa della guerra, la loro “attività” di collezionisti e mecenati, in piena sintonia con gli artisti che erano tornati a frequentare la loro casa di via Jan; Paolo Borciani, Elisa Pegreffi, Lionello Forzanti e Franco Rossi, «nel deserto di una nazione da ricostruire», si misero a studiare per il loro primo concerto come Quartetto Italiano; Giorgio La Pira e Fioretta Mazzei sognarono e guidarono la rinascita di Firenze dalle macerie materiali, sociali e morali della seconda guerra mondiale; Martin Luther King e Coretta Scott, non cessarono di predicare la non-violenza, Thomas Merton e Dorothy Day di denunciare i mali della società in cui vivevano, di lottare contro la povertà e ogni tipo di disuguaglianza; Piero Corti e Lucille Teasdale decisero di rimanere con i malati nell’ospedale che avevano fondato, nell’Uganda dilaniato dalle lotte tra etnie; Sophia Loren – e Carlo Ponti – portarono sul grande schermo il dramma, la forza d’animo e la consapevole rassegnazione di donne come Cesira, Filumena, Antonietta…
Tutte le storie raccolte in questo libro si nutrono di libertà, coraggio, fiducia in se stessi e nell’altro, in tutte si respira un profondo desiderio di giustizia e di pace, e di bellezza.
Insieme, i protagonisti di queste storie hanno fatto, come meglio potevano, quello che sapevano fare: hanno cantato e predicato, studiato, sperimentato e scoperto, riordinato libri e comprato quadri, suonato e danzato, piantato alberi e coltivato fiori, curato malati e assistito puerpere, pregato e insegnato, fatto politica e organizzato convegni, scritto libri, fondato riviste, monasteri e scuole…
A modo loro, dove si trovavano o dove hanno pensato di dover andare, hanno sparso semi di
luce.

La copertina di “ALLEANZE”, Prometheus editore, 192 pagine, euro 22, è impreziosita dal dipinto di Jan van Eyck, “Ritratto dei coniugi Arnolfini”.

*Alessandra Tarabochia, curatrice del libro “Alleanze”, è studiosa di platonismo medievale e rinascimentale. Quando non è in viaggio nel mondo con il marito, Alfredo Canavero, docente emerito di Storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Milano, autore di numerose biografie storiche tra le quali quella dedicata ad Alcide De Gasperi (Alfredo è con lei nella foto d’apertura) trascorre ore felici in biblioteca. Le storie del libro sono state scritte da grandi firme della storia, della musica, delle scienze, della letteratura, del teatro, della danza e del cinema: Giovanna Carocci, Maria Luisa Eguez, Giuliana Fantoni, Gian Luigi Forti, Maria Fratelli, Giulia Lami, Fulvio Luciani, Luciana Migliore, Maria Paola Negri, Daniela Notarfonso, Giuliana Nuvoli, Alessandro Pontremoli, Piercarlo Sacco e Giancarlo Zappoli.

COMMENTI

Alfredo Canavero, Milano

Caro Salvatore, sapendo della tua attenzione alla toponomastica al femminile, credo di farti cosa gradita comunicandoti che il mio amico e collega Jean-Dominique Durand, docente emerito dell’Università di Lione III mi segnala che, quando era assessore nel Comune di Lione, è riuscito a far intitolare alcune strade a donne e uomini compagni di vita: in particolare una via è stata dedicata a Blanche e Georges Canton, due protagonisti della Resistenza francese. L’intitolazione è stata fortemente sollecitata dal loro figlio, Jacques Caton, diventato un grande medico (parla perfettamente l’italiano, eventuale contatto: caton.jacques@orange.fr). 

Un altro esempio è quello di Jacqueline et Roland de Pury. Lui pastore svizzero della chiesa protestante del centro di Lione, noto per le sue omelie infiammate. Lei dimenticata. Eppure, aiutava il marito anche nella redazione dei suoi testi e organizzava l’accoglienza agli ebrei durante la guerra. Grazie all’impegno di Durand, ora anche Jacqueline è ricordata assieme al marito in una via di Lione.

Risponde Salvatore Giannella.

Ringrazio il professore (e amico) Alfredo Canavero per questa segnalazione, che arricchisce il dibattito su una toponomastica che sia all’altezza della storia contemporanea e dei suoi degni protagonisti, donne o uomini/uomini e donne insieme come ci insegna l’esperienza di Lione. Colgo l’occasione per anticipare che nella seconda edizione aggiornata de “Le vie delle donne”, in uscita il prossimo 8 marzo 2024, ci sarà spazio anche per ricordare la grande italiana da lui raccontata in un recente libro: MARIA FEDERICI. IMPEGNO SOCIALE E POLITICO PER LA DIGNITÀ DELLE DONNE”, Prometheus editore, Milano. Maria Federici (1899-1984), presidente del Centro Italiano Femminile, CIF, dalla fondazione al 1950, fu tra le poche donne elette all’Assemblea Costituente (solo 21), dove ebbe un ruolo di rilievo nell’affermare i diritti delle donne come membro della Commissione dei 75, che elaborò e propose il progetto della Costituzione della Repubblica Italiana.

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