L’Italia che Cambia è un percorso collettivo, fatto di molti sentieri. Tutti vanno nella stessa direzione ma vi arrivano da posizioni e punti di vista differenti seguendo strade e percorsi particolari. Ne abbiamo individuati sette, da percorrere assieme. Sette sentieri di transizione verso una società più equa, giusta e sostenibile. I vari punti non li abbiamo scelti noi dal nulla: ci sono stati segnalati, raccontati, trasmessi dalle realtà che abbiamo incontrato lungo il cammino. Li abbiamo voluti scrivere, raggruppandoli e organizzandoli per rendere espliciti gli obiettivi e gli ideali che ci muovono e che stanno alla base del nostro progetto. Non sono dei punti di partenza ma di arrivo. Le realtà che raccontiamo, che abbiamo incontrato e che potete trovare sulla mappa, pur seguendo ciascuna il suo sentiero particolare, condividono con noi questo percorso e mirano verso la stessa meta. Dunque vi chiediamo, prima di segnalarci una nuova realtà da inserire nella mappa, di leggere questi pochi punti per capire se andiamo nella stessa direzione. Non importa che ogni realtà si occupi di tutti i punti, né che li rispetti tutti. L’importante è comprendere a fondo la visione, l’idea del mondo e della società a cui mirano i vari sentieri e capire di volta in volta se siamo mossi dalle stesse passioni.
Sentiero 1: la persona
Da cosa partire se non da noi stessi? Lo sviluppo della persona e dei suoi talenti naturali è un aspetto fondamentale del cambiamento, l’unico in grado di garantire la consapevolezza necessaria per intraprendere qualsiasi iniziativa. Per questo motivo non possiamo non partire da punti fondamentali come:
- Il riconoscimento dell’essere umano come valore inestimabile.
- L’armonizzazione fra corpo, mente e spirito.
- Il riconoscimento dell’importanza della cultura, dell’arte, dell’artigianato come un’attività fondamentale per lo sviluppo di una piena consapevolezza personale e sociale.
- La necessità di una diversa valorizzazione del tempo libero. Un tempo liberato da impegni costantemente prefissati che permetta alle persone di decidere liberamente del proprio agire.
- Lo sviluppo di una consapevolezza individuale che miri ad annullare gli impatti dannosi diretti o indiretti del proprio agire su popolazioni, ecosistemi e culture.
Sentiero 2: la scuola
Nell’ottica di uno sviluppo armonico dell’individuo risulta fondamentale la costruzione di un modello educativo differente, non più basato sulla votazione, la competizione forzata, che non tenda ad uniformare le differenze, ma che piuttosto:
- Metta al centro il bambino nella sua specificità, premiando e valorizzando la diversità e non emarginando soggetti difficilmente omologabili.
- Proponga, accanto alle discipline “ufficiali”, materie pratiche, artistiche, fisiche, manuali.
- Consideri prioritaria la lotta all’abbandono scolastico.
- Educhi ad un rapporto più sano e armonioso con l’ambiente.
Sentiero 3: le relazioni umane
La consapevolezza individuale è soltanto un primo passo. Subito dopo è necessario mettersi in relazione con gli altri, lavorare insieme per costruire le alternative. In questo senso è importante:
- Valorizzare e mettere al centro le relazioni umane e ricercare modalità inclusive e partecipative nel proprio agire.
- Usare metodi di comunicazione non violenta nella risoluzione dei conflitti.
- Applicare modelli di cooperazione e collaborazione che vadano gradualmente a sostituire quelli basati sulla competizione in ogni aspetto della vita e della propria professione.
- Sperimentare la condivisione degli spazi e delle risorse (co-working, co-housing ecc)
- Rispettare i diritti civili e considerare le differenze (di genere, razza, religione, cultura) come ricchezza, così come avviene in natura.
- Riconoscere la questione di genere come presupposto per la costruzione di una società che metta al centro modelli e valori non esclusivamente maschili e miri alla ridiscussione dell’immaginario, del linguaggio e della loro conseguente attuazione.
- Garantire i diritti di chi lavora tramite contratti e/o altre forme di garanzia dei principi base: maternità, malattia pagata, tempo libero riconosciuto, uguaglianza tra i sessi, integrazioni delle categorie svantaggiate.
Sentiero 4: il cibo e la salute
“Siamo quello che mangiamo” affermava verso metà Ottocento il filosofo tedesco Feuerbach, aggiungendo persino “un popolo può migliorare migliorando la propria alimentazione”. Oggi si è sviluppata molta attenzione al cibo che mangiamo e al suo rapporto con la salute e la prevenzione, oltre che con l’ambiente. Cibo e salute sono due pilastri di una vita soddisfacente, oltre che due aspetti che necessitano di un cambiamento sostanziale. Perciò riteniamo importanti i seguenti punti:
- Coltivare cibo sano, in modo sostenibile e rispettoso delle risorse e dell’ambiente.
- Valorizzare l’autoproduzione come strumento di emancipazione economica e umana.
- Rispettare e tutelare la natura e tutte le forme di vita animali e vegetali.
- Passare da una cultura della malattia e della sofferenza ad una della salute e della cura del corpo e dello spirito.
- Alimentarsi in maniera sana come prevenzione primaria e lavorare sulla cultura alimentare e l’antica saggezza della alimentazione mediterranea.
- Costruire un sistema sanitario esente da interessi economici, ma che metta al centro il benessere dell’essere umano.
- Garantire una completa libertà di cura del paziente.
Sentiero 5: il territorio e l’ambiente
Ed ecco che in questo percorso che va dall’individuo verso la collettività giungiamo al territorio. L’ambito locale è fondamentale sotto vari aspetti, dalla creazione dei legami comunitari allo sviluppo di economie di piccola scala. Inoltre sui territori spesso si consumano gli scontri fra i grandi potentati economici (nazionali, sovranazionali, globali) e le comunità locali. Ecco alcuni punti che riteniamo importanti su questo aspetto:
- Gestione oculata e rispettosa del territorio in armonia con la natura ed i suoi ritmi, nel rispetto della stessa e delle forme di vita animali e vegetali.
- Valorizzazione e tutela del paesaggio, ponendo fine al consumo del territorio e alla conversione di aree agricole in aree edificabili.
- Gestione il più possibile collettiva e partecipata degli spazi pubblici.
- Riappropriazione di quegli spazi che svolgano attività dannose alla salute pubblica (basi militari, ecc).
- Graduale ritorno alla naturale vocazione dei territori (alvei dei fiumi edificati, conversione di miniere-fabbriche in punti di particolare pregio paesaggistico e naturale).
- Progressiva conversione del patrimonio edilizio esistente di scarsa qualità in edifici ad alta efficienza energetica e bioedilizia.
- Netta riduzione de consumo energetico attraverso misure di risparmio ed efficientamento e sostituzione delle fonti fossili in favore di energie rinnovabili e pulite.
- Riduzione dei rifiuti fino alla loro progressiva scomparsa, con conseguente scomparsa di discariche e inceneritori.
- Valorizzazione turistica del patrimonio artistico e paesaggistico con modelli di turismo responsabile e rispettoso di persone, natura e ambiente.
- Valorizzazione e ricerca della massima integrazione possibile tra i soggetti che insistono in un determinato territorio e quelli limitrofi.
- Costruzione e/o valorizzazione di modelli di mobilità sostenibile per l’ambiente.
Sentiero 6: l’economia
L’economia assume oggi un ruolo preponderante nella nostra vita. La forma economica dominante, chiamata liberismo, è caratterizzata dall’estensione del libero mercato ad ogni aspetto della vita, con un conseguente processo di mercificazione dell’esistenza. Ma un’economia diversa può esistere. Ecco alcune caratteristiche immancabili in una “economia che cambia”:
- Considerare il denaro come uno strumento al servizio dell’uomo, che non va emesso a fronte di un indebitamento ma distribuito in modo equo per soddisfare le esigenze primarie di ogni essere umano.
- Porre fine al concetto del debito infinito e superare quello di crescita infinita, sostituendo gradualmente il PIL con indici di benessere.
- Proibire la speculazione sui beni primari (terra, acqua, cibo, risorse) e superare la cultura della scarsità apparente indotta dalla carenza del mezzo di scambio.
- Sviluppare le economie di scala locale, basate sull’aiuto reciproco e sul dono oltre che sullo scambio monetario.
- Demercificare l’esistenza, relegando l’economia al suo giusto ruolo.
Sentiero 7: la politica
Eccoci infine all’ambito più generale, la politica, l’arte dell’amministrazione e del governo di un territorio. Che la politica necessiti di un cambiamento è cosa nota al punto che gli stessi politici hanno iniziato a parlarne (seppur con intenzioni che non sempre corrispondono a quelle dichiarate). Ebbene, ecco come dovrebbe essere e cosa dovrebbe prevedere una sana politica secondo noi e le realtà che abbiamo incontrato:
- Una progressiva riappropriazione della gestione della cosa pubblica da parte della collettività.
- Il rifiuto di qualunque forma di sopraffazione e sopruso e dell’agire e pensare “mafioso” diretto e indiretto.
- La liberazione dell’azione politica da lobbies, centri di potere occulti, mafia e logge massoniche deviate.
- Il riconoscimento dell’esistenza di beni comuni come acqua, cibo, natura (foreste, mari, fiumi), salute, energia, telecomunicazioni, che per loro natura appartengono a tutti e sono un diritto inalienabile di ogni essere umano, dunque non possono essere soggetti a regole di mercato e devono essere garantiti e tutelati.
A questo proposito ci teniamo a precisare che Italia che Cambia è e intende rimanere un’associazione del tutto apartitica e fuori dalle competizioni elettorali: la politica, per noi, è quella che si fa dal basso, nelle scelte di tutti i giorni, e non si limita ad un “X” su una scheda in cabina elettorale.
C’è poi un ultimo elemento, fondamentale, che però non è un sentiero a sé stante ma contribuisce dare forza agli altri. Parliamo dell’INFORMAZIONE. Cambiare l’informazione è un aspetto fondamentale della transizione verso un nuovo paradigma, perché solo se si conoscono le alternative siamo realmente liberi di scegliere. È quello che stiamo provando a fare noi, assieme a tanti altri bravi giornalisti, blogger, videomaker che ogni giorno (spesso su internet o su piccoli giornali locali, snobbati dai media mainstream) si sforzano per raccontare quello che funziona e ciò che si può fare per cambiare le cose. L’informazione sta cambiando; l’Italia, il Mondo stanno cambiando. Cambiate con noi?
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Complimenti per l’ iniziativa! Condivido!
Mi piacerebbe che venisse più sottolineato il bisogno di educare alla creatività: in un’epoca senza precedenti (come dicono anche report di enti sovranazionali), in cui cambia tutto e tutto insieme, non si può continuare a mettere pezze a indumenti ormai logori. Per la scuola, segnalo il pedagoista scozzese Ken Robinson. Grazie.
IL GAS RADON SECONDA CAUSA DI TUMORE AI POLMONI DOPO IL FUMO!
I GEOLOGI: DA OTTO MESI ITALIA IN CONDIZIONI DI INFRAZIONE DELLA DIRETTIVA EUROPEA 2013/59 EURATOM.
Il radon è un gas nobile radioattivo naturale, incolore, insapore e inodore ed è considerato la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo da sigaretta. A livello mondiale è il contaminante radioattivo più pericoloso negli ambienti chiusi.
In Italia nell’ultimo anno si è registrato un incremento significativo di nuovi casi di tumore ai polmoni: 41.500 del 2018 rispetto ai 41.800 nel 2017. L’Istituto Superiore di Sanità ha stimato che il 10 per cento dei circa 31.000 casi di cancro ai polmoni che si segnalano ogni anno è attribuibile a una prolungata esposizione a questo gas: 3200 nuovi casi di tumore dovuti proprio al radon. Durante il convegno sarà presentato il documento finale prodotto nell’aprile 2018 dal tavolo specifico sul problema radon istituito dal Consiglio Nazionale dei Geologi. Il documento si rifà alla Direttiva 2013/59/Euratom rispetto alla quale l’Italia si trova in condizione di infrazione da febbraio 2018. Tale direttiva prevede l’introduzione di livelli di riferimento di radon inferiori a 300 Bq/m3: se da un lato tali livelli sono più bassi di quelli indicati dalla legge italiana per gli ambienti di lavoro, che stabilisce un limite di 500 Bq/m3, dall’altro, si tratta di un valore superiore a quello proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che raccomanda un livello medio di riferimento pari a 100 Bq/m3. Per quanto riguarda invece le abitazioni, in Italia fino ad oggi non è stata ancora emanata una normativa specifica .
(FONTE: comunicato stampa Cnr, Roma, 23 ottobre 2018)