«La grande maggioranza dei giovani ha bisogno di tempo per seguire i figli e lavorare, e crediamo che sia loro diritto poter disporre di ore da trascorrere in famiglia. Per questo il governo vuole fare ai giovani genitori un’offerta che supporti il loro desiderio di stare in i bambini e il loro bisogno di mantenere un lavoro». Così Manuela Schwesig (nella foto), ministro della Famiglia del governo Merkel (è uno dei sei ministri socialdemocratici della Grosse Koalition tra Cdu e Spd) ha spiegato il nuovo provvedimento messo in campo dal governo tedesco: versare 300 euro alle giovani famiglie in cui entrambi i genitori decidano di diminuire le loro ore lavorative per dedicarsi ai figli. L’idea è semplice e viene incontro al bisogno di ricucire i percorsi educativi e le relazioni tra genitori e figli che spesso sono messi a rischio proprio dagli impegni lavorativi di ambedue i coniugi. «Vogliamo consentire ai genitori di condividere al massimo il lavoro e l’educazione dei figli con lo stesso impegno», ha spiegato il ministro.

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Manuela Schwesig (nella foto), ministro della Famiglia del governo Merkel.

L’obiettivo dichiarato è quello di riconciliare l’infanzia e l’occupazione attraverso un bonus il cui costo per le casse dello Stato viene calcolato in un miliardo all’anno e potrà essere erogato per un massimo di due anni, fino al compimento dell’ottavo anno del bambino. Il provvedimento mira anche a bilanciare lo squilibrio che vede le donne oggi penalizzate lavorativamente quando le coppie hanno i figli: il ricorso al part time in tre casi su quattro infatti riguarda le donne.

Il provvedimento è stato contestato dai Verdi perché penalizzerebbe i genitori single. In realtà al bonus, secondo la bozza fatta circolare, potranno accedere anche i genitori single e separati, «per consentire ai genitori di condividere al massimo il lavoro e l’educazione dei figli con lo stesso impegno», ha voluto chiarire il ministro Schwesig.

La questione del declino demografico è una delle priorità su cui Angela Merkel ha impegnato il suo governo. Già sono state messi in campo misure come il bonus bebé, il Kindergeld, il «denaro del bambino»: un assegno dell’ammontare di 190 euro al mese per il primo e il secondo figlio, che diventano 196 per il terzo e 221 dal quarto in poi… Poi c’è l’Elterngeld, l’assegno di maternità per tutte le lavoratrici, calcolato sul reddito dell’anno precedente. E anche le misure per l’integrazione degli immigrati, siriani in particolare va in questa direzione: invertire il declino demografico che colpisce il paese dall’anno della caduta del Muro.

politiche-famiglia-europa* Fonte: Vita.it, il portale della sostenibilità sociale, dedicato al volontariato e al mon do non profit, collegato al magazine Vita, il primo e unico periodico in Italia interamente dedicato al terzo settore. Fondato dall’attuale presidente e direttore editoriale Riccardo Bonacina.