Hanno preso carta e penna e, con l’incertezza di chi ha imparato a scrivere solo da qualche mese ma con tutta la determinazione di chi si aspetta una risposta e vuole far sentire la propria opinione, hanno scritto a Matteo Salvini. Sono bambini di prima e seconda A della scuola elementare di Serravalle, una frazione a una manciata di chilometri da Asti. Hanno scritto al ministro dell’Interno, all’ufficio migranti della prefettura di Asti e alla commissione per i rifugiati per chiedere che i migranti che fanno attività nella loro scuola e che si sono visti rifiutare la domanda d’asilo per la seconda volta, non vengano allontanati. “Abbiamo saputo che non avete dato il permesso a Paul e Lamin di restare qui al sicuro con noi. Così loro rischiano di andare in prigione o in guerra nei loro Paesi. Vi chiediamo, per favore di farli restare qui insieme a noi perché gli vogliamo moltissimo bene”, scrivono i bimbi.
La lettera è un lavoro di gruppo, un collage di frasi che i bambini hanno messo nero su bianco durante le ore di lezione, moltissime fatte all’aria aperta, con i maestri del progetto “Bimbi Svegli” Giampiero Monaca, Maria Molino e Mariagrazia Audenino.
C’è tutta l’innocenza dell’infanzia nelle parole che i bambini indirizzano al ministro “ma anche la consapevolezza che è nata in loro parlandone in classe”, commenta la maestra Molino. “Spieghiamo ai ragazzi che è importante imparare a scrivere perché con la scrittura si possono esprimere i propri pensieri e far sentire la propria voce”.
Gli allievi hanno fatto mille domande: “Chiedono della storia di Paul e degli altri”, spiegano gli insegnanti, “e quando hanno capito che cosa poteva succedere si sono messi a cercare soluzioni”. C’è chi si è offerto di nascondere Paul e Lamin in soffitta a casa, chi di farli scappare nel bosco per non mandarli via: idee di bambini che vogliono trovare una soluzione a problemi reali e sentono forte il senso di essere cittadini del mondo.
“Quando mi sono trasferito qui”, spiega Monaca. “Ho conosciuto i ragazzi di Agathon ed è stato naturale coinvolgerli nella vita della scuola. Prima ci hanno aiutato a risistemare gli spazi. Oggi grazie a loro teniamo aperta la scuola anche nei giorni che non prevedono il tempo pieno perché l’associazione Agathon ha preso in gestione gli spazi e organizza con noi il doposcuola. Paul, Lamin e gli altri ormai sono conosciuti come gli Agathon’s“.
Concludono nella loro lettera i bambini:
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