VIE D'ITALIA: E' IL MUSEO DEGLI ERRORI. IL NUOVO ATLANTE DELLE PAPERE STRADALE DALLE ALPI AI NURAGHI (4)

Finisce il viaggio nella penisola del nostro autorevole e pignolo “cacciatore di errori urbani” che invita i lettori a sorridere tra curiosità e aneddoti e i sindaci a mettere mano alle correzioni delle targhe. Qui la quarta puntata del suo singolare Giro d’Italia all’insegna di “Basta con l’approssimazione”

IL TEMPO DELLA STORIA

testo di Roberto Angelino¹ per Giannella Channel

Vie d'Italia: è il museo degli errori. Il nuovo atlante delle papere stradali dalle Alpi ai nuraghi (3)

Continua il viaggio nella penisola del nostro autorevole e pignolo “cacciatore di errori urbani” che invita i lettori a sorridere tra curiosità e aneddoti e i sindaci a mettere mano alle correzioni delle targhe. Qui la terza puntata del suo singolare Giro d’Italia all’insegna di “Basta con l’approssimazione”

IL TEMPO DELLA STORIA

testo di Roberto Angelino¹ per Giannella Channel

A chiusura di questo Atlante aggiornato delle papere stradali (LINK ALLE PRIME TRE PUNTATE) non si può fare a meno di raccontare gli strafalcioni più eclatanti della segnaletica orizzontale, ovvero le indicazioni sull’asfalto. La più clamorosa in assoluto è comparsa cinque anni fa sulla carreggiata Sud della tangenziale Ovest di Milano, poco distante dal casello di Melegnano, e indicava la direzione per Bolognia. (sic!)

Strafalcione a caratteri cubitali in tangenziale nel 2017.

Un’altra ha fatto sussultare di sdegno e ilari sogghigni i residenti e i vacanzieri che nell’agosto 2018 percorrevano la statale Gardesana tra Garda e Bardolino (VR), quando per terra, a una svolta verso il lago, dopo la scritta RALLENTA hanno visto la sua traduzione alquanto maccheronica: SOLW al posto di SLOW! Figuraccia cosmica, per la serie “Tu vuo’ fa’ l’americano, ma sei nato in Italy”.

Vai piano e sorridi!

Ma ecco, dopo l’antipasto a base di beceraggini in italiano o inglese, il vero piatto forte orizzontale, proposto con uno STOP altrettanto spassoso per ammirare i quattro irriverenti gemellini – uno in più dei Qui, Quo, Qua di Paperopoli – atterrati negli ultimi tempi per poche ore o qualche giorno sul nostro pianeta, probabilmente al solo scopo di regalarci un liberatorio sghignazzo. Le piccole pesti galattiche si chiamano SOTP, POTS, SPOT e STPO e, come meteoriti, si sono manifestate un po’ ovunque sui pavimenti bitumati dello Stivale. Non scherzo: guardare per credere.

SOTP è apparso almeno 12 volte. Queste le testimonianze fotografiche: maggio 2017 ad Acqui Terme (AL); ottobre 2021 a Carmagnola (TO); settembre 2020 ad Arluno (MI); novembre 2021 a Padova;

Acqui Terme
Carmagnola
Arluno

 

Padova
febbraio 2020 a Cattolica (RN); dicembre 2015 a Ponsacco (PI); gennaio 2016 a Lucca; dicembre 2015 a Vaiano (PO);
Cattolica
Ponsacco
Lucca
Vaiano
febbraio 2020 a Cattolica (RN); dicembre 2015 a Ponsacco (PI); gennaio 2016 a Lucca; dicembre 2015 a Vaiano (PO);
Cattolica
Ponsacco
Lucca
Vaiano
luglio 2014 a Città di Castello (PG); marzo 2021 a Sabaudia (LT); agosto 2017 a Paduli (BN) e aprile 2021 a Castelfiorentino (FI), dove si vede bene la correzione.

Città di Castello.

Sabaudia

Paduli

Castelfiorentino: vernice nera su “O” e “T”.

Solo un’apparizione, invece, per i due fratelli minori più timidi: POTS si è mostrato in tutta la sua goffaggine a fine luglio 2016 a San Gavino Monreale (Sardegna di Sud-Ovest, la provincia è quella del Medio Campidano, con targa VS), mentre SPOT è atterrato nel novembre 2013 sull’asfalto brianzolo di Mariano Comense (CO).

S. Gavino Monreale.

Mariano Comense.

Il gemello con il nome da codice fiscale che ama più degli altri venire a trovarci è sicuramente STPO, già manifestatosi almeno diciotto volte. Ecco le prove: ottobre 2021 a Tavagliano (BI); ottobre 2017 a Castellanza (VA); novembre 2019 a Sesona, frazione di Vergiate (VA); luglio 2021 a Merate (LC);

Tavagliano.

Castellanza.

Vergiate.

Merate.

giugno 2015 nella zona Rivabella di Lecco; agosto 2021 a Paderno Dugnano (MI); giugno 2019 a Goito (MN); marzo 2010 a Portomaggiore (FE);

Rivabella di Lecco.

Paderno Dugnano.

Goito.

Portomaggiore.

gennaio 2020 a Moggio Udinese (UD); novembre 2017 a Gorizia; giugno 2021 a Cairo Montenotte (SV); luglio 2018 nella frazione Capitolo di Piacenza;

Moggio Udinese.

Gorizia.

Cairo Montenotte.

Capitolo di Piacenza.

dicembre 2015 a Faella (AR); dicembre 2018 a Pratovecchio Stia (AR); luglio 2019 a Boscoreale (NA); settembre 2016 a Mesagne (BR)

Faella.

Pratovecchio Stia.

Boscoreale.

Mesagne.

e aprile 2021 a Condofuri (RC), dove tutto, come si vede, è stato corretto a mano. Incredibile, infine, l’accoppiata di Civitavecchia (RM): nel 1995 era apparso STPO a Porta Tarquinia, che poi è stato avvicendato dal gemello SOTP nell’agosto del 2020, esattamente un quarto di secolo dopo, davanti all’Isis Calamatta.

Condofuri.

A Civitavecchia STPO nel 1995.

A Civitavecchia SOTP nel 2020.

A dirla tutta, i piccoli sgorbietti venusiani avrebbero anche un fratellatro, un certo STOPP (con un fantasioso raddoppio finale nel nome), visto in Italia una sola volta, nel 2019, in una traversa di via Armando Diaz a Opera, tra Milano e Pavia.

Due “P”: si fermano tutti?

Scritto pochi giorni prima della Festa della Donna, avevo pensato di terminare questo articolo celebrando le lettrici di Giannella Channel con un omaggio floreale diverso dalle solite mimose. E volevo ispirarmi a un refuso stradale, l’irresistibile perla d’ignoranza ortografico-botanica apparsa a Latina (sempre lì!), nella targa di via Del Rododendro, divenuta per magia via Del Rododentro, evidentemente l’arbusto sempreverde più tormentato e infelice del pianeta.

  La ridicola targa di Latina.

Solare rododendro giallo.

Ma poi ho pensato: forse, per onorarle, è meglio augurare a tutte di sentirsi come la nobildonna di Rimini che nel 301 d.C. donò il Monte Titano a san Marino in segno di gratitudine per aver guarito suo figlio Verissimo. E che oggi, nella Serenissima Repubblica tra Romagna e Marche, ha una via tutta sua: VIA DONNA FELICISSIMA.
L’altro modo consiste nel far mia l’irresistibile “segnaletica al femminile” creata da quei burloni che, a due passi dalla torre pendente, si sono inventati nel 2019 un borgo fantasma in provincia di Pisa: Bugliano. Esiste solo sui social ma tanti lo scambiano per vero, abboccando alle geniali iniziative della sua inesistente amministrazione comunale. Come il cartello che dallo scorso 18 dicembre obbliga tutti gli automobilisti a procedere a dieci all’ora e “a passo di donna”. Ma, in fondo, perché no…?

   Il cartello “femminista”.

P.S.: nel giugno del 2021 i buontemponi che “governano” il sedicente Comune di Bugliano avevano postato su Facebook la targa di una stradina “disabitata e a fondo chiuso” da loro dedicata all’eroe della rivoluzione cubana: via C’è Ghevara. Segnalo tre dei tantissimi divertenti commenti apparsi sul Web: «Manca il punto interrogativo»  (di Matteo Ferrari), «Che ignoranti, non sanno che è morto? Si scrive C’era Ghevara» (di Carmelo la Magra) e «Manca una via intitolata a Pio ICS (X) e poi siete a posto» (di Enzo Micotti). Ovviamente il mitico Che Guevara (1928-1967) sghignazzerebbe come un folle.

L’incredibile strada inventata dai burloni di Bugliano.

Roberto Angelino, giornalista milanese, ha lavorato per 25 anni al settimanale Oggi; dal 2004 al 2007 è stato vicedirettore di Gente, poi è tornato a Oggi per curare gli Speciali e il bimestrale Oggi Foto. Nel 2015 ha pubblicato con Salvatore Giannella presso l’editore BookTime il volume Milano 50, con le schede dei 350 locali imperdibili della città sede dell’Expo, anticipate e poi sviluppate con successo su Giannella Channel. Sempre per i tipi di BookTime, la casa editrice di Gerardo Mastrullo, ha pubblicato altri due volumi: nel maggio 2016 Milano, mettiamoci una pietra sopra e, due mesi dopo, Milano al verde - Guida agli agriturismi di Milano e Provincia. L'ultima sua fatica libraria è Cover Story (Vololibero Ed., 2018) che racconta storie, segreti ed emozioni di 150 copertine dei più bei dischi italiani.

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