Nell’intervista apparsa nel 1932 su “Harper’s Magazine“, Thomas Edison pronunciò la celeberrima frase secondo cui “il genio è per l’1 per cento ispirazione e per il 99 per cento sudore”. E se lo diceva uno che aveva al suo attivo un migliaio di brevetti – tra cui un gingillo che ha cambiato la vita all’umanità come la lampada a incandescenza – c’è da credergli. Peccato che secondo Pablo Picasso, un altro tipo a cui saremmo tentati di prestare ascolto, in fatto di inventiva, “il principale nemico della creatività è il buonsenso”.
Per Steve Jobs, invece, essere creativi era la capacità di saper collegare le cose. Dando per inteso che quel “genio” di Edison si riferisse al processo creativo, e senza saccheggiare oltre i miliardi di citazioni che affollano il Web, sembra che non abbiamo la più pallida idea di che cosa sia la creatività. Eppure siamo tutti, o quasi, perfettamente in grado di riconoscerla quando la vediamo all’opera. O perlomeno quando ne ammiriamo i risultati.
E invece secondo John Kounios, psicologo cognitivista alla Drexel University, come si legge a pagina 26 di Mente & Cervello di dicembre, siamo sempre più vicini a dipanare il filo “che lega i fattori che portano a un’intuizione”.
Tanto che i ricercatori attivi in questo campo, lo studio dei processi creativi, sono convinti di aver individuato le fasi salienti che ne caratterizzano il percorso. Ma non solo. Come spiega Patricia Thivissen a pagina 38, gli studi sul cervello hanno individuato anche la molecola della creatività. È la dopamina, neurotrasmettitore coinvolto nei circuiti della motivazione e della ricompensa. Lo si è scoperto osservando l’incremento di creatività di alcuni pazienti colpiti dalla malattia di Parkinson, il cui talento artistico aveva violente impennate quando erano trattati con la levodopa, un precursore della dopamina, spesso con un sovradosaggio che portava a una perdita dei freni inibitori.
Solo una questione di neurotrasmettitori, dunque? Può darsi. Ma la creatività può essere esercitata, stimolata, forse anche appresa. Così almeno suggerisce Nessa Victoria Bryce, che delinea i cinque passi che conducono dritto all’intuizione. Almeno in teoria. Perché se tutti riconosciamo agli Edison o ai Picasso un formidabile talento creativo, studiare il loro modo di pensare, di ampliare le vedute verso orizzonti inesplorati, potrebbe aiutare anche noi. Certo, non possiamo sperare di diventare tutti inventori memorabili o pittori rivoluzionari. Ma con un modesto sforzo e un po’ di fortuna potremmo imparare a sviluppare i nostri piccoli, quotidiani guizzi creativi.
* Fonte: Mente & Cervello, il mensile di psicologia e neuroscienze, diretto da Marco Cattaneo. Il numero di dicembre 2014 è imperniato su un dossier creatività: Il momento dell’intuizione, una guida che illustra passo per passo i momenti della creatività. E che può aiutarvi a raggiungere la vostra prossima intuizione. La molecola del genio, la dopamina è cruciale per la creatività: il fenomeno è evidente negli individui che presentano una carenza di questa sostanza. E quando il livello di dopamina viene alzato con i farmaci in alcuni pazienti “esplode” una grandissima energia creativa. Ingegno collettivo, più che l’espressione del genio innovatore di un individuo, la creatività prende forma nel contesto sociale di appartenenza. Che contribuisce anche al successo delle nuove idee. Altri occhi, nuove idee, assumere di tanto in tanto un nuovo atteggiamento o magari partire per un viaggio: sono scelte che ci aiutano a guardare le sfide della vita da un altro punto di vista e stimolano la creatività. Contatto: mente_cervello@lescienze.it
Dalla collana “Quando i grandi erano piccoli”:
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a cura di Luca Novelli per Giannella Channel.