Il primo a chiedere scusa è il più coraggioso. Il primo a perdonare è il più forte. Il primo a dimenticare è il più felice
“Rammarico” per gli “atti di violenza” e le “sofferenze” inflitte al popolo del Congo durante il periodo della dominazione coloniale è stato espresso, in una lettera ufficiale, dal re del Belgio Filippo. Il documento è stato inviato a Felix Tshisekedi, il presidente della Repubblica Democratica del Congo, in occasione del 60° anniversario dell’indipendenza concessa dal Belgio al Paese africano.
Ha affermato re Filippo:
Il sovrano è diventato così il primo monarca in Belgio a esprimere dispiacere per ciò che accadde durante la dominazione coloniale. E il Belgio, Paese membro dell’Unione Europea, prende le distanze da uno dei più stravaganti e insieme feroci atti di tirannia dell’uomo bianco ai danni degli africani, avvenuto centocinquant’anni fa.
L’occupazione del Congo cominciò attorno al 1880, al tempo di re Leopoldo II, bisnonno di Filippo e mai citato nella lettera di scuse. Leopoldo II regnò dal 1865 al 1909 e fu uno dei più spietati sovrani coloniali della storia. Si calcola che durante la sua dominazione furono uccisi circa 10 milioni di africani. “Un enorme pezzo d’Africa divenne proprietà personale (non statale, privata!) di un signore, Leopoldo II, che vantò presso la comunità internazionale – applauditissimo – il suo brillante fiuto di affarista, appropriandosi delle favolose risorse minerarie di una terra non sua ed esercitando il suo dominio sugli indigeni con una brutalità passata alla storia. Un ladro su vastissima scala, insomma, e però, nel mondo occidentale, un riverito sovrano con la barba bianca, che saluta i passanti dal suo piedistallo”, lo tratteggia Michele Serra su Repubblica.
Tre settimane fa una statua di Leopoldo II è stata data alle fiamme da manifestanti anti-razzisti nella città belga di Anversa.
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