Si è aperta con un grido d’allarme a più voci (quelle di Luca Mercalli, meteorologo; di Gianfranco Bologna del Club di Roma; di Claudio Smiraglia, glaciologo; di Richard Samson Odingo, fisico e premio Nobel 2007 per la pace e di Giovanni Onore, entomologo) la due giorni, organizzata da Premio Gambrinus “Mazzotti”, FAI – Fondo Ambiente Italiano, CAI – Club Alpino Italiano, Touring Club e Premio Rigoni Stern, dal titolo emblematico “Mai più la montagna presa in giro”. Salvatore Giannella ha coordinato in Asiago gli Stati generali dell’ambiente che hanno visto premiati i primi quattro “lampadieri dell’ecologia”

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Asiago (Vicenza): alcuni tra i protagonisti degli Stati generali dell’ambiente. Da sinistra: Sergio Frigo, presidente del Premio “Mario Rigoni Stern”; Salvatore Giannella, coordinatore del Premio Mazzotti Contemporaneo; Gianfranco Bologna, biologo, segretario generale della Fondazione “Peccei” che rappresenta il Club di Roma in Italia; la biologa Antonella Fornari e il presidente del Gism Dante Colli; l’architetto Enrico De Mori (Borgo di Rolle); Paola Fàvero (GISM); il meteorologo Premio Nobel per la pace 2007 Richard Samson Odingo; l’entomologo Giovanni Onore, che si occupa con successo della riserva di Otonga, un progetto virtuoso e coraggioso che ha consentito di acquistare e riforestare 2 mila ettari di territorio, trasformandolo in un paradiso della biodiversità; il presidente del Premio letterario Gambrinus Mazzotti, Roberto De Martin.

È iniziata quest’anno, con il Premio Mazzotti Contemporaneo – Lampadiere dell’ambiente, la ricerca del Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti” dei “cento uomini come Mazzotti” a cui faceva riferimento Dino Buzzati, a suo avviso sufficienti per difendere e preservare il patrimonio artistico e le bellezze naturali del nostro Paese e non solo: i primi quattro nomi, individuati in collaborazione con FAI – Fondo Ambiente Italiano, CAI – Club Alpino Italiano, Touring Club e Premio Rigoni Stern sono: il meteorologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli, la Fondazione Aurelio Peccei – Club di Roma, il GISM – Gruppo italiano scrittori di montagna e il Borgo di Rolle, frazione di Cison di Valmarino.

Essi possono essere considerati gli “eredi spirituali” di Giuseppe Mazzotti, detto “Bepi”, ispiratore del Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti”, ecologista trent’anni prima che l’ecologia venisse riconosciuta come scienza e acuto anticipatore in molti altri ambiti (è riconosciuto come “il salvatore delle ville venete”, fu colui che per primo introdusse nel Trevigiano la “strada del vino rosso” e la “strada del vino bianco”, innescando il germe del marketing territoriale in quelle che sarebbero diventate le Colline del Prosecco Patrimonio Unesco, e molto altro) a difesa delle bellezze naturali, architettoniche, artistiche e delle tradizioni preziose.

La premiazione si è svolta sabato 21 settembre al Teatro Millepini di Asiago, con il patrocinio del Comune di Asiago e il sostegno di Stiga Spa, Valcucine. Driade, FontanaArte e Toscoquattro, e ha seguito il convegno “Mai più l’ambiente preso in giro” che si è tenuto il giorno prima con l’intervento di Luca Mercalli, del glaciologo e climatologo Claudio Smiraglia, del Premio Nobel per la pace 2007 Richard Samson Odingo, che ha portato – a dieci anni di distanza dal suo arrivo in Italia – il bilancio dell’esperienza nel suo continente, l’Africa, che vive da sempre una situazione di imprevedibilità climatica, oltre a scontate difficoltà di approvvigionamento alimentare e idrico, che generano conflitti armati e migrazioni, di cui la stessa Europa vive gli effetti) e dell’entomologo ed ecologo Giovanni Onore e ha offerto uno sguardo su presente e futuro dell’ambiente da tre differenti prospettive, europea, africana ed americana. La scelta di Asiago non è stata casuale: con essa si è voluto rendere omaggio a due illustri paladini dell’ambiente che vissero sull’altopiano, Mario Rigoni Stern ed Ermanno Olmi.

I premiati e le motivazioni

I quattro premi sono stati assegnati a pari merito. Il primo assegnatario del Premio Mazzotti Contemporaneo – Lampadiere dell’ambiente è stato Luca Mercalli, climatologo e divulgatore scientifico che presiede la Società Meteorologica Italiana, dirige la rivista Nimbus ed è consigliere scientifico dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale; ha maturato 35 anni di esperienza nell’analisi di antiche serie di dati meteorologici e ha reso familiari il tema della sostenibilità ambientale, e l’urgenza di intervenire con azioni efficaci, in oltre duemila conferenze e in corsi universitari, in libri continuamente aggiornati, in tv e sui principali quotidiani italiani. “Alla presa di coscienza e alla conoscenza Mercalli ha fatto seguire i fatti”, sottolinea Salvatore Giannella, storico direttore di Airone e coordinatore del progetto Mazzotti Contemporaneo. “Lui, la sostenibilità, la pratica di persona in una casa ad alta efficienza energetica in Val di Susa”.

“Ricevere questo premio è un grande onore”, ha sottolineato Luca Mercalli, “e sarò orgoglioso di conservarlo in attesa di poterlo passare simbolicamente ad altri, che sappiano fare della lotta ai cambiamenti climatici la propria missione. Oggi, purtroppo non è ancora percepita l’urgenza di intervenire in modo incisivo per fermare il riscaldamento globale”, ha proseguito il climatologo.

Nonostante l’allarme lanciato dagli scienziati ci faccia riflettere, non vedo ancora le condizioni per una mobilitazione collettiva di fronte all’emergenza climatica. La verità è che contenere l’aumento delle temperature entro i 2° centigradi, come previsto dall’Accordo di Parigi, è già un fallimento, perché consegnerà alle prossime generazioni un pianeta compromesso, ma la transizione verso una gestione sostenibile delle risorse è necessaria e si otterrà solo con delle rinunce, selezionando desideri, cambiando abitudini e inventando un nuovo paradigma economico.

Non ha risparmiato critiche anche al sistema Paese, Mercalli, che, facendo riferimento alla bozza di decreto – legge presentata dal ministro Sergio Costa e bloccata dalla mancanza di fondi e dalle proteste delle categorie, paragona l’Italia a un malato di diabete, che anziché essere messo a dieta ferrea e curato con l’insulina, viene lasciato morire perché mancano le coperture finanziarie per acquistare il farmaco.

Il secondo “Mazzotti Contemporaneo” è stato assegnato alla Fondazione Aurelio Peccei – Club di Roma, nella ricorrenza dei sui 50 anni, per “aver costituito uno straordinario pensatoio planetario (a cominciare dal primo rapporto, del 1972, I limiti della crescita) che si è sempre interrogato sul nostro futuro, dandoci rapporti di grande rilievo (sino a oggi 47) che hanno segnato l’avanzamento a livello mondiale della cultura della sostenibilità e di una nuova impostazione economica che rimetta al centro del nostro interesse il capitale umano e il capitale naturale. Per dare a tutti, nel mondo, l’accesso alle risorse primarie: acqua, cibo, energia nel rispetto dei limiti della natura”. Il riconoscimento è stato ritirato da Gianfranco Bologna, biologo, full member del Club di Roma, segretario generale della Fondazione Peccei che rappresenta il Club di Roma in Italia e direttore scientifico del Wwf Italia.

Il terzo premio è andato al GISM – Gruppo italiano scrittori di montagna, associazione fondata a Torino il 14 aprile 1929 da Agostino Ferrari e Adolfo Balliano. Iniziata con la pubblicazione della rivista Dolomiti, in questi primi novanta anni l’attività del Gism ha tenuto fede al suo impegno istituzionale di “esaltare e diffondere i valori ideali dell’alpinismo, di ispirare l’amore per la montagna e di promuovere ogni iniziativa atta a favorirne la conoscenza e la salvaguardia, nel rispetto dei valori naturali dell’ambiente e delle genti montanare”. Ha ritirato il premio il presidente, Dante Colli, che riassume nella sua figura il dna degli iscritti al Gruppo, come gli iscritti intervenuti (il glaciologo di fama internazionale Claudio Smiraglia, la biologa Antonella Fornari e Paola Fàvero, alpinista e scalatrice). Se il futuro del pianeta, secondo Mercalli, è a tinte cupe, nero è anche il presente dei ghiacciai, non solo italiani: nelle parole evocative di Smiraglia si sono trasformati da abbaglianti distese bianche, in bacili fangosi di detriti e neve sporca, che scomparendo restituiscono all’umanità i rifiuti e le microplastiche che hanno intrappolato per decenni:

Con i ghiacciai scompaiono un intero habitat e le specie d’alta quota che lo abitano e si apre un grave problema di gestione idrica, di cui ancora non siamo consapevoli. L’aumento delle temperature, per quanto contenuto, non è un evento nuovo per il pianeta, lo è per l’umanità, che mai prima d’ora ha assistito a qualcosa di simile.

Quarto premiato è stato il Borgo di Rolle, frazione di Cison di Valmarino e “luogo del cuore” posto sotto la tutela del Fai, proclamato recentemente Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Il borgo, adagiato sulle Colline del Prosecco da poco divenute patrimonio dell’umanità dall’Unesco, è stato segnalato per aver recuperato l’antico cultivar con l’impegno del Fondo per l’Ambiente Italiano e il coinvolgimento delle imprese agricole locali. Spiega Giannella,

Il recupero delle sementi antiche è un aspetto fondamentale per il tema dell’adattamento ai cambiamenti climatici. Il caso è emblematico perché rappresenta un esempio di resistenza di un piccolo borgo collinare a rischio abbandono, ma soprattutto rispetto al tema della produzione agricola, alla capacità di preservare la differenza colturale, alle pratiche tradizionali, all’umanità e altruismo, al paesaggio rurale di interesse culturale ricorrente nelle poesie di Andrea Zanzotto, che lo definì una cartolina spedita dagli Dei.

I viticoltori locali hanno difeso nei secoli le radici del Prosecco, bistrattate da un’agricoltura diventata puro business e hanno preservato il dna dell’oro della Marca realizzando una selezione domestica dei vitigni e privilegiando la qualità e preservando biotipi poco produttivi. Con la vendemmia 2016 è partita l’individuazione e la mappatura dei biotipi Tutela e valorizzazione del terroir storico testimoniale di Rolle, reso possibile grazie al contributo stanziato dal Fai nell’ambito della settima edizione del censimento I Luoghi del Cuore. Una ricerca che ha evidenziato come gli antichi vigneti di Rolle siano quelli più originari, avendo preservato le linee genetiche del Prosecco, una riserva di una ricca biodiversità viticola sopravvissuta ai processi di omologazione colturale tipici della moderna viticoltura, che basa la propria produzione sull’uso di una o poche linee genetiche. Il riconoscimento è stato ritirato da Enrico De Mori, delegato Ambiente Fai locale, che ha incoraggiato e sostenuto la comunità e in particolare gli agricoltori del Borgo di Rolle, nel recupero degli antichi vitigni delle sementi autoctone; “Questo premio rappresenta un incentivo a perseverare nel nostro impegno nella tutela attiva del territori e dell’identità locale”, ha dichiarato de Mori, “certi che si tratti del modo migliore per garantire uno sviluppo sostenibile, nel pieno rispetto dell’ambiente che ci ospita”.

Dagli Stati generali dell’ambiente di Asiago, in definitiva, si alza un coro di allarme che è soprattutto un invito a fare di più e meglio.

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* Fonte: Treviso Today, 21.9.2019.

A PROPOSITO

E per il Premio Mazzotti Juniores sul podio tre studenti trevigiani

Il concorso ha visto i giovani del Liceo artistico Munari di Vittorio Veneto e del Liceo scientifico Da Vinci, trionfare con ben tre riconoscimenti sui cinque assegnati

Chiara Meneghetti

Chiara Meneghetti.

Podio trevigiano per il Premio Giuseppe Mazzotti Juniores, premio cadetto dello storico riconoscimento Gambrinus “Giuseppe Mazzotti” sostenuto da Montura e rivolto agli studenti degli istituti superiori di Triveneto, Slovenia e Croazia: la XII edizione, che si è conclusa sabato 19 ottobre con la cerimonia a Palazzo dei Trecento a Treviso, ha visto trionfare nella sezione Letteraria Michele Pieretti, della classe V B del Liceo Artistico Statale “Bruno Munari” di Vittorio Veneto con “Rondini a settembre” (primo classificato) e Chiara Meneghetti della classe IV C dello stesso liceo con “I bagliori riflessi” (terza classificata, nella foto, mentre al secondo posto si piazza Beatrice Moretto del Dal Piaz di Feltre), nella sezione Video invece Francesco Giacomo Bozzoni della classe V H del Liceo Scientifico “Leonardo Da Vinci” di Treviso si è aggiudicato la medaglia d’argento con “Un bicchiere d’acqua”. Nella sezione Letteraria si è inoltre classificata seconda Beatrice Moretta della III AL del Liceo Scientifico “Giorgio Dal Piaz” di Feltre (Belluno) con “Una cima per la vita”, mentre il gradino più alto del podio per la sezione Video è stato raggiunto dal gruppo Social Guys della II Liceo Scientifico – Scuola Ladina di Fassa di San Giovanni di Fassa (Trento) con “Solo meno soli”.

I ragazzi quest’anno hanno sviluppato in uno scritto o in un video il tema “Un viaggio non comincia con la partenza, ma molto prima” elaborandolo ciascuno secondo la propria sensibilità. Così nella sezione Letteraria hanno preso forma viaggi diversi e toccanti, come quello sofferto del migrante visto con gli occhi e le emozioni di Chiara Meneghetti, che ne ha saputo cogliere le attese, le paure e il dolore; tutto interiore invece il percorso che avvicina un nipote al nonno, fatto di ricordi e emozioni, e che trova forma nelle parole di Beatrice Moretta. È un itinerario dell’anima anche quello raccontato da Michele Pieretti, terzo classificato, che tratteggia i desideri di un anziano che lascia la montagna, unica casa che conosce, per realizzare il suo più grande desiderio, quello di vedere il mare.

Metaforici i percorsi scelti dai due vincitori della sezione Video, con i Social Guys trentini che hanno scelto l’efficacia di un linguaggio semplice per raccontare la ricerca di sé attraverso il rapporto con gli altri, pur nel trambusto che le l’adolescenza genera; il Tempo con la t maiuscola è invece il protagonista del lavoro surrealista presentato da Francesco Giacomo Bazzoni, che ha saputo rendere curiosa e stimolante la narrazione del rapporto di ciascuno di noi con lo scorrere della vita.

Giovanni Onore, Fundacion Otonga

Giuseppe Onore, entomologo, timoniere della Fundacion Otonga in Ecuador (sostenuto da da Stiga Spa, Valcucine. Driade, FontanaArte e Toscoquattro), oltre duemila ettari di foresta primaria in Amazzonia che rappresentano una delle aree dalla biodiversità più elevata al mondo.

La cerimonia di premiazione di sabato è stata accompagnata dal talento musicale del Quartetto Palladiano, e dalla presenza di due testimonial d’eccezione: Gholam Najafi, scrittore afghano di 27 anni fuggito dal proprio paese quando ancora era minorenne e che oggi vive a Venezia, autore di due libri, Il mio Afghanistan e Il tappeto Afghano (Edizioni La Meridiana, 2019), e Giovanni Onore, frate marianista entomologo ed ecologo piemontese che ha compiuto un viaggio che è diventato scelta di vita, in Ecuador, dove coordina la Riserva Otonga, oltre duemila ettari di foresta primaria in Amazzonia che rappresentano una delle aree dalla biodiversità più elevata al mondo e presiede la Fundacion Otonga (sostenuta da Stiga Spa, Valcucine. Driade, FontanaArte e Toscoquattro) che ha come obiettivo la salvaguardia del polmone verde sudamericano dalla deforestazione.

Profugo, clandestino, immigrato: Najafi ha condiviso con i ragazzi l’esperienza della sua fuga disperata, aggrappato al vano motore di un camion, per lasciarsi alle spalle un paese devastato e una guerra infinita. Il suo è stato un viaggio silenzioso, forzato, rischioso, come quello che ogni giorno moltissime persone compiono per arrivare in Italia.

Non abbiamo scelto di partire, abbiamo dovuto. Lasciateci ricostruire una storia nuova. Un futuro senza incubi e senza disperazione.

Un futuro migliore che per lui è diventato realtà grazie alla famiglia che lo ha accolto e che lo ha aiutato a laurearsi in Lingua e letteratura araba-persiana all’Università degli Studi Ca’ Foscari di Venezia e a specializzarsi poi in Lingua, politica ed economia dei paesi arabi.

Di tutt’altra cifra il viaggio di Giovanni Onore che dal 1998 si dedica a preservare il popolo nativo e alla salvaguardia della natura in Ecuador. Il suo impegno è da sempre rivolto alla regione amazzonica, una degli ambienti oggi più devastati del pianeta e preda degli appetiti economici delle grandi nazioni.

I miei superiori, quando sono partito, mi hanno dato un calcio mandandomi in orbita, in un continente che per me era sconosciuto, ma quel cambiamento si è trasformato in un viaggio astrale, dettato dall’obbedienza e voluto dalla provvidenza. Una volta esaurita la spinta iniziale, ci ho messo io il motore e mi sono impegnato ancora più a fondo, perché dall’alto si possono vedere foreste che bruciano, ma anche cuori che palpitano.

La cerimonia è stata come di consueto l’occasione per lanciare la nuova edizione 2019 – 2020, la XIII: il cui tema sarà l’artigiano nella sua originalità, unicità, creatività.

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* Fonte: Treviso Today, 19.10.2019.

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