Conservare innovando. Non è un ossimoro ma la filosofia di 3encult, progetto di ricerca che per 42 mesi, sotto la guida dell’Eurac, l’Accademia europea di Bolzano (www.eurac.it) – centro di ricerca privato nel cuore delle Dolomiti, vero e proprio polo di eccellenza italiano a spiccata vocazione europeista –, ha visto impegnate 22 istituzioni nella difficile sfida di rendere efficienti da un punto di vista energetico i palazzi storici del Vecchio Continente.
Solo mantenendoli “vivi”, questi spazi si possono salvare, ha detto Alexandra Troi, 40 anni, di Bressanone, numero due dell’Istituto per le energie rinnovabili dell’Eurac e coordinatrice di 3encult. “L’obiettivo è produrre linee guida e soluzioni con cui aggiornare i monumenti storici sul piano del consumo energetico grazie a team multidisciplinari di esperti, conservatori e urbanisti pianificatori”.
Due palazzi storici di Bologna e uno di Bolzano tra i “case study” di 3encult (guarda i video), che terminerà il prossimo marzo, scelto dalla Commissione europea tra 335 progetti ambientali concorrenti come “esempio di buona pratica”. Il Waaghaus (Casa della pesa) di Bolzano è un edificio del XIII secolo di origine romanica in cui, oltre a una rete di sensori, sono state installate speciali finestre con vetri di spessore ridotto che consentono un alto isolamento mantenendo però inalterata l’estetica complessiva.
Stessa tipologia di intervento non invasivo a Bologna, sul duecentesco Palazzo d’Accursio, di proprietà del Comune. “Abitualmente i punti più critici degli edifici sono le finestre e le loro intelaiature”, ha affermato Camilla Colla, architetto e ingegnere. “Così, generando diverse pressioni all’interno delle stanze e raffrontandole con l’esterno possiamo valutare quanta aria uscirà dall’edificio”.
Sempre a Bologna, dopo due anni di lavori e 1,36 milioni di investimenti, nel marzo 2012 si è concluso l’imponente restauro della Palazzina della Viola, risalente al 1497, con affreschi, archi e colonne di notevole pregio storico e artistico. La struttura, di proprietà dell’Università Alma Mater, con una superficie di 1.150 metri quadrati è diventata oggi il quartier generale delle relazioni internazionali dell’ateneo, con una quarantina di dipendenti che ogni anno seguono oltre 5.000 studenti stranieri. Fiore all’occhiello dell’intervento di 3encult, un’estesa e innovativa rete di rilevamento costituita da circa 40 “nodi” distribuiti su tutti i livelli del complesso. Equipaggiati con sensori, questi nodi rilevano e memorizzano continuamente i dati ambientali e strutturali quali i “movimenti” degli impiegati e del pubblico, la distribuzione della luce, la temperatura e l’umidità. Un innovativo sistema di valutazione “in profondità e dall’interno” che rende gli edifici dei veri e propri “laboratori viventi”.
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