Denunciamo con forza l’incongruenza di una pseudo-riorganizzazione dell’arcipelago Forze di Polizia che, sopprimendo presidi sul territorio e strutture operative e costringendo a ulteriori stressanti sacrifici i tutori dell’ordine che già lavorano in condizioni difficili, fa pagare i costi della spending review per la sicurezza a ogni cittadino e all’intera collettività. Non un provvedimento che unifichi i diversi similari organismi evitando assurde dispersioni di energie e anacronistiche competizioni; non un provvedimento che realizzi sale operative comuni anche in base a un concetto condiviso di sicurezza urbana, nazionale e internazionale; non un provvedimento che programmi una formazione omogenea di base e di quadri attraverso scuole comuni interforze; non un provvedimento che recuperi il reclutamento diretto di giovani e donne dalla società civile evitando escamotage militari! Non si vanifichino con l’alibi della pur difficile congiuntura politico-sociale le conquiste sociali e professionali che condussero alla legge 121/81 di riforma democratica di polizia (link) intesa a migliorare l’organizzazione di polizia e le condizioni di vita e dignità per tutti i tutori dell’ordine, una riforma mai realmente adempiuta. Anzi ciò porti a una saggia e moderna razionalizzazione dell’arcipelago forze di polizia. Governo, politici, alte gerarchie, sindacati riflettano sulla essenzialità del “bene sicurezza”, pilastro di libertà e democrazia per tutti.
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