“RESTITUITE QUEI REPERTI MARMOREI DEL PARTENONE AI LEGITTIMI PROPRIETARI: I GRECI”. STORICA DECISIONE DI PAPA FRANCESCO
ARTI E CULTURE / IL TEMPO DELLA STORIA
testo di Salvatore Giannella -
ritratti digitali di Giacomo Giannella/Streamcolors -
video di Emanuele Fabbri/Officina Design
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Restituite quei reperti marmorei del Partenone ai legittimi proprietari, i Greci”: Papa Francesco centra un altro bersaglio con la sua inaspettata e storica decisione: quella di far tornare in Grecia tre frammenti del Partenone, attualmente nei Musei Vaticani.
Francesco ha motivato così la decisione: «La restituzione vuole essere un segno concreto del sincero desiderio di proseguire nel cammino ecumenico di testimonianza della Verità”.
Per questo il pontefice “ha deciso di dare a Sua Beatitudine Ieronymos II, Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, i tre frammenti del Partenone, da secoli custoditi con cura presso le Collezioni Pontificie e nei Musei Vaticani».
La restituzione dei frammenti (che rappresentano, rispettivamente, una testa di fanciullo, un volto maschile barbuto e una testa di cavallo) era già stata domandata nel 2006, senza successo, dall’allora Arcivescovo di Atene, Christodoulos, a papa Benedetto XVI. Ora, a distanza di sedici anni, la richiesta è stata accolta e i tre reperti custoditi presso il Museo Gregoriano Profano torneranno in Grecia.
I pezzi erano giunti nelle collezioni pontificie nel corso del XIX secolo e la loro appartenenza alla decorazione scultorea del Partenone fu riconosciuta in momenti diversi. Non si conoscono le vicende relative all’acquisizione dei tre lacerti in marmo pentelico Negli anni Venti del Novecento l’archeologo tedesco Walther Amelung che aveva scoperto la provenienza del Frammento Fagan dal fregio orientale del Partenone, studiando i depositi dei Musei Vaticani, identificò la «testa giovanile con vassoio» come pertinente al fregio della cella del tempio. È una figura di skaphephoros, portatore delle focacce offerte ad Atena durante le Panatenee. La testa maschile barbuta, invece, è riferibile a una centauromachia, da una delle metope del lato meridionale dell’edificio. Negli anni Trenta del secolo scorso, infine, Hermine Speier fece risalire la frammentaria testa di cavallo al fronte occidentale del Partenone quale parte della quadriga di Atena.
La mossa papale s’inserisce in un movimento di pensiero che sta toccando i governi e i musei di mezzo mondo. Movimento che noi giurati del Premio Rotondi ai salvatori dell’arte (istituito 24 anni fa e regolamentato dalla legge dello Stato n. 111/2009) avevamo intercettato già in precedenti edizioni.
Nel 2019 il vincitore della sezione Europa, Emanuele Papi, direttore della scuola archeologica di Atene, dal palcoscenico del teatrino della Rocca di Sassocorvaro aveva auspicato che dal Museo archeologico regionale Salinas di Palermo fosse riportato ad Atene il cosiddetto Frammento Fagan: operazione portata a termine a gennaio scorso, con un prestito di quattro anni, in seguito «sdemanializzato» e ceduto sine die al Museo dell’Acropoli (lo stesso museo ateniese che accoglierà i frammenti vaticani).
Emanuele Papi, direttore della Scuola archeologica italiana di Atene (SAIA), scuola famosa e istituzione gloriosa con oltre 110 anni di storia. Già ordinario di Archeologia classica all’Università di Siena, negli ultimi vent’anni Papi ha diretto attività di ricerca in Grecia e in vari Paesi del Mediterraneo.
Nell’ultima edizione del premio, ancora la sezione Europa era stata onorata dal riconoscimento assegnato a Ingrid van Engelshoven, ministra olandese della Cultura, per la decisione annunciata nel 2021 del governo del suo Paese: l’Olanda restituirà le opere rubate al loro paese d’origine. Tesori d’arte sottratti in maniera illecita alle ex colonie. “Così si vuole riparare un’ingiustizia storica”, è stato precisato da Ingrid.
Infine un’indiscrezione clamorosa: secondo il quotidiano ateniese «Ta Nea», sarebbero in corso trattative segrete fra British Museum e autorità greche per la restituzione dei fregi del Partenone. Le negoziazioni sembrerebbero a un punto di svolta.
La notizia della restituzione dei marmi da parte del Vaticano, è stata accolta favorevolmente dal Sottosegretario per la Cultura Lucia Borgonzoni: «Da papa Francesco grande sensibilità. Mi auguro che altri Stati possano presto seguire l’esempio dell’Italia e del Vaticano».
A proposito
QUANDO LA TUFFATRICE TANIA CAGNOTTO
MI INDICO’ IL SUO EROE: PAPA FRANCESCO
intervista di Salvatore Giannella (per Sette/Corriere della Sera, marzo 2017)
Tania Cagnotto (Bolzano, 1985). È la prima donna italiana ad aver conquistato una medaglia mondiale nei tuffi e l'unica ad aver vinto una medaglia d'oro, oltre a essere la tuffatrice europea con il maggior numero di podi in carriera. Alle Olimpiadi di Rio del 2016 si è aggiudicata la medaglia di bronzo dal trampolino di 3 metri e quella d'argento nel trampolino sincro in coppia con Francesca Dallapé. È considerata la più grande tuffatrice italiana di tutti i tempi. È figlia d'arte, in quanto il padre (e suo allenatore), Giorgio Cagnotto, ha vinto molte medaglie in campo mondiale negli anni ‘70, mentre la madre, Carmen Casteiner, nello stesso periodo dominava la scena dei tuffi in campo femminile.
Cara Tania, dopo le Olimpiadi di Rio hai mollato l’agonismo attivo e ti sei tuffata, tornando nella tua Bolzano, in una fase più tranquilla della tua vita: il matrimonio, il viaggio di nozze, un corso per diventare allenatrice, le memorie da far confluire in un libro autobiografico…
“Ecco, i libri: finalmente posso esaudire le mie curiosità facendo scorta di libri sui grandi personaggi che mi stanno a cuore”.
Per esempio?
“I grandi leader religiosi, come il Dalai Lama e soprattutto, in questa difficile fase storica, Papa Francesco. L’ho sfiorato un paio di volte durante le mie due visite in Vaticano, ma non l’ho mai incontrato direttamente. Adesso mi sto procurando i suoi numerosi libri, sto appassionandomi alle sue opinioni forti sulla Chiesa, sull’arte, sull’ecologia. Mi piace il modo diretto, chiaro, con cui parla. E’ un pontefice diverso dal solito, che ha dato un segno forte alla Chiesa facendola dialogare con ebrei, musulmani e non credenti e realizzando alcune riforme concrete: la pulizia nella banca vaticana, la creazione di un comitato antiriciclaggio all’interno della Santa Sede, l’adesione alla convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione. E’ stato il primo pontefice ad avere indicato che le donne nella strutture ecclesiastiche devono andare in posti dove si ‘decide e si esercita autorità°. E’ anche il primo ad aver istituito una commissione per studiare il diaconato femminile. E sempre per primo ha chiaramente fatto capire che la Chiesa cattolica deve uscire dall’ossessione in materia sessuale, che l’ha caratterizzata per secoli: divorzio, pillola, convivenze pre-matrimoniali, rapporti omosessuali… Io non condivido tutto della dottrina ecclesiastica, ma dalle parole di Francesco ricavo solo impressioni positive”.
Opinioni forti, quelle di papa Francesco, che gli stanno procurando molti consensi ma anche attacchi, palesi e sotterranei, dall’interno della stessa Chiesa.
“Io parlo da essere umano, non da teologa. Vedo che intorno a noi mai come oggi soffiano venti di guerra. E vedo che lui, questo gigante che ha appena compiuto ottant’anni, sta cercando in tutti i modi di spegnere le fiamme alimentate nella testa di molti dai mercanti d’armi, dai trafficanti di carne umana, da quelli che dividono il mondo e tendono, invece che a far diminuire i bisogni, ad alimentare le nostre paure. Come si fa ad attaccare un uomo che sta battendosi contro la deriva di un’umanità globalizzata e incerta? Come si fa ad attaccarlo, poi, con manifesti anonimi, senza il coraggio di esporsi con una firma, con un volto? Papa Francesco è un uomo da difendere e da indicare come modello. Senza se e senza ma”.
Papa Francesco nato Jorge Mario Bergoglio (Buenos Aires, 1936) è dal 13 marzo 2013 il 266° papa della Chiesa cattolica. Appartenente alla Compagnia di Gesù, è il primo pontefice gesuita e il primo proveniente dal continente americano. Ø Una curiosità: un libro aveva anticipato un’utopia non impossibile. “Habemus papam, Francesco”, di don Paolo Farinella (Editoriale Delfi, di Salvatore Giannella, 2000: LINK https://www.giannellachannel.info/2013/03/16/habemus-papam-francesco-libro-edito-da-mia-piccola-bottega-editoriale-ha-anticipato-utopia-non-impossibile/).