Giugno 1944: manca un mese alla strage delle tre Einstein (link). Una lettera parte, il 7 di quel mese, da Princeton, Stati Uniti, alla volta di Sorrento, gioiello tra i gioielli della costiera amalfitana. Mittente: Albert Einstein (foto in apertura). Destinatario: il filosofo Benedetto Croce. Ecco i principali brani di quell’importante e semisconosciuto epistolario che, ripresi da Benedetto Croce. Pagine politiche (Laterza, 1945), riportai in un servizio su Oggi del 23 agosto 2000 a corredo di un mio testo sulla strage dei familiari del grande scienziato.
Il riferimento è a Platone e al suo sogno di un governo retto da filosofi (“per il futuro la filosofia e la ragione resteranno il più bel rifugio degli spiriti eletti, l’unica vera aristocrazia che non opprime nessuno”). La lettera si chiudeva inviando “rispettosi saluti e auguri”.
E Croce il 28 luglio, appena sei giorni prima dell’assassinio delle tre parenti di Einstein, nella sua risposta esprime una riserva sulla teoria platonica della Repubblica perfetta, “respinta dal pensiero moderno” e chiarisce il suo pensiero sul compito dei filosofi:
Poi rievoca:
Sul suo impegno e sull’Italia, il filosofo precisava:
A PROPOSITO
Quel terremoto che travolse, con la famiglia
di Benedetto Croce, 16 miei concittadini
turisti a Ischia
L’anno appena finito, 2015, ha registrato la scomparsa dell’ultima figlia del filosofo Benedetto Croce, Lidia, morta a Napoli a 93 anni il 6 aprile scorso. A lei si deve il racconto del trauma subìto dal padre a causa del terremoto che distrusse Casamicciola Terme, frazione di Ischia, la notte del 28 luglio del 1883. Solo in quella frazione si contarono 1.784 morti (625 erano villeggianti), 2.833 con i Comuni vicini.
Tra i villeggianti che perirono quella notte ci furono, scopro oggi in un documentato e appassionato volume che mi manda lo scrittore pugliese Matteo de Musso (Le carte e la memoria, Del Negro, 160 pag.) alcuni miei concittadini arrivati a Casamicciola da Trinitapoli, città del Tavoliere pugliese, “per combattere i propri acciacchi fisici e ottenere da quelle acque termali la salute che da molti anni da qui riportavano la guarigione…”.
Stavano godendosi la frescura notturna all’aperto quando la terra tremò “e quelli del villaggio popolarmente detto Casamicciola, luogo di bagni di Forio d’Ischia, Lacco Ameno e altri, ahi, sotto un terribile culmine di punte sporgenti dei muri furono sepolti…”.
V’erano tra le vittime “16 provenienti da Trinitapoli. Strappati violentemente dal comune destino, mai più fecero ritorno alla propria casa. Tra loro:
- Michele Torraca fu Giuseppe e Angela Maria Labianca, di anni 48, marito di Elisabetta Valerio;
- Elisabetta Valerio, dei coniugi defunti Michele e Maria Felicia Sarcina, di anni 47, moglie di Michele Torraca;
- Angela Arnanno dei coniugi fu Antonio e Lucia Miccolupo, di anni 16;
- Francesco Di Leo dei coniugi fu Giuseppe e Rosa di Biase, di anni 25, marito di Vincenza Di Toma;
- Sabino Falcone dei coniugi defunti Francesco e Maddalena Di Gesù, di anni 17;
- Pasquale Moscatelli dei coniugi defunti Antonio e Loreta Verde, di anni 52, marito di Maria Povino”.
Ogni parola, ogni rigo dell’antico documento rintracciato nell’archivio parrocchiale sono per noi preziosa fonte di conoscenza storica, sociale e religiosa. Aggiunge De Musso:
Poche vite son ben poca cosa, certo, soprattutto se rapportate alle migliaia di vittime che quel terremoto provocò, ma furono ugualmente tante per un piccolo centro come il nostro che contava all’epoca poche migliaia di anime e dove tutti sapevano tutto dell’altro; ecco perché non ci vuol molto ad immaginare come quella ferale notizia, sparsasi in un baleno, si ripercosse sulla spina dorsale della nostra comunità.
Lì nell’isola d’Ischia vi furono danni e lutti, qui a Trinitapoli la sola consolazione di dover piangere a distanza dei morti… A noi resta il dovere di ricordare e tramandare quel ricordo, perché altri dopo di noi sappiano quali vincoli umani abbiano legato due realtà così diverse e distanti fra loro: Trinitapoli e Casamicciola Terme.
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