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Il logo del progetto, disegnato da Jacopo Visani, Daniela Tonini e Arianna Pesaresi.

Caro xyz,

immagina un medico che, oltre a darti una medicina da prendere, sia capace di intuire quale bisogno esprime il tuo malanno, cosa ti sta dicendo. E, se il farmaco non spegne il sintomo, abbia anche altri strumenti per curarti e aiutarti a capire la causa che ostacola la tua salute. A Bologna c’è un gruppo di studenti che sogna di diventare un medico così. Alternativo? No, integrato.

A questi ragazzi, libri e lezioni frontali non bastano. Vogliono ‘mettersi le mani addosso’, esplorare a livello pratico il corpo e l’unicità di ciascun corpo. Vivono un senso di dis-integrazione perché lontani dall’esperienza, dall’uso dei sensi. Cercano un posto protetto dove sperimentare nuove strade, poter provare e fare errori. Dato che un laboratorio così non c’era, l’hanno inventato. Si chiama Stay Curious ed è, raccontano, “naturale espressione di giovani menti (e corpi) appassionati, creativi, divergenti e un po’ annoiati dal tran tran accademico”.

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La conferenza di presentazione del Laboratorio Stay Curious, a Bologna (© Jacopo Visani, Daniela Tonini e Arianna Pesaresi)

E’ un percorso di medicina complementare e integrata. I membri attivi sono una quindicina, gli interessati molti di più. Condividono il desiderio di conoscere che porta oltre la paura diffusa del Non Tradizionale. Il progetto parte con tre weekend intensivi di formazione esperienziale tenuta da professionisti di discipline come Omeopatia, Agopuntura, Alimentazione, Tecnica Cranio Sacrale e Fitoterapia. Lavori a piccoli gruppi, giochi di ruolo e metodiche interattive per sviluppare la sensibilità dell’approccio creativo e integrato alle patologie.

Forse senza saperlo, hanno seguito il consiglio del Parlamento Europeo, che nella risoluzione del 29/05/1997 raccomanda: la preparazione dei laureati in Medicina e Chirurgia comprenda un’iniziazione a discipline non ortodosse. A proposito – curiosità – lo sapevi che hanno uno Statuto e sono state classificate ufficialmente nel 2000 dal National Health Institute? Che un europeo su due le utilizza e che il 30 per cento dei malati sceglie una cura integrata ma ha paura di dirlo al medico?

Statistiche a parte, c’è il fatto che questi studenti, anche se istruiti all’analisi, hanno ben chiaro che l’uomo non è una macchina d’ingranaggi e pezzi ma la totalità composta dal dialogo delle parti: corpo, mente, emozioni. Per loro quello che tu sai di te stesso, il tuo vissuto, la tua complessità sono importanti quanto la Letteratura medica. Se questo potrà curarci meglio, perché no?

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A PROPOSITO DI… STAY CURIOUS

Valentina Guzzardo si autodefinisce “giornalista di storie ed emozioni”, divulgatrice nel campo delle nuove frontiere della Medicina con un approccio più olistico ai fattori di Salute degli individui, in cammino verso il ritorno a un’empatia globale di cui vorrebbe riuscire a farsi interprete, giorno per giorno, insieme a un Editore il quale creda che questo è importante e promuova il piano editoriale che lei ha nel cassetto.