Il mal d’Africa del fotografo pugliese Peppino Beltotto: un sogno mescolato a curiosità, sete d’avventura (e rabbia)
testo di Maria Giovanna Regano Triglione per Giannella Channel
foto di Peppino Beltotto
riquadro statistico di Maurizio Faggioni
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uello che compare sulla copertina del libro di Peppino Beltotto, Africa, un libro fotografico presentato ultimamente in vari Comuni pugliesi, è un volto che interroga le coscienze di noi occidentali sulla necessità che avvertiamo di ingaggiare una guerra senza sconti con i segni del tempo che inevitabilmente compaiono sui nostri corpi. Il tempo disegna sui volti la storia e la geografia di ciascuno e sul volto di donna fotografato da Peppino è disegnata l’anima dell’Africa, quella di cui si è innamorato al primo sguardo.
Giuseppe “Peppino” Beltotto (Trinitapoli, 1941) con la nomade che compare sulla copertina del suo libro sull’Africa. Peppino ha lavorato nel settore metalmeccanico ENI nel nord Italia e in Puglia. Si è innamorato dell’arte fotografica viaggiando. Ha attraversato il mondo in lungo e in largo, visitando dal 1983 in poi oltre 60 nazioni. Suo sito: www.beltottofoto.com, mail: giuseppebeltotto@gmail.com
Il desiderio di viaggiare e di conoscere nuovi mondi geografici e umani è nel DNA dell’autore. Lui ha consumato le suole delle scarpe sulle strade di mezzo mondo, nessuna meta è stata troppo ardimentosa per lui. Ma il suo primo viaggio in Africa, Tanzania 1997 come lui stesso racconta, è stato un colpo di fulmine. Molti viaggiatori parlano del mal d’Africa, un sentimento di struggente nostalgia che prende dopo un viaggio nel continente nero e che fa avvertire un senso di incompiutezza e un desiderio di tornarci per scoprire nuove facce di una terra che offre a occhi curiosi una molteplicità di paesaggi incantati e incantevoli. Ci è tornato altre nove volte e le foto di questo libro, come dice lo stesso autore, sono il click finale di un sogno mescolato a curiosità e sete di avventura.
Peppino infatti non ama solo viaggiare, è accompagnato nei suoi viaggi da un’altra sua inguaribile passione, la fotografia. La sua storica Nikon è stata sua fedele compagna di viaggio, l’occhio della sua anima. La fotografia per il nostro instancabile viaggiatore non è solo uno strumento per fissare paesaggi e popoli incontrati, ma il suo sguardo stupito sul mondo, testimone della sua capacità di emozionarsi sempre, davanti ai colori di un tramonto o agli occhi curiosi di un bambino, senza mai cedere al disincanto.
C’è un’altra motivazione che si legge nelle sue foto e che chi lo conosce bene può facilmente intuire: il suo inguaribile altruismo. Peppino Beltotto è geneticamente votato all’altruismo e alla condivisione, non si limita a inseguire il suo sogno di conoscenza di mondi, ma coltiva il piacere di mettere a disposizione degli altri le sue scoperte e lo fa attraverso le sue foto, in cui lascia traccia di sé, delle emozioni provate, dei luoghi attraversati, dei popoli conosciuti. Chi ama le sue foto viaggia con lui, condivide il suo spirito di amante della vita, di interprete entusiasta dell’anima dei luoghi e delle persone.
L’Africa, un continente che si può amare solo se il benessere del mondo occidentale non ha inaridito l’anima, è stata un’illuminazione nella vita di Peppino, un riappropriarsi della bellezza di una natura incontaminata, di sguardi intensi sulla vita anche quando non è agiata. Le foto di questo libro hanno la religiosità laica della bellezza e riflettono un’altra peculiarità di Peppino, che è il piacere di dialogare, attraverso le sue foto, con tutte le visioni del mondo, di concedere a chi le guarda di connettersi con la grandezza del Creatore, ma anche con lo spirito della Terra.
I suoi click sono per tutti quelli che sono ancora capaci di vedere nella bellezza della natura l’unica salvezza, che susciti gratitudine verso il Creatore o verso lo spirito del mondo. Ha uno sguardo puro l’autore di questo libro, scevro da filtri mentali che opacizzino la lente della sua Nikon. Ha saputo cogliere nel sorriso di una donna o nella profondità dello sguardo di un bambino il senso e la bellezza di una vita essenziale, un legame con la natura che non ha ceduto alle lusinghe del progresso insostenibile, laddove uno occhio distratto vedrebbe povertà e arretratezza, così come ha fissato nel curioso “bacio” di due ippopotami o nella sosta di un branco di leoni i moniti che il mondo animale lancia all’uomo (ricordate l’imperdibile video Anima mundi di Airone?) .
Questo libro è la realizzazione di un obiettivo inseguito da Peppino, quello di donare alla grande comunità dei suoi amici e sostenitori la conoscenza dell’Africa, ma anche del suo mondo interiore attraverso le sue foto. E se non avrà suscitato in tutti quelli che ne verranno in possesso la voglia di visitare il continente nero, sta a chiunque cogliere il messaggio che la vita del nostro viaggiatore fotografo trasmette, lo sguardo positivo sul mondo, il desiderio di riempire di vita ogni attimo della propria esistenza, la capacità di dialogare con tutti i mondi e tutte le culture, di superare i confini che esistono solo in una mente ristretta. Il grande insegnamento che si può trarre dalla vita di Peppino Beltotto e da questo libro è che si può avere una propria visione del mondo senza chiudersi ad altre visioni, che si può dialogare con tutti sul terreno di valori comuni, come dimostra ogni giorno con le sue scelte.
Ci siamo abituati negli anni a vederlo presente con la sua macchina fotografica a ogni evento e in ogni dove. È grazie a lui se abbiamo testimonianze fotografiche che costituiscono una memoria collettiva, per il piacere di tenerla in vita, ma anche di tramandarla alle nuove generazioni.
Questo libro raccoglie solo una parte della vita del viaggiatore fotografo Peppino, ma è sicuramente la più emozionante, quella che ci ha tenuto a fissare in questo contributo editoriale di una bellezza oggettiva, da tenere sulla mensola bassa della libreria di casa come un manuale da consultare nei giorni in cui ci si alza un po’più tristi.
Nel Delta dell'Okavango, in Botswana, crescono molti Sycamore Fig Tree, maestosi alberi che in lingua locale vengono chiamati Machaba e che comunemente sono conociuti come "alberi della vita". Sono, infatti, famosi per i frutti che durante tutto l'anno crescono abbondantemente sulle loro folte chiome fornendo cibo a molti animali.
Il tramonto sembra bucare i rami: siamo sull'Okavango, in Botswana, il fiume che non riesce a trovare il mare.
Una giovane abitante della Namibia, paese balcone sull'oceano Atlantico. Ha ottenuto l'indipendenza dal Sudafrica soltanto nel 1990.
Due elefanti catturati dalla Nikon di Peppino Beltotto nel deserto della Namibia. Un recente censimento ha indicato in 23 mila i pachidermi che vivono in questa area scarsamente popolata dagli esseri umani.
Un'anziana nomade ripresa in un villaggio del tormentato Sudan, il "paese degli uomini neri" nel caos a causa dei signori della guerra.
Tra guerra e scuola: molti giovani vedono la loro infanzia e giovinezza rubata dalla guerra civile scoppiata in Sudan.
L'Etiopia, dove Peppino ha scattato la foto di questi due personaggi intenti a leggere libri, è detta "la terra degli uomini dal viso arso".
"Madonna con bambino" ha titolato Peppino questa immagine scattata in Etiopia, il paese considerato il luogo di nascita dell'essere umano
Sorpresa e attesa di un gruppo di leonesse e cuccioli nel Kruger National Park, in Sudafrica.
L'incontro con una bimba sudafricana che profuma d'Africa.
DUE, TRE COSE CHE FORSE NON SAPETE DELL’AFRICA
- Area dell’Africa: 30,37 milioni di km2
- Area cinese: 9,6 milioni di km2
- Area degli Stati Uniti dì’America: 9,6 milioni di km2
- Area dell’Europa 10,18 milioni di km2
- L’Africa è più grande di tutta l’Europa, Cina e Stati Uniti messi insieme.
- Ma nella maggior parte delle mappe del mondo, l’Africa è rappresentata in piccole dimensioni. Questo viene fatto deliberatamente per creare l’effetto visivo di una piccola Africa per manipolare gli africani ovunque si trovino.
- L’Africa ha il 60% della terra coltivabile; ha il 90% della riserva di materie prime; ha il 40% delle riserve d’oro del mondo; il 33% delle riserva di diamanti; possiede l’80% della riserva globale di Coltan (minerale necessario per la produzione di telefoni ed elettronica), principalmente nella Repubblica Democratica del Congo; ha il 60% della riserva mondiale di cobalto (minerale per la fabbricazionen di batterie per automobili); è ricca di petrolio e di gas naturali; ha in Namibia la costa più ricca di pesci al mondo; è ricca di manganese, ferro e legno. L’Africa ospita 30.000 ricette medicinali ed erbe che l’Occidente modifica nei suoi laboratori.
- Il che significa che l’Africa sarebbe sufficiente per la propria qualità della vita.
- La terra coltivabile nella Repubblicva Democratica del Congo è in grado di nutrire tutta l’Africa;
- la Repubblica Democratica del Congo ha fiumi importanti che possono dare energia elettrica in grado di illuminare tutta l’Africa;
- Il problema è che le multinazionali occidentali stanno destabilizzando, con l’aiuto di alcuni burattini e signori della guerra, il continente africano.
- L’Africa rappresenterebbe il futuro dell’umanità se fossero utilizzate bene e con criterio di equità le sue risorse, perché potrebbe nutrire miliardi di persone.