Il regista Jason LaMotte è rimasto profondamente legato alla sua biblioteca di quartiere, a Houston, in Texas, e alla magica atmosfera che vi regnava, tanto da farne un film. The Library è un cortometraggio di venti minuti che vi farà innamorare delle biblioteche e della loro area romantica.
La trama? Emily, una ragazzina di 13 anni, si reca in bici in biblioteca tutti i giorni dopo la scuola. Qui inizia a ricevere dei fogliettini, nascosti sotto ai suoi libri da un ammiratore segreto. Ogni biglietto corrisponde a un libro, in ogni libro è segnato un brano romantico, che la ragazzina legge e si ripete nella mente fino al giorno successivo e all’arrivo di un nuovo foglietto. Chi sarà questo ammiratore amante dei libri? Che sia uno dei due ragazzi che vede regolarmente in biblioteca? A voi la scoperta…
Come ha raccontato il regista al Guardian, il film nasce dal bisogno di esplorare la relazione tra memoria e luogo. Della biblioteca di Houston, il regista ricorda la disposizione degli scaffali, dove si trovavano le sezioni, gli odori, i suoni. E quella biblioteca ha ancora per lui quest’aria di santuario pieno di conoscenza, pieno di storie, tutto avvolto da un senso di quiete e rispetto.
A PROPOSITO DI BIBLIOTECHE E BIBLIOTECARI
Quel premio Malkowski ai guardiani della memoria che sognai (e continuo a sognare) per la Romagna
C’era una volta a Ravenna uno straordinario dirigente di una storica biblioteca, Luigi Malkowski. Luigi, Gigi per gli amici, era un intellettuale colto e discreto che aveva portato quel granaio della memoria (la Classense), grazie alla della conservazione e agli acquisti, al primo posto in Italia nella graduatoria dei prestiti nazionali. Purtroppo il dardo della morte lo colse prematuramente e impedì che potesse arrivare alla conclusione della sua sognata riforma della biblioteca in un luogo di cultura attiva.
Per questo proposi un giorno del 2007, in convegni pubblici a Ravenna e a Cervia, patria della ventennale iniziativa della locale ASCOM “La spiaggia ama il libro”, un premio che portasse il nome di questo grande bibliotecario romagnolo e che illuminasse periodicamente quell’immenso patrimonio pubblico che sono le biblioteche e i loro spesso oscuri ma sempre dinamici operatori culturali. Ne riepilogo i punti chiave.
- Il premio Malkowski è dedicato ai guardiani e promotori della memoria, a quei bibliotecari protagonisti delle storie più affascinanti dell’anno: quelli che hanno promosso la parola scritta; che hanno scoperto inediti d’autore; che hanno dato vita a vecchie memorie… Il premio prende il nome da Luigi Malkowski, già vicedirettore della Biblioteca Classense di Ravenna.. Ogni fine anno una giuria, coordinata dal giornalista e ideatore del premio, Salvatore Giannella, indicherà (anche sulla base delle segnalazioni che arriveranno dai frequentatori delle biblioteche) la terna dei nomi dei vincitori per le tre sezioni: Emilia Romagna, Italia ed Europa. I premi saranno assegnati nel corso di una cerimonia in teatro, che coinciderà con una serata anche di spettacolo, nel maggio di ogni anno.
- Il faro Malkowski rappresenterà, invece, una stanza virtuale nel sito della “Spiaggia ama il libro” e una stanza reale in Cervia dove confluiranno, rispettivamente in pdf e in documentazione cartacea, le “opere prime” inedite, quei “refoli di nuovo” nell’editoria di cui Malkowski scriveva nel suo diario. Ogni anno, in settembre, la stanza si aprirà per mostrare le opere prime giudicate migliori dai navigatori in internet, dai centri di lettura della biblioteca di Cervia e, con giudizio finale insindacabile, dalla giuria del premio Malkowski. Le prime tre opere giudicate vincitrici avranno diritto alla pubblicazione in volume. Per la prima annata il tema delle opere, preferibilmente racconti inediti brevi scritti da autori/autrici di età non superiore ai 35 anni, riguarderà “Mare Adriatico e dintorni, luoghi e sentimenti tra memoria e quotidiano”.
All’epoca, 2007, la proposta non fu accolta. Ma chissà che oggi, a otto anni di distanza, qualcuno sulla Riviera adriatica non la adotti. Perché capita spesso che le buone idee all’inizio cadono nell’indifferenza, poi tollerate, infine fatte proprie.
Per approfondire:
- Nel piccolo teatro il grande sogno di Cucinelli: la biblioteca universale di Solomeo, in Umbria, un dono a mille anni. L’invito mi era arrivato da Brunello Cucinelli, lo stilista e imprenditore famoso nel mondo per una definizione comune nei resoconti giornalistici “re del cashmere”, con parole che prefiguravano un misterioso e affascinante “progetto per l’Umanità”: “Agli amabili amici di tanti anni presenterò, con il mio stimatissimo amico architetto Massimo de Vico Fallani, un nuovo progetto, un sogno nato tempo fa, destinato a durare mille anni grazie al valore perenne del suo significato. Sarà per me un piacere raccontarti questa nuova visione”.
- Un addio a Nazzareno Pisauri, faro dei beni culturali in Emilia Romagna e una proposta in suo nome: la grande Biblioteca ambientale a Cervia
- Salpi e Trinitapoli: storia e storie sulle rive della laguna della “Venezia dei Dauni” che racchiude l’epopea del sud
- Il Vangelo secondo La Cava, che con il bibliomotocarro porta libri nei paesi lucani
- A Stromboli riapre la Biblioteca in mezzo al mare
- Ricostruiamo il nuovo atlante delle piccole case editrici e i loro fiori all’occhiello. Per ringraziarli della grande offerta culturale che ci offrono e per aiutarli in un mercato in crisi
- Moderne e romantiche: guida alle più belle librerie dell’Europa dell’Est. Da San Pietroburgo a Praga, passando per Tallinn, Riga e Varsavia… Il lettore curioso avrà sempre un rifugio in qualsiasi città si trovi. E starà benissimo
(via mail)
“La biblioteca? Facciamone un’officina culturale”
Un contributo per illuminare ancora meglio la figura di Luigi Malkowski, l’ex vicedirettore e responsabile dell’importante sezione delle acquisizioni della Biblioteca Classense a Ravenna: “La biblioteca? Facciamone un’officina editoriale”, questo era il titolo eloquente di un suo articolo del 2001 (!) per la rivista Classense. Un articolo-invito sempre attuale. Vi propongo il brano centrale:
Questo era l’uomo che non si è mai preoccupato di propagandare se stesso, preferendo al clamore e all’apparire la stima vera degli amici. Questo il professionista “serio, scrupoloso, sempre sorridente, pulito e senza ombre” (per dirla con chi l’ha conosciuto bene, Franco Gàbici, dirigente della Classense) il cui ricordo ci accompagnerà sempre.
Manuela Cuoghi