Il Brigadiere dei Carabinieri Paolo Corbeddu, 58 anni di Oliena, è stato travolto e ucciso da un pirata della strada vicino a Orune, provincia di Nuoro da un’auto piombata su un posto di blocco. L’automobilista è fuggito. Un altro “tutore dell’ordine” che anche di notte, nei giorni di festa, di vacanza, mentre i più giustamente riposano, lavora e muore per la sicurezza di tutti. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso il cordoglio ai familiari, cosi altre “alte autorità”. L’onore e la gratitudine immensa a questi eroi silenziosi che lavorano in condizioni difficili, spesso drammatiche viene dal profondo del cuore da tutti gli Italiani. Sappiano i politici tenerne conto, oltre le parole più o meno sincere o rituali.

La spending review taglierà ancora nei prossimi anni diverse migliaia di “tutori dell’ordine”, i loro mezzi già scarsi, bloccherà il turn over. Recentemente ho scritto al presidente del Consiglio Monti, a ministri del “Governo tecnico” e per conoscenza al capo dello Stato Napolitano, al capo della Polizia Manganelli e al comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Gallitelli (come figlio di un maresciallo dei Carabinieri morto per causa di servizio, ufficiale dell’Arma io stesso, e infine funzionario di polizia per anni “pensionato anzitempo d’ufficio”) una raccomandata con spunti di riflessione per razionalizzare la legge 121/81 di democratizzazione del “sistema sicurezza”, ormai involuta, e il frastagliato “arcipelago forze di polizia”. In essa, al di là degli spunti tecnici-professionali, nati da una verificabile vita di impegno, echeggia soprattutto la domanda: “Qualcuno dovrà ancora spiegare quale sia la differenza tra il sangue del capitano Tuttobene e quello del commissario Cassarà, del maresciallo dei carabinieri Maritani e del brigadiere di polizia Ciotta, del carabiniere Santarelli e dell’agente Antiochia, e dei tanti tutori dell’ordine, senza distinzione di uniforme, uccisi mentre svolgevano l’identico impegno o tra la dedizione sino al sacrificio supremo del commissario Giovanni Palatucci e del brigadiere Salvo D’Acquisto, riferimenti di valori universali”.

Ora insieme all’ispettore di polizia Antonio Crisafulli travolto in autostrada mentre fuori servizio il 13 agosto cercava di portare soccorso (link), chiede risposta anche il brigadiere dei Carabinieri Paolo Corbeddu. Dalla luce oltre le nuvole Lui lo spiegherà. Grazie “angeli di sicurezza”. (21 agosto 2012, www.enniodifrancesco.it)

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* Ennio Di Francesco, già ufficiale dei Carabinieri e funzionario della Polizia di Stato. Figlio di un Maresciallo di Carabinieri deceduto per infermità di servizio. Tra i promotori negli anni ’70 della riforma democratica di polizia che condusse alla legge 121/81. Autore di: Un Commissario con prefazioni di Norberto Bobbio, Gino Giugni, Marco Tullio Giordana, Giancarlo De Cataldo, Corrado Stajano e don Andrea Gallo; Radicalmentesbirro con quelle di Don Gallo e Marco Pannella; Frammenti di utopia, con quelle di Mario Calabresi e Marco Alessandrini; Il vate e lo sbirro. L’indagine segreta del commissario Giuseppe Dosi sul «volo dell’arcangelo». È un uomo dello Stato che ha avuto una vita difficile per la sua intransigente fedeltà alle istituzioni della Repubblica. Per approfondimenti: enniodifrancesco.it