L’idea dell’architetta svizzera Lydia Bonanomi si sta imponendo in molte città europee. A Milano, nel quartiere Rovereto, sta diventando realtà. E speriamo anche in tutt’Italia. Perché 7.625 pedoni e 2.665 ciclisti uccisi in10 anni sulle strade italiane sono il tributo che l’Italia paga per una “cultura della strada” troppo aggressiva, soprattutto nelle nostre città. Per questo motivo il movimento #salvaiciclisti ha lanciato una petizione per chiedere al Parlamento italiano l’introduzione del limite di 30 km/h in tutte le aree residenziali a eccezione delle arterie a scorrimento veloce. Puoi supportare questa petizione anche via twitter usando l’hashtag #30elode. Per maggiori informazioni sulle ragioni tecniche alla base di questa petizione, puoi scaricare un breve sunto della letteratura scientifica disponibile e di alcune esperienze di riferimento. (S.G)

Moderare il traffico automobilistico nei centri urbani è stata una vera e propria battaglia professionale per l’architetta e urbanista svizzera Lydia Bonanomi. Oltre 20 anni fa, scrisse e progettò a Losanna “Le temps des rues” che con il manuale “Zona 30, gente contenta”, edito dall’ATA, raggiunse anche la Svizzera italiana. Un lavoro divenuto un punto di riferimento che fece di lei una pioniera dell’urbanismo tattico.

Milano Zona 30, logo dell'iniziativaL’architetto Matteo Dondé è stato il primo in Italia a ideare e sperimentare dei progetti di Città 30 che impongono di limitare la velocità delle auto a 30 km/h nelle zone urbane, tranne nella viabilità principale.

Città 30 è la logica di città del futuro adottata da vari Paesi europei. Si contrappone al modello auto-centrico attuale che comporta l’occupazione dell’80% dello spazio pubblico e per spostamenti inferiori a 4 km nel 40% dei casi. Moderare la velocità aumenta la sicurezza e riduce gli incidenti, rumore, inquinamento e migliora la convivenza tra gli utenti della strada.

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È quanto accaduto negli ultimi anni anche nel quartiere di Via Rovereto a Milano (foto sopra), con il Progetto #TrentaMI in verde e il Progetto Mobì. Attraverso interventi di urbanistica semplice e a basso costo, che hanno visto come protagonisti gli stessi residenti del quartiere, nelle Zone 30 sono stati creati in via sperimentale degli spazi verdi e delle aree di socialità che in questi giorni il comune sta definitivamente consolidando. (Fonte: tvsvizzera.it)

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A PROPOSITO

La velocità ridotta fa diminuire rumore, inquinamento e consumi

Il cambio dello stile di guida, prima fatto di rapide accelerazioni e brusche frenate, sostituito poi da una guida più calma, con minori picchi di velocità ma più fluida, ha mostrato benefici effetti sia sull’ambiente che sul traffico.

  • RUMORE. Ad Ambrugo, il rumore è diminuito dappertutto, con una riduzione massima di 7 decibel.
  • INQUINANTI. La velocità ridotta (meno frenate e accelerazioni) riduce l’inquinamento dell’aria: Ossidi di Azoto (piogge acide, smog, vie respiratorie) -30%; Monossido di carbonio (vie respiratorie, sistema circolatorio) ‐20%; Idrocarburi (cancerogeni) ‐10%
  • CONSUMO DI CARBURANTE. Il consumo di carburante è diminuito del 12%.

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