Tra le “teste ben fatte” nutrite nella Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’ex Collegio medico-giuridico di Tiziano Terzani e di Giuliano Amato per intenderci, brilla anche quello di Marcello Spatafora, classe 1941, laurea nel 1962, attualmente diplomatico a riposo, dal 2003 al 2008 rappresentante permanente per l’Italia presso le Nazioni Unite (gli succedette, nell’incarico, Giulio Terzi di Sant’Agata, attuale ministro degli Esteri). E’ toccato a lui, tra l’altro, il ruolo di presidente del Consiglio di Sicurezza nel dicembre 2007. Una volta andato in pensione, Spatafora ha scelto per vivere questa nuova fase della sua vita non l’Italia ma l’isola di Malta (era stata una delle tappe della sua carriera di ambasciatore, insieme a Parigi, Belgrado, Beirut, Malesia, Australia e Albania).

Giannella Channel gli ha chiesto il perché di questa singolare decisione. La sua risposta rientra nella mission editoriale del mio libro “Voglia di cambiare. Seguiamo l’esempio degli altri Paesi europei”, Chiarelettere) e di questo blog: per questo la rendiamo pubblica.

Marcello Spatafora durante un intervento alle Nazioni Unite.

Caro Giannella,

perché ho scelto Malta? Per tutta una serie di fattori, e di considerazioni, di cui i cinque più rilevanti mi sembrano essere:

  1. Il funzionamento della Pubblica Amministrazione, o per meglio dire il modo di porgersi della Pubblica Amministrazione nel suo interagire con il cittadino, e più in generale l’utente. Il che, alla resa dei conti, è un fattore che incide direttamente, e molto, sulla qualità della vita quotidiana di ognuno di noi. Una mia recente esperienza (fra le tante)? Avendo interesse ad acquisire, per me e mia moglie, un documento di identificazione, utile anzitutto a fini di copertura sanitaria, chiedo per email alla competente Amministrazione maltese le necessarie informazioni su quali documenti occorra presentare, a chi rivolgermi ecc. Il mio messaggio di posta elettronica viene inviato una domenica pomeriggio. Ebbene, il mattino del giorno dopo, alle ore 6.20 a.m. (ha letto bene, le sei e venti di mattino. Perché loro iniziano a lavorare alle 6), ricevo una cortesissima email di risposta , con tutte le informazioni del caso, e la fissazione di un appuntamento per il giorno successivo martedì, allorché mi vengono forniti modulari, spiegazioni sul dove consegnarli compilati ecc. Con la precisazione che allorché consegnerò moduli e allegati (fotocopia passaporto, certificato di matrimonio ecc), il relativo documento di identità mi verrà consegnato seduta stante, massimo entro mezz’ora…

    Pensi Lei quale sarebbe stata la velocità di risposta, in Italia, a un cittadino e/o straniero che avesse indirizzato una email a un Ministero/Regione/Municipio ecc., con richiesta di informazioni…

  2. Il ritmo (ben meno frenetico che da noi ) e la, come dire, semplicità della vita quotidiana, che incide più in generale sulla qualità stessa di vita, che a sua volta si riflette sulla qualità dei rapporti interpersonali. Ciò che colpisce, nel vivere quotidiano a Malta, è la forte e non ancora smarrita “umanità”; e cioè una diffusa solidarietà (pronti, se necessario, a darti una mano, con spontaneità e immediatezza) e “apertura” verso l’essere altrui (non ci si trova a vivere in una società in cui ognuno pensa solo a se stesso, chiuso in se stesso, sempre più indifferente agli altri). Sullo sfondo, una innata e spontanea generosità, perché in effetti se ne può avere tanta pur disponendo di pochi mezzi (i maltesi in generale hanno un reddito pro capite sensibilmente inferiore al nostro).

    Non è qui questione di una solidarietà per così dire istituzionale e “verticale” (del Governo nei confronti dei cittadini), bensì di una solidarietà “orizzontale” e interpersonale. Che è quella che, forse, conta di più in seno a una collettività, nei momenti difficili e onde alleviare sofferenze e disagi.

  3. La bellezza del Paese, sotto il profilo sia naturale che dello straordinario suo retaggio artistico culturale: sopratutto, la facile e immediata fruibilità, da parte di tutti, di tale bellezza.
  4. L’educazione e la cortesia della gente, il suo approccio non aggressivo. A differenza che in Italia, non si è ancora diffusa la mentalità del “farsi furbo”. Anche questo incide sulla qualità della vita.
  5. Il bassissimo tasso di criminalità. Ci si sente sicuri.

Non è poco, mi sembra.

Con molta stima, i miei più cordiali saluti, e augurandomi di aver un giorno occasione di incontrarLa.

Marcello Spatafora, Malta

A PROPOSITO

Sei cose da fare a Malta almeno una volta nella vita

Cartina di Malta. Le sette cose da fare nell'isola

I consigli di Marcello Spatafora, soprattutto per chi ama il mare:

1 Assistere alla messa in latino (ore 9.15 ogni domenica) nella CoCattedrale di San Giovanni, a Valletta (circa 1570). Un’atmosfera magica, un barocco spettacolare. Al termine, fare una passeggiata lungo Republic Street verso il Palazzo Presidenziale (ex Palazzo del Gran Maestro dell’Ordine di Malta) e, arrivati alla Piazza che lo costeggia, sedersi al Caffé Cordina e godersi lo spettacolo del passeggio (quanta Sicilia…), gustandosi un tipico “pastizzo” alla ricotta, annaffiato con una birra Cisk. Il tutto sotto lo sguardo benevolo della statua della Regina Vittoria, che si erge in mezzo alla piazza, con nuvole di piccioni volteggianti sulla tua testa, e fiondantisi sulle residue briciole del tuo “pastizzo”.

2 Una passeggiata notturna a Mdina (la ex capitale, matrice arabo normanna), pressoché totalmente priva, a quell’ora, di turisti. Anche qui, un’atmosfera magica,ove il tempo sembra essersi fermato a molti secoli fa.

3 Recarsi alla punta del Forte S.Michael di Senglea (una delle “Three Cities”), ai Gardjola Gardens, e dai suoi bastioni ammirare lo spettacolo del Grand Harbour sotto e davanti a voi, con Valletta e Castel S.Angelo di fronte, nella consapevolezza che lì, proprio in quelle acque, i cristiani sconfissero i turchi in una cruenta battaglia nel 1565, determinante nell’arginare l’avanzata islamica verso il cuore dell’Europa. Se in estate, scendere sui sottostanti scogli e tuffarsi in acqua (vi saranno al massimo altre cinque o sei persone, anche in pieno agosto), possibilmente nel tardo pomeriggio. Nuotare per così dire fra i bastioni, circondati dalla Storia, è un’esperienza e una sensazione unica. Verso le 18, in genere nei giorni di fine settimana, vi passeranno accanto – mentre nuotate a distanza di circa 60 metri, non molto prudente lo riconosco – le grandi navi da crociera della Costa o della MSC, che escono dal porto. Suoneranno la sirena per salutarvi (e per farvi scansare); i passeggeri, dall’alto dell’ultimo ponte della nave, si sbracceranno anch’essi per salutarvi, e scatteranno fotografie del nuotatore solitario; voi ricambierete il saluto.

4 Passeggiare lungo i Dingli Cliffs (6 km da Mdina), possibilmente all’ora del tramonto, con il sole che si inabissa nel mare dinanzi a voi (che vi trovate alti sulle scogliere a picco sul mare), tingendo il cielo di rosa e di viola. Si può star fermi in un punto, o si possono fare 2/3 km lungo la stradina costiera.

Una variante è di recarsi a Zurriek, e di ammirare, anche qui, il tramonto, seduti comodamente in una delle tante panchine lungo gli spiazzi ricavati sugli scogli. Lo spettacolo del mare (sopratutto se spumeggiante e in tempesta) dinanzi a voi, degli scogli, della Blue Grotto, è di una struggente bellezza.

5 Prendere una barca, sì da potervi godere costa e scogliere dal mare. Lasciando il Grand Harbour dirigersi a sud verso Zurriek. Bordeggiare il tratto di costiera alta da Marsaxloxx a Zurriek (esplorando, a nuoto, le Blue Grotto) è di una rara bellezza. Allorché tornerete verso il Grand Harbour, fate in modo di giungervi verso l’ora del tramonto, con il sole che scompare dietro lo skyline di Valletta, inondando di luce durata tutto il Grand Harbour. Momenti magici.

6 Sempre in barca, dirigetevi verso il Nord e la Blue Lagoon (infestata da turisti, ahimè, quindi probabilmente non sarà il caso di fermarsi. Peccato), circumnavigando Gozo, ai piedi delle sue alte e spettacolari scogliere. Ne vale la pena.

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