I 50 locali imperdibili della capitale iberica scovati per Giannella Channel da Roberto Angelino, giornalista e autore di Milano 50. Che inizia rivelando tutti i segreti del Barrio de Las Letras, bohémien quartiere letterario (dove si cammina sulle parole più belle di poeti e scrittori eternate sul selciato) frequentato da jazzisti, toreri, attori di Hollywood e da Ernest Hemingway, uno che di bar se ne intendeva. E finisce con un consiglio: andate al secondo piano del museo Reina Sofia a “bervi” Guernica di Picasso e poi scendete per una cena gourmet nel nuovo ristorante dello chef Muñoz-Calero. Ecco tutti gli indirizzi giusti per mangiare, farsi un drink, divertirsi e dormire a Madrid. Senza spendere troppo

I 50 migliori locali e ristoranti di Madrid

A una decina di minuti dalla Gran Via (foto in apertura), alle spalle della Puerta del Sol, c’è il Barrio de Las Letras, ovvero il bohémien Quartiere Letterario, formato da stradine pedonali o a traffico limitato e gradevoli piazze alberate, come plaza de Santa Ana, cuore del barrio, dove ci sono la statua in bronzo del poeta Federico Garcia Lorca e quella in marmo del drammaturgo Pedro Calderón de la Barca.

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La statua in bronzo del poeta Federico Garcia Lorca in plaza de Santa Ana, nel Barrio de Las Letras.

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La statua in marmo del drammaturgo Pedro Calderón de la Barca anch’essa in plaza de Santa Ana.

L’arteria principale è calle de las Huertas (ovvero “la via degli orti”), che inizia a pochi metri dal museo del Prado e prosegue fino a plaza del Ángel. La calle, quasi interamente chiusa alle auto, ha la caratteristica di avere inciso nel selciato alcuni dei versi più celebri dei maestri della letteratura spagnola del XVI e XVII secolo, il cosiddetto Siglo de Oro, in omaggio a residenti illustri come Miguel de Cervantes, Lope de Vega (la cui casa-museo si trova a pochi passi, in calle de Cervantes), Francisco de Quevedo, Gustavo Adolfo Bécquer o Luis de Góngora y Argote.

L’antico spirito di quartiere ludico dove abbondavano taverne e locande è ancora vivo. Il Barrio de Las Letras è uno dei punti di riferimento delle notti madrilene, sia perché le sue strade presentano una vivace atmosfera in qualsiasi giorno della settimana, sia per la variegata offerta di stili musicali: jazz, flamenco, indie, pop, rock e latino rendono questa zona una delle più visitate dagli amanti di ogni età della movida, molto popolare tra la comunità degli studenti stranieri e anche tra i volti famosi del teatro e della tv iberica, che spesso fanno una puntata nei locali attorno a plaza de Santa Ana.

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La calle de las Huertas, quasi interamente chiusa alle auto, ha la caratteristica di avere inciso nel selciato alcuni dei versi più celebri dei maestri della letteratura spagnola, in omaggio a residenti illustri come Miguel de Cervantes (nella foto).

Il carattere praticamente pedonale della maggior parte delle sue strade rende la zona un luogo ideale per le uscite serali. Il caratteristico percorso di viuzze strette e a volte labirintiche del Quartiere Letterario non rappresenta un problema durante la ricerca del locale dove bere, mangiare o ascoltare musica perché quasi tutti dispongono di uno staff di pierre che informa i passanti sulle offerte relative alle consumazioni e al tipo di atmosfera dei rispettivi pub.

Il Barrio de Las Letras è costellato di birrerie, disco-bar e ristorantini. Partendo dalla plaza del Ángel, al numero 10 è obbligatoria una sosta al

  • Café Central, dove il jazz è il protagonista assoluto: è uno dei migliori club europei dedicati a questo genere musicale. Qui si suona dal vivo dalle nove alle undici di ogni sera ed è possibile prenotare (tel. 91.36.94.143) un posto intorno al pianoforte a coda che spicca sul palco. In programma dal 13 al 19 febbraio il Pat Bianchi Trío (prezzo del concerto 15-16 €) e dal 20 al 26 febbraio il Charles McPherson Quartet (25-26 €). Il locale chiude poi alle due e mezzo di notte, le tre e mezzo nei week-end.
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La facciata e (sotto) due immagini interne del Café Central di plaza del Ángel 10, uno dei migliori club europei di jazz.

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La facciata e (sotto) due immagini interne del Café Central di plaza del Ángel 10, uno dei migliori club europei di jazz.

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La facciata e (sotto) due immagini interne del Café Central di plaza del Ángel 10, uno dei migliori club europei di jazz.

  • Per pranzo o cena consigliamo la storica Casa Alberto di calle de las Huertas 18 (tel. 91.42.99.356 e 91.42.90.706; aperta fino a mezzanotte; chiusa la domenica dalle 16 e tutto lunedì). In attività dal 1827, sorge nello stesso antico palazzo dove Cervantes scrisse parte del suo capolavoro Don Chisciotte della Mancia: nella taberna sono conservati come reliquie numerosi oggetti personali appartenuti allo scrittore. Due le specialità della casa: il rabo estofado, cioè la coda del toro stufata, e – come aperitivo – il vermouth (che qui chiamano vermút) Yzaguirre de grifo alla spina.
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L’entrata del ristorante Casa Alberto di calle de las Huertas 18.

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Il bancone del bar di Casa Alberto con, a lato, la spina del vermouth (che in Spagna chiamano vermút) marca Yzaguirre de grifo.

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Il bancone del bar di Casa Alberto, con la spina del vermouth (che in Spagna chiamano vermút) marca Yzaguirre de grifo.

Torniamo a plaza de Santa Ana, dove la facciata neoclassica del Teatro Español (ha prezzi economici che assicurano il tutto esaurito quasi sempre) rivaleggia con quella bianca e immacolata dell’Hotel ME Madrid Reina Victoria, erede dell’antico “hotel dei toreri” che fino ad alcuni decenni fa aveva come ospiti i più illustri protagonisti delle corride nell’Arena Monumental de Las Ventas, nel vicino quartiere di Salamanca, la più importante di Spagna.

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La facciata neoclassica e – a lato – l’interno del Teatro Español in plaza de Santa Ana.

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(credit foto: Sergio Parra)

Qui il mitico Manolete occupava sempre la stanza 406 e qui Luis Miguel Dominguín, padre del cantante Miguel Bosè, prima d’esser sposato con la nostra Lucia Bosè visse dalla primavera del 1953 al 1954 una lunga e appassionata storia d’amore con Ava Gardner.

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L’Hotel ME Madrid Reina Victoria, l’ex “albergo dei toreri” dove nel 1953 scoppiò la passione fra Ava Gardner e il “re delle corride” Luis Miguel Dominguín – insieme nella foto a lato.

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A lato, l’Hotel ME Madrid Reina Victoria, l’ex “albergo dei toreri” dove nel 1953 scoppiò la passione fra Ava Gardner e il “re delle corride” Luis Miguel Dominguín – insieme nella foto.

  • Oggi l’albergo dispone di un accogliente roof bar recentemente ristrutturato al settimo piano, la Terraza The Penthouse (tel. 91.70.16.000), riconoscibile di sera per la curiosa illuminazione viola, dove sorseggiare un aperitivo o un cocktail godendosi le spettacolari vedute panoramiche della capitale. Con un’unica pecca: non c’è il servizio ai tavoli e si deve andare al bancone a ordinare le consumazioni.
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Oggi al settimo piano dell’Hotel ME Madrid Reina Victoria c’è la Terraza The Penthouse riconoscibile di sera per la caratteristica illuminazione viola.

  • In plaza de Santa Ana è aperta dal 1904 la Cervecería Alemana (tel. 91.42.97.033), storica birreria tedesca con pareti e soffitto rivestiti di legno, in passato assai frequentata dai funzionari delle ambasciate, da celebri toreri e persino da Ernest Hemingway, uno che di bar se ne intendeva parecchio. Qui servono tapas di salmone, aragostine e sardine accompagnate da birra El Águila e anche bocadillos di fagiano, capriolo, lepre, foie gras, acciughe, jamón e salsicce di Francoforte e crauti.
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In plaza de Santa Ana è aperta dal 1904 la Cervecería Alemana.

  • Poco oltre la piazza, in calle Echegaray 15, il flamenco diventa protagonista assoluto nel tablao del Cardamomo (tel. 91.80.51.038), una delle sale più popolari della città, inaugurata nel 1994 e punto di riferimento di mostri sacri come Joaquín Cortés, Estrella Morente e Jorge Pardo. Tre spettacoli al giorno, alle 18, 20 e 22. Per tutto febbraio 2017 la guest star ospite è la ballerina Paloma Fantova Gonzalez in arrivo da Cadice.
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L’interno del Cardamomo, tempio del flamengo in calle Echegaray. La guest star ospite di febbraio 2017 sarà la ballerina Paloma Fantova Gonzalez (a lato).

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Paloma Fantova Gonzalez

  • Il tocco andaluso si può trovare anche nell’attiguo quartiere Lavapiés (il cui carattere multirazziale emerge nella varietà dei ritmi africani, arabi e latini che ne avvolgono la vita notturna) da Candela in calle del Olmo 2 (tel. 91.46.73.382), il tablao-bar di culto per tutto il mondo del flamenco madrileno, aperto da lunedì a sabato dalle 23 fino alle cinque e mezzo del mattino. Ingresso gratuito, si paga solo la consumazione.
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Balli andalusi anche al Candela, dove si esibiscono molte star del flamengo.

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Il tablao-bar Candela in calle del Olmo 2 (un particolare dell’insegna esterna).

  • Tornando al Barrio de Las Letras, attorno al Cardamomo si alternano discoteche e locali per tutti i gusti come il Carbones 13 (tel. 91.36.94.466; aperto sempre da mezzogiorno alle due di notte, le tre e mezzo nei fine settimana), in calle de Manuel Fernández y González 13. Ha un arredamento retrò ed è rinomato in tutta la capitale per i suoi superbi gin-tonic.
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Foto scattata in uno specchio del bar Carbones 13 di calle Manuel Fernández y González, celebre per l’arredamento retrò e i superbi gin-tonic.

  • Infine, dall’altra parte di calle de las Huertas, verso calle de Atocha, c’è plaza de Matute (in realtà è una lunga stradina) con locali di stili differenti ma di grande fascino, come El Imperfecto (al n. 2, tel. 91.36.67.211, aperto fino alle due di notte, le due e mezzo nei week-end), ideale per il dopocena, con tante varianti di mojitos e la migliore sangria del quartiere.
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I tavolini nella stretta, lunga e fascinosa plaza de Matute.

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L’interno “arruffato” del bar El Imperfecto, sempre pieno di clienti, chiamato così proprio per le mille suppellettili sapientemente sistemate “alla rinfusa”.

Per divertirsi, bere e mangiare bene in città non c’è solo il Quartiere Letterario. Assolutamente no. Ecco quelli che per Madrid 50 sono i locali e i ristoranti irrinunciabili negli altri quartieri. Restando nel campo degli aperitivi e dei cocktails, anche nel 2017 è di gran moda andarli a gustare “ad alta quota”, cioè sulle terrazze e negli ultimi piani di negozi o musei da dove si gode la vista della skyline madrilena.

Quattro bar e lounge su tutti:

  • il Tartan Roof (al settimo piano del Círculo de Bellas Artes, in calle del Marqués de Casa Riera 2, dietro calle de Alcalá. Per salire, l’ascensore costa 4 €; tel. 67.25.57.171; aperto dalle 11 del mattino alle due di notte, le due e mezzo sabato e domenica);
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Tavoli sulla terrazza del lounge bar Tartan Roof al settimo piano del Círculo de Bellas Artes

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… e la vista sul sottostante edificio Metropolis.

  • il Gourmet Experience al nono piano del grande magazzino El Corte Inglés di plaza Callao 2, che, oltre a vendere prodotti gastronomici di alto livello, dispone di vari corner dove ordinare da mangiare o bere. Sceglierete poi liberamente la zona dove sedervi, accanto alle ampie vetrate o sul terrazzo, per ammirare il panorama della Gran Via (tel. 91.37.98.000; aperto dalle dieci del mattino fino a mezzanotte);
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Il panorama di plaza Callao e della Gran Via visti dalla terrazza del Gourmet Experience al nono piano del grande magazzino El Corte Inglés di plaza Callao 2.



 

  • La Terraza del Urban (carrera de San Jerónimo 34; tel. 91.78.77.770, attiva ogni giorno da mezzogiorno alle tre del mattino, domenica e lunedì chiude alle 20), sul tetto con piscina dell’hotel Urban, un cinque stelle gran lusso in stile decò di fronte alla Camera dei Deputati
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La piscina de Terraza del Urban, sul tetto dell’hotel Urban.

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La boutique di Salvador Bachiller.

  • e – soprattutto – il gastrobar-serra El Jardín Secreto (tel. 91.53.10.260) allestito al quarto piano della boutique di Salvador Bachiller in calle de la Montera 37, tra la Gran Via e Sol. Sempre aperto, nei week-end sino alle due di notte. Zona fumatori.
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Il gastrobar-serra El Jardín Secreto (tel. 91.53.10.260).

Per pranzare o cenare lì vicino segnaliamo due ristoranti, entrambi con un ottimo rapporto qualità-prezzo:

  • La Gloria de Montera, in calle Caballero de Gracia 10 (tel. 915 23 44 07; aperto 7 giorni su 7, dalle 13 alle 15 e dalle 16 alle 23.30 e fino a mezzanotte da giovedì a sabato), dove il personale è quasi esclusivamente orientale e i tempi d’attesa brevissimi,
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La facciata de ristorante La Gloria de Montera, in calle Caballero de Gracia 10.

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La Gloria de Montera: una sala interna del ristorante.

  • e il Lobby Market di calle Gran Via 10 (tel. 91.53.26.867; attivo da mezzogiorno all’una di notte, le due nei week-end). Dal menu: Cuatro cucuruchos (tartare di tonno, tartare di salmone, steak tartar e foie gras con mango) a 10 €; gamberi tigre fritti con salsa kimuchi a 8 € e jamón Ibérico de bellota con pan y tomate a 16 €.
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(Qui e in basso) Tre scatti delle sale interne del ristorante Lobby Market di calle Gran Via.

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Tre scatti delle sale interne del ristorante Lobby Market di calle Gran Via.

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Tre scatti delle sale interne del ristorante Lobby Market di calle Gran Via.

  • Una tappa quasi obbligata per “attovagliarsi” a Madrid resta comunque lo storico Sobrino De Botín (calle Cuchilleros 17, tel. 91.36.64.217 e 91.36.63.026; sempre aperto dalle 13 alle 16 e dalle 20 a mezzanotte). È il più vecchio ristorante del mondo, dal 1725 a due passi dalla fascinosa plaza Mayor. Fiore all’occhiello del suo menu è il porcellino da latte alla griglia, cucinato nel grande camino in pietra in funzione da 292 anni. Un consiglio: prenotando, chiedete di farvi accomodare nella sala di mattoni a volte sotto quella principale. Per un incredibile tuffo nel passato.
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L’entrata dello storico ristorante Sobrino De Botín in calle Cuchilleros 17…

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… e la sua fascinosa sala sotterranea di mattoni a volte.

Agli amanti della cucina eco-biologica consigliamo invece

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Un brunch del Rayén Vegano.

  • il ristorantino Rayén Vegano in calle Lope de Vega 7, non lontano dal paseo del Prado (tel. 67.52.82.072; aperto lunedì, mercoledì e giovedì dalle 10 alle 16, venerdì e sabato dalle 10 alle 16 e dalle 21 alle 23.30, domenica dalle 11 alle 16). Il locale, aperto nel 2013 dall’insegnante di kundalini yoga siciliana Noemi Chianetta con il suo boyfriend cileno Paulo Aillapán, artista visuale, è piccolo per cui conviene prenotare. I piatti sono tutti vegani, preparati con prodotti che provengono dagli orti del quartiere.
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La divertente entrata (con il “raggio” della luce dipinto in giallo sul muro) del ristorantino Rayén Vegano. Sulla destra, i due giovani proprietari, che hanno aperto il locale nel 2013: l’insegnante di kundalini yoga siciliana Noemi Chianetta e il suo boyfriend cileno Paulo Aillapán, artista visuale.

  • Un altro validissimo indirizzo per chi non mangia né carne né pesce è BumpGreen (tel. 91.19.62.018; da lunedì a sabato fino a mezzanotte, domenica solo brunch fino alle 18) in calle de Velázquez 11 a Recoletos, a pochi metri dal parco del Retiro, con un décor ispirato a una casa di campagna inglese. Piatti innovativi, sapori originali e atmosfera eco-chic per questo ottimo ristorante vegetariano. Dal menu: quiche vegana con cavolo riccio e broccoletti scottati, pomodoro, brodo di miso, panna di riso, crema di mandorla, farina di farro e misticanza (7,50 €) e, tra i dessert, cialda di zucca ecologica con gelato di vaniglia e salsa di caramello (6 €). La carta propone anche specialità non vegetariane, come l’insalata niçoise con pancetta di tacchino, fidelini di zucchina, patate e uovo cotto a bassa temperatura (10,50 €) e il lingotto di agnello ecologico caramellato con cous-cous, pomodorini secchi, rosmarino e cenere vegetale (16,50 €).
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Tre immagini dell’interno del ristorante vegano BumpGreen in calle de Velázquez.

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Tre immagini dell’interno del ristorante vegano BumpGreen in calle de Velázquez.

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Tre immagini dell’interno del ristorante vegano BumpGreen in calle de Velázquez.

  • Sempre a Recoletos vale assolutamente una visita la Taberna Los Gallos, nel vicoletto callejón de Puigcerdà 4B (tel. 91.43.10.647, sempre aperto dalle 13 alle 16 e dalle 19 alle 23.30. Fermata del metrò: Serrano, linea 4), un posto gradevole, chic e moderno. È su due piani e quello superiore ha enormi soffitti e pareti in vetro la cui apertura d’estate crea una gradevole terrazza.
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(Qui e a lato) Due foto della terrazza con il soffitto di vetro al secondo piano del ristorante Taberna Los Gallos, nel vicoletto callejón de Puigcerdà.

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(Qui e a lato) Due foto della terrazza con il soffitto di vetro al secondo piano del ristorante Taberna Los Gallos, nel vicoletto callejón de Puigcerdà.

Ed ecco due ristoranti (entrambi chiusi domenica a cena e tutto lunedì) dall’aspetto esteriore agli antipodi, ma con il comune denominatore della buona cucina: sono

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L’entrata del ristorante La Candela Restò in calle de la Amnistia.

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La Candela Restò: l’elegante sala interna del locale.

  • e Eiffel (calle de Seseña 18, nella zona dello Zoo, un po’ fuori dal Centro, ma vicino alla fermata Casa de Campo del metrò linea 5 e 10; tel. 91.51.83.714).

Nel primo, molto elegante, i piatti sono in pratica poco più che assaggi, con possibilità di scelta fra tre percorsi: con sei, nove oppure undici portate, con il vino (a bicchiere) di accompagnamento che cambia ogni volta, ma il risultato sono due ore di assoluto piacere per un’esperienza gastronomica unica, che costa da 60 a 75 € a persona. Il secondo locale deve invece il nome al suo effervescente patron, Miguel Eiffel. Visto da fuori sembra un bar un po’ malconcio, ma dentro, in una sala altrettanto anonima, la chef Carmen Hidalgo propone una lista sorprendente e un menu degustazione di otto portate, tutto a cifre abbordabili. Da provare i Ferrero Rocher di tonno con salsina ai peperoni (2,25 € l’uno), gamberi in pastella con maionese di wasabi (12,50 €) e seppia fritta con curry rosso (10,50 €).

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L’entrata un po’ malconcia del ristorante Eiffel di calle de Seseña 18, nella zona dello Zoo. Deve il nome al suo effervescente patron, Miguel Eiffel, che in modo forse un po’ troppo kitsch ha piazzato di fianco alla vetrata una maxiriproduzione in ferro e due poster della sua omonima Tour di Parigi.

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Comunque all’interno, in una sala altrettanto anonima, si mangia benissimo.

Per gli amanti dei frutti di mare segnaliamo invece

  • un ristorante tradizionale, aperto nel 1966 da Miguel García Gómez nel quartiere Salamanca: La Trainera di calle de Lagasca 60, forse la più conosciuta marisquería di Madrid (tel. 91.57.68.035 e 91.57.60.575; fermate metrò Serrano o Velázquez, entrambe sulla linea 4)
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L’entrata del ristorante di pesce La Trainera di calle de Lagasca 60.

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La Trainera. Il proprietario Miguel García Gómez davanti al banco di crostacei e frutti di mare.

  • e uno con cucina di pesce galiziana moderna, il gallego Barra Atlántica in calle de Gravina 17, a Chueca, il colorato e vivacissimo quartiere gay a nord della Gran Via (tel. 61.91.55.794; in attività dalle 13.15 alle 15.30 e dalle 20 alle 23, chiuso domenica a cena), dove si mangia alla carta o con due menu degustazione da 30 e 50 €. In entrambi, come sempre quando si parla di pesce fresco e buono, il conto è salato come il mare.
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La sala interna del ristorante di pesce galiziano Barra Atlántica in calle de Gravina 17, a Chueca.

  • Sempre a Chueca un locale gradevole e informale con cucina fusion è il Kuoco 360 Food, in calle de San Bartolomé 14 (tel. 91.19.95.377; aperto fino a mezzanotte, chiude il lunedì). Da provare il polpo alla brace (17 €) e la specialità 7 Potencias Asia / Caribe: polpo, gamberi, calamari, pomodoro, lime, limonglass e spuma di avogado al peperoncino (15 €). Ottimo il servizio e contenuto il conto.
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L’entrata del Kuoco 360 Food, in calle de San Bartolomé.

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Kuoco 360 Food: la prima sala.

  • Nel cuore di Chueca, in calle Augusto Figueroa 24, c’è poi il Mercado de San Antón (tel. 91.33.00.730), su quattro piani. Al primo vendono pesce, salumi, hamburger, formaggi, frutta e verdura; al secondo si trovano una taverna-enoteca, dieci stand di show cooking-take away (dove degustare o portare a casa piatti di ogni tipo, dalle specialità greche a quelle giapponesi, frutti di mare, dolci, frullati e succhi di frutta) e la Sala Trapezio, che ospita iniziative culturali. Al terzo piano c’è il ristorante La Cocina de San Antón (aperta dalle 10 del mattino a mezzanotte; venerdì e sabato fino all’una e mezza), dove si possono consumare alcuni piatti regionali e i prodotti comprati al primo piano, cucinati con un supplemento di 4 €. Sul tetto una bellissima terrazza con tavolini.
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Il Mercado de San Antón su quattro piani a Chueca.

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Mercado de San Antón: la bellissima terrazza con tavolini.

  • A proposito di piatti regionali, interessante è la cucina basca del Koldovinia, una taberna non carissima, e perciò sempre piena, aperta nel 2014 in calle Apolo 2, una traversa di calle de Alcalá nel barrio di San Blas, vicino alla fermata del metrò Ciudad Lineal, linea 5. Pranzo dalle 13.30 alle 16 e cena (però non di domenica) dalle 20.30 a mezzanotte (tel. 91.39.32.358 e 64.59.91.542). Menu degustazione con cinque portate più dolce (torta di mele calda con gelato ai gusti vaniglia e noci pecan), acqua e caffè a 29 €.
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Il bancone…

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… e la sala della taberna basca Koldovinia di calle Apolo 2.



 

Quest’anno a Madrid sono di moda i ristoranti gestiti da chef emergenti e poco più che ventenni.

  • Una cucina d’avanguardia è quella proposta dal giovane autodidatta argentino Matias Smith nel suo Metro Bistró di calle Evaristo San Miguel 21, vicino al Tempio di Debod, nel barrio de Arguelles (tel. 91.54.29.521; dalle 13 alle 17 e dalle 19 all’una di notte, chiuso domenica a cena), dove il rapporto qualità-prezzo è incredibile: il menu degustazione di sette portate (tra cui insalata di verdure con quinoa, razza croccante con insalatina e aglio nero più cheesecake con dulce de leche e scaglie di cioccolato bianco) costa solo 29 €.
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Il bancone del ristorante Metro Bistró di calle Evaristo San Miguel.

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Metro Bistró: il giovane e autodidatta chef del locale, l’argentino Matias Smith.

  • C’è poi lo Shalakabula nel Barrio di Salamanca, in calle Don Ramón de la Cruz 72 (tel. 91.82.80.043; in attività dalle 10 del mattino alle 23.30, la domenica fino alle 18, lunedì chiuso), da giugno 2016 regno del talentuoso chef under 30 Juan Sánchez Encinas, che stupisce tutti con le sue geniali proposte creative a prezzi assolutamente accessibili: da lui si cena con 25-30 €, bevande escluse.
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(In basso a destra) L’entrata e (in alto) una coloratissima sala del ristorante Shalakabula in calle Don Ramón de la Cruz. In basso a sinistra: il giovane chef del locale Juan Sánchez Encinas.

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Sopra: l’entrata (a sinistra) e una coloratissima sala del ristorante Shalakabula in calle Don Ramón de la Cruz. Sotto: il giovane chef del locale Juan Sánchez Encinas.

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Sopra: l’entrata (a sinistra) e una coloratissima sala del ristorante Shalakabula in calle Don Ramón de la Cruz. Sotto: il giovane chef del locale Juan Sánchez Encinas.

  • Sempre a Salamanca, in calle Goya 5/7, a pochi metri da plaza Colón (fermata Serrano del metrò linea 4) nel 2014 hanno inaugurato in un ex megacinema Platea Madrid (sempre aperto dalle 12 alle 24, da venerdì a domenica fino alle due di notte), una via di mezzo tra un mercato, un teatro e una discoteca. Il piano interrato si chiama El Foso e ospita bancarelle con specialità asiatiche e italiane anche da asporto. A pianterreno si possono invece mangiare prosciutti, ostriche o formaggi; al primo c’è il ristorante dello chef Ramón Freixa Arriba e al secondo il cocktail-bar Palco e un club per fumatori.
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Lo spazio Platea Madrid, centro culinario in ex cinema in calle Goya.

Ed ecco tre ottimi posticini nazional-popolari per le tapas:

  • il primo è la ruspante e super economica Sidreria El Tigre (calle Infantas 30, tel. 91.53.20.072), attiva dalle 11.30 all’una e mezzo di notte, le due e mezzo nei week-end (domenica è chiuso). Sta a Chueca ed è il posto ideale per una cena easy tra amici, quasi sempre al bancone. Assolutamente da provare i pimientos del padron, ovvero i peperoni verdi fritti della casa.
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La sempre affollata sala della ruspante Sidreria El Tigre a Chueca.

  • Il secondo indirizzo è quello del Museo del Jamón di carrera de San Jerónimo 6, tel. 91.52.10.346, a venti metri dalla Porta del Sol, il cuore di Madrid, quasi di fronte alla statua dell’orso sul corbezzolo, simbolo di Madrid. A dispetto del nome non si tratta di un vero museo ma di una gastronomia-paninoteca-ristorante (con tante altre sedi in città) dov’è possibile mangiare il jamón iberico ossia il gustoso prosciutto crudo spagnolo, ma non solo: sempre a prezzi low cost, cioè un euro o poco più, il Museo propone boccadillos di formaggio, salame e salsiccia. La stessa cifra per una caña de cerveza (un bicchiere di birra), una copa de vino o una bibita al bancone.
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L’esterno del Museo del Jamón di carrera de San Jerónimo 6, a Porta del Sol, il cuore di Madrid.

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Museo del Jamón. Il bancone di questo “paradiso delle tapas”.

  • Infine c’è il conosciutissimo Mercado de San Miguel, a pochi metri da plaza Mayor, una splendida struttura in ferro di duemila metri quadrati costruita nel 1913 e completamente restaurata nel 1999. Il Mercato è attrezzato come una specie di piazza cittadina dove affacciano bar e ristoranti, con banchi e tavolini che sfornano succulente tapas ma anche proposte culinarie insolite e gourmet, come il caviale.
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L’esterno della splendida struttura in ferro di duemila metri quadrati costruita nel 1913 e restaurata nel 1999 del frequentatissimo Mercado de San Miguel, dietro plaza Mayor.

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Mercado de San Miguel. L’interno, con banchi e tavolini dove gustare piatti e tapas.

Non molto lontano da lì c’è La Latina, un quartiere le cui strade rispecchiano la Madrid più popolare. È una zona assai frequentata per i numerosi bar, pub e taverne tradizionali ricche di fascino che popolano vie come Cava Baja e Cava Alta e le piazze della Cebada e la Paja. Sebbene si respiri a ogni ora un’atmosfera speciale, è di sera e nei fine settimana che questo fascinoso barrio, che ha origini medievali, s’anima di una vita più intensa. Inoltre, di domenica le strade dei dintorni ospitano il Rastro, il più famoso mercato delle pulci all’aperto della capitale.

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Il Rastro, il più famoso mercato delle pulci all’aperto di Madrid, che si svolge ogni domenica nel barrio La Latina.

  • Specie quando c’è il mercato, un locale affollato all’inverosimile, con tutti in coda in attesa di gustarsi le sue meravigliose tostas, una via di mezzo tra le bruschette e i tostoni, è El Capricho Extremeño, in calle de Carlos Arniches 30 (ha una succursale anche dietro piazza Mayor, in calle de Toledo 21). Localino piccolo e senza pretese, alla portata di tutti, dove il padrone di casa Ramon sforna a gettito continuo un’infinità di paradisiache tostas (3-4 €) in varie versioni: imperdibili quelle al gulasch, al jamón, alle acciughe, ai gamberi o al pulpo a la gallega.
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La facciata dell’edificio che in calle de Carlos che ospita El Capricho Extremeño.

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El Capricho Extremeño: localino senza pretese dove il proprietario Ramon sforna a ripetizione sublimi tostas (foto sopra), che sono una sorta di bruschettone: ottime quelle al gulasch, al jamón, alle acciughe, ai gamberi e al pulpo.

  • Sempre a La Latina, il ristorante forse più buono e celebre, dove cenò anche Sandro Pertini durante il Mundial di calcio del 1982 vinto da Pablito Rossi & Soci e dove sono di casa i divi di Hollywood, ex presidenti Usa come Bill Clinton e anche l’umile autore di queste note, è Casa Lucio, in Cava Baja 35, tel. 91.36.58.217 e 91.36.53.252. Ad accogliervi troverete il sempre sorridente proprietario, Lucio Blázquez, classe 1933, che a soli 12 anni iniziò a lavorare in questo ristorante, all’epoca Mesón del Segoviano, la cui padrona, doña Petra, lo trattava come un figlio e nel 1974 gli ha venduto il locale. Ogni mercoledì gli chef cucinano il cocido madrileño, piatto tipico della capitale (dove nessuno mangia la paella!): un ricco stufato di manzo, maiale e pollo accompagnato da una minestra di pasta in brodo e un contorno di verza saltata con l’aglio. Chiedete di essere sistemati nell’esclusiva saletta al primo piano, che ha una decina di tavoli.
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L’entrata a La Latina del ristorante Casa Lucio, in Cava Baja, dove cenò anche Sandro Pertini durante il Mundial di calcio del 1982. I clienti sono accolti sempre con un sorriso dal mitico proprietario Lucio Blázquez, classe 1933, che qui iniziò a lavorare come apprendista a 12 anni. Nel suo locale sono di casa tanti divi di Hollywood, ex presidenti americani come Bill Clinton (nella foto sotto, a destra, con Lucio) e anche l’umile autore di queste note, Roberto Angelino, qui sotto (a sinistra) con la moglie Aglaia e il patron in una foto del 21 dicembre 2016.

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L’entrata a La Latina del ristorante Casa Lucio, in Cava Baja, dove cenò anche Sandro Pertini durante il Mundial di calcio del 1982. I clienti sono accolti sempre con un sorriso dal mitico proprietario Lucio Blázquez, classe 1933, che qui iniziò a lavorare come apprendista a 12 anni. Nel suo locale sono di casa tanti divi di Hollywood, ex presidenti americani come Bill Clinton (nella foto sotto, a sinistra, con Lucio) e anche l’umile autore di queste note, Roberto Angelino, qui sotto (a destra) con la moglie Aglaia e il patron in una foto del 21 dicembre 2016.

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L’entrata a La Latina del ristorante Casa Lucio, in Cava Baja, dove cenò anche Sandro Pertini durante il Mundial di calcio del 1982. I clienti sono accolti sempre con un sorriso dal mitico proprietario Lucio Blázquez, classe 1933, che qui iniziò a lavorare come apprendista a 12 anni. Nel suo locale sono di casa tanti divi di Hollywood, ex presidenti americani come Bill Clinton (nella foto sotto, a sinistra, con Lucio) e anche l’umile autore di queste note, Roberto Angelino, qui sotto (a destra) con la moglie Aglaia e il patron in una foto del 21 dicembre 2016.

 
Non lontano da Casa Lucio ci sono due locali molto interessanti magari da visitare uno dopo l’altro.

  • Prima consigliamo una sosta per l’aperitivo al bar El Viajero, in plaza de la Cebada 11 (tel. 62.06.38.159; aperto dalle 11.30 all’una e mezzo di notte, le due venerdì e sabato; chiuso lunedì e martedì). Sta in un palazzetto del XIX secolo su tre livelli: a pianterreno c’è il ristorante, al primo piano il bar dove ordinare un drink da bere lì o sulla terrazza-serra all’ultimo piano, con vista sul tramonto.
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La palazzina del XIX secolo a La Latina interamente occupata dal risto-bar El Viajero, in plaza de la Cebada.

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El Viajero: la deliziosa terrazza del locale, dove i madrileni amano sorseggiare l’aperitivo ammirando il tramonto.

  • Successivamente potete pranzare o cenare al Juana La Loca – Pintxos & Bar, locale di tapas rivisitate in chiave moderna e sofisticata. Sta dal 2001 in plaza Puerta de Moros 4 (tel. 91.36.40.525 e 91.36.65.500; aperto dalle 13 alle 17 e dalle 20 a mezzanotte, l’una venerdì e sabato; chiuso lunedì mattina). È tutto molto buono, specie gli assaggi a base di pesce: ombrina, branzino, bonito e alici cantabriche. Da provare l’uovo tartufato, la tortilla di patate con cipolla caramellata (forse la migliore di Madrid), i roll di anatra e, come dolce, il vulcano di crema di latte con gelato di banana. Hanno la lista dei piatti scritta anche in italiano.
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Il Juana La Loca – Pintxos & Bar in plaza Puerta de Moros.

Ed ecco due mitiche pasticcerie ideali per la prima colazione o una merenda con i fiocchi.

  • La prima è La Mallorquina, dal 1894 a Puerta del Sol, all’angolo con Calle Mayor. Pastelería-cafetería appena restaurata, è sempre affollatissima e per accedere alla sala del piano superiore bisogna prendere il numerino e fare la fila come in Posta, però ne vale assolutamente la pena: le sue paste golose, come la celeberrima Napolitana alla crema, sono da svenimento.
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Sopra l’esterno della pasticceria La Mallorquina, a Puerta del Sol, all’angolo con Calle Mayor. Una curiosità: i recenti restauri non hanno corretto un errore di scrittura presente sulla tenda parasole sopra l’entrata, dove l’anno della fondazione del locale, il 1894, è scritto “1.894”.

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La Mallorquina. Una delle paste più richieste in questa amatissima pastelería-cafetería: la Napolitana alla crema, da urlo.

  • L’altra è la Chocolatería San Ginés in pasadizo de San Ginés 5, dietro calle Mayor (tel. 91.36.56.546). È aperta 7 giorni su 7 e 24 ore su 24 e quindi è frequentatissima dai ragazzi quando chiudono le discoteche e dai grandi nel dopo-teatro. Fondata anch’essa nel 1894, ha come specialità la cioccolata calda, in cui i madrileni amano intingere i churros, dolci fritti a forma di bastoncino ricoperti di zucchero.
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L’entrata della Chocolatería San Ginés in pasadizo de San Ginés 5, fondata anch’essa nel 1894, aperta 7 giorni su 7 e 24 ore su 24.

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Chocolatería San Ginés. Ha come specialità la cioccolata calda dentro cui i madrileni amano intingere i churros, dolci fritti a forma di bastoncino ricoperti di zucchero.

  • Se quella dei dolci è perfetta, non altrettanto all’altezza, almeno per noi italiani, è l’offerta nella capitale per quanto riguarda i gelati. Noi ci limitiamo a segnalare un localino a Chueca, ovviamente gestito da nostri connazionali, il Bellamia (tel. 91.02.56.506; aperto sino alle 23, sabato fino a mezzanotte) in calle Perez Galdos 3, traversa di Fuencarral.
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L’insegna all’interno della gelateria italiana Bellamia in calle Perez Galdos, a Chueca.

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L’insegna all’interno della gelateria italiana Bellamia in calle Perez Galdos, a Chueca.

Per fortuna sta per sbarcare nella capitale spagnola uno dei colossi della gelateria artigianale del Bel Paese, dove la qualità non conosce compromessi.

  • Ci riferiamo a Rivareno, laboratorio fondato nel 2004 a Bologna dal manager Nicola Greco con tre amici con l’intento di raggiungere l’ambizioso obbiettivo di allestire il miglior laboratorio di gelato italiano di sempre. Rivareno, che in Italia ha undici locali e in Spagna è già presente a Palma di Maiorca e Marbella, dovrebbe aprire entro fine marzo la sua prestigiosa gelateria madrilena a Salamanca, in calle de Hortaleza all’angolo con calle Fernando VI, a due passi dal Museo Nacional del Romanticismo.
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Qui e a lato: due angoli del DiverXo, l’unico ristorante a tre stelle di Madrid. Alle pareti nuvole di farfalle nere e su ogni tavolo un “maiale con le ali” di ceramica.

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Qui e a lato: due angoli del >em>DiverXo, l’unico ristorante a tre stelle di Madrid. Alle pareti nuvole di farfalle nere e su ogni tavolo un “maiale con le ali” di ceramica.

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DiverXo. Il geniale e spocchioso chef-proprietario del locale: David “Dabiz” Muñoz, 37 anni appena compiuti, con tatuaggi, orecchino e cresta punk. Per Il Sole 24 Ore è lui il “miglior chef del mondo”.

  • Da lì, proseguendo verso la periferia nord, si arriva al mitico stadio Santiago Bernabéu, casa del Real Madrid, vicino al quale, nell’hotel NH Collection Madrid Eurobuilding di calle de Padre Damián 23, c’è DiverXo (tel. 91.57.00.766), l’unico ristorante a tre stelle della capitale, dove in una sala con 12 tavoli e 24 coperti lavora un team di 42 persone. Dappertutto sculture di formiche giganti, su ogni tavolo un “maiale con le ali” di ceramica e alle pareti nuvole di farfalle nere: qui opera il geniale e spocchioso madrileno David “Dabiz” Muñoz, 37 anni appena compiuti, tatuaggi, orecchino e cresta punk, che Il Sole 24 Ore ha incoronato “miglior chef del mondo”. Nel suo locale, che definisce “il Cirque du Soleil della gastronomia”, conduce i clienti sulle montagne russe del gusto. E alla porta della cucina ha voluto il cartello:
    Yo trabajo para conseguir la cuarta… aunque no exixta

    (io lavoro per prendere la quarta [stella]… anche se non esiste). Ai clienti propone solo due menu degustazione: El XOW edonista e lussurioso da 185 € (sette piatti più un dolce) e El XEF e il suo folle baccanale goloso da 225 € (dieci piatti più due dolci). I prezzi comprendono l’Iva ma non le bevande, vedete un po’ voi.

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L’irrequieto Muñoz ha anche aperto da poco StreetXO (nella foto il bancone del bar) al settimo piano dei lussuosi grandi magazzini El Corte Inglés di calle Serrano 52…

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… dove ha una bella terrazza indipendente.

  • Nel 2012 l’irrequieto Muñoz ha aperto StreetXO, uno spazio di “cibo di strada asiatico-iberico” nell’attico di El Corte Inglés in plaza de Callao, poi traslocato nel 2015 al settimo piano degli stessi grandi magazzini in calle Serrano 52, dove ha una bella terrazza indipendente. Qui lavorano “solo” 25 persone (18 cuochi) per 80 coperti e i prezzi sono ovviamente più bassi: ogni piatto varia da 8 a 18 €.


 

Sempre nel barrio di Serrano c’è un altro posto interessante per lo street food di alta qualità:

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    Bocacalle Urban Kitchen: la sala e la cucina a vista del locale.

    Bocacalle Urban Kitchen in calle Santa Teresa 2 (tel. 91.62.25.915; aperto da mezzogiorno alle due di notte, domenica fino alle 16, lunedì chiuso). Tra le specialità dello chef Dani Álvarez notevoli La Pecera (ceviche di spigola con mix di alghe e spugna di pistacchi su base di mais) a 17,50 €, il Risotto Oecánico (riso arborio con plancton marino, riccio di mare e seppia del Golfo di Biscaglia) a 21 € e il Paseo por Coruña (gazpacho di gamberi carabineros alla thailandese con molluschi marinati e pesce sugarello) a 17,50 €.

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Lo staff del Bocacalle Urban Kitchen di calle Santa Teresa all’entrata del locale (quello in piedi è lo chef Dani Álvarez).

Segnaliamo anche tre indirizzi dove dormire a Madrid, confortevoli e a buon prezzo.

  • Il primo è un hostal, l’equivalente della nostra pensione: l’Hostal Art (circa 50 € a notte) in calle del Conde de Romanones 9, nel quartiere Tirso de Molina (tel. 914 20 11 44), al secondo piano di un palazzo con ascensore. La reception è h 24, il wi-fi ottimo e la fermata del metrò a pochi passi. Camere non enormi ma funzionali e la pulizia e il cambio degli asciugamani sono garantiti.
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L’insegna dell’Hostal Art, un’ottima pensioncina al secondo piano di calle del Conde de Romanones 9, nel quartiere Tirso de Molina.

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Hostal Art: una delle stanze.

  • Il secondo è un ottimo albergo a quattro stelle assolutamente non caro (circa 80 € a notte) e in una posizione centrale e silenziosa: il Petit Palace Plaza del Carmen (tel. 91.52.38.845), nell’omonima piazza alberata e senza auto. Si trova a ottanta metri dalla trafficatissima Gran Via, ma vi sembrerà di essere in un magico e silenzioso angolo di Montmarte a Parigi. Per i clienti c’è l’uso gratuito del wi-fi e di alcune biciclette..
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La facciata del Petit Palace Plaza del Carmen, delizioso hotel a quattro stelle nell’omonima piazza alberata a due passi dalla Gran Via.

  • E il terzo è l’Apartosuites Jardines de Sabatini in cuesta San Vicente 16, a Malasaña (tel. 91.54.25.900), con una superba vista sul Palazzo Reale. Camere a partire da 95 €. La struttura è nuova e ben curata; wi-fi gratuito nelle stanze, molto pulite, che sono dei veri e propri miniappartamenti dotati di angolo cottura, con microonde e frigo. Non è in posizione centralissima, ma la fermata del bus C1 sta a pochi metri e la stazione Principe Pio del metrò (linee 6 e 10) si raggiunge a piedi in dieci minuti. Nello staff c’è anche una ragazza italiana gentilissima. Panorama stupendo dalla terrazza con bar. In tutte e tre le proposte i prezzi delle camere variano, ovviamente, in base al periodo dell’anno.
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La stupenda terrazza (con bar) con vista sul Palazzo Reale dell’Apartosuites Jardines de Sabatini in cuesta San Vicente.

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Una delle stanze dell’Apartosuites Jardines de Sabatini.

  • Restando nel barrio di Malasaña, in calle de la Madera 37, gusterete le migliori croquetas di Madrid a Casa Julio (tel. 91.52.27.274; attivo dalle 13 alle 15.30 e dalle 18.30 alle 23.30, chiuso domenica). Il locale fu fondato nel 1921 da Julio Gil, al quale è succeduta la figlia Maite, che lanciò con successo le sue croquetas, di sette sapori differenti: oltre alla tradizionale varietà al jamón ci sono anche versioni più creative, come quella agli spinaci e gorgonzola. Oggi della taberna si occupa suo figlio Luis Torres. Il locale è diventato famoso al grande pubblico di turisti nel 2000, quando gli U2 di Bono lo scelsero come set per un servizio fotografico.
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L’entrata di Casa Julio in calle de la Madera 37. Il locale fu fondato nel 1921 da Julio Gil, al quale è succeduta la figlia Maite, che lanciò con successo le sue croquetas, di sette sapori differenti.

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Casa Julio è diventata famosa al grande pubblico di turisti nel 2000, quando gli U2 di Bono lo scelsero come set per un servizio fotografico.

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Casa Julio. Oggi della taberna si occupa suo figlio Luis Torres (con la madre nella foto).

  • Sempre a Malasaña, in plaza de Carlos Cambronero 4, mangerete al ristorante/birreria Lamucca de Pez (tel. 91.52.10.000; sempre aperto dalle 13 all’una di notte, le due e mezzo da venerdì a domenica). Buono il tataki di tonno con sesamo e salsa di zenzero (18 €) e la torta di carote con noci (5 €). C’è anche il menu in italiano.
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Il dehors con tavolini del ristorante-birreria Lamucca de Pez a Malasaña, in plaza de Carlos Cambronero.

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L’interno del Lamucca de Pez, d’atmosfera retrò.

  • Non lontano, in calle San Mateo 21, tra Malasaña e Salesas, si trova il Macera Taller Bar, ritrovo per amanti dei cocktails fatti a regola d’arte (tel. 91.01.15.810; aperto dalle 13 alle due di notte, le tre e mezzo venerdì e sabato). Il talentuoso barman Narciso Bermejo propone un superbo gin tonic in venti differenti versioni artigianali.
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    Il talentuoso barman Narciso Bermejo miscela gli ingredienti per una delle venti versioni artigianali di gin tonic che sono il fiore all’occhiello del suo Macera Taller Bar, ritrovo in calle San Mateo per gli amanti dei cocktails fatti a regola d’arte.

    Anche a Madrid ultimamente c’è stato il boom dei ristoranti giapponesi. Ne segnaliamo tre. Anzi, due e mezzo…

    • Il primo è il 19 Sushi Bar in calle de la Salud 19 all’angolo con la Gran Via (tel. 91.52.40.571, aperto tutti i giorni dalle 13.30 alle 16 e dalle 20.30 alle 23.30). Fantastici i gamberoni giganti in tempura di mais, i maki e il capriccio di tonno dello chef Álex Moranda. Prezzo medio per persona 30-45 €, bevande escluse. Menu degustazione da 39,50 €.
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    Le vetrine del 19 Sushi Bar in calle de la Salud 19 all’angolo con la Gran Via.

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    19 Sushi Bar. Il celebre chef del locale, Álex Moranda.

    • Il secondo indirizzo è quello del Ramses Natsuki, con la sala a metà tra il barocco e il postmoderno, coloratissima, creata dall’architetto e designer parigino Philippe Starck in plaza de la Independencia 4, alla Porta di Alcalá (tel. 91.25.82.516; fermata del metrò Retiro, linea 2), all’interno del Ramses – Life & Food aperto nel 2007 su tre piani dallo chef stellato Ricard Camarena. Emblema della fusion fra sapori nippo e mediterranei del Ramses Natsuki è l’esplosiva pizza sushi con tonno, pomodorini ciliegini, peperone jalapeño, acciughe, salsa aioli e olive nere Kalamata (16 €). Prezzo medio 35 €, bevande escluse, per un’esperienza gastronomica nuova e cosmopolita.
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    Il coloratissimo interno del ristorante giapponese Ramses Natsuki in plaza de la Independencia, disegnata dal famoso architetto parigino Philippe Starck.

    • L’ultimo è un “giapponese a metà”: lo Yakitoro by Chicote di calle de la Reina 41, tel. 91.73.71.441 (e anche nel paseo de la Castellana 130, tel. 91.73.72.552; entrambi sempre aperti dalle 13 a mezzanotte). La sfida – vinta alla grande – dello chef madrileno Alberto Chicote, classe 1969, celebre per le apparizioni in Tv, era di ricreare nelle due taverne le ricette spagnole in chiave yakitori, piatto tipico della cucina nipponica: pezzetti e frattaglie di pollo infilzati su spiedini di bambù e poi grigliati. Il nome del locale evoca sì lo yakitori ma, nel contempo, anche l’animale simbolo della Spagna. Prezzi accessibili: il piatto più caro costa 12,50 €.
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    L’entrata del ristorante iberico-giapponese Yakitoro by Chicote di calle de la Reina, aperto dallo chef madrileno Alberto Chicote (foto a destra)…

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    (a lato) L’entrata del ristorante iberico-giapponese Yakitoro by Chicote di calle de la Reina, aperto dallo chef madrileno Alberto Chicote (foto sopra)

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    … che propone ricette spagnole in chiave yakitori, piatto tipico della cucina nipponica: pezzetti e frattaglie di pollo infilzati su spiedini di bambù e poi grigliati.

    • Per concludere segnaliamo il locale oggi forse più “in” di Madrid, il NuBel di calle Argumosa, 43 (tel. 91.53.01.761, nel week-end chiude alle due e mezzo di notte), avveniristico cocktail-bar e ristorante con dehors appena inaugurato al pianoterra del moderno “edificio aggiunto” del bellissimo Museo Reina Sofia. Brunch tutti i giorni (la domenica con dj) in cui lo chef madrileno Juavier Muñoz-Calero, classe 1978, propone cucina fusion. Il menu è consultabile cliccando nubel.es/cartas. Una dritta: prima di cenare fate un salto al secondo piano del museo, dove l’entrata è gratuita ogni sera dalle 19 alle 21 (il martedì è chiuso mentre domenica non si paga dalle 13.30 alle 19), per rifarvi gli occhi “bevendovi” il mastodontico (3,49 x 7,77 metri) capolavoro di Pablo Picasso, cioè Guernica, ispirato al bombardamento del 1937 all’omonima città basca durante la sanguinosa guerra civile spagnola. Solo cinque minuti, ma ne vale la pena. Poi, magari, tornate con calma il giorno seguente a visitare bene il resto del museo.
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    L’enorme sala del modaiolo ristorante fusion NuBel, da poco inaugurato dal trentottenne chef madrileno Juavier Muñoz-Calero in calle Argumosa, al pianoterra dell’ “edificio aggiunto” del Reina Sofia, museo dove al secondo piano è conservato il mastodontico (3,49 x 7,77 metri) capolavoro di Pablo Picasso, Guernica.

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    Guernica è il titolo del capolavoro di Picasso, realizzato nel 1937 dopo il bombardamento aereo della città omonima durante la guerra civile spagnola. L’attacco fu opera della Legione Condor, corpo volontario composto da elementi dell’armata tedesca Luftwasse e dell’Aviazione Legionaria Fascista. Le truppe d’occupazione naziste, a Parigi, assieme all’ambasciatore tedesco, domandarono a Picasso vedendo questo quadro: “Avete fatto voi questo orrore, maestro?”. Lui rispose “No, è opera vostra”.

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    Roberto Angelino, giornalista milanese, ha lavorato per 25 anni al settimanale Oggi; dal 2004 al 2007 è stato vicedirettore di Gente, poi è tornato a Oggi per curare gli Speciali e il bimestrale Oggi Foto. Nel 2015 ha pubblicato con Salvatore Giannella presso l’editore BookTime il volume Milano 50, con le schede dei 350 locali imperdibili della città sede dell’Expo, anticipate e poi sviluppate con successo su Giannella Channel. Sempre per i tipi di BookTime, la casa editrice di Gerardo Mastrullo, ha pubblicato altri due volumi: nel maggio 2016 Milano, mettiamoci una pietra sopra e, due mesi dopo, Milano al verde – Guida agli agriturismi di Milano e Provincia. L’ultima sua fatica libraria è Cover Story (Vololibero Ed., 2018) che racconta storie, segreti ed emozioni di 150 copertine dei più bei dischi italiani.

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